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Autore: wehaveahulk    04/04/2013    2 recensioni
Era un dolce bambino dai biondi capelli lisci e dagli occhi azzurri. Crescendo, i suoi capelli divennero ricci e castani e il mare dei suoi occhi lasciò spazio ad un verde foresta quasi invidiabile.
"Non dissi nulla. Non disse nulla. I nostri sguardi parlavano da soli. Infondo, io e lui ci intendevamo con un solo sguardo, ricordate?"
a martina: una delle migliori amiche conosciuta grazie ad uno stupido gioco di ruolo sul web.
ad alessandro: uno dei coglioni più grandi che abbia mai incontrato e che ancora oggi chiamo 'migliore amico'.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quell'abbraccio, il nostro abbraccio emanava così tanto calore che avrebbe potuto riscaldare tutta la stanza.

«Non mi perdonerai mai, vero?» chiese con un filo di voce.
«Harry, come potrei mai non perdonarti?»
«Ti ho fatto del male»
«Lo so»

«Scusami»

*toc toc*

Dannazione! pensai. Proprio ora che l'ho ritrovato?

La porta si aprì ed entro lo stesso uomo alto e possente che mi prese di peso e mi portò in quella stanza.


«Ti aspettano di là, Harry»
«Solo cinque minuti, Joe» disse sogliendo il nostro abbraccio.
«No, muoviti. Ti aspettano le fans»

Mi guardò negli occhi sospirando, feci la stessa cosa e non potei evitare di notare la tristezza racchiusa nel suo sguardo. Aggrottai le sopraciglia.


«Che ti stanno facendo?» dissi tutto d'un fiato.
«Come, scusa?» chiese sbigottito.
«Ho detto: che cosa ti stanno facendo, Harry» replicai.
«Non capisco di cosa tu stia parlando»
«Non eri così... C'è qualcosa di diverso in te»
«Hei, sono sempre io. Il tuo Styles»
«No. Sembri quasi... Triste.»
«El, nonsparare puttanate, dai»

«Non sto sparando puttanate. Te lo si legge negli occhi»

Non aggiunse altro, rimase in silenzio finchè Joe non tornò per portarlo nuovamente al meet.

Lo sapevo. Dissi tra me e me. Lo sapevo che qualcosa era cambiato.

Rimasi sola. Quella stanza che poco prima era così luminosa e calda, divenne improvvisamente fredda.

Che gli stanno facendo? Perchè solo Harry è così... così... triste? Gli altri sembravano così... felici. Che stessero recitando? Insomma... Si sa che Harry non sia un buon attore...

Un leggero sorriso spuntò sulla mia faccia, accennai una risatina e pian piano iniziai a ridere di gusto.


«Si, Harry è davvero un pessimo attore» sussurrai nella risata che stavo cercando di soffocare.

Quella risata fu causata da un improvviso ricordo nato dall'associazione del nome Harold Edward Styles con la parola "attore".

Ero in quinta elementare e avevamo deciso di iscriverci ad un corso di teatro. Quell'anno avremmo messo in scena "Sogno di una notte di mezza estate", uno dei capolavori di Shakespeare.
A me diedero il ruolo di Elena e a Harry quello di Puck.

«Se l'omb.. ombre nostre v'han dato offesa,
Voi fate conto v'abbian colto
Queste visioni così a sorpresa, -la sua faccia iniziò a prendere un'espressione strana-
Mentr'err... erravate in preda al sonno;
In lieve sonno sopiti, ed era
Ogni visione vaga chimera. -si vedeva che non aveva la minima idea di cosa stava dicendo-
Non ci dovete rimproverare
Se vana e sciocca s... sembrò la storia;
Ne andrà dissolta ogni memoria,
Come di nebbia se il sole appare;
Se ci accordate vostra clemenza, 
Gentile pubblico, faremo ammenda.»

Nel momento stesso in cui finì, cadde dal palco, si fratturò il polso e svenne. Passammo l'intero pomeriggio in ospedale ad aspettare che si risvegliasse e che gli mettessero il gesso. Si, insomma... Tanto per farvi vedere l'attore da oscar che era -ed è tutt'ora- Harold Edward Styles.

Stavo ridacchiando tra me e me quando all'improvviso la porta di spalancò. Vidi una figura alta e trasandata entrare nel locale e quando riuscii a mettere a fuoco, capii che i miei presentimenti erano veri. La figura non più tanto imponente di Harry stava sulla porta, appoggiata ad uno stipite con una mano. La sua maglia era sporca di un rosso intenso e sul labbro era presente una ferita ancora sanguinante. Chiuse velocemente la porta, mi prese per mano e mi tirò verso la finestra.
Appena aprii bocca, fece cenno di stare in silenzio.

Riuscimmo ad uscire da quella piccola apertura e sussurrando mi disse "stai giù".

Sgattaiolammo vià, vidi la macchina di mio fratello con già Martina a bordo. "Seguimi" gli dissi. Non fu affatto facile attraversare la strada stando accovacciati per non essere riconosciuti. Per niente.

Entrammo in macchina.


«El, quanto cazzo ci hai messo? Sai che non ti trovav... OH MIO DIO HARRY STYLES!» urlò in preda ad un attacco d'asma.
«Com.. Cos... Perc... Ch... Io... Oh... Ma...»
«Vuoi chiudere quel forno un minuto? E tu, Harold. MI DICI PERCHE' CAZZO ABBIAMO FATTO TUTTO QUESTO?
» sbottai.


angolo autrice: heeeeey, scusatemi tutti quanti. non la aggiorno da mesi sta ff, è che sono straimpegnata con la scuola e i pochi momenti liberi che ho sono quelli in cui ho meno ispirazione. *yay*

anywaay. non so, questo capitolo sembra dia una svolta alla storia, no? sembrava dannatamente monotona, sennò. insomma... l'ho riletta tutta poco fa (quello che ho già pubblicato) e sembrava dannatamente banale. quindi... TAN TAN TAAAAAAAN. COLPO DI SCENA!
boh, spero piaccia. se lasciate qualche recensione o qualche critica mi fate solo piacere, così saprò come migliorare c:

se volete seguirmi su twitter sono @xwarisover, ricambio quasi sempre c: (nel senso che le uova non le ricambio, ecco. nemmeno le bimbeminchia, ma non penso che voi siate ne uova ne bimbeminchia lol). boh, ciao :3

-eleonora.

  
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