BLACK & WHITE
Tormalina nera e Zaffiro
Prologo
13 novembre 1995 – Ospedale di Londra
Un pianto ruppe il silenzio che si era creato nel corridoio del reparto
maternità.
<< È nata >> disse una ragazza dai capelli rossi. Aveva gli occhi
lucidi. << La mia sorellina è nata >> Era scoppiata a piangere
dalla gioia. Un uomo le si avvicinò e l’abbracciò.
<< Sì Lucy, è nata. Andiamo da vostra madre a vedere come stanno. Venite
ragazzi >> disse l’uomo rivolto ai suoi figli.
Entrarono nella stanza e videro una donna con i capelli castani e gli occhi marroni
riempiti di lacrime mentre cullava un piccolo fagotto. Appena li vide entrare
sorrise e si rivolse alla bambina tra le sue braccia.
<< Ehi tesoro, i tuoi fratelli e tuo padre vogliono conoscerti >>
disse la donna mentre girava il fagotto verso la famiglia. Erano tutti felici,
a turno tenevano in braccio quella piccola bambina dagli occhi marroni e un
buffo ciuffo di capelli in testa. Ma, come sempre, quest’atmosfera felice venne
rotta dall’arrivo del resto della famiglia e di uomini di dubbia provenienza.
<< Mrs Montrose, congratulazioni >> un uomo sulla sessantina,
occhiali e con un sorriso che gli illuminava il viso si avvicinò alla donna e
le strinse la mano. << Sapete il perché siamo qui vero? >> continuò
l’uomo guardando i genitori della neonata.
<< Sì, Mr George >> rispose la donna con voce flebile <<
Harry consegna il foglio dei dati >>
Un po’ titubante Harry consegnò il foglio dove c’era scritto il giorno e l’ora
di nascita della bambina ma soprattutto il nome. << E così la storia si
ripete Jane >> sussurrò Harry guardando la moglie e sua figlia Lucy, che
teneva il capo chino.
Tutti trattennero il fiato quando Mr George parlò: << Vi presento Rebecca
Montrose, figlia di Harry e Jane Montrose, la decima viaggiatrice: lo zaffiro
>>.
09 gennaio 1997 – Temple
<< Dai tesoro andiamo >> disse una donna che teneva per mano una
bambina mentre correvano per stare dietro ad una ragazza.
<< Ma io no voglio >> disse la bambina puntando i piedi.
<< Dai Rebecca per fav.. >> si interruppe la donna quando sentì una
risata provenire dalle scale << Lucas >>.
<< Jane vai pure. Prendo io la bambina >> disse l’uomo sulle scale
che corrispondeva al nome di Lucas Montrose, Gran maestro della Loggia. Prese
per mano la bambina e la condusse all’interno dell’edificio.
<< Nonno, ma cosa le fate fare? E’ ancora piccola >> chiese la
ragazza che fino a questo momento era stata in silenzio.
<< Le stesse cose che hai fatto tu alla sua età. Conoscerà il suo
“compagno di viaggi”, se possiamo chiamarlo così, e poi farà la prima lezione
di minuetto >> rispose bonario l’uomo con un sorriso.
<< Miluletto? >> chiese la bambina. Una risata li fece girare
indietro per vedere a chi appartenesse.
<< Minuetto >> disse un bambino sui quattro anni che la guardava
con un aria di superiorità.
<< Oh… Bene. Ehm, Rebecca. Questo bambino è Manuel, Manuel de Villiers.
Starete insieme per un bel po’ in questi anni >> disse Lucas. Il bambino
continuava a guardarla con un sorrisetto ironico e con quell’aria da
“so-tutto-io”. I due bambini, guardandosi in cagnesco, vennero accompagnati in
una sala da ballo dove li aspettava un uomo abbastanza strambo.
<< Io sono Giordano >> si presentò, per poi continuare << Ti
insegnerò a ballare il minuetto. Ora Manuel, ti prego, fai vedere i passi che
hai imparato >>. E subito Manuel li eseguì. Dopo che ebbe mostrato ciò
che era capace di fare le disse: << Ce la farai? >>
<< Sbufone >> disse la bambina tutta imbronciata.
10 ottobre 1997 – casa Montrose
La bambina sentiva delle voci provenire dallo studio del nonno e quindi scese
le scale silenziosamente per ascoltare la conversazione. Si sporse quel poco
che bastava per vedere che il nonno stava parlando con tre uomini, tutti molto
agitati.
