CAPITOLO 6
Kyla continuava a lanciare
sguardi fuori dal finestrino del treno, cercando di trovare nel rilassante
paesaggio inglese qualche motivo di distrazione. Ville, al suo fianco, non aveva
ancora aperto bocca, preoccupato di innescare qualche reazione a catena nella
sua fidanzata che non sembrava essere molto tranquilla.
Stavano viaggiando in un
treno dotato di tutti i comfort possibili, in prima classe. Kyla aveva insistito
affinché prenotassero una normalissima terza classe, ma sua madre era stata
irremovibile: una ragazza del rango di Kyla non poteva permettersi di viaggiare
con le persone comuni. Aveva dovuto
accettare la prenotazione di una prima classe e sperare che Ville non la
iniziasse a considerare una snob. Il suo fidanzato, dal canto suo, era impegnato
a pensare a ben altro che non al fatto che Kyla potesse diventare snob: i suoi
genitori avevano insistito affinché Kyla li raggiungesse nella loro tenuta nel
Kent per passare un po’ di tempo con loro e “far loro conoscere quel suo nuovo
amico”. Kyla non avrebbe voluto
portare Ville da loro, ciò equivaleva a gettarlo nelle fauci di leoni affamati,
e per di più dotati di un sacco di soldi e maniaci dell’etichetta, ma lui aveva
insistito che era ora di affrontare la cosa.
La ragazza trasse un
profondo sospiro e si rigirò sul dito l’anello di fidanzamento, poi voltò lo
sguardo verso il cantante per vedere come si stava preparando alla catastrofe.
Lo sorprese mentre la stava fissando. –Come va?-
Ville fece una smorfia –Non
so che dirti. Sono ansioso di conoscere la tua famiglia e di farmi conoscere, ma
allo stesso tempo mi sento un po’ inquieto dopo quello che mi ha detto Mia.-
rispose.
-Lo sapevo, non dovevo
lasciarti venire.- commentò Kyla improvvisamente più nervosa –Dovevo insistere
con mia madre, inventarmi una scusa… far finta di non essere in
casa!-
Ville si mise a ridere alla
reazione della ragazza che si era messa a sfornare idee come una macchinetta, le
passò un braccio attorno alle spalle e le stampò un bacio tra i capelli –Avanti,
non pensarci ora! Se non era oggi sarebbe stata un’altra volta, quindi meglio
togliersi il fastidio adesso, non credi?- le disse.
Kyla annuì iniziando a
tormentarsi una ciocca di capelli –Io ho paura che mi impediscano in qualche
modo di sposarti, Ville. Ne sarebbero capaci! E’ da quando sono piccola che mi
cercano uno spasimante posato, ricco e soprattutto nobile.-
esclamò.
-E io non sono esattamente
nessuna di queste cose…- disse il darkman –Bè, almeno sono ricco… non ai vostri
livelli, però ho qualcosina anche io!- Questa battuta riuscì a far tornare un
po’ di buonumore Kyla, la quale sorrise accoccolandosi meglio contro il petto di
Ville. –Ma raccontami un attimo di questi pretendenti!-
Kyla arrossì appena –Meglio
di no, altrimenti non avrei più il coraggio di guardarti negli occhi… E’ troppo
imbarazzante! I miei genitori sono veramente in grado di fare di tutto.-
rispose. Ville rise mentre vedeva avvicinarsi sempre di più la meta oltre il
finestrino del treno.
-Se i tuoi mi dovessero
impedire di sposarti non so come reagirei, ma sono i tuoi genitori e quindi ti
prometto che cercherò di contenermi.- disse.
Kyla scattò immediatamente
a sedersi, negli occhi violacei un’espressione decisamente preoccupata –Ville,
cerca di comportarti nella maniera più impeccabile possibile! Ti supplico.
Niente rutti, battute ambigue, posture scomposte e, soprattutto, niente
parolacce! I miei ne morirebbero!-
A quel punto Ville non si
trattenne più e scoppiò a ridere fragorosamente suscitando dapprima
l’indignazione di Kyla, poi anche lei cominciò a ridere.
-Ok, lo ammetto: sembra un
po’ ridicola come situazione, ma sono veramente così. E tu non ridere dei miei
genitori!- disse la ragazza mollando un pizzicotto sul braccio destro di
Ville.
-Ahi! Sì, scusami, lo so.
Non dovrei ridere, ma se penso che tutto questo è vero mi prende un’angoscia
impressionante, quindi meglio che la butti in ridere.- disse il darkman
massaggiandosi il punto dolorante. –Perché non mi parli un po’ di quello che mi
aspetta, in modo che mi possa preparare psicologicamente?-
Kyla lo guardò incerta –Hai
appena detto che se ci pensi ti prende l’angoscia! Non so se sia il
caso…-
-Meglio conoscere il nemico
per poterlo meglio combattere.- proferì solennemente il cantante facendo
sorridere Kyla.
