Salve!!
Scusatemi il ritardo, ma questa è stata una settimana da… incubo! E poi
ammettiamolo, vi ho fatto stare in ansia ancora un po’ +____+ questo è un
capitolo attesissimo!
Vi giuro, per
un secondo sono stata intenzionata a cambiare il finale totalmente per non
pensare più alla terza parte ç___ç fortunatamente ho una sorella con la testa
sulle spalle che mi ha rimesso sulla retta via (per la vostra gioia… o no?
^______^ Mi direte…).
Ebbene si,
questo è l’ULTIMO capitolo della seconda parte!! >_________< alias, ci
manca solo TUTTA la terza parte (anticipazioni a fine capitolo!)!!
È un po’
triste lasciarla… eppure sono contenta per un certo verso ^^ finalmente potrò
dedicarmi totalmente alla terza ed ULTIMA parte! Sono stata molto indecisa su
quali anticipazioni mettere, ma credo che la scelta che ho fatto sia la più
azzeccata… o almeno è quello che spero.
Ma non voglio
trattenervi a lungo, quindi rispondiamo subito alle rec:
Silvia: mi spiace… alla fine ho aggiornato una settimana dopo…
sono davvero dispiaciuta del ritardo, ma è stata una settimana da dimenticare
in tutti i sensi! Inuyasha è… si, un vero bastardo! Chissà perché i miei
personaggi maschili hanno sempre questa tendenza… mah!
pretty: XD sei stata la prima a commentare male Miroku e Sango!
Comunque anche io sono d’accordo con te… questa è la cosa che odio di più degli
amici, non li sopporto proprio chi si comporta così! Meno male c’era Tom…
assolutamente si! Beh, dopo una lunga riflessione mi ero resa conta che alla
fine era l’unico che poteva aiutarla… credo di avere fatto la scelta giusta per
questa situazione particolare.
michi88: anche a me quella scena mi commuove un sacco! È quella più
significativa e importante! Povera Kagome!! Devo dire che mi sono stupita pure
io per come l’ho scritta… è venuta veramente bene quella scena… mentre la
scrivevo mi sembrava talmente concreta ç___ç che tristezza!
_Dana_: Beh, se con “pagarla” intendi una bella mangiata di
faccia… XD mi saprai dire come l’hai trovata! Anche io sono un pochetto
vendicativa! Soprattutto nelle fic +_______+ MI spiace davvero tanto per il
ritardo ç__ç ma non ce l’ho fatta prima…
pillo: Tom e Eve li adoro come personaggi e non potevano avere
ruolo meno significativo di quello che hanno. Sota è molto attaccato alla
sorella… ed è comunque ovvio (visto che è piccolo alla fine… va alle elementari
dopotutto) che non riesca bene a capire la differenza tra quanto ha sbagliato
Inuyasha o Sango… è una differenza troppo sottile. Ma c’è da dire che comunque
Sango ha sbagliato, o almeno io la vedo così… lo so, mi lego troppo le cose al
dito… ma questa cosa serve nello sviluppo della fic e lo avrei messo anche se
la pensassi in modo diverso XD
laretta: ti ringrazio tantissimo per i complimenti. Non ti
preoccupare, anche io sono sempre di corsa ^^ quindi ti capisco benissimo se
non hai avuto tempo, comunque ti ringrazio per avere letto la fic fino ad ora e
per averti commosso. Spero di riuscire a fare lo stesso in questo!
^^vavva^^: mi spiace per il ritardo, ma intanto ho messo a posto
anche un po’ il cap, quindi spero che Kagome incapperata sia venuta anche
meglio di come lo era già prima +_____+
Andromeda: miiiiinuuuu!!! Si, anche io ho pensato che la scena di
Inuyasha che urla è azzeccato XD ce lo vedevo troppo bene e poi mi piace da
matti! Per Sota… beh, ogni persona ha un carattere diverso… lui vuole
assolutamente essere d’aiuto alla sorella… ha una specie di adorazione per lei
e credo si veda abbastanza questo suo lato… per questo bussa alla sua porta,
per farle sapere che lui è lì se lei ha bisogno, è molto sensibile… non la
forza, ma vuole farle capire che non è sola… non so se mi sono spiegata bene in
questo punto. La questione di Sango è diversa… Kagome si sente tradita da lei,
perché, appunto, le vere amiche si dicono tutto se riguardano l’un l’altra, si
aiutano a vicenda. Kagome si sente tradita per questo… non le è ancora passato
per l’anticamera del cervello che Sango lo abbia fatto nei suoi riguardi.
