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Autore: Luna Avae    07/04/2013    0 recensioni
Nella città di Faber, mi dissero,le persone portano sulle spalle il peso della menzogna.
Nella città di Faber la scuola è giardinaggio.
Nella città di Faber l'appetito delle Buone Forchette è sano e costante.
Così mi dissero, della città di Faber.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo,che arriva dopo tanto tempo, è dedicato alla mia tonnola, alla mia ceppina, alla mia Honey.
Con la speranza che desideri sempre scrivermi, anche quando non trova le parole.



N
ella città di Faber ancora si narra la storia delle prime due persone che si innamorarono l'una dell'altra.
Erano tempi remoti, dove la memoria era ancora allenata a ricordare le cose davvero importanti
e a vomitare fuori tutte quelle tossine velenose che sono le incombenze della routine.
Si narra quindi che queste prime due persone, non si specifica il sesso o l'età poichè la memoria le ha rimosse come poco 
importanti,si accorsero del sentimento che li pervadeva poichè persero la parola.
Di botto,senza preavviso di quindici giorni la loro voce si era licenziata.
Provarono ad andare da i mastri taglia e cuci, dagli azzeccagarbugli per fare causa alle loro gole
fecero visita a tutte le autorità del paese per capire quando era stata revocata loro la libertà di parola.
Ma nessuno seppe dare una risposta.
Poi, mentre disperatamente sbrigavano le loro faccende e cercavano di raccapezzarsi
si incrociarono sulla strada che portava alla via delle bruje, si stavano per ricorrere agli espedienti più estremi.
"ciao"
"ciao"
si guardarono stralunati, non tanto per il ciao - lo sanno tutti che il saluto di Faber non è quello- ma peril fatto di avere 
proferito parola.
Era un intero giorno che non parlavano e poi, improvvisamente e senza l'aiuto di madama logica, ecco quei fonemi che lasciavano le 
loro labbra.
Si avvicinarono guardinghi l'uno all'alaltro- o l'una all'altra o l'una alle due non è rilevante- e cercarono di parlare ancora.
Una delle due persone quando cercò di parlare riuscì solo a produrre un suono strozzato, si afferrò la gola tra le mani
e fece una smorfia. Tra tutti i momenti in cui aveva desiderato parlare quello era il più vitale, il più essenziale.
E ancora non capiva perchè, il destino coi baffi dall'alto osservava tutto e si dava manate sulla testa
per la stupidità del genere umano, che riesce a vedere tanto lontano nel futuro, nel passato e mai nel presente.
L'altra persona invece quando aprì bocca fece fuoriuscire un lungo e spaventoso sibilo, che sembrava tutto fuorchè invitante.
Anzi, tutti i presenti attorno dissero che sembrava volesse caccaiare tutto e tutti.
I due si sedettero nel bel mezzo della strada, ed il sindaco di Faber, dall'alto del suo metro e venti fece recintare
dalle piante quello spiazzo, in modo da isolare quella che credeva essere una contagiosa malattia, contagiosa almeno quanto la scarabella.
Ma quella è un'altra storia.
Finalmente una bruja decise di intervenire,le bruje sono le streghe del luogo, donne bellissime con occhi uguali a quelli dei gatti.
Tengono sempre occhiali scuri perchè si dice che si innamorino perdutamente delle persone che guardano dritte negli occhi.
Ed immaginate che chiavica innamorarsi ogni tre minuti buoni,  peggio del mal di pancia premestruale.
Questa Bruja aveva fluenti capelli colore del cielo, pelle pallida e tanti foglietti di carta.
Diede a due i foglietti e le penne, non dicendogli che cosa dovevano fare.
Sperando che almeno se non avevao imparato ad amarsi, avessero imparato a scrivere.
Per una notte intera le piante protessero quel luogo e i due si scrissero, le loro parole 
a volte prendevano forma solida e si depositavano sul sentiero.
Un sentieo lastricato di parole, di cose che dovevano dirsi.
Avrebbero potuto dirle a chiunque altro ma non sarebbe stata la stessa cosa.
L'indomani convolarono a nozze e scrissero le promesse di matrimonio più lunghe e più belle del mondo.
I matrimoni  a Faber non hanno invitati, solo lettere, una maestosa quercia a cui appenderle e il rumore delle foglie al vento.
Mi dissero che nella città di Faber l'amore è fatto di parole.
  
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