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Autore: mamogirl    25/10/2007    4 recensioni
Scritta insieme a Kia85. Sono passati qualche mese dalla battaglia contro Chaos e le Sailor speravano che quella potesse essere la loro ultima battaglia. Ma che cosa succede quando un nuovo nemico, alla ricerca di vendetta per la propria famiglia, decide che è giunta l'ora di placare la sua sete di vendetta?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Seiya era seduto sul divanetto, la testa china sulla chitarra che teneva in mano

Salve a tutti! Ecco il secondo capitolo! Ringraziamo, naturalmente, chiunque abbia letto il capitolo e coloro che lo hanno anche recensito, ovvero Usagi_84, dinny e romanticgirl. Speriamo che anche questo capitolo sia di vostro gradimento, anche se succede qualcosa di brutto a qualcuno (e kia piange disperata, mentre mamogirl esulta. Sì, perché mentre mamogirl è mamogirl, kia potrebbe anche chiamarsi seiyagirl!).

Bene

Alla prossima e recensite!!

Mamogirl e Kia85

 

Secondo Capitolo: Un concerto movimentato

 

 

Seiya era seduto sul divanetto, la testa china sulla chitarra che teneva in mano. Mancava un’ora all’inizio del concerto ma non era su questo che vertevano i suoi pensieri. Forse ritornare sulla terra non era stata una buona idea. Appoggiò la chitarra per terra, chiuse gli occhi mentre si passava una mano fra i capelli. In quel momento entrò nel camerino Yaten.

“Sapevo di trovarti rinchiuso qua.” Gli disse mentre s’appoggiava al tavolo posto al centro della stanza. Seiya non gli rispose, continuando a fingere di dormire. Ma Yaten non si lasciò scoraggiare e, preso un cuscino, glielo tirò in testa.

“Hey! Ma che diavolo ti ha preso?” gli urlò dietro Seiya, mettendosi a sedere di scatto.

“Lo sai che potrei farti la stessa domanda?” rispose tranquillamente Yaten.

“Beh, allora evita di farmela.” Rispose scontrosamente Seiya, sapendo benissimo dove suo fratello voleva andare a parare. “Ed evita anche qualsiasi predica. Non sono dell’umore giusto.”

“Dovrai fartelo venire perché sono venuto a parlarti.

“Muoio dalla voglia di sentire che cosa hai da dire. Ma tanto lo so già quindi sarebbe solo fiato sprecato. Gli rispose Seiya e, per i minuti seguenti, nessuno proferì parola.

“Non riuscirai nel tuo intento, lo sai questo?” chiese Yaten, rompendo il silenzio.

“Grazie della fiducia, fratello.” Rispose ironicamente Seiya.

“Prego, non c’è di che.” Fu la sottile risposta di Yaten, che guardò Seiya negli occhi e riuscì a leggervi la sua disperazione. “Ma desidero solamente che tu non soffra. E, se hai veramente intenzione di andare avanti con questa tua strampalata idea, l’unico che ne rimarrà ferito sarai tu.

“Ma io ci devo provare, Yaten. L’ultima volta ho lasciato stare: dopo tutto quello che lei aveva passato, meritava un periodo di tranquillità. Ed io pensavo che questa fosse solo un’infatuazione passeggera. Ma, in questi ultimi mesi, non ho fatto altro che pensare a lei. Non ho fatto altro che vedere il suo viso dovunque ed in chiunque. Rischio di impazzire se non le dico tutto. Disse Seiya, avvicinandosi alla finestra.

Il sole stava ormai tramontando e gli ultimi raggi coloravano di rosso il cielo. Avevano scelto quella data apposta, perché quel giorno si festeggiava l’equinozio d’autunno e volevano che la loro ultima esibizione fosse qualcosa di memorabile. Ma in quel momento Seiya non voleva andare sul palco, voleva fuggire il più lontano possibile da quel luogo perché sapeva che Usagi non aveva più bisogno di lui.

“Ti comprendo ed è proprio per questo che voglio che pensi alle conseguenze. Li hai visti insieme e, dopo tutto quello che hanno passato, credi proprio che sarai tu colui che riuscirà a dividerli? Non ti credevo così baka!”