Bene, dopo
aver risposto a tutti… voglio ringraziare tutti coloro che hanno seguito queste
due parti, chi ha recensito o chi ha solo letto.
Vi ringrazio
davvero moltissimo! Non ha davvero parole.
Non so quando
ritornerò, ma giuro che cercherò di fare l’impossibile per finirla al più
presto (scuola permettendo ovviamente!).
Vi lascio quindi
a quest’ultimo capitolo, di nuovo grazie, grazie mille.
Amber.
Capitolo 23
Pagina chiusa, pagina pulita
Quanto rimase a piangere e a
gridare non lo avrebbe mai saputo, ma alla fine si sentiva leggermente meglio.
Il fardello si era leggermente alleggerito e, sentire le lacrime sulla mano che
Eve stringeva, le ricordava che vicino a lei c’erano i suoi promessi sposi
preferiti e che poteva contare su di loro…
Rimase abbracciata a Tom
finché il suo respiro non si regolarizzò poi lui la allontanò un po’ da se
-Guardati Kagome, sei
bellissima- disse lui. Kagome scosse il capo
-Sarò orribile- disse con
voce rauca
-Ma scherzi? Ti ci vuole
solo un bagno caldo, dei vestiti puliti, due giorni di sonno e… un po’ di
sole!-
-Tom ha ragione Kagome- lo
appoggiò Eve sedendosi accanto a lei senza lasciarle la mano
-In effetti, ho mal di
testa- confessò storcendo il naso. Eve le sfiorò i capelli e si alzò
-Diamo un po’ di luce a
questa stanza?- chiese avviandosi verso la finestra
-NO!- gridò Kagome. La
ragazza si bloccò –Lasciala chiusa io… preferisco così- mormorò. Eve annuì e la
guardò
-Kagome, perché non vuoi
aprirla?- chiese Tom sfiorandole la guancia
-Da lì… ci passava… lui…-
sussurrò e gli occhi le si riempirono di lacrime –Sono stata così stupida Tom…
così cieca…- mormorò singhiozzando. L’uomo la strinse forte e lei ricominciò a
piangere
-Non sei stata stupida
Kagome, eri innamorata…-
-Tom…! Non volevo vedere
quella cassetta, avevo paura, ero terrorizzata!! Così sono uscita, voleva fare
un giro da lui, volevo vederlo! Ma quando sono arrivata lui stava parlando con
Miroku e li ho sentiti parlare! Lo sapeva da due anni che doveva andarsene, da
settimane lo sapeva Sango e lo sapevano tutti i COBRA!! Io ho chiesto, ma loro…
loro hanno fatto finta di niente!! Sono così inutile!? Pensano che io non abbia
sentimenti? Che non possa soffrire!?-
-No Kagome, no di certo…- la
interruppe subito Eve
-E allora perché!? Perché
non me lo ha detto subito!?- urlò lei staccandosi da Tom violentemente
-Kagome, aspetta…- Tom le
prese il viso tra le mani e lei lo guardò senza riuscire a fermare le lacrime
-Io non so perché abbiano
agito così, non lo sa nessuno tranne loro-
-Io non voglio parlarci con
dei… con dei traditori!- esclamò scuotendo il capo
-Lo capisco ma… se non
saprai la verità… ti farai solo del male, fidati… perché loro continueranno a
cercarti, sempre… Invece se li incontri e dici loro quello che gli dirai, loro
dovranno darsi per vinti… Lo capisci?- Kagome strinse le labbra e annuì
-Si- sussurrò
-Kagome, fa vedere al mondo
chi sei! Fa vedere che donna è Kagome Higarashi!- La ragazza annuì lentamente
poi si alzò traballando e andò verso la finestra accanto alla scrivania.
Si sentiva la testa girare e
le gambe la sostenevano a malapena. Sfiorò la maniglia della finestra e la fece
scorrere lentamente poi prese la corda e iniziò a fare leva. Le tapparelle si
alzarono lentamente e più Kagome faceva leva, più il sole iniziava a filtrare,
finché la stanza non fu, finalmente, inondata di luce.