-D’accordo…- acconsentì lei
–Allora, mia madre, come hai già scoperto, si chiama Jane Emily e vuole
assolutamente che si usino entrambi i nomi dopo il lady che non può assolutamente mancare.
Mio padre si chiama Henry e non accetta diminutivi di alcun genere come Harry,
Hen o qualsiasi altro. Questa cosa ricordatela bene perché è una cosa che lo fa
andare in bestia! Sei fortunato che io sia figlia unica altrimenti avresti
dovuto sottostare a un paio di regole dell’etichetta parecchio noiose che adesso
non ti sto a spiegare… La nostra tenuta come sai si trova nel Kent ed è un
castello molto antico, risale circa agli inizi del 1400 ed è l’orgoglio di
famiglia, quindi non rischiare di combinarci guai o sei morto… letteralmente. Ci
sono parecchie stanze per cui ti perderai un po’ all’inizio, ma se tu cercherai
di starmi il più vicino possibile ti farò da guida e non ti ritroverai nella
camera delle torture.-
-Camera delle torture?-
domandò Ville –Mmh… intrigante.-
Kyla gli abbassò il
cappello sugli occhi –Non pensarci nemmeno! Queste cose dovranno rimanere il più
private possibili ed essere ridotte al minimo!-
-Niente sesso per due
settimane?! Ma tu mi vuoi morto!- esclamò il cantante risistemandosi il
cappello.
-Non ho detto che non
faremo mai sesso, ma i miei non
devono capirlo, chiaro? E ti avverto che dalle pareti si sente tutto: nonostante
sia un castello, le pareti sono abbastanza sottili tra le varie stanze, e la mia
è attaccata a quella dei miei genitori.- rispose Kyla arrossendo
lievemente.
-Allora cercheremo di
essere discreti.- le promise Ville aspettando che lei continuasse la
spiegazione.
-Non puoi presentarti a
tavola con il cappello, chiaro? So che ami portarlo, ma non puoi assolutamente
in casa dei miei, se ci tieni alla tua incolumità e a sposarmi.- Ville si tolse
immediatamente il cappello mostrando i capelli scuri scompigliati –Pettinati
prima, però.- ridacchiò Kyla.
-Ah, credo che tu riuscirai
a cambiarmi più di quanto potessi immaginare, Kyla Alexandra Morris!- commentò
Ville riprendendo la ragazza sotto il suo braccio e coccolandola un
po’.
-Non cambiare troppo, però,
altrimenti non ti sposo più!- rispose lei.
Mia e Migé erano rimasti a
Londra: Mia era ancora abbastanza scombussolata per la gravidanza e non se la
sentiva proprio di affrontare un viaggio in treno con il suo stomaco che
protestava ogni due minuti. Questa volta aveva lasciato che Migé l’assistesse
nel bagno, anche se farsi vedere in quello stato non era proprio il massimo per
lei. Sollevò la testa dal water e cercò di pulirsi in fretta mentre Migé la
teneva stretta per farle forza.
-Avanti, Mia, è finita per
il momento.- le disse il bassista aiutandola a rialzarsi.
Mia si appoggiò pallida al
lavandino bagnandosi la faccia con una pezzetta umida portagli da Migé. –Non ce
la faccio più! E sono solo poche settimane che vado avanti così! Mia madre ha
detto che continuerà fino al quarto mese… e io sono appena al secondo!- protestò
abbracciando il suo fidanzato.
Migé la sorresse cercando
di portarla a sedere da un’altra parte: era stufo di vedere il bagno nel quale
aveva trascorso gli ultimi venti minuti ad assistere Mia. La ragazza si lasciò
cadere sul divano del salotto accoccolandosi con un cuscino tra le braccia e la
testa appoggiata alla spalla di lui.
-Adesso rilassati.- le
disse Migé –Cerca di non pensare a cose che ti possano stressare, altrimenti
cominci un’altra volta e io ho paura che tu mi ci resti su quel
water!-
Mia rise per quello che le
era possibile –Ok, allora non pensiamo più a quanto dovrò resistere.- disse,
poi, dopo un po’ di silenzio, aggiunse –Sai, mi devo ancora abituare all’idea
che sarò mamma… Non l’avrei mai detto, non così presto.-
-Sarai la madre migliore
del mondo, non ho dubbi!- la rassicurò Migé stringendola ancora più forte a
sé.
-Che nome gli o le diamo?-
domandò la ragazza a un certo punto giocando con un ricciolo del
bassista.
Migé la guardò perplesso
–Già pensi ai nomi? Nemmeno sappiamo se sarà maschio o
femmina!-
-Ma dobbiamo prepararci a
tutto! Se non cominciamo a pensarci adesso ci ritroveremo all’ultimo senza avere
delle idee. Intanto cominciamo a fare qualche proposta, poi cambieremo forse…-
obiettò Mia guardando il suo fidanzato con due imploranti occhioni
azzurri.
