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Autore: SenBreeze93    06/04/2013    1 recensioni
Un materiale curioso rinvenuto su Urano e Nettuno. Un uomo potente che ne viene in possesso. La possibilità di poter creare un "essere migliore". Uomini e donne sottoposti a test di laboratorio, con mortalità pari all'80%. Esseri potenti, senza coscienza.... fino a lei.
Kay è una ragazza, strappata via dalla propria famiglia e privata della propria memoria. L'unica femmina nel suo genere. Starà a lei decidere del proprio destino: utilizzare le proprie abilità per uccidere o per proteggere?
Genere: Azione, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Fuggire per lottare.









 

Sayb le lasciò andare non appena raggiunsero il piano degli appartamenti. Aveva letteralmente sfondato l'ascensore, distruggendone la cabina, tranciandone i cavi e rendendo il tutto inutilizzabile.

Fecero qualche passo prima che Sienna si liberasse con uno strattone dalla presa del cyborg.

    • Perché lo stai facendo? Ti uccideranno! – non era arrabbiata, più che altro spaventata.

Mai Kay aveva visto sul suo viso un'espressione analoga a quella...

    • Dovete andarvene da qui. Io posso trattenerli per un po', ma non per sempre. Approfittatene per... –

    • E lasciarti qui?? Sei fuori di testa?! –

    • Tu devi fuggire! Fuggi e porta lei con te! Lei deve vivere! È l'unica che può sperare di porre fine a tutto questo martirio! Dovete fuggire, per poter ritornare un giorno, più preparate di quanto non siate adesso! –

    • Ma come possiamo?!? –

Kay passava lo sguardo prima ad uno e poi all'altro, nel tentativo di vederci qualcosa di chiaro in tutta quella discussione. Perché Sayb le stava aiutando? Perché Sienna pareva tenerci così tanto a lui? E soprattutto.... perché stavano lì a perdere tempo quando avevano sicuramente un intero esercito alle calcagna?!

Stava per aprire bocca per far notare loro la cosa, quando...

SBRANG

Qualcun altro li aveva raggiunti lanciandosi per la tromba dell'ascensore. Jay si stava raddrizzando, voltando verso di loro il suo sguardo di ghiaccio.

Sayb acciuffò immediatamente sia Kay che Sienna, nascondendole dietro la sua discreta mole corporea.

    • Sayb.... – sospirò il ragazzo, pulendosi la maglia dalla polvere – Che cosa stai facendo...? –

    • Le porto via, Jay. – rispose il cyborg semplicemente.

    • Lo sai che questo non è possibile... e sai che ti metterai nei guai per questo. –

    • Nei guai ci sono già e non mi interessa. –

    • Morirai. –

    • Essia. –

Il ragazzo parve per un momento stupito dalla sua risposta. Poi sospirò, grattandosi la testa e sollevando la mano libera.

    • E allora non mi lasci altra scelta... –

    • Jay aspetta! Ma non capisci? Perché fai questo? Perché a loro?? –

    • Perché questo è il mio lavoro... –

    • Lavoro?! Jay, tu sei come loro! Anche tu sei stato strappato via alla tua famiglia, anche tu hai avuto le tue incertezze, le tue paure, le tue debolezze.... –

    • Questo è stato molto tempo fa... e sono solo sentimenti capaci di far soffrire... indebolire. Vivere come faccio io è molto meglio. –

    • Ma non giusto! –

    • Ora taci!!! –

Dalla mano del ragazzo scaturì una vampa infuocata, che centrò in pieno l'uomo. Kay strillò dallo spavento, mentre Sienna arretrava trascinandosela dietro.

    • Jay.... – Sayb si scrollò di dosso la fuliggine: non si era fatto nulla. – Perché mi obblighi a combattere contro di te? –

    • Nessuno ti obbliga. Puoi anche consegnarti. –

    • Sai che non lo farò. –

Mentre parlava, tenendo il ragazzo occupato, Sayb fece dei veloci gesti con la mano dietro la schiena, facendo intendere alle due di iniziare a dileguarsi. Capendo l'antifona, Sienna cominciò a tirare indietro Kay, lentamente, facendo bene attenzione a non farsi notare. Fortunatamente ci pensava Sayb con la sua parlantina a tenere l'attenzione di Jay monopolizzata su di sé.