“Pensi che insultarmi sia un ottimo metodo per tirarmi su di morale?”

Iie, ma forse è l’unico modo per metterti un po’ di sale in zucca!”

“Io…” stava per incominciare a ribattere Seiya ma venne interrotto da qualcuno che entrò nella stanza. Era Taiki, già pronto per il concerto.

“Ragazzi, ma non siete ancora pronti?” chiese loro.

“Io, come vedi, lo sono già.” Rispose Yaten, indicandosi con una mano il vestito di scena che aveva indosso. “Lui, ovviamente, non ancora.” Aggiunse poi, indicando il fratello.

“Beh, Seiya, vedi di darti una mossa perché fra poco arriveranno Usagi e le altre per un in bocca al lupo prima del concerto. Spiegò Taiki.

“Ma non sanno che porta sfortuna fare l’in bocca al lupo?” mormorò, quasi più a se stesso, Yaten sconsolato.

Così, Yaten e Taiki decisero di uscire dal camerino di Seiya per permettergli di cambiarsi.

“Ah, fratello. Ricordati quello di cui abbiamo parlato.” Disse Yaten a Seiya prima di uscire.

 

Il parco di Tokyo, quel giorno, era completamente affollato di gente, richiamata sia dalla festa di shuubun sia dal concerto dei 3lights. La folla camminava per il sentiero, fermandosi davanti alle varie bancarelle ed ammirando gli oggetti esposti oppure comprando caramelle e dolcetti.

Usagi e Mamoru camminavano anche loro fra la folla, mano nella mano. Usagi adorava le feste per le luci sfavillanti, la musica. Ma soprattutto le piaceva vedere la gente che si divertiva senza alcuna preoccupazione. Era anche per questo che aveva continuato a lottare, sotto le spoglie di Sailor Moon.

Usagi sospirò: lei e Mamoru avevano potuto avere un po’ di tempo per loro stessi ed avrebbero incontrato le altre davanti ai camerini dei 3lights. Là si sarebbero dovuti incontrare anche con Haruka, Michiru, Sestuna e Hotaru. Sorrise pensando a come si sarebbe comportata Haruka: non aveva mai risparmiato battutine e frecciatine a Seiya, il quale, nonostante tutto, aveva continuato a dimostrarle tutta la sua amicizia, così sincera, così importante per Usagi.

“A cosa devo questo sorriso?” le chiese dolcemente Mamoru.

“Oh… stavo ripensando a quando Seiya ed i 3lights vennero qui sulla Terra per la prima volta. Tu ti saresti divertito davanti ai battibecchi di Haruka e Seiya. Rispose Usagi, stringendosi vicino a Mamoru che, per tutta risposta, le cinse le spalle con un braccio.

“Avrei voluto esserci anche per ben altri motivi. Sai, non è bello essere morti e, di certo, non è un’esperienza che raccomanderei a qualcuno. Rispose Mamoru.

“Lo so. Ma tutto è bene ciò che finisce bene, no? L’importante è che siamo di nuovo tutte riuniti.”

“Oh sì, certo. Proprio tutti, non c’è che dire.” Disse non del tutto convinto Mamoru. Il giorno prima aveva osservato attentamente Seiya e non aveva potuto fare a meno di notare gli sguardi che lanciava ad Usagi.

Usagi avrebbe voluto ribattere qualcosa ma erano già arrivati davanti ai camerini dove li stavano aspettando Haruka, Michiru, Sestuna e la piccola Ottavia.

“Ragazze, da quanto tempo!” esclamò Usagi, staccandosi da Mamoru per andare ad abbracciare le amiche.

“Principessa.” La salutarono Michiru e Sestuna.

“Testolina buffa!” la salutò, invece Haruka.

Usagi finse di arrabbiarsi e la sua espressione fece sorridere tutti.

“Haruka! Non sono testolina buffa!”

“Ed invece lo sei!” rispose prontamente Haruka, mentre le scompigliava i capelli.

“Haruka, da quando sei diventata fan di Seiya?” le chiese Usagi.

“Che cosa stai blaterando? Io, fan di quel cantantucolo?”

“Beh, allora che cosa ci fate? Insomma, sono contenta di potervi vedere, ma non ad un concerto dei 3lights!”