<< Sono scappati Lord Montrose >> disse un uomo sulla trentina.
Anche se non lo vedeva in viso provava una certa paura.
<< Calma Falk, spiega tutto con calma >> disse Lucas mentre si
versava del whisky << E per favore parla a bassa voce altrimenti rischi
di svegliare Rebecca e la piccola Charlotte >>
<< Lucy e Paul hanno rubato il cronografo e sono scappati. Nel passato.
Che si fa? >> disse un secondo uomo. Anche lui le incuteva una certa
paura.
<< Il dottor White ha ragione. Che facciamo? >> chiese Falk?
<< Proprio adesso che avevamo tormalina nera, zaffiro e diamante >>
disse il terzo uomo sconvolto << E da qualche giorno era nata anche
rubino >> La persona che aveva parlato era l’unica che non le faceva
paura.
<< Calmati Thomas. Recuperiamo il vecchio cronografo >> disse in
modo pacato Lucas mentre passava un bicchiere di whisky ad ognuno dei tre
uomini.
<< Il vecchio cronografo? Lucas ma non funziona! >> disse il dottor
White alterato << Lucy e Paul hanno commesso un reato gravissimo >>
<< Reato! Jacob, modera i termini. Ormai è cos.. Cosa ci fai sveglia tu?
>> la domanda di Lucas era rivolta alla piccola Rebecca che era comparsa
sulla porta ed era scoppiata in lacrime.
<< Lulù >> mormorò con un a vocina flebile e debole.
27 maggio 2009 – Temple
<< En garde! >> disse un ragazzo mentre puntava una spada verso il
suo avversario. Entrambi indossavano delle tute bianche ed erano protetti da
dei caschetti per evitare che la lama colpisse il viso.
<< Stavolta ti batterò >> disse la ragazza mentre parava un affondo
del ragazzo che mi mise a ridere per l’affermazione appena pronunciata dall’amica.
<< Ah sì? Ho qualche dubbio piccola >> ribatté divertito il ragazzo
mentre parava gli affondi dell’avversaria che colpiva con energia.
<< Ancora con questo soprannome? Sono cresciuta ormai >> borbottò
la ragazza mentre aumentava la potenza dei colpi << Oh, Guarda! Sto
vinc.. NO! >> Vide la sua spada volare oltre il ragazzo e cadere
per terra mentre aveva l’arma impugnata dall’avversario puntata alla gola.
<< Mi dispiace Becky, ma ho vinto >> disse il ragazzo togliendosi
il caschetto << Come sempre del resto >> E sorrise. Quel sorriso
che tanto detestava perché, ogni volta che lo faceva, la prendeva in giro.
Però Becky non riuscì a resistere. Ogni volta che se lo trovava davanti
tratteneva il fiato per la bellezza del suo “partner”. Alto e magro ma con degli
addominali da fare invidia, anche se adesso erano coperti dalla tuta. Capelli
neri, corti di cui adesso alcune ciocche ricadevano sulla fronte. Un viso fine,
labbra proporzionate e naso perfetto; ma quello che più amava di lui erano gli
occhi verdi che in questo momento avevano un non so che di divertito. Un ghigno
si formò sul viso del ragazzo che si avvicinò a Rebecca e le tolse il
caschetto.
<< Ti sei offesa piccola? >> disse mentre il sorriso scompariva
<< Che hai da guardarmi così? Ah già! Il soprannome. Ma mi piace. Piccola
eri e piccola rimarrai >> le disse lasciandole un bacio sulla guancia per
poi sussurrarle all’orecchio: << Per me >>
Becky lo colpì con il pugno mentre pronunciava: << Sbufone >>
Tutti si aspettavano che da un momento
all’altro la povera ragazza si sentisse svenire. Infatti continuavano a
chiederle se avesse dei giramenti. Ogni volta che si spostava tutti la
fissavano con preoccupazione. E lei ogni volta li rassicurava.
<< Non ho niente. Se avessi dei
mancamenti ve lo avrei già detto >> ripeteva ogni volta che le chiedevano
qualcosa.
<< Ma bambina mia, devi stare all’erta
perché potrebbero arrivare da un momento all’altro >> una signora anziana,
Lady Arisa, si alzò dalla poltrona, si avvicinò alla ragazza e le strinse un
braccio.
