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Autore: Rakyr il Solitario    25/10/2007    3 recensioni
Da quel momento si conoscono tutti i principi ed i segreti di questa arcana scienza al massimo, permettendo loro di potere eseguire una trasmutazione senza bisogno di disegnare un cerchio alchemico.
Alcuni di questi sono i fratelli Edward ed Alphonse Elric, oltre alla loro insegnante Izumi, che infransero quell'odiato tabù per riportare in vita le persone a loro più care.
Esistono però anche persone che hanno queste conoscenze in mente fin dalla loro nascita, questi geni dell'alchimia di cui è difficile conoscere il numero esatto sono sparpagliati par tutto il mondo ed è attorno ad alcuni di loro che la storia di cui vado a narrare parla.
Siate pronti a tutto, perché il loro viaggio si perde per le mistiche nebbie dell'incredibile.
Genere: Malinconico, Dark, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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9: Soul of metal
 
“Alziamo la spada lottiamo per la vita
Spada e scudo splendono chiari
colpiamo come draghi, senza paura
le nostre spade sono fatte d’acciaio”
Dragonforce – Cry of the brave
 
-Sveglia pigrone!!! Hai intenzione di dormire tutto il giorno?!-
La voce lo raggiunse come una secchiata di acqua gelida sul volto, facendogli aprire di scatto gli occhi e mettersi a sedere sul bordo del letto, con i piedi che sfioravano il pavimento di pietra tiepida a causa del calore della fucina.
Si crogiolò lentamente in quel piccolo piacere mentre scrutava chi l’aveva svegliato di forza.
 
Era una giovane donna dalla carnagione abbronzata di chi vive nel deserto sotto il sole cocente, occhi neri ed espressivi e capelli dello stesso colore raccolti in treccine dietro alla nuca –Paninya, i tuoi modi non ti smentiscono mai…sempre alquanto…diretta-
 
-E tu dormi sempre troppo- i due si fissarono negli occhi a vicenda per scoppiare in un riso sincero e piacevole.
Il primo a riprendersi fu Rakyr –Come sta il vecchio?-
-Ah, bene…credo gli farebbe piacere ricevere una delle tue rare visite, sembra tu gli stia simpatico- il cacciatore ridacchiò sommessamente mentre la ragazza si portava un dito affusolato al labbro inferiore come per ragionare –Ah, dimenticavo…come va con le taglie?-
 
Le labbra dell’altro tornarono ad essere una sottile e perfetta linea mentre la fissava con durezza.
-È vero…il lavoro è un tasto dolente per te…- fece per andarsene –Ah…Bentornato a casa- lo disse con voce dolce, fraterna.
 
Sul volto indurito dalla morte dell’alchimista tornò a splendere un tenero sorriso –Grazie Paninya, sorellona-
-Di nulla- alzò un braccio uscendo di schiena per salutarlo –Sorridi più spesso, sembri quasi un bel ragazzo quando lo fai- ridacchiò –E non cacciarti nei guai-
 
Una volta che la porta si fu chiusa alle sue spalle saltò giù dal letto, facendo un po’ di ginnastica per riscaldare e tonificare i muscoli e sgranchirsi gli arti, poi si spogliò per vestirsi con abiti leggeri e candidi, per poi mettersi al braccio un bracciale finemente intagliato con un cerchio alchemico, dei guanti bianchi ed avvolgersi il capo con il tipico copricapo dei beduini e uscì per strada, la spada saldamente legata alla sua schiena dopo essere stata avvolta in un panno bianco anch’esso.
 
Si fece strada per le vie affollate ed il caos di venditori ambulanti ai bordi delle strade, intervallati da botteghe con oggetti dai prezzi da capogiro e mendicanti dagli occhi e dalle tasche vuote, per poi uscire dalla cittadina commerciale e dai suoi dedali di vie.
 
Si avviò con calma per il sentiero accidentato che portava alla casa del forgiatore-eremita che aveva conosciuto tempo prima e sotto il quale aveva studiato per pochi mesi.
Calciava pensieroso i sassolini che erano sulla strada, in ricordo dell’infanzia che gli era stata strappata.
 
Appena fu davanti alla sua piccola ma accogliente casa uscì un piccolo ragazzo biondo, seguito da una rassegnata armatura decisamente imponente –Dannato testone!- imprecò il primo.
Dalla dimora uscì un giovane uomo sulla ventina che fissò con interesse il ragazzino che si allontanava pian piano, per poi sorridere a Rakyr –Il vecchio è di buon umore-
-Così pare- rise l’uomo, fissando lo strano duo.
 