Sentire la brezza leggera
che le sfiorava i capelli e i caldi raggi sfiorarle la pelle la fecero sentire
finalmente bene
-Brava la mia Kagome- disse
Eve e Kagome le sorrise –E ora che ne dici di andare a dire ai tuoi parenti che
sei viva??- ironizzò. La ragazza annuì e si portò una mano allo stomaco
-Così mangio- disse
-Così mangi- concordò Tom e
le appoggiò una mano sulla schiena spingendola dolcemente verso il pian
terreno.
La madre appena la vide le
corse incontro e la strinse forte, il nonno la baciò e Sota scoppiò in lacrime
afferrandole il braccio.
Kagome si sedette e diede le
sue scusa ai famigliari per averli fatti preoccupare così tanto, la madre
sorridendo di gioia scosse il capo andando a prepararle un abbondante pranzo
aiutata da Sota.
Tom guardò la ragazza che
stringeva la mano del nonno affettuosamente
-Kagome, ascoltami- Lei lo
guardò –Io devo andare a fare una cosa, non ci metterò molto, spero, ma quando
torno ti voglio, pulita, in forma e con lo stomaco pieno e sorridente, ok?-
Kagome annuì e sorrise
-Ok- concesse
-Ottimo. Eve, ci vediamo
dopo, occupati della mia piccola principessa-
-Si comandante, agli ordini-
scherzò la ragazza mettendosi sull’attenti.
Tom scosse il capo, appoggiò
una mano sul capo di Kagome poi uscì.
Eve le si sedette vicino e
guardò la porta preoccupata, l’espressione di Tom non le piaceva per niente,
sperava solo che non facesse qualche sciocchezza. Tom era un ragazzo a posto,
con la testa sulle spalle, ma quando gli si toccava le cose a cui teneva… La
ragazza iniziò a tamburellare sul ripiano del tavolo e Kagome la guardò mentre
davanti a lei la madre metteva dei piatti fumanti
-Dove credi sia andato?-
domandò. La sua voce era ancora incrinata e piena di dolore…
-Non ne ho idea Kagome,
mangia ora- disse sfiorandole i capelli la ragazza e sorridendole rassicurante.
La ragazza non se lo fece ripete due volte e pochi minuti dopo aveva divorato
tutto…
Tom passeggiava per le
strade della città guardandosi intorno
“Ma ‘sti taxi esistono!?”
pensò frustrato. Lasciare Kagome da sola non gli piaceva proprio ma se non faceva
la cosa che voleva fare… sarebbe impazzito! Finalmente ne avvistò uno e gli
corse incontro salendoci veloce
-Vada alla villa Kujimawa-
ordinò. Il tipo lo fissò poi partì scuotendo debolmente il capo.
Tom guardò le strade
scorrergli davanti e rimase lì seduto per un tempo che gli parve infinito
finché l’autista annunciò l’arrivo
-Mi aspetti qui- ordinò Tom
uscendo. Si avvicinò al cancello principale e guardò la magnificenza della
villa e si stupì del fatto che tutto trasudava della potenza dei Kujimawa –Mah,
che spreco- mormorò. Fissò il campanello e suonò –Rozzi-
-Si? Buon giorno, posso
esserle utile?- domandò una voce femminile
-Vorrei parlare con Inuyasha
Kujimawa- disse
-Posso sapere il suo nome?-
-Tom Holsen- disse
impaziente “Ti muovi per piacere!?”
-Ma certo signore, si
accomodi- disse e i cancelli si aprirono lentamente. Tom ci passò in mezzo e
percorse il viottolo circondato dagli alberi fino ad oltrepassare la fontana
dove zampillava acqua trasparente, salì i gradini a due a due trovandosi davanti
una cameriera che gli fece segno di accomodarsi.
