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Autore: RoloChan105    06/04/2013    8 recensioni
Ah Law-Lo fermò nuovamente. Volse di poco la testa per fissarlo da sopra la spalla-Abbiamo un topo...-Si fece riempire nuovamente il bicchiere da una delle domestiche-Occupatene tu.-
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caesar Clown , Donquijote Doflamingo, Nami, Trafalgar Law, Vergo
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Libertà



Con i polpastrelli seguì i contorni delle pietre sporgenti sulla parete.

Con sguardo attento, controllò i quadri immensi di quella lussuosa stanza.

Aveva cercato ovunque: tra i libri, sotto al divano, nei cassetti della scrivania, ma niente.

Nessuna traccia di una cassaforte.

Sospirò scocciata e digrignando i denti, tornò al centro della stanza.

Si trovava in quello che sembrava un castello. Lo avevano rimesso a nuovo e il proprietario, un ricco uomo proveniente dal grande blu, lo aveva comprato.

Si vociferava fosse un nobile e questo spiegava i grandi arazzi e gli immensi quadri raffiguranti il suo ghigno distorto.

Si affacciò alla finestra e osservò il paesaggio. I soldati o almeno, gli uomini di pattuglia, sembravano non essersi accorti della sua presenza.

Era lì dentro da circa venti minuti e aveva solo trovato una misera mazzetta dal valore di ventimila berry.

Voleva fare il colpo grosso e arraffare una cifra considerevole.

Che ancora non avessero trasportato tutto nel castello? No, era impossibile.

Tutto era perfetto fin nel più piccolo e insignificante particolare.

Si avviò verso la porta che aveva lasciato socchiusa e con cautela, controllò il corridoio. Avvertì dei passi e rimase in allerta. Un tizio dall'aria stramba passò come se niente fosse, diretto dalla parte opposta alla sua. Bene.

Quando i passi si affievolirono, sviò nel corridoio e come era entrata, uscì.



-Fufufufu-Un uomo con un boa rosa era a braccia conserte a fissare la finestra.

-L'idea le piace signorino?-Domandò un uomo dall'aspetto insolito. Aveva della corna e il corpo sembrava produrre fumo.

-Ceaser devo ammettere che non sei stupido come pensavo-Si voltò a fissare il sottoposto.-Si-Annuì deciso andando verso il trono-Mi piace-Si lasciò mollemente cadere con un ghignò ben delineato sul volto.

-Ne sono onorato-Sorrise di rimando Ceaser abbozzando un inchino-Partirò subito verso il laboratorio- Attese un cenno qualsiasi per congedarsi.

-Molto bene-Mosse mollemente una mano e assestandosi bene gli occhiali da sole, si voltò verso le numerose domestiche presenti nella sala.

-Tu-La indicò e questa, impaurita e senza controllo si avvicinò a lui-Baby-Ridacchiò osservando il suo volto colmo di paura-Fai chiamare il piccolo...-

-S-si...-Mormorò questa non appena la presa su di lei scemò.-V-vado subito signorino-



-Evvai-Si lasciò scappare quella piccola esclamazione quando finalmente si trovò davanti alla stanza dei tesori.

Era immensa e colma di oggetti preziosi. Le brillarono gli occhi e si catapultò immediatamente verso i preziosi che aveva stimato avessero più di trecentomila berry ciascuno.

Rubini, smeraldi, diamanti, topazi...un sacco di pietre spettacolari che nella sua vita, aveva visto solo sui libri e addosso a gioielli che possedevano le donne altolocate.

I suoi calcoli erano stati esatti: avrebbe raggiunto una quota considerevole con quel furto.

Estrasse dalla tasca una sacco abbastanza capiente e le lasciò scivolare dentro.

Il cuore le batteva veloce per la felicità e per la paura.



-Mi hai fatto chiamare?-Domandò un ragazzo entrando nella sala grande.

-Allora le farò sapere signorino-Ceaser gli passò accanto e in modo flebile lo saluto. Era un grande scienziato, ma un folle. Si limitò a fissarlo e scocciato e tornò a fissare la figura stravagante dinnanzi a se.