    • E allora mi spiace ma dovrai affrontarmi. –

    • Nemmeno tu lo vuoi. –

Jay scoppiò a ridere – Che cosa te lo fa pensare? –

    • Il fatto che tu sia ancora lì a parlare, invece di compiere il tuo dovere. –

Il sorriso di Jay si fece una smorfia infastidita, come se un odore acre gli fosse giunto alle narici.

    • Non credere che la tua presenza mi importi più delle altre solo perché sei il mio tutore. –

    • E allora dimostralo! Attaccami!!! –

Non se lo fece ripetere. Alzò entrambe le braccia, colpendo il cyborg con due vampe di fuoco contemporanee. Quando le fiamme le coprirono totalmente alla visuale, Sienna ne approfittò per trascinare via Kay e voltare l'angolo. Finalmente potevano correre.

Kay si affidava a Sienna, visto che era l'unica tra loro a conoscere l'uscita di quel luogo spaventoso. Lei invece non aveva visto nient'altro se non la sua stanza e i laboratori in cui la testavano come un animale.

Giunsero in prossimità di una porta metallica che bloccò loro la strada. Sienna estrasse una scheda da un taschino del gilè, accingendosi a passarla in un macchinino appeso al muro, probabilmente un codice d'accesso.

Stava ancora ragionando su come le potesse essere saltato alla mente il nome di quel marchingegno, quando una seconda porta alla loro sinistra si aprì con un fischio.

Ne emersero quattro cyborg armati fino ai denti, che puntarono loro contro i fucili. Kay batté un piede a terra e una stalagmite scaturì dal pavimento, trapassando da parte a parte il braccio di uno, disarmandolo. Approfittando dello stupore degli altri, batté le mani, provocando mille scintille di ghiaccio. Soffiò sui palmi e una bufera di neve vera e propria investì gli esseri, ghiacciandoli sul posto.

Si voltò verso Sienna, che era rimasta impalata ad osservarla con gli occhi sgranati.

    • Che stai facendo?! Sbrigati! – le urlò la ragazza, facendola tornare presente a se stessa. La donna balbettò qualcosa in assenso, prima di voltarsi verso la porta e attivare il codice.

Stavano per uscire, quando Kay si accorse di qualcosa: uno dei cyborg si era fatto scudo di uno dei suoi compagni ed era scampato al congelamento. Aveva puntato contro di loro il fucile e stava evidentemente per premere il grilletto. L'unica cosa che allarmò Kay fu che il bersaglio non era lei, bensì Sienna.

Non pensò. Prese la donna per le spalle e la spintonò via, oltre la porta, nell'esatto momento in cui il cyborg premeva il grilletto, facendo fuoco.

Veloce come il fulmine, la pallottola colpì Kay dritta alla spalla, sbalzandola indietro e facendola sbattere contro al muro con un gemito.

    • Kay!!!! –

Sienna fece per raggiungerla, ma Kay si rese conto prima di lei del madornale errore che stava facendo. Fu svelta a colpire il muro con un forte pugno, facendo sì che tre pali di ghiaccio nascessero affianco del cyborg, colpendolo e mandandolo KO prima che facesse nuovamente fuoco.

    • Kay! Dove ti ha colpito? Sei ferita?? –

    • M-mi... mi ha preso alla spalla.... –

    • Alla spalla... ma... qui non c'è niente.... –

Kay si voltò. Il dolore che sentiva era acutissimo, ma effettivamente lì dove l'avevano colpita non c'era nessun foro. Solo una lieve pressione sulla pelle, che si stava poco a poco macchiando di viola scuro: un gran bel livido.

    • Ti... ti è rimbalzata contro.... – mormorò incredula la professoressa, raccogliendo lentamente da terra un dischetto metallico accartocciato: la pallottola.

Rimasero a fissarsi senza capire per un po', prima che alcune forti esplosioni le riportassero alla realtà. Dovevano andarsene da lì e alla svelta!