Tom guardò i saloni immensi
senza badarci più di tanto e la ragazza lo fece accomodare in un salotto
-Aspetti un momento- disse e
sparì. Tom rimase in piedi a fissare la porta seccato e improvvisamente si aprì
rivelando la figura di Inuyasha
-Tom!? Ma che ci fai qua!?-
domandò lui –Sei arrivato appena in tempo, stavo per uscire e…- strinse le
labbra e capì al volo –Sei qua per Kagome? L’hai vista?-
-Si, l’ho vista, si le ho
parlato e si, sei un vero figlio di puttana- concluse fissandolo –Ma bravo,
ecco qua il grande Inuyasha… Uno stupido omiciattolo, una nullità che sa stare
solo alle spalle degli altri. Bravo, complimenti- disse battendo le mani
ironico
-Senti, voglio solo parlare
con Kagome, quindi dimmi dov’è e portami- Tom scosse il capo divertito
-È lei che si rifiuta
Inuyasha, per me potresti impiccarti all’istante…- Alzò le spalle indifferente
-Senti, di quello che pensi
tu non me ne frega niente! Capito? Voglio solo parlare a Kagome, voglio
vederla, voglio…-
-Ma non credi di avere già
fatto abbastanza!?!? Dio mio Inuyasha! Ma svegliati una buona volta!!- Si
fissarono con rancore poi Tom scosse il
capo –Guarda, quello che ti dovevo dire l’ho detto, ora sta a te… io me ne
vado!- esclamò passandogli davanti
-Dimmi dov’è Kagome- ordinò
Inuyasha. Tom lo fissò furioso e in un attimo, Inuyasha si ritrovò a terra con
il sangue che usciva dal labbro spaccato
-Ti avevo detto che ti avrei
picchiato se l’avresti fatta piangere, o sbaglio? E per tua norma regola Kagome
è a casa sua, dimagrita all’inverosimile, con gli occhi spenti, con la
disperazione in ogni suo gesto, con le labbra rovinate e secche… ecco dov’è
Kagome! Una morta che cammina!- ringhiò e uscì sbattendo la porta. Inuyasha non
si mosse, troppo scioccato per credere alle parole dell’uomo.
Kagome venne trascinata in
bagno e Eve l’ammonì di farsi splendida
-Allora io scendo, tu fatti
il bagno e fatti bellissima, ok?- Kagome annuì e la donna uscì
-Bella? E per chi ormai?-
sussurrò la ragazza guardandosi allo specchio.
Aveva i capelli arruffati, i
vestiti in disordine e sporchi, gli occhi avevano perso quella luce che la
caratterizzava, era pallida e aveva le occhiaie e gli occhi rossi, un mostro…
era un mostro…
Entrò nella vasca e appoggiò
il capo al muro
-Per chi devo farmi bella
ormai? Ormai lui…- L’immagine di Inuyasha che le allungava la mano dicendo che
era bellissima le provocò una fitta al cuore e scoppiò in lacrime.
Se prima non riusciva a
rilasciare quelle lacrime, ora non le sembrava di fare altro…
Le sembrava di essere caduta
in un incubo dove non riusciva a vederne il fondo, le sembrava tutto
insignificante e privo di vita.
La ragazza cercò di
tranquillizzare il respiro e uscì dalla vasca.
Come si era ridotta… e per
chi? Per un uomo… Un uomo che, dopotutto, aveva sempre saputo fuori dalla sua
portata, troppo lontano per lei…
Eppure, scioccamente, aveva
pensato che quel germoglio avrebbe potuto sopravvivere, anche se con
difficoltà, e con gli ultimi avvenimenti ne era sempre stata più convinta… ma
non avrebbe mai immaginato, nemmeno nei suoi sogni più dolorosi e orribili che
sarebbe potuto succedere una cosa del genere.
Lui si era solo divertito a
prenderla in giro, l’aveva circuita anche se sapeva benissimo che a fine anno
doveva andarsene, sparire all’estero per andare a studiare e per poi tornare
dopo tre anni sposato…
E lei c’era cascata, aveva
creduto al suo abbraccio, aveva creduto a quel sorriso falso impresso in quella
foto…
Kagome si ritrovò in camera,
seduta sul letto distrutto che sfiorava con le ciabatte i pezzi di vetro a
terra.
Ecco a cosa aveva creduto… a
un vetro rotto troppo facilmente…
-Kagome?- La ragazza alzò il
viso e i capelli bagnati le ricaddero sulla fronte. Eve le sedette di fianco
sorridendo –Guarda, ora sei splendida- commentò –Pulita, profumata e… fammi un
bel sorriso tesoro-
-No, non ci riesco Eve…-
mormorò tornando a guardare i pezzi di vetro –Non ce la faccio…-
-Certo che ce la fai Kagome…
Guardami…- Le prese le mani e Kagome si immerse nei bellissimi occhi chiari di
lei -…è difficile, lo so… Ma sono certa che tu sia forte…-
-Mi hanno tradito
tutti… Sango lo sapeva da un mese e
passa sai? E… e i COBRA da due anni con lui… Perché non mi hanno detto nulla?