-Si-Accavallò le gambe l'uomo afferrando il bicchiere colmo di vino.-Vergo sta per arrivare-Il sorriso sul suo volto si allargò-Ti vogliamo entrambi pronto: partirai con lui verso Punk Hazard. Scorterete Ceaser...è chiaro?- Era un tono che non ammetteva regole.

Cacciando fuori l'aria dai polmoni, chinò di poco il volto in una specie di inchino.

-Si Don...- Sgranò gli occhi quando il suo corpo, contro il suo volere cadde a terra. Le gambe piegate e la schiena curvata in avanti. La fronte, toccava il pavimento e le mani, erano poste davanti a lui.

-Ripetilo-Ingoiò a fatica e serrando gli occhi, lo accontentò.

-Si Donflamingo-

-Così mi piaci-Esclamò soddisfatto liberandolo dal suo potere. Si alzò immediatamente in piedi e fissò storto il suo superiore nonché capitano. Gli voltò le spalle, diretto verso i suoi alloggi per preparare i suoi effetti.

-Ah Law-Lo fermò nuovamente. Volse di poco la testa per fissarlo da sopra la spalla-Abbiamo un topo...-Si fece riempire nuovamente il bicchiere da una delle domestiche-Occupatene tu.-




Spostò la pesante pietra cadendo svelta nei sotterranei. Aveva dovuto deviare la sua fuga in quell'area sudicia e maleodorante. C'erano troppi uomini in superficie e sembravano...pirati.

Cosa ci facevano dei pirati all'interno di un castello?

Si guardò i piedi e rabbrividì. Dei grossi roditori erano attorno a lei, attirati dal suo dolce profumo e dal calore del suo corpo. Storse il naso e cercando di orientarsi, seguì il tragitto che si era imposta.

Lo squittire dei topi e il gocciolare dell'acqua da qualche tubatura, erano il solo suono che riusciva a percepire.

Evidentemente, nessuno si era accorto di niente.

-Room- Un enorme cerchio blu la travolse facendola fermare. Alzò il volto e rimase paralizzata quando una figura si frappose tra lei e la sua strada.

Non riusciva a vedere chiaramente chi fosse ma impaurita, afferrò dalla coscia le parti del suo bastone. Ci mise poco a montarlo e lasciando cadere il sacco, lo puntò verso la fonte dei suoi problemi.

-Non lo farei se fosse in te-La figura si avvicinò e imprecante, si morse le labbra. Il tizio aveva una spada.-Non sei un topo-Valutò quando finalmente, era a pochi passi da lei-Ma una semplice ladruncola-

-Una ladruncola che non si lascerà portare via il suo tesoro!-Mormorò a denti stretti partendo all'attacco. Corse contro di lui, tenendo ben stretto tra le mani il bastone.

Al contrario di lei, lui non aveva nessuna voglia di combattere e rigirando la spada tra le mani, la colpì all'altezza dello stomaco con l'elsa. Le uscì tutto il respiro che aveva immagazzinato e con un tonfo, precipitò a terra.

-Sei solo una seccatura- Il buio poi la travolse non permettendole di risponderle.




Debolmente aprì gli occhi ritrovandosi in una stanza.

Era la sua prigione?

Da quando avevano letti così comodi? Abbassando il volto, notò delle morbide coperte color vaniglia e un profumo di disinfettante nell'aria.

Si portò una mano al volto e si massaggiò la fronte. La stanza girava vorticosamente.

Che l'avessero drogata?

Con la mano libera toccò il resto del suo corpo. Sembrava avere ancora i vestiti e la cosa le infuse un certo sollievo.

-Non muoverti-Si bloccò al tono della voce che aveva impartito quell'ordine.

Con lo sguardo seguì la fonte fino ad arrivare al ragazzo che poco prima, l'aveva messa K.O.

Storse le labbra e lo fissò alterata.

-Ho detto di non muoverti-Imprecante, l'uomo si avvicinò prendendola per i polsi e ricacciandola supina. Una strana paura, si impossessò di lei.

No...non di nuovo.

-NO!-Urlò scalciando e muovendo le mani. Non voleva essere toccata, non così, non di nuovo senza il suo consenso.

-Sta buona-Sussurrò a denti stretti cercando di placare la sua furia-Razza di stupida, ti si riapriranno le ferite-

EH?

Smise di lottare e fissò il suo interlocutore. La fissava arrabbiato e sopratutto, scocciato dei suoi comportamenti.