“Ecco… Michiru aveva qualche giorno di vacanza tra una data e l’altra del suo tour ed abbiamo pensato che potesse essere l’occasione giusta per farvi un saluto. Disse Haruka, sperando che Usagi non capisse che era una bugia.

Erano tornate per proteggerla ma questo Usagi non doveva saperlo, almeno fino a quando non avrebbero scoperto esattamente chi o che cosa era la minaccia.

In quel momento arrivarono anche Ami, Minako, Makoto e Rei, insieme a Luna ed Artemis. Ovviamente, trascorsero qualche minuto nei quali le ragazze si salutarono fra loro; dopo di che tutte insieme andarono nel camerino di Taiki.

Quando entrarono nella stanza, videro che c’erano solamente Yaten e Taiki, già pronti per il concerto. Taiki portava pantaloni gialli, una maglietta nera con una benda gialla sul braccio destro e occhiali da sole. Yaten allo stesso modo di Taiki; cambiava solo il colore, rosso.

“Seiya?” chiese Minako.

“Come al solito è in ritardo perché si è addormentato sul divano di casa e ora si sta cambiando!”. Rispose sconsolato Yaten.

Luna, poi, chiese a Yaten:” Come mai sei vestito di rosso? Tu non eri vestito di azzurro, prima?”.

Yaten rispose:” Seiya ha voluto cambiare il suo colore con il mio, perciò…- poi prendendola in braccio continuò- Hai capito, mia cara amica?”.

Luna arrossì e Usagi esclamò:” Perché stai arrossendo Luna?”.

La gatta le saltò addosso e la graffiò. Yaten, sorridendo, osservò Usagi e Luna, che iniziarono a litigare, e Artemis, che le faceva calmare.

A quel punto entrò Seiya, che indossava lo stesso completo dei fratelli di colore blu. Guardò Usagi e provò un tuffo al cuore: era bellissima, come al solito. Anzi, quella sera ancora di più, nonostante indossasse una semplice maglietta nera ed un paio di jeans. Lui non s’era ancora rassegnato a non amarla… Era impossibile non innamorarsi di quel sorriso sempre spontaneo, di quegli occhi azzurri e immensi. Sapeva che non poteva mettersi fra lei e Mamoru, bastava osservarli anche in quel momento: nonostante fossero separati, lo sguardo di Mamoru era sempre rivolto verso Usagi. Chiuse con forza il pugno, cercando in qualche modo di scacciar via anche la sofferenza che provava nel vederli insieme.

Allora, come ci si sente a ricalcare le scene, Seiya?” gli chiese Minako, riportandolo così alla realtà.

”A dire la verità, per adesso è tutto come prima anzi, qualcosa di diverso c’è…” disse Seiya.

Tutte sapevano a cosa si stesse riferendo.

“Cos’è cambiato?” domandò Usagi, mandando tutti con le gambe all’aria.

“Ecco…no, non è niente di importante.” Rispose Seiya: di certo non poteva dirle che ciò che era cambiato era che con lei c’era pure Mamoru. E questo significava che quella sera non avrebbe potuto dedicarle la loro canzone più bella e più romantica perché lei non era la sua stella… apparteneva a Mamoru.

”Se lo dici tu…” esclamò Usagi, facendo spallucce.

In quel momento qualcuno bussò alla porta del camerino e, subito dopo, entrò il manager del gruppo, annunciando che il concerto stava per avere inizio. Le ragazze salutarono i tre, augurandogli buona fortuna e rinnovando l’appuntamento al locale di Motoki, che, per l’occasione, era stato prenotato per loro.

Per tutto il gruppetto di Usagi erano stati riservati dei posti in prima fila e tutte le ragazze erano ansiose di vedere l’esibizione dei loro amici… ma non solo visto che per l’occasione Makoto aveva preparato qualcuno dei suoi manicaretti! E la più felice per questo fu, neanche a dirlo, Usagi.

“Allora, allora! Quand’è che asseggieremo le tue favolose pietanze?” chiese con l’acquolina in bocca Usagi.

Mamoru scoppiò a ridere, seguito dalle altre ragazze e Rei non si fece scappare l’occasione per poter scherzare con lei.