Solo Sesshamaru mi ha dato una mano…-
-Chi scusa?-
-Il fratello maggiore di
lui…- mormorò
-Capisco- disse e la strinse
forte a se –Ce la farai Kagome, ce la farai…- disse –Ti lascio sola e beh, i
vetri li avevo già visti così…- Eve indicò la scopa e la paletta appoggiati al
muro –Ma credo tocchi a te farlo- commentò e sorridendole incoraggiante uscì.
Kagome guardò i due oggetti
con timore e allungò la mano verso i vetri prendendo tremante la collanina che
fece ondeggiare davanti al viso.
[…]
Inuyasha
la strinse da dietro e le sussurrò all’orecchio
-You have got key for open my heart-
[…]
“Tu possiedi la chiave per
aprire il mio cuore”
Calde lacrime ricominciarono
a scendere e alzandosi singhiozzando prese la scopa cominciando a raccogliere
tutti i pezzi di vetro che poi buttò nel cestino. Prese la collanina, la foto e
il diario segreto che aprì
Lascio i miei ricordi in queste pagine scure
pregando che i ricordi scivolino via
Lascio il mio amore racchiuso in uno scrigno
sperando di non ritrovare più la chiave
Lascio tutto alle spalle…
e spero che il ricordo di lui si allontani da me
per non tornare mai più
Lo amo troppo per permettere che questo
accada spontaneamente
Quelle parole sbiadite dalle
lacrime vennero coperte dalla foto e dal peso della catenina. Kagome richiuse
il diario e prese lo scatolone sopra l’armadio aprendolo. L’odore della roba
vecchia le arrivò facendole venire la nausea ma, senza badarci, mise
accuratamente dentro il diario richiudendo la scatola
-Addio… Addio Inuyasha-
singhiozzò rimettendo la scatola sopra l’armadio –Addio…- Affondò il viso nel
materasso e lo circondò con le braccia. Tom richiuse piano la porta e ci
appoggiò la schiena sospirando.
E adesso?
Ore 18.00
Eve entrò nella camera della
ragazza e le si sedette a fianco
-Ehi Kagome?-
-Si Eve?- rispose alzando
gli occhi rossi dal letto
-Che ne dici di andare fuori
a mangiare qualche cosa?-
-Eve, mi sento uno schifo io
non…- Guardò l’orologio –Oh mio Dio…-
-Cosa?-
-Me ne ero totalmente
dimenticata!- sussurrò
-Cosa!?-
-In questi tre giorni non
sono andata a lavorare!-
-E tu te ne preoccupi? Non
canti in quel locale?-
-Già-
-Beh, dimmi dov’è dai- disse
alzandosi la ragazza
-Non è molto lontano da qui
ma… che vuoi fare?-
-Io vado e lavoro per te, tu
e Tom uscite- dichiarò
-No! Non posso farti
lavorare, mi sentirei in colpa!-
-Ma va!! Intanto ci vado io
finché non ti riprendi- disse aprendo l’armadio –Tu dimmi i dettagli intanto…-
-Che state facendo??- chiese
d’un tratto Tom apparendo da dietro la porta e entrando
-Aiuto qualcuno- disse la
ragazza tirando fuori una gonna e una maglietta
-Cioè?-
-Kagome deve pur andare a
lavorare, ma in questo periodo è…- La guardò -…diciamo impedita, quindi la
sostituisco fino a data da destinarsi!- spiegò veloce
-Ah, brava la mia ragazza-
la prese in giro Tom
-Quando lo dici ti odio-
sibilò Eve. Kagome scattò in piedi e si leccò le labbra dando loro le spalle
[…]
-Brava la mia ragazza- disse
lui sfiorandole con la punta delle dita la guancia. Lei si irrigidì
-Non sono… non sono la tua
ragazza- balbettò.
Lui alzò un sopracciglio e
lei distolse in fretta lo sguardo mentre le lacrime rischiavano di uscire
-È meglio che vai a dormire.