<< Lo so, ma neanche nel giorno
del mio compleanno posso stare tranquilla. E’ questo che non rie.. >> si
interruppe perché vide la vista appannarsi e si sentiva le gambe di gelatina.
Se non fosse stato per la nonna che le stringeva ancora il braccio adesso
sarebbe finita per terra.
<< Rebecca tutto bene? >>
chiese Lady Arisa tutto preoccupata << Devo chiamare la loggia? >>
La ragazza fece un cenno affermativo con
la testa e un sospiro profondo quando la nonna si allontanò per raggiungere il
telefono. La vista era ritornata normale ma era sicura che sarebbe successo. Oggi
sarebbe diventata in tutto e per tutto lo zaffiro del cerchio.
Venti minuti dopo la casa si era
riempita. Tre uomini e un ragazzo erano arrivati tutti in fretta per portarla a
Temple così che potesse trovarsi in una condizione migliore per il salto.
<< Eh piccola, tocca a te adesso
>> le sussurrò un ragazzo mentre le metteva la mano sul fianco per
dirigerla verso la macchina che l’aspettava in strada.
<< Manuel, sono in ans.. >>
la vista si appannò e la ragazza si sentì strattonare in aria all’improvviso.
Dopo essere riuscita a calmare il
respiro si guardò attorno e vide la sala in cui era qualche secondo fa. Però c’era
qualcosa di diverso. Prima di tutto c’era un mobile che cinque secondi fa non c’era
e poi la casa aveva un non so che di antico, non troppo antico ma abbastanza
vecchio. Ma la cosa più importante è che un uomo la stava guardando con un
sorriso sulle labbra.
<< 15.30 del 13 novembre 1960.
Puntuale mia cara nipotina, proprio come mi avevi detto in passato >> le
disse mentre l’aiutava ad alzarsi.
<< Nonno? Ma..? >> riuscì a
dire anche se non si era ripresa del tutto dalla vista di quel suo giovane
nonno << Potresti spiegarti per favore? >>
<< Vieni nel mio ufficio. Così
puoi calmarti >> e la condusse nel suo ufficio, proprio di fronte alla
stanza dove era atterrata << Sai mi avevi già detto che saresti
trasmigrata in quest’epoca. Così mi sono preparato >> e le fece quel
sorriso che a Becky era mancato così tanto.
Parlavano da più di dieci minuti quando
la ragazza avvertì ancora quella sensazione di nausea e il suo stomaco era in
subbuglio. Fece appena in tempo a salutare il nonno che atterrò sul tappeto
dell’ufficio del nonno. Sentì subito che qualcuno stava venendo in quella sala
e si affrettò a mettere via il biglietto e la lettera che il nonno le aveva
dato. La porta si spalancò e tutti entrarono. Becky si alzò da terra e si
massaggiò la spalla.
<< Tutto bene Rebecca? >>
chiese Lady Arisa preoccupata. Tutti la guardano in trepidante attesa.
Dopo un bel sospiro disse: << Sì,
tutto bene nonna. Ora che succede? >>. Dicendo questo guardò Falk de
Villiers e gli altri membri della loggia.
<< Ora ti portiamo a Temple per
inserire il tuo sangue nel cronografo >> disse Mr George con un sorriso
<< Benvenuta, zaffiro >>
Mi chiamo Rebecca, ho 17 anni e diciamo che non amo particolarmente scrivere ma quando ho qualcosa che mi ispira particolarmente mi metto davanti a un foglio di Word e scrivo. Non mi piace lasciare le cose a metà però purtroppo se mancano le idee non posso farci niente. Ho voluto scrivere questa fan fiction perchè sono innamorata di questa trilogia. Amo Gwen, Gideon, Leslie e tutti gli altri personaggi. Mi è venuta questa stramba idea di aggiungere due personaggi in più, Rebecca e Manuel, rispettivamente zaffiro e tormalina nera, e rielaborare la storia. tranquilli, Lucy e Paul ci saranno ma a loro corrisponderanno altre pietre. Spero possa piacervi. Se non vi dispiace lasciate una recensione, anche negativa, così io mi so regolare (se continuare a scrivere oppure no).
Vi saluto e, speriamo,
BUON DIVERTIMENTO!
Ps. il titolo poi sarà fatto meglio, adesso accontentatevi.