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Autore: BlackBlueSoul    06/04/2013    1 recensioni
Ogni capitolo è incentrato su degli argomenti che ruotano intorno a un rapporto interpersonale, non necessariamente amoroso, e ad alcune situazioni seccanti su cui una fittizia protagonista si trova a riflettere con minuzia disillusa e un cinismo sarcastico: un modo come un altro, insomma, per allenare la mente ed evitare che perda il suo taglio più realistico e distaccato. Soprattutto, per non smettere di usare il cervello di fronte a scene da perfetto film romantico.
Pronti ad affrontare una breve serie di pensieri concatenati che terminano con una frase a effetto?
Aggiornamenti probabili ma non certi: dipende tutto da come girerà la vita.
Consigliato a coloro i quali sentono il bisogno di riportare i piedi per terra.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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33%

 

 

Dicono che la speranza sia sempre l'ultima a morire.

Fossi la speranza, non ne sarei felice. Vedere tutto, e soprattutto tutti, non sopravvivermi, mi ucciderebbe dentro.

Forse, però, una piccola, piccolissima parte di me sarebbe fiera di esserci ancora, perché nonostante il dolore, la solitudine e la pazzia, io sarei la prova viva e concreta di chi c'era prima di me, che qualcuno esisteva insieme a me.

Con me. Forse, anche, di me.

Sarei sì sola, ma portatrice di tante di quelle voci da non poter davvero pensare a me stessa come sola.

La speranza è l'ultimo scoglio. L'ultimo e più grande ostacolo che ci separa dal nulla, dal punto di non ritorno. È l'ultima linea che attraversi, prima di venire inghiottito e perdere per sempre ciò che sostiene la tua psiche e, in definitiva, tutto ciò che sei: la vita.

Per questo, non smetto mai di sperare. Certo, so che c'è un momento in cui bisogna, semplicemente, desistere. Ne va della propria sanità mentale. A sperare troppo, ci si illude, e essere disillusi tante volte si rivela traumatico, se non distruttivo. Ma so anche la speranza ha varie forme, vari bersagli. E che non é necessario fare sempre centro in tutto, per poter vivere.

Una come me, di speranze, ne ha poche.

Sicuramente tutte, sono sincere.

Alcune, decisamente troppo grandi.

Svegliarsi la mattina già frizzanti, o trovare sempre una dose di frizzantezza sotto forma di caffeina.

Pensare con serenità al domani, decidendo con calma come dargli una forma.

Trovare la vecchia canzone che aveva avuto il potere di sconquassare l'anima e scoprire di conoscerla ancora a memoria, nonostante gli anni e nonostante la ruggine che si infiltra indisturbata anche nei ricordi.

Non accontentarsi del minimo indispensabile, a mano che non sia il meglio che si può ottenere da sè stessi, e non considerarlo poco, solo perché tutti lo definiscono minimo.

Sperare che la più grande preoccupazione da dover affrontare sia il treno in ritardo, o la biblioteca chiusa, o il cellulare scarico mentre si è in giro.

Godersi le giornate, quelle calde e quelle fredde, in attesa delle prossime stagioni, perché nessuna é migliore delle altre.

E' l'era sbagliata per volere un amore denso, serio, totalizzante: per ora, va di moda lo sballo, il sesso senza impegno, l'alcool a fiumi il sabato sera.

Eppure, chi di noi non ci spera? Fare l'incontro della vita: a un tratto ti giri, noti il suo sguardo e SBAM.

Eccolo.

Eccolo, l'Amore, che ti ricambia, che ti dà tutto, che aspettavi da sempre.

Magari fosse così semplice.

Magari, bastasse uno sguardo.

Noi ragazze, noi donne, cerchiamo una complicità che non troviamo, ma la desideriamo disperatamente; vorremmo essere allegramente superficiali e mortalmente serie.

Una contraddizione in termini, una dicotomia insolvibile. Forse è anche per questo che l'altro sesso ci accusa di essere incomprensibili e lunatiche. Non che il genere maschile sia un libro aperto, tutt'altro. Spesso, i maschi sanno essere più complessati di noi, quando si mettono a pensare.

Il nostro tentativo è semplicemente quello di trovare qualcuno che sia sempre, costantemente, cocciutamente al nostro fianco; che ci faccia ridere l'anima, e non solo la faccia. Che sia superficiale e serio, come vorremmo essere anche noi. Che sappia trovare il momento esatto in cui strofinarci i capelli senza farci incazzare, perché i capelli sono sacri. Che sorrida delle nostre paranoie, ma che non ci biasimi. Che sia capace di darci una spallata scherzosa, ed essere allo stesso tempo una spalla su cui piangere nei momenti più bui.

Che non si spaventi se ogni tanto gli capita di sentirsi debole; ma che sappia di potersi affidare a noi con lo stesso slancio e la stessa serenità con cui lo facciamo noi, troppo spesso.

Noi non ci arrendiamo. Io, non mi arrendo.

Non in questo. Non senza cercare, setacciare, rastrellare fino all'ultima briciola di virilità che il mondo ha da offrire.

Lo sappiamo, ne siamo convinte.

 

La speranza è l'ultima a morire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Orbene!, come dice la mia prof.

Questa è la conclusione del ciclo "sono incazzata con il mio Muso* quindi non scrivo più in questa raccolta".

D'ora in poi, credo ...ehm... penso ... Uff! ... dovrei riuscire a non scrivere più sfoghi che hanno lui come soggetto. Ci provo.

Questo era un tentativo, pallidissimo, ma pur sempre un tentativo.

 

Fatemi sapere che ne pensate, e ricordate che anche una piccola parolina piccina picciò rende felice anche la più acerrima autrice. XD no, seriamente. Mi accontento anche di un "fa schifo"... però se ci volete anche aggiungere un ma dopo, non disdegno. xD

 

Alla prossima!

 

 

Elle

 

 

 

 

 

* vedere la recensione di WhiteWinterLady, al capitolo 2, per capire a chi mi sto riferendo xD

  
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