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Autore: Kazeko92    04/04/2013    0 recensioni
[Anime e manga vari]
Il taxi si fermo’ e io scesi dalla vettura. Pagato l’autista, mi girai ad ammirare l’edificio. Non potevo ancora crederci. Alzai lo sguardo e fissai per qualche minuto la grande insegna dell’azienda: HIOUTECH, la piu’ famosa azienda produttrice di computer e alta tecnologia… e io ero stata assunta come contabile! L’emozione era cosi’ forte che non avevo il coraggio di entrare...
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’ascensore arrivò a destinazione e si fermò. Le porte si aprirono e davanti a me si presentò una grande porta nera con una placca attaccata sopra. “Pres. Jack Hiou”, diceva. “Ok. Sono arrivata...” pensai. Deglutii, un po’ spaventata all’idea di incontrare di nuovo quell’uomo, ma dovevo farlo. Avevo appena iniziato a lavorare in quell’azienda e volevo che tutto fosse perfetto. Almeno... da quel  momento. Con il cuore che mi martellava nel petto, sfiorai appena la maniglia della porta e questa subito si abbassò. Mi irrigidii per lo spavento e non riuscii a trattenere un grido vedendo la porta aprirsi di scatto. Un uomo uscì correndo e, non accorgendosi della mia presenza, mi travolse, facendomi perdere l’equilibrio. Per fortuna riuscì subito ad afferrarmi in vita << Oh! Scusa! Ti ho colpita! >> disse, ma subito si buttò a terra, facendomi cadere. Sentii un rumore forte. Qualcosa aveva colpito le porte dell’ascensore. Alzai lo sguardo e vidi un libro grande quanto metà del mio corpo conficcato nelle pareti di acciaio. Rimasi paralizzata per la paura. L’uomo, non troppo alto, con i capelli neri e gli occhiali si alzò << Ti chiedo ancora scusa, ma devo scappare. >> prese il libro e corse via. Non sapevo che fare. Ero sconvolta. Dei passi veloci si avvicinarono al corridoio e il signor Hiou uscì, nervoso. << Accidenti a Komui! È bravo solo a scappare! >> urlò. Abbassò lo sguardo e mi fissò a lungo. Mi accorsi solo in quel momento che aveva gli occhi di un azzurro intenso << Beh? Che diamine fai a terra? Ti sembra il luogo o il momento per dormire? Alzati, dannazione! >> Mi alzai di corsa e mi sistemai i vestiti. Il signor Hiou sbuffò ed entrò nell’ufficio. << Entra. >> disse e lo seguii. Yuki era in piedi accando alla grande scrivania del signor Hiou e sorrideva nervosa. Il furioso presidente si sedette sulla sua poltrona e fece un respiro profondo, fissando il soffitto. Mi avvicinai lentamente. Ero tesissima. All’improvviso lui abbassò lo sguardo e mi fissò. << Dunque, >> disse << tu sei la nuova contabile, giusto? >>
<< S-si...>> risposi.
Prese una cartellina dalla sua scrivania e lesse attentamente << Il tuo è un buon curriculum, non c’è che dire. >> gettò la cartellina sul piano e tornò a fissarmi << Benvenuta nell’azienda, siamo come una grande famiglia e bla, bla, bla. Ora inizia a lavorare. Kuran, dalle la pratica per l’ultima presentazione. Me ne servono ottanta copie entro un’ora. >>
Yuki lo guardò perplessa << Ma... questo non è lavoro... >>
Il signor Hiou le lanciò uno sguardo che non ammetteva repliche e la ragazza si affrettò a prendere una cartellina da un cassetto, che mi porse imbarazzata << Al piano di sotto, nella seconda stanza sulla destra, troverai una stampante. Devi fare ottanta copie di ogni pagina. >>
<< E fai in fretta. Hai un’ora di tempo. >> aggiunse il signor Hiou.
Guardai entrambi confusa. Ero una contabile, perchè mai avrei dovuto fare delle fotocopie? Il signor Hiou mi fissava senza neanche chiudere le palpebre. Yuki, senza farsi vedere da lui, mi faceva segno di andare senza discutere. Li guardai ancora per un attimo ma alla fine mi incamminai verso l’ascensore. Chiuse le porte calò un silenzio opprimente. L’unico suono era quello dell’ascensore che scendeva. “Le fotocopie...” pensai “Ho studiato tanto per diventare una contabile eccellente... e ora faccio LE FOTOCOPIE!!!” avevo i nervi a fior di pelle. Mi massaggiai le tempie “Calma, Sarah... È solo un test. Vuole vedere quanto resisti. È arrabbiato e vuole sfogarsi su qualcuno. È il tuo primo giorno, quindi calma...” L’ascensore si fermò e le porte si aprirono. Uscii facendo un respiro profondo e mi avvicinai alla stanza indicata da Yuki. La porta era aperta. Bussai comunque e sbirciai dentro << Si può? >> chiesi. Una ragazza dai capelli neri con i riflessi di un verde smeraldo, legati ai due lati della testa formando due lunghe code, alzò lo sguardo e si alzò << Che posso fare per te? >>
<< Ecco... dovrei fare delle fotocopie... >>
La ragazza sorrise << Sei nuova? >> annuii e mi indicò la grande stampante dietro di lei << Avvicinati, ti spiego come funziona. >> Mi avvicinai e la ragazza iniziò a spiegarmi le diverse funzioni della macchina. Finita la spiegazione fece un sorriso radioso << Scusa, non mi sono presentata. Mi chiamo Linalee Lee. Sono la segretaria del supervisore della sezione operativa, Komui Lee. Piacere di conoscerti. >>
Le strinsi subito la mano sorridendo << Piacere mio. Io sono Sarah. Sono la nuova contabile... in teoria. >> aggiunsi a bassa voce, con amarezza. La ragazza mi guardò perplessa, ma io sorrisi << Niente, scusa. Comunque, il signor Komui è un tuo parente? Avete lo stesso cognome. >>
La ragazza ridacchiò << Si. È mio fratello. L’hai conosciuto? >>
<< Credo di si… È un tipo non troppo alto, capelli neri e occhiali? >>
<< Esatto. >> sorrise lei.