Le mollò i polsi e sbuffante, si riaccomodò a sedere in fondo al letto.

Posato accanto a se, c'era un libro enorme di medicina e qualche metro più in là, la sua refurtiva.

-Non ci pensare-L'ammonì vedendola fissare il sacco.

-Che cosa vuoi da me?-Domandò arrabbiata quanto spaventata. L'osservò stringersi nelle spalle e rimase in attesa della sua risposta. Per sua sfortuna, non arrivò.

-SEI SORDO?-Si infervorò stringendo tra le mani le coperte. Il suono di uno sbuffo le fece corrugare le sopracciglia. Saettò con lo sguardo lungo il suo corpo e notò che era ricoperta di bende.

Sulle braccia, gambe, spalle...chi diavolo era quello lì?

-Sei una ladra-Afferrò il libro e si diresse ad uno scaffale rimettendolo al suo posto.- Mi è stato dato l'ordine di occuparmi di te...-Tornò a fissarla.-...Immagina.-

L'immaginazione serviva a poco...

Lo analizzò e all'incirca, doveva avere una ventina d'anni, non di più... Era mostruosamente più grande di lei, più robusto e più esperto nel combattere. Avrebbe faticato a scappare da lui.

-Mi vuoi uccidere?-Un ghigno si dipinse sul suo volto.

-Cerchi la morte?- No. In realtà tutt'altro...cercava la vita, la libertà...

-No...-

-Allora non vedo perchè dovrei farti fuori-Torno accanto a lei.-Hai quattordici anni...e rubi?- Sospirò. Adesso si metteva ad interrogarla?

-Non sono affari tuoi.-

-è vero-Ammise accavallando le gambe-Ma sei nel mio territorio e dovrai rispondere alle mie domande se non vuoi che ti consegni ai miei superiori.- Si leccò le labbra secche e si alzò a sedere sconfitta.

-Mi lascerai andare?-

-Io non mi occupo delle mocciose.- Si mise a braccia conserte.-Perchè sei venuta a derubare questo castello?- Cosa doveva fare? Parlare? Svuotare il sacco? Nessuno l'avrebbe compresa.

-Per diventare ricca-Mentì con un sorriso sulle labbra fissandolo intensamente-Tesori, pietre preziose, banconote...sono povera e desidero essere ricca sfondata-Rise di gusto-Non credo ci sia bisogno di una spiegazione no?-

Il volto del ragazzo non tradì nessuna emozione. I suoi occhi erano azzurri, grigi quasi. La stanza, era illuminata da una luce fredda come quella di una sala operatoria. Tutto, anche il fuoco che scoppiettava nel camino sembrava produrre ghiaccio.

-Immagino di no-Asserì controllando con lo sguardo il suo corpo. Era stato lui a medicarla?

-Una bambina della tua età, per diventare ricca, è pronta a tutto allora-Esordì fissando un punto della stanza dinnanzi a se.

-CERTO-Rispose a tono.

-Anche a vendere il proprio corpo per soldi?-Si portò una mano sul volto nascondendo le labbra. Nuovamente, si perse a fissarla e la trovò pietrificata. Non spiccicò parola la ragazza, ferita dalle sue parole.

-Chi ...ti dice che io...-

-Sono un dottore-Scrollò le spalle tornando eretto con la schiena-Studio medicina- Si passò una mano tra i folti capelli-Non ci vuole una laurea per capire che sei stata violentata-

La sentì tremare e socchiuse gli occhi.

-Più e più volte...sul tuo corpo sono rimasti i segni delle loro mani-Si alzò in piedi andando verso quello che sembrava un tabellone. -Uomini pesce-Indicò la struttura anatomica di quell'essere abnorme che era rappresentato.-Non è così?-

Cosa le serviva mentire?

Annuì silenziosa con la gola che alle sue parole, si era chiusa.

-Prima di mentire, assicurati che la persona a cui menti, non sia un idiota.-Si chinò davanti a lei e osservò il suo volto. -Gli unici uomini pesce della zona sono la banda di Arlong...dico bene?-Le prese le mani e le osservò. Erano sporche di terra, graffiate e piene di calli. Delle mani non più di una bambina, ma da donna.