-D’accordo, se vuoi
possiamo cominciare a pensare a qualche nome… Hai delle preferenze?- domandò
Migé che, come sempre, non riusciva a resistere veramente a nessuna richiesta
della sua ragazza. Mia si mise a sedere a gambe incrociate, guardando Migé
sprizzante di felicità.
-Io pensavo che se fosse un
maschio potremmo chiamarlo Matthew. Matthew Paanaanen suona bene!-
disse.
Migé ridacchiò –Così
saremmo una famiglia di M… Mia, Migé, Matthew…- commentò senza smettere di
ridere.
-Uffa, hai ragione! Matthew
non va bene…- ragionò la ragazza.
-Io proporrei Helmut, in
onore di mio fratello, anche se non è il suo vero nome.- disse Migé, ma Mia gli
lanciò uno sguardo inceneritore.
-No, Helmut no! Piuttosto
se è femmina la chiamo Wilhelmina!- protestò.
-Sì, così poi la chiamiamo
Villina!- esclamò Migé continuando a ridere.
-No che mi diventa come
Ville!- disse Mia sconvolta –Non sia mai! Mia figlia non sarà un’alcolizzata a
12 anni!-
A quel punto Migé non
reggeva più, stava piangendo dal ridere e poco ci mancò che cadesse giù dal
divano. Mia lo guardò un po’ offesa, ma si mise a ridere pure
lei.
-Ah, cerca di essere serio
per una volta!- gli disse lanciandogli il cuscino che aveva abbracciato fino a
quel momento –Ci tengo a questa cosa, per quanto possa sembrare
stupido…-
Migé si tolse il cuscino
dalla faccia e si ricompose meglio che poté, assumendo finalmente un
atteggiamento serio. –Ok, adesso farò il bravo. Sinceramente, se fosse un
maschio mi piacerebbe chiamarlo Sean, ma io credo che sarà una bellissima
bambina, come la madre!-
Mia arrossì appena –Sean mi
piace, era il nome di mio nonno!- esclamò.
-Davvero?-
Mia annuì –Questo non fa
che confermare la mia tesi secondo la quale noi siamo fatti l’uno per l’altra!-
proferì con tono teatrale abbracciando Migé e stampandogli un bacio a schiocco
sulla guancia.
-Non l’avrei mai messo in
dubbio!- ghignò il bassista. –Se è una femmina come la
chiamiamo?-
Mia sembrò rifletterci un
po’ su –Non so, mi piacerebbe Gemma…- disse poi.
-Allora vada per Sean e per
Gemma, salvo cambiamenti improvvisi di idee.- proferì solennemente il bassista
baciandola.
Dopo qualche coccola Mia
iniziò un nuovo discorso, ma questa volta sembrava essere abbastanza seria –I
miei genitori vorrebbero incontrarti. Ormai sanno tutto di te, a forza di
sentirmi parlare ogni santo giorno di quanto ti amo, quindi pensano sia arrivato
il momento di vederti di persona. In fondo io ho già conosciuto i tuoi quando
ero venuta a Helsinki.-
Migé annuì pensieroso –Non
è che anche tu mi nascondi una sorpresa come è successo a Ville,
vero?-
Mia scoppiò a ridere –No!
Tranquillizzati, io sono una normalissima ragazza di città, senza antenati
cavalieri o sir! I miei genitori sono persone ordinarie, che però sono
sicurissima ti piaceranno, perché loro già ti adorano e mio padre non vede l’ora
di fare una partita a scacchi con te… E’ un grande appassionato,
sai?-
-Bene, allora quando vorrai
farmeli conoscere, mi metterò in ghingheri e lascerò che mi esaminino con
calma.- disse Migé –Io invece ti devo ringraziare, perché se non c’eri tu forse
non avrei più parlato con mio padre, e quindi sono felice che ci sia tu e questa
novità nella mia vita.-
Mia lo guardò colpita –Tu
la devi piantare di farmi arrossire, altrimenti non mi riconoscerò più!- lo
ammonì facendolo ridere –Adesso direi che sarebbe il caso di chiamare i tuoi
genitori per avvertirli di questa piccola novità in arrivo, che ne dici? Così
diciamo loro anche i nomi che abbiamo scelto!-
Migé annuì facendo
ondeggiare i boccoli castani –Ok, anche se ti avverto che mia madre non ti
lascerà riattaccare prima di averle raccontato tutto!-
ah, lo sapevamo! nessuno si poteva aspettare che Kyla fosse nobile! ^^ e adesso aspettate di conoscere la famiglia Morris... ci sarà da divertirsi [come anche no...] keep on enjoying us! Kuji&music
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