<< Allora si, mi sono... scontrata con lui, stamattina. >>
<< Scontrata? >>
<< Si. Stavo per entrare nell’ufficio del signor Hiou e lui è uscito proprio in quel momento, correndo. Stava scappando dal presidente. O meglio, stava scappando da un enorme libro “volante”. >>
Linalee ridacchiò nervosa << Non ti sei fatta male, vero? >>
<< No, per fortuna no. >>
<< Meno male...>> sospirò la ragazza. << Ti chiedo scusa, mio fratello fa sempre infuriare il signor Hiou. E spesso vengono coinvolti anche altri. >>
Feci un grande sorriso << Non fa niente, dai. Mi ha aiutata lui a evitare il... pericolo. >>
<< Almeno... >>
Sorrisi ancora e iniziai a fare le fotocopie. Linalee mi fissò << Non avevi detto di essere una contabile? >>
Sospirai << Si... ma il signor Hiou mi ha ordinato di fare ottanta fotocopie di questa pratica... non so neanche perchè. >>
La ragazza sorrise nervosa << Ah... Non ci pensare, vedrai che dopo questo ti lascerà fare il tuo lavoro. Quando è nervoso è meglio non contestare ciò che dice, ma quando vede che si lavora seriamente, non ha più nulla da ridire. >>
“Lo spero...” pensai sospirando.
 
Stampata l’ottantesima copia dell’ultima pagina, misi tutti in ordine e fissai l’orologio. Mancavano dieci minuti alla fine del tempo stabilito. Sorrisi soddisfatta << Non è il mio lavoro, ma posso dimostrare che mi do da fare comunque! >> Linalee alzò lo sguardo dal suo computer e sorrise radiosa << Perfetto! Ora dovresti andare nel suo ufficio con tutte le copie e mostrarti pronta a scattare di nuovo. Ti lascerà andare al tuo lavoro. Per quanto sia irascibile e duro, il signor Hiou ha molta stima per chi si impegna. >>
<< Molto bene! E allora via! >> dissi cercando di prendere tutte le copie insieme.
Linalee si avvicinò subito << Aspetta, ti aiuto. Sono pesanti. >>
<< No, no, tranquilla. >> dissi << Nervoso com’è, se la prenderebbe anche con te, se ti vedesse lasciare il tuo lavoro. >>
<< Sicura di farcela? >>
<< Si. Grazie mille. >> dissi sorridendo. Sollevai tutti i fogli e uscii dalla stanza. In effetti erano molto pesanti, ma dovevo farcela. Non volevo coinvolgere nessuno. Dovevo riuscirci con le mie forze.
Con un po’ di fatica riuscii a chiamare l’ascensore e, una volta dentro, a premere il bottone per il piano. All’improvviso, però, qualcuno infilò il braccio tra le due porte e le fece riaprire. << Ti prego, aspetta!!! >> urlò. Sobbalzai per lo spavento, ma mi spostai. Un ragazzo giovanissimo, magro e con i capelli biondi e corti entrò e si appoggiò alla parete dell’ascensore per riprendere fiato. Da sopra la camicia portava un maglioncino non troppo pesante, senza maniche. Le porte si chiusero di nuovo e l’ascensore partì. Il ragazzo fece un respiro profondo e mi guardò. Aveva gli occhi di un azzurro ghiaccio che davano una sensazione di freddo solo a guardarli << Per fortuna... ho fatto in tempo. Qualche minuto di troppo e avrei rischiato la vita. >> disse.
<< Stai scappando dal signor Hiou? >> chiesi e lui divenne rosso.
<< N-no, anzi... sto andando proprio da lui. >> Alzò una mano e mostrò un thermos. << Devo portargli il caffè e devo fare in fretta, o si arrabbia ancora di più. >>
Sospirai << Io invece devo portargli questa montagna di fotocopie e lo stesso in fretta. >>
<< Capisco. Dobbiamo lavorare tutti come dei dannati... >>
L’ascensore si fermò e le porte si aprirono. Il ragazzo mi fece passare. << Attenta al gradino dell’ascensore. >> disse. Sorrisi << Si, tranquillo. >> superai il gradino e aspettai il ragazzo, che, al contrario di quanto appena detto, non fece attenzione e inciampò urtandomi e facendo cadere anche me.
Mi misi a sedere massaggiandomi la schiena dolorante << Che male... Tutto bene? Niente di rotto? >> guardai il ragazzo. Era seduto, paralizzato, con lo sguardo fisso sul pavimento, senza espressione. Lentamente alzò gli occhi verso i miei. Era pallidissimo. << Sono... morto... >> disse.
<< Che? Ma che dici? Di che... >> abbassai lo sguardo e non riuscii a finire la frase. Il thermos era sul pavimento... aperto. Tutto il caffè era sparso sulle mattonelle, ma non solo: con me erano cadute anche tutte le fotocopie. Sentii il sangue raggelarsi nelle mie vene. << SIAMO... morti... >> dissi. All’improvviso sentimmo dei passi e la porta dell’ufficio del signor Hiou si aprì. Il mio cuore cessò di battere. Il presidente ci stava fissando.
  
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