“Ci risiamo; lo sapevo, se continua così ingrasserà e Mamoru non la vorrà più!” bisbigliò Rei ad Ami, ma Usagi riuscì a sentirla benissimo, quasi avesse un sesto senso per queste cose.

“Prova a ripeterlo, Rei.” La minacciò Usagi.

“Oh, non mi fai mica paura: se continui ad abbuffarti, Mamoru scapperà a gambe levate per evitare di rimanere schiacciato dal tuo peso!”

“Non è vero! Perché, anche se io diventassi brutta e grassa, Mamo-chan mi vorrà sempre bene. – disse lei, rivolgendosi poi al ragazzo- Dico bene, tesoro?”

Mamoru deglutì a fondo, sapendo benissimo di essere caduto in una trappola, e incominciò a sentire la fronte imperlarsi di sudore. Avrebbe ringraziato molto volentieri Rei per averlo messo in quella situazione!

“Ma perché i 3lights non incominciano questo benedetto concerto?” pensò, mentre Usagi s’era posizionata di fronte a lui e, con le braccia conserte, stava aspettando pazientemente la risposta del suo fidanzato.

Mamoru sapeva perfettamente che un solo minuto d’esitazione poteva rappresentare la sua fine. Così, sfoderò il migliore dei suoi sorrisi ed il suo più romantico sguardo.

“Amore, luce dei miei occhi, come puoi pensare che io possa lasciarti per un motivo così… superficiale? Lei, madame, ferisce i miei sentimenti.” Disse Mamoru, sperando che potesse funzionare. Ma aveva i suoi dubbi, visto che quelle frasi in stile filosofico non funzionavano neanche con i mostri!

Seguì un momento di silenzio, in cui tutte le ragazze erano in trepidazione per la risposta di Usagi.

“Ah! Hai visto, Rei? Io ho qualcuno che mi ama nonostante tutto! Ah!” esclamò Usagi, buttandosi fra le braccia del suo ragazzo e rivolgendo, nello stesso tempo, una boccaccia a Rei.

Improvvisamente le luci si abbassarono mentre le urla e le grida delle ragazzine incominciarono ad alzarsi di volume. Il concerto stava per iniziare.

*****

La ragazza giocherellava con il gambo di un flute, facendo così muovere il liquido rossastro al suo interno. Si scostò una ciocca di capelli rossi dietro l’orecchio. I suoi genitori sarebbero arrivati presto ed una parte del piano era stata attuata con successo. Doveva aspettare, le avevano detto. Ma lei odiava aspettare, la pazienza non era mai stata una delle sue caratteristiche migliori. E, quindi, aveva deciso di osservare quello che accadeva sulla Terra. Ed era stato proprio durante una delle sue osservazioni che le era nata un’idea per una seconda parte del piano. A sua madre non aveva ancora detto nulla, non era sicura che avesse approvato un cambiamento all’ultimo minuto ma se tutto andava in porto, avrebbe dovuto essere orgogliosa di lei.  

L’arrivo dei 3lights, che altri non erano le SailorStarlight, era stato come un segno del cielo. Ovvio, avere in mano l’erede al trono era già un asso nelle loro maniche, ma riuscire ad indebolire ancora di più il gruppo Sailor avrebbe fatto segnare un punto di vantaggio. Le Inner erano da considerarsi impensabili da rapire, erano sempre in gruppo ed i loro poteri erano aumentati in quegli ultimi anni; stesso discorso era da fare per le Outer, oltre il fatto che si trovassero sempre in giro per l’Europa. Quindi, chi poteva essere?

L’unica soluzione era stata farle seguire ininterrottamente, giorno e notte. E il giorno precedente era arrivata la notizia che tanto aspirava.

Era a conoscenza dell’identità reale delle SailorStarlight e non solo. Aveva osservato molto bene colui che riteneva fosse il leader delle Starlight, ovvero Seiya, e non le erano sfuggiti gli sguardi che lanciava alla principessa Serenety.

Ecco la leva che le mancava.

Ecco, servito su un piatto d’argento, un nuovo asso nella manica.

Non era solamente la vendetta di sua madre. Quella stupida ragazzina aveva rovinato anche la sua di vita. E meritava di essere schiacciata senza pietà.