Proseguirono la loro corsa, curandosi di evitare le zone in cui sapevano esserci scienziati o Burattini.

Sienna le ordinò di disintegrare tutte le telecamere di sicurezza che incrociavano. Con un po' di fortuna, avrebbero mandato in tilt l'intero sistema grazie al gelo prodotto dalla ragazza.

Fecero scale su scale, scendendo sempre di più, nemmeno volessero raggiungere il centro della Terra.

    • Ci siamo quasi, non mollare! –

Aprirono l'ennesimo portone metallico, più pesante dei precedenti e si trovarono in un androne di cemento, in cui molti strani aggeggi metallici simili a carri erano parcheggiati. Solo successivamente Kay si ricordò il loro nome e la loro funzione: automobili.

Sienna avanzò sicura verso un furgoncino bianco, ma quando erano a nemmeno un metro da esso, qualcosa le bloccò: una scintilla scaturì dalla maniglia della portiera, provocando una piccola esplosione che la mandò in frantumi.

Entrambe si paralizzarono. Kay ansimò, più dalla paura che dall'ansia. Temeva di voltarsi, perché sapeva fin troppo bene chi si sarebbe trovata difronte.

    • La corsa è finita. –

Jay.

Kay si girò piano con la sola testa. Jay le stava osservando con una mano alzata. Era parecchio ammaccato e parte della mantella era sgualcita, ma per altro pareva stare benone. D'improvviso Kay si chiese che fine avesse fatto Sayb. Non voleva neppure credere che... che fosse...

    • Immagino... – esordì Sienna, riprendendo fiato – Immagino che sia inutile chiederti di lasciarci andare. –

    • E io immagino che tu abbia ragione. – rispose lui tranquillo.

    • Jay, pensaci... Vieni con noi! Non dovrai sottostare più alle regole di nessuno! Sarai libero, padrone di te stesso! –

    • Io sono già padrone di me stesso. –

    • E allora perché ubbidisci a Daniel come un cagnolino? –

    • Io non ubbidisco. Ricambio i favori. Lui mi da quello che voglio e io gli do quello che vuole. –

    • L'illusione è resa bene allora... –

Kay previde l'attacco ancor prima che Jay muovesse il braccio. Si parò dinnanzi alla tutrice e picchiò un piede a terra per far sorgere uno spesso muro di ghiaccio a un metro da sé. Una fiammata colpì in pieno lo scudo, che le protesse.

    • Lasciala stare! Veditela con me, piuttosto! – voleva sembrare risoluta, ma la voce le tremava abbastanza da far capire al ragazzo la sua reale condizione psicologica.

Infatti lo vide sorridere, quasi con pietà, prima che riprovasse ad aggredirla. Il corpo di Kay si mosse da solo. Respinse l'attacco con un rapido movimento del braccio. Era stata una cosa istintiva, che per un attimo l'aveva lasciata di stucco.

    • Nasconditi dietro al furgone! – ordinò a Sienna, prima di concentrarsi sul nemico. Ora era appena un po' più fiduciosa riguardo le sue possibilità di salvezza, ma non voleva abbassare la guardia.

Jay sferzò un calcio nell'aria e una falce di fuoco saettò verso di lei, che riuscì a pararla con lo stesso stratagemma di prima. Ma Jay non era uno stupido. Anzi, probabilmente sperava in una mossa del genere. Infatti aggirò l'ostacolo senza lasciarle il tempo di notarlo, afferrandola per la gola e sollevandola da terra.

    • No!!! Lasciala stare!!! – le strilla di Sienna rimbombavano per tutto l'ambiente, come anche nelle orecchie di Kay. Ma al momento, ciò che sentiva di più era il pulsare del sangue alle tempie. Non riusciva a respirare.

Lo colpì con un calcio deciso al petto, riuscendo a farsi mollare. Prima che lui potesse anche solo considerare di fare qualcosa, fece una piroetta su se stessa e lo colpì con una forte pedata al costato, mandandolo a sbattere contro una macchina, neppure fosse stato un razzo.

Kay strillò dalla sorpresa. Era cosciente di essere dotata di una forza superiore a quella degli esseri umani normali, ma non immaginava fino a quel punto.