-Oh, Rakyr, cielo come sei cresciuto, sembri più grande dei tuoi diciassette anni- una gentile signora gli faceva cenno di entrare ed accomodarsi.
-Devo proprio portarli male i miei anni!- tutti risero.
 
-Cos’è tutto questo baccano, è ancora quel tappetto?- un signore attempato, muscoloso nonostante l’età, con striature bianche nei capelli grigio scuro scrutò l’ospite –Certo che hai un senso della puntualità curioso…dall’ultima volta ne è passato…- si strinsero la mano ilari.
 
-Allora, come vanno gli affari…? Ti rifiuti ancora di lavorare per l’esercito?-
-Si, il piccoletto che è appena uscito voleva dei miei automail, tuttavia è un alchimista di stato e…-
-Alchimista di stato, eh?- passò la lingua sulle labbra –Non c’impiegherò molto-
 
Uscì dalla porta lasciando cadere il turbante e creò una lunga catena dal terreno, per fonderne le estremità al bracciale ed al pomo della spada, che ora lampeggiava irata.
 
-Ehi, alchimista nanerottolo!-
Il biondo si fermò, tremante d’ira, voltando le spalle al cacciatore, mentre l’armatura si cassava una mano davanti alle fessure dell’elmo, disperata.
L’altro esplose –Chi hai chiamato fagiolino ultraminuscolo che solo a vederlo viene voglia di schiacciarlo, eh?!-
-Fervida immaginazione- lo fissò negli occhi di miele –Pulce-
 
Il biondo batté le mani, per poi colpire con i palmi aperti il terreno, da cui comparve una gabbia di roccia che intrappolò il cacciatore, che rise –Tutto qui?- con un paio di precisi fendenti mirati tranciò le sbarre, uscendo all’aperto.
 
La spada percorse la distanza che li divideva in un istante, e l’unica cosa che l’alchimista poté fare fu alzare il braccio destro a difesa del suo corpo.
 
La lama lo trapassò da parte a parte, ma nemmeno una viscosa goccia insozzò il terreno polveroso, la nuda roccia spazzata da un’insistente brezza fresca.
-Automail…mi chiedo perché te li abbiano impiantati- Toccò il cerchio alchemico sul bracciale e dalla spada comparvero piccoli ma resistenti rostri, che si ancorarono al metallo del braccio.
 
L’altro batté nuovamente le mani –Ora quella spada svanirà- fissò l’avversario, che lo fissava con ilarità, per poi toccare la lama con la mano guantata.
Si aspettava di vederla svanire o sgretolarsi sotto lo sguardo attonito del suo presuntuoso padrone.
 
Non accadde nulla.
Il sole si rifletteva sulla lucida superficie del metallo, come schernendolo -Ma….-
 
-Hai provato a distruggerla vero? Che delusione…- scoprì i denti in un ghigno crudele –Spiacente tappo, ma non puoi infrangere un’anima così facilmente, e soprattutto non la mia e la sua!- strattonò la catena con forza sufficiente per strappare il ragazzo da terra, sfruttando gli artigli della spada.
Lo colpì mentre era a mezz’aria, inerme, con un poderoso pugno al petto, annullando l’alchimia e ritraendo la sua arma nello stesso momento in cui il corpo svenuto rovinava a terra.
 
Percepì una presenza ed alzò appena in tempo la spada, parando in extremis un vigoroso colpo dell’armatura –Sei anche tu un cane dell’esercito per caso?-
-No, ma…-
-Allora vattene, ho perso fin troppo tempo con voi- si voltò tornando verso la casa del forgiatore -Ah, dimenticavo, il mio nome è Rakyr Celes- si voltò a scrutarli con un'espressione rigida -E odio i militari-


Ringraziamenti:
Salve a tutti, sono Romance ^^ e  mi permetto di aggiornare al posto di Raky per la mancanza di tempo del mio socio (ihih) e, se permettete, mi permetto anche di ringraziare:
faccina buffa: stavolta parlo a nome mio (finalmente!) e ti ringrazio per i complimenti che mi hai fatto in uno scorso capitolo (non mi ricordo quale, mi spiace ^^') e devo chiderti un favore: scuoti la testa a questo zuccone! A ciò che gli dico io non ci crede mai...perciò, forse, se è qualcun altro a dirlo...
Evito di ringraziarmi per non mettermi a ridere ^///^ spero che tutti coloro che commentano e/o recensiscano continuino a seguire la ff fino alla fine.

Prossimo capitolo: Incontro col destino
  
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