Con un gesto chiamò a sé uno dei suoi generali. Era giovane per essere già arrivato a quel grado, ma quello che aveva ottenuto era stato grazie alla sua intelligenza ed alla sua furbizia. Aveva organizzato alla perfezione, nei minimi particolari, tutto il loro viaggio e la loro sistemazione sulla terra. Ma non era stato utile solo per questo.

“Onix, dobbiamo andare immediatamente a Tokyo. Abbiamo ancora una fase da portare a compimento. Annunciò all’uomo prima di appoggiare il calice al tavolino al suo fianco.

“Ancora una fase? Questa non era prevista nel piano.”

“Osi mettere in discussione le mie decisioni?” gli chiese la ragazza, il cui tono celava una punta d’ira.

“No, padrona. Ma mi attengo al piano preparato dai suoi genitori. E quello non prevedeva una seconda fase.”

“Ma in questo momento sono io che predispongo tutto. E se dico che c’è una nuova fase, tu devi accettare senza fiatare. Siamo intesi?” rispose la ragazza, avvicinandosi al ragazzo fino a che poté osservarlo direttamente negli occhi.

Il generale Onix distolse lo sguardo: gli occhi della ragazza erano di un azzurro glaciale, freddi esattamente come era lei. Ma ciò che lo faceva desistere era la crudeltà e cattiveria che velavano quell’azzurro.

“Hai.” Rispose il ragazzo. “Posso almeno chiedere dove dobbiamo andare?”

“Il parco di Tokyo.” Rispose lei senza nessun’esitazione. “Hai mai assistito ad un concerto?”

 

*****

 

“Search for your love, ginga unabara 

Search for your love, furehata da you 

Search for your love, kuru o shisani 

nagasarete yuku 

 

Kimi no kaori zu tsu to (sagashiteru) 

boku no koe yo todoke (aishiteru) 

ima doko ni iruno (moonlight princess) 

boku no princess 

kotaete, Answer for me 

Imasugu, Answer for me 

Kotaete, Answer for me 

Yasashiku, Answer for me 

 

Kotaete, Answer for me 

Imasugu, Answer for me 

Kotaete, Answer for me 

Yasashiku, Answer for me”

 

Seiya terminò l’ultima nota ed aspettò che Yaten e Taiki raggiungessero il centro del palco accanto a lui. Tutto il pubblico s’era alzato in piedi per applaudire il gruppo. Erano completamente esausti, ma avevano la consapevolezza di aver fatto un ottimo show. Seiya cercò con lo sguardo le ragazze: inizialmente non riuscì a vederle perché le luci puntate sul palco gli accecavano la vista, ma poi riuscì a trovarle. Minako era la più esaltata del gruppo, tuttavia ciò che colpì maggiormente Seiya fu vedere Mamoru che applaudiva.

Arrivò il momento dei saluti e dei ringraziamenti e, non appena questo terminò, i tre ragazzi scomparvero dietro le quinte.

Erano appena arrivati ai loro camerini quando una voce di ragazza li fermò. A chiamarli era stata una ragazza, sui venti, massimo venticinque anni, lunghi capelli rossi intrecciati in una coda molto stretta. Aveva in mano un piccolo registratore nero ed un block notes. Sulla camicia bianca era appuntato un pass riservato alla stampa.

“I soliti giornalisti…” sospirò Taiki.

“Beh, almeno questa volta hanno mandato una ragazza! L’ultimo volta avevamo un vecchio che sputacchiava di continuo!” esclamò Yaten, scoppiando a ridere.

“A chi tocca questa volta?” chiese Seiya.

“TE!” esclamarono in coro Taiki e Yaten, prima di correre dentro al camerino.

Hey! Non si fa così!!! Non vale!!!” gridò Seiya all’indirizzo dei fratelli che, ormai non potevano più sentirlo visto che erano sani e salvi all’interno del camerino. “Uff…fratelli degeneri!”

Kou Seiya?” lo richiamò la ragazza. Seiya si voltò ed aspettò che la giornalista lo raggiungesse.

“Konba wa. Yoshiko Waruiko, BM Magazine.” Dichiarò la ragazza, mostrandogli il tesserino.