Il ragazzo si rialzò piano dalle lamiere. Non si era fatto quasi nulla: solo un rivoletto di sangue gli colava solitario da un lato della bocca, ma nulla più. Quando alzò lo sguardo su di lei era chiaro cosa stesse provando: rabbia. O più che altro furia. Nei suoi occhi si poteva leggere la ovvia intenzione di spezzarle le ossa.

Lo osservò mentre si voltava, afferrando il bordo di quella che pochi secondi prima era stata un'auto. La sollevò come se fosse stata uno scatolone di peso sopportabile e la tenne sopra la testa.

Kay stava ancora contemplando la scena con sgomento, quando lui gliela lanciò addosso. Non poteva scansarsi. A parte che non ne avrebbe avuto il tempo, ma se si fosse mossa Sienna sarebbe stata coinvolta e questo voleva assolutamente evitarlo.

Ma prima che la macchina la sfiorasse... esplose. Così, a mezz'aria. Lo spostamento d'aria aveva sbalzato via i due ragazzi, che rotolarono sul duro asfalto del parcheggio come palloni da basket.

Il primo a riprendersi fu Jay, che alzò stizzito la testa per guardare il risultato fallito del suo attacco.

    • Ancora ti intrometti?! –

Kay ci mise un po' per capire che non stava parlando con lei. Dietro di lui, là davanti alla porta da cui tutti loro erano giunti, c'era Sayb. Aveva ancora un braccio alzato.. o meglio, quello che doveva essere il suo braccio, perché a Kay appariva molto più come un cannone.

    • Pensavi davvero che spingermi in una stanza e fondere la porta sarebbe bastato a levarmi di torno? –

    • Pensavo semplicemente che fossi intelligente e che avresti capito l'antifona. –

    • Non hai ancora capito, Jay? Io non ti lascerò uccidere queste due ragazze. –

Jay si alzò lentamente, continuando a dargli le spalle. Si pulì i vestiti con qualche pacca, ma anche se il suo atteggiamento poteva sembrare tranquillo, il suo sguardo lo ingannava. Era chiaro quanto si stesse innervosendo.... e di quanto gli costasse trattenersi.

    • Perché lo fai? –

    • Mi stupisci, Jay... da quando ti preoccupi ancora del perché di certe cose? –

    • Per quanto sia relativa l'importanza della tua vita... voglio sapere perché ti dovrò uccidere. –

    • Davvero non lo immagini? Per lo stesso motivo per cui tu ancora non hai mantenuto ciò di cui mi stai minacciando da tempo. –

Stavolta il ragazzo si voltò a guardarlo, più rabbioso che altro.

    • Smettila! Finiscila di parlare per enigmi e rispondi chiaro per una volta!!! – urlò e nella sua voce Kay poté quasi distinguere tutta l'amarezza e la frustrazione che doveva provare quel momento.

    • Vuoi davvero saperlo? Te ne darò la possibilità.. ma dovrai strapparmela dalle labbra. –

Detto questo, lo superò a grandi falcate e si avvicinò al furgone dov'erano Kay e Sienna. Capendo cos'aveva voluto dire con quell'ultima frase, Jay rimase a fissare serio il cyborg.

    • E' un accordo, no? Io ti do qualcosa che vuoi, se tu dai a me qualcosa che voglio. –

    • Venire con voi? –

    • Bhe, sì... dici sempre di non essere proprietà di nessuno... e che fai solo ciò che più ti conviene. Ebbene... questo... – e indicò il furgone – … non ti conviene? –

Jay osservò il cyborg con odio per un periodo di tempo che a Kay parve un'eternità. Alla fine piantò un calcio stizzito a terra, crepando il cemento, da cui scaturì una fiammata infernale. Sayb sorrise, mentre Kay osservava spiazzata la figura del ragazzo che si avvicinava a rapide falcate al furgone.

Senza dire una parola, sfondo con un pugno il finestrino e aprì la portiera dall'interno, salendo a bordo, sedendosi sul retro.

Kay guardò Sayb, ma per tutta risposta ricevette un sorriso tranquillissimo.

    • Vogliamo andare? –




  
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