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Autore: Cluss    06/04/2013    0 recensioni
-Senta Chirone, non voglio obiettarle nulla..- iniziai -ma non crede siamo leggermente in poche? Nel senso, ok impresa, ok New Jersey, ma siamo in TRE contro Crono, i suoi tirapiedi e contro chissà quanti e quali mostri e sempre in tre dobbiamo “annullare” una specie di “torre di controllo” capitanata e messa su dal titano più inferocito dell’Olimpo. Ho capito bene?-
-Si, Clare- Mi rispose tutto convinto
-Ottimo!- replicai annuendo.
Rimasi in silenzio e parlò il Signor D. che sinceramente non avevo nemmeno visto entrare e sottolineò che dovevamo fare il tutto nel minor tempo possibile.
-Dettaglio irrilevante!- dissi sarcastica interrompendolo.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Crono, Luke Castellan, Nuovo personaggio, Talia Grace
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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EFP: Una grande impresa per tre...ce la faremo. 2 capitolo

 

Scendemmo dalla collina con molta calma, consapevoli del fatto che a quell'ora di notte non passava anima viva, ne tantomeno un autobus che ci portasse a New York. Dovevamo assolutamente trovare una soluzione, perchè secondo i nostri tempi, saremmo dovute essere in New Jersey entro un giorno. Talia propose un'allegra camminata notturna, al freddo invernale dell'America del nord, ma come risposta ottenne le espressioni stupite mia e di Sophia e un "Davvero?" ironico.

-Va bene, va bene- si arrese alla fine. -E' una pessima idea!-

Tornammo a discutere su come raggiungere New York e proprio allora, in fondo alla collina, passò lentamente una navetta bianca che emetteva una luce fioca con i fari. La fissai e solo dopo un po' realizzai che quella sarebbe stata la nostra sola e unica possibilità di passaggio per la Grande Mela. Feci uno scatto veloce, pensando solo a come fermare quella navetta; mi girai e le mie compagne erano li che correvano poco dietro di me.

-Ragazze! Ecco il nostro passaggio!- urlai loro.

Continuai a correre ma per voltarmi non vidi una buca per terra e..inutile descrivere il volo che feci. La faccia per terra, lo zaino a tre metri da me e Talia e Sophia che scoppiarono a ridere superandomi e raggiungendo la navetta che stava ripartendo.

"Dannazione" sbottai.

Se non cadevo una volta al giorno il mio subconscio non era soddisfatto!
Mi alzai di fretta, ripresi la sacca e ricominciai la folle corsa che terminò qualche secondo dopo con l'autista che sbraitò un "Muoviti a salire". Entrai e raggiunsi le mie care amiche che si erano gentilmente accomodate ai posti in fondo.

-Grazie per l'aiuto! Non dovevate!- sorrisi ironica.

-Prego Papox! Non c'è di che- mi rispose Talia beffarda.

-E comunque si, bel volo! Un figlio di Ermes non avrebbe saputo fare di meglio!- aggiunse Sophia di rimando.

Le ignorai.
Occupammo tranquillamente tutti e quattro i posti in fondo e ci mettemmo "comode" a fare ognuna ciò che voleva. Io e Tals prendemmo l'i pod e le cuffiette e ci sentimmo la musica per tutto il tempo, mentre Sophia cacciò il computer e continuò qualche progetto. Ogni tanto chiudevo gli occhi e intonavo ad alta voce qualche nota, beccandomi continue gomitate dalla figlia di Atena, e occhiatacce dagli altri passeggeri. Dopo la sesta volta Sophia ci rinunciò e mi lasciò cantare l'intero ritornello in falsetto finchè una donna non mi richiamò, rimproverandomi di fare silenzio perchè la sua bambina stava dormendo.

-Sua figlia è una semidea?- chiesi innervosita per il solo fatto che il mio assolo fu interrotto. -NO! Allora non mi dia fastidio..- Sophia mi tappò la bocca e si scusò con la signora che se ne tornò a posto bisbigliando qualcosa alla figlia.
A Talia invece toccò la lamentela di un vecchio..

-Giuro che se non la smettono scendo alla prossima fermata- urlò Tals con l'intento di farsi sentire da mezza navetta. Tutti si girarono e io scoppiai a ridere come un idiota!

Ammetto che mi stavo divertendo, ma non eravamo su quell'autobus per scherzare. Sophia dopo poco assunse un'espressione pensierosa, borbottando qualcosa da sola; allungai l'occhio sullo schermo del computer e notai la presenza di molti pallini rossi, troppi.