-Si-

-Fai parte della sua ciurma?- Con gli occhi lucidi annuì di nuovo. Law simprecò.

-Ha ucciso mia madre...-Si liberò infine di quel peso-Ha in pugno il mio villaggio...-Singhiozzò-Mi costringe ad essere la sua cartografa...e...-Non volle terminare la frase e riprese a piangere-Solo … solo con i soldi, potrò liberare Coco...ho bisogno di soldi...-Si interruppe quando si sentì stringere tra le braccia. Alzò stupefatta il volto verso quello del medico e si morse le labbra.

Afferrò con le dita la sua maglietta nera e riprese a piangere, sfogandosi per la prima volta dopo tutti gli anni e i soprusi che aveva subito. Nemmeno a sua sorella aveva mai raccontato quelle brutte cose.

-Come ti chiami?-Domandò con le labbra vicino al suo orecchio. La sentì tirare su col naso e rispondergli.

-Nami-

-Nami-Si rigirò quel nome tra le labbra. Lo impresse a fuoco nella mente.-è un bellissimo nome- Il nome di una persona simile a lui, identica per certi versi.

Desideravano la libertà, entrambi facevano parte di una ciurma e i loro corpi, erano la testimonianza degli abusi che avevano subito. Aumentò la stretta, per poi staccarsi immediatamente da lei. Si avvicinò al sacco contenente i tesori e glielo porse.

-Prendilo, svelta, ti condurrò verso l'uscita.-



Con passo calmo, raggiunse la sala in cui quel viscido del suo capitano lo attendeva. Vergo era a sedere calmo e pacato come al solito sul divano e Donflamingo, in piedi a fissarlo.

-Ti sei occupato del ratto?-Domandò con il suo classico ghigno sul volto.

Annuì teso.

-Si- Il suo corpo si mosse in avanti senza il suo volere, ritrovandosi a pochi passi da lui. Aveva la mano aperta e con le dita, lo manovrava.

-Cerchi ancora di rifilarmi delle cazzate Law?- Sorrise in tono di sfida.

La differenza tra lui e lei era che la libertà per lui, era solo un sogno.




-Torao-Una voce alle sue spalle lo riscosse dai pensieri. Si staccò dalla balaustra e osservò la ragazza con la chioma rossa che si avvicinava a lui. In mano teneva un vassoio pieno di panini. Storse il naso. Non gli piaceva il pane.

-Ne vuoi uno? Sono deliziosi-Sorrise assaggiandone uno-Il nostro cuoco è formidabile nel cucinare-Lo elogiò appoggiandosi con la schiena al parapetto.

-Non mi piace il pane-Espose il suo problema.

-Oh peccato.-Si strinse nelle spalle-Ce ne sarà di più per me.- Un ghigno si dipinse sulle sue labbra.

-Ingrasserai...Nami.-Le fece gentilmente notare.

-EH?-Lo fissò infuriata per quell'affermazione. Un tacco alto si depositò ostile contro il suo piede.

Ecco la punizione per averla offesa.

-CAFONE- Si allontanò con un broncio delizioso dipinto sulle labbra.

Forse si era sbagliato.

Erano esattamente la copia dell'altro ed entrambi, avevano finalmente raggiunto la libertà.




È UNA FESSERIA. Lo so, lo so!

Ma volevo provarla! Dio. Mi sono immaginata Law che subisce le peggiori punizioni (sessuali) da quei due stronzoloni di Donflamingo e Vergo.

Law prova una grande avversione per loro no? (oltre al pane) e mi sono chiesta cosa di così orribile hanno fatto. Tra le immagini dei fans e le informazioni di Oda, ho immaginato questo in pratica.

Un ragazzino, sottoposto a le più crudeli torture di quei due.

In questa shot, Nami ha 14 anni e Law, avendone 5 più di lei, 19. I tempi del laboratorio, di Vergo, del piano di Ceaser della fabbrica, di tutto insomma, non sarà per niente preciso.

È tutto uscito da una parte e finito qui. Ragionandoci però, se effettivamente Law ha subito davvero queste cose, sarebbe sul serio simile al passato di Nami.

Basta seghe mentali. Spero che vi sia piaciuta lo stesso per quanto assurda. Grazie per la lettura ^^

   
 
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