“BM Magazine? Non l’ho mai sentito!”

“Beh, abbiamo appena iniziato. Anzi, sono qui per farle un’intervista proprio per il primo numero.

“Ne sono onorato!” rispose Seiya, spostandosi per far passare dei tecnici. “Che ne dice se ci spostiamo da qualche parte dove potremo parlare con più calma? Siamo d’impiccio qui.”

“Stavo per proporle la medesima cosa.” Rispose la ragazza.

Seiya le rivolse le spalle e non si accorse della scintilla di soddisfazione e vittoria che le passò negli occhi. Era veramente un ingenuo! La stava portando esattamente dove voleva lei. In una stanza dove sarebbero stati completamente soli!

Nel frattempo, le ragazze stavano aspettando che la folla defluisse all’uscita del parco per poter raggiungere i 3lights nel dietro le quinte. Minako, Makoto e Rei erano tutte intente a scambiarsi le opinioni riguardante il concerto appena terminato; Ami camminava con le Outers e si stava facendo raccontare di quando erano state in Germania e, ovviamente, Mamoru ed Usagi chiudevano il gruppetto: Usagi aveva in mano uno dei manicaretti di Makoto e se lo stava gustando soddisfatta. Mamoru, allora, per distrarla, glielo prese ed incominciò a mangiarlo lui.

Hey! Lo stavo mangiando io!”

“Appunto… mangiavi, verbo passato. E poi, amore significa anche condividere!”

“Oh Mamo-chan!!!” esclamò Usagi, cercando di riacciuffarlo anche perché il ragazzo, conoscendo bene la reazione di Usako, s’era spostato. Usagi stava per rincorrerlo ma si bloccò all’improvviso, come se qualcosa le avesse trafitto il cuore. Mamoru se ne accorse e ritornò velocemente accanto a lei.

Usako, che c’è? Doushite?” le chiese.

Usagi era piegata in ginocchio, una mano attorno al collo come se non riuscisse a respirare.

“Energia… negativa…” riuscì a dirgli, mentre le altre ragazze la raggiungevano.

“Rei, la senti anche tu?” chiese Mamoru, aiutando Usagi a sedersi sulla prima sedia che aveva trovato.

“Hai, ma non così forte come Usagi.” Rispose Rei.

“Sta succedendo qualcosa.” Disse Usagi. “I 3lights!” esclamò poi, facendo segno alle ragazze di andare a cercarli.

Le ragazze incominciarono a correre verso i camerini. Haruka, che era la prima del gruppo, non bussò nemmeno, ma aprì direttamente la porta.

Haruka, ma che cosa…?” incominciò a chiedere Yaten, ma la preoccupazione che le lesse sul volto lo fece desistere. “Che cosa è successo?”

“Voi state bene?” gli chiese Haruka, ignorando la sua domanda.

“Noi sì, ma si può sapere che cosa sta succedendo?”

Ancora una volta nessuno gli rispose. Minako, infatti, s’era accorta che mancava qualcuno all’appello. “Seiya dov’è?”

“Sta facendo un’intervista con una giornalista. Credo che siano nel camerino qui accanto. Rispose Taiki.

Non appena ebbe finito di pronunciare quelle parole, tutte le ragazze uscirono dal camerino. Taiki e Yaten le seguirono e videro sopraggiungere Mamoru, che sorreggeva una pallida Usagi. Che qualcuno avesse appena cercato di attaccare la principessa?

“Grazie al cielo voi state bene. Seiya?” chiese Usagi.

I due fratelli non fecero in tempo a rispondere perché arrivò ad interromperli Ami.

“Seiya non c’è.”

“Avete chiesto a qualcuno se l’hanno visto?” chiese Taiki. “Come al solito si diverte a fare questi scherzi!”

“Tutti ci hanno detto che era nel camerino con una giornalista. Ma non c’è nessuno.” Disse Ami. “In compenso abbiamo trovato questa.” Ami porse ad Usagi una busta. Era completamente bianca, ma qualcosa colpì la sua attenzione, risvegliando antichi e dolorosi ricordi: un simbolo nero, no…una luna nera.

 

  

                     

 

 

 

 

 

 

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