-So' non è un buon segno tutto quel rosso, vero?- chiesi retorica, sicura di ottenere una risposta positiva. Una volta mi spiegò che quei 'puntini rossi' erano tutti mostri individuati. I figli di Atena riuscirono a trovare un sistema per intercettarli quando il Campo era sotto attacco diretto.
Non c'era mai pace al Campo e la 'calma' in quella navetta era uno dei pochi momenti in cui riuscivo a rilassare i muscoli.

-No, Cla. Per niente..- mi rispose tornando a scrivere velocemente sul computer.

-Ma è la zone del New Jersey?- sperai vivamente in un 'no' secco.

-Purtroppo si.- e troncó il discorso.

Sophia era agitata, si vedeva, ma credevo in lei: era bravissima e di certo l'ansia non l'avrebbe sopraffatta. Appoggiai la testa sulla sua spalla e in silenzio osservai incuriosita il suo lavoro, che ogni tanto la costringeva a prendere grandi respiri. Dopo una mezzora la navetta arrivò alla stazione centrale di NY e scendemmo. Da li avremmo dovuto prendere un altro autobus per il NJ e sorbirci altre ore di viaggio. In realtà sarebbe stato tutto molto più facile se avessimo preso l'aereo, ma non per me. Se volevo arrivare viva in New Jersey o sarei dovuta arrivarci a nuoto o con l'autobus, altrimenti Zeus mi avrebbe gentilmente fulminato. Comunque, inutile sottolineare che Sophia si era già informata:

-Tra un'ora abbiamo l'autobus-

-Basta autobuus! Mi fanno male le chiappe!- sentenziò Talia, lamentandosi.

-Ma come si faa?- chiesi. Io scoppiai a ridere e Sophia si mise una mano tra i capelli a mo' di disperazione. Recuperammo gli zaini e le felpe lasciate sul mezzo.

-Ma...solo io ho fame?- chiesi alle ragazze.

-No!- ammisero in coro entrambi.

-Perfetto..! Cosa stiamo aspettando allora?- sorrisi incamminandomi verso il bar.

Mangiammo un panino a testa, chiacchierammo e il tempo passò troppo velocemente. L'autista del secondo autobus raggiunse il mezzo e d'istinto avvertii Talia e Sophia. Ma proprio in quel momento l'uomo tossì guardandosi attorno. Ora, vi chiederete che male c'è in un uomo che tossisce..beh, nulla, a parte il fatto che dalla bocca uscì del fumo. Sgranai gli occhi attonita. Strattonai il braccio di Talia, avvicinai le nostre teste e sussurrai loro:

-Vi prego, ditemi che l'avete visto anche voi e che non sono diventata pazza!- chiesi un po' allarmata.

-Purtroppo l'ho visto anche io..- ammise Talia.

-E io..- finì Sophia.

-Un momento..- Lanciai di nuovo un veloce sguardo all'uomo e mi si accese la lampadina. In fretta e furia aprii il computer di Sophia e il maledetto puntino rosso e lì, vicino a noi. Mostrai alle ragazze che il nostro sospetto era esatto. La figlia di Atena mi strappò il computer dalle mani e clicco più volte su quel puntino rosso aprendo una nuova finestra dal titoletto: "La natura del mostro". Era un lucertolone gigante. Lucertola che per qualche strano scherzo della natura si reggeva in piedi, o meglio su due zampe. Il colore della pelle era di un verde marcato interrotto a sprazzi da macchie nere e verdi militare. Non so se avete presente il lucertolone antagonista del film "The Amazing Spiderman"..se si il nostro mostro era assai simile a quello con l'unica differenza che il nostro aveva la 'simpatica' capacità di lanciare fiamme. Ci guardammo qualche secondo negli occhi per pensare a qualcosa finché Tals distrusse tutto.

-Avanti e quello si definisce un mostro?- urlò indicandolo.

Ora immaginate le facce mie e di Sophia.

-TAALSS- inutile tapparle la bocca. Ormai aveva urlato; il suo dito puntava l'uomo che si girò infuriato e si tramutò nella sua reale forma.

-Oh Oh!- sorrisi nervosa.

-Correreee!- urlò Sophia.

Era già la seconda volta che correvamo in quel giorno. Allungai il passo guadagnando un po' di terreno e feci il giro dell'autobus.

-Dividiamoci!- ordinai alle mie compagne. Subito si precipitarono una a destra, l'altra a sinistra mentre io continuai dritta. Il mostro inseguì Talia, e cominciò anche a sputare fuoco.

In fretta e furia entrai correndo nel bar e strappai letteralmente dalle mani di un bambino il suo bicchiere d’acqua. Mi guardò attonito.

-EHM..GRAZIE..cioè scuuusaa!- che diamine stavo dicendo? –Prometto che te lo riporterò- finii mentre la mamma mi malediceva.

La questione era semplice: il tipo tossendo ha emesso fumo, ergo è un mostro che ha a che fare con il fuoco. Basta un po’ d’acqua per annullare qualsiasi suo potere o capacità. Raggiunsi le ragazze che si erano nascoste dietro uno dei tanti autobus e spiegai loro molto velocemente il piano ideato all’ultimo minuto. Certo non uno dei migliori ma poteva funzionare. Doveva.

-Sophia lo colpisce e lo distrae. Io lo rinchiudo in una bolla d’acqua gelida pressata in modo da annullare i suoi “poteri” e Tals lo incenerisce con un dolce tuono.- Ci guardammo qualche secondo. –Funzionerà, vedrete.-

In realtà nemmeno io ne ero troppo convinta. Era un’idea pessima e organizzata su due piedi ma non mi veniva altro.

Fiducia, Clare, fiducia.

Sophia partì all’attacco. Abilità, bravura e un solo affondo. Una zampa mozzata e il lucertolone a terra. Solo urla stridule e un animale schifoso piegato in due.

-ORA!- mi urlò la figlia di Atena.

Toccava a me. Mi concentrai. Difficile in quella situazione, ma avevo imparato, ormai. Aumentai il volume e la massa della poca acqua contenuta nel bicchiere, alzandola in cielo e raccogliendola tutta in una zona circolare sul corpo del mostro. E ora la parte più “facile” di tutto il piano. Mollare tutta la concentrazione e lasciar cadere la bolla d’acqua sulla lucertola e bloccare la caduta una volta che l’acqua circondò il mostro. Detto fatto. Anni di allenamento al lago era molto utili, si decisamente. Io avevo finito. Unico problema: Talia non era li.

Irrilevante…

-Taliaaa! Mi faresti comodo ora..sai com’è!- gridai con tutto il fiato che avevo nei polmoni.

Sophia scattò dal lato opposto al mio a cercarla. Che bella situazione eh? Ora, immaginatemi faccia a faccia con simpatico animale mentre ci fissavamo.

-Ehi ciao..come si sta là dentro?- chiesi beffarda. Si, me le stavo cercando. Se mi sarei stata zitta sarebbe stato meglio, ma era più forte di me. Il mostro cominciò a dimenarsi, come volevasi dimostrare, e io non avrei retto ancora a lungo. Non sapevo cosa vedevano gli umani grazie alla Foschia, ma di certo non era uno bello spettacolo. Potevo assicurarvelo. La gente cominciò a scappare in ogni direzione, la maggior parte si rifuggiò nel bar. Vedevo tutti. Tutti ma non chi avrei voluto più di ogni altro. Talia e Sophia. Solo dopo qualche secondo rispuntarono da dietro un angolo e tirai un sospiro di sollievo.

-Massì fate con comodo..- ironizzai. Il mostro non la pensava allo stesso modo. –Un aiutinooo!- pregai Talia. Si concentrò e finalmente arrivò la tanto attesa e desiderata carica elettrica che incenerì il mostro. Più nulla, solo cenere. Mi accasciai a terra in ginocchio respirando a grandi boccate.

Respira.

Riacquistato un po’ d’ossigeno mi rifeci la coda e Sophia mi riportò la sacca.

-E siamo già a uno. E nemmeno siamo arrivate a destinazione. UAU.- esordii riferendomi al mostro.

L’autista fu sostituito senza problemi. Strano. Chissa cosa aveva creato la Foschia. Probabilmente una fuga improvvisa o il ribaltamento di qualche autobus. Sta di fatto che quella era New York e i mezzi partivano tutti. A quanto pare non eravamo nemmeno le uniche a cui serviva disperatamente quell’auto. E la cosa non mi convinceva granchè.

Dovevamo prepararci per un nuovo lungo viaggio, ma mentre salivo mi ricordai del povero bambino senza il suo bicchiere d’acqua.

-Aspettatemi dentro! Devo fare un’ultima cosa..- le avvertii uscendo. Velocemente purificai dell’acqua e la riposi in un bicchiere. Tornai al bar. Con mia sorpresa il bimbo era ancora li, più spaventato di prima, e gli riconsegnai il bicchiere. Il suo bicchiere d’acqua.

-Grazie ancora..- rimase impassibile. –OOOKKKK..- gli lasciai il bicchiere sul bancone alzandomi e corsi indietro. Ci mancava solo che perdevo l’autobus.

Raggiunsi le mie compagne.

-Adesso si fa sul serio.- esordì Sophia.

-E facciamo le serie allora..- troncai io.

Talia annuì e ci mettemmo comode ognuna occupando due sedili. Appoggiai la testa al finestrino con le cuffiette all’orecchio. L’ultima cosa che sentii fu solo il rumore del motore che si accendeva.  

  
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