Hai tutti gli occhi rossi- disse lui dolcemente. Lei alzò lo sguardo stupita
dal suo tono di voce e lui la baciò a tradimento
[…]
[…]
-Eh si, sei proprio la mia
ragazza preferita-
[…]
Si avvicinò alla finestra e
sospirò a fondo
-Stop- sussurrò
-Comunque voi due questa
sera uscite- proclamò Eve
-Ne sarei felice, Kagome?-
La ragazza li guardò
-Ah, io passo… non ne ho
davvero voglia-
-Dai Kagome, così mi vieni a
vedere-
-Davvero, preferisco
dormire- disse scuotendo il capo
-Uff… però domani sera…-
Kagome abbozzò ad un sorriso
-Domai esco… che giorno è
oggi?-
-Giovedì cara…-
-Giovedì… già?- mormorò –Ah,
beh… allora se è Giovedì bloccati Eve, oggi è chiuso il locale…
-Scherzi?-
-No, avevo perso i giorni-
commentò e abbozzò ad un sorriso
-Kagome!- esclamò il
fratello entrando come una furia nella camera della sorella –Cosa vuoi mangiare
questa sera? Mamma sta andando a fare la spesa allora…-
-Fammi pensare… ho voglia di
tanta, tantissima carne- commentò
-Va bene! Allora, io vado
con mamma mentre il nonno, se hai bisogno, è al tempio-
-Perfetto-
-Ciao sorellina!-
-Ciao Sota- Il bambino uscì
richiudendo la porta e Kagome sospirò
-Cosa volete fare nel
mentre?- domandò sorridendo leggermente ma gli amici non ebbero tempo di
risponderle perché,improvvisamente, una voce li distrasse
-KAGOME!!!! CHE COSA STAI
FACENDO!? NOI DUE DOBBIAMO PARLARE!!- Kagome fissò, con occhi gli spalancati,
la finestra
-Ma chi diavolo…?- Eve si
avvicinò alla finestra e buttò la testa fuori guardando di sotto –Inuyasha!? E
adesso cosa vuole??-
-KAGOME MI HAI SENTITO
VERO!? ESCI FUORI DA Lì- La ragazza fece qualche passo indietro e prese la
manica di Tom
-Tom- sussurrò
-Stai calma Kagome, ora lo
mando via- disse risoluto il ragazzo
-KAGOME MALEDIZIONE VUOI
SCENDERE!?!?- Tom uscì veloce e Kagome si leccò le labbra mordendole
nervosamente mentre Eve la raggiungeva
-Adesso Tom lo manderà via,
non preoccuparti- la tranquillizzò quest’ultima
-Eve… io…-
Tom scese le scale mentre le
urla di Inuyasha lo incollerivano
-Dio mio questa volta lo
riempio di botte- sibilò e aprì la porta facendola sbattere –Inuyasha!!- gridò
raggiungendolo e prendendolo per il colletto –Il solito idiota, che credi di
fare!?-
-Voglio parlare con Kagome,
levati!! KAGOME!!-
-Ma cosa credi!? Che verrà
giù da te e ti lascerà pure parlare??-
-Tom, levami subito quelle
mani di dosso- lo minacciò il ragazzo allontanandolo da se con un gesto secco
-Come osi presentarti qua!?
Dovresti nascondere la tua faccia per il resto della tua vita!-
-Tu non sai niente!!- Il
nonno, richiamato dalle urla, si avvicinò frettolosamente ai due
-Ma che succede qua!? Che
state facendo!?-
-Io so più di te ragazzino!-
lo riprese Tom avvicinandosi a lui minacciosamente senza badare all’anziano
–Vedi di andartene alla veloce, chiaro!?-
-Lo farò solo quando avrò
parlato con Kagome e quando…-
-Ora basta- Kagome, seguita
da Eve, uscì dalla casa e guardò i due che corrisposero lo sguardo –Nonno, non
preoccuparti, risolvo questa cosa in un attimo… puoi tornare al tempio- disse
lei con voce più dolce
-Kagome ma…-
-Vai tranquillo nonno-
L’anziano annuì poi fissò Inuyasha che non schiodava gli occhi da Kagome, poi
se ne andò.
Inuyasha sorpreso guardò la
ragazza. Tom aveva ragione… La bellissima ragazza solare, vitale e con la gioia
negli occhi era scomparsa… Kagome era dimagrita, le labbra ridotte in una linea
sottile, gli occhi erano spenti e pieni di dolore.
Tom si allontanò velocemente
dal ragazzo e si avvicinò a Kagome
-Dovevi rimanere dentro Kagome,
avrei risolto la cosa in un attimo!- la rimproverò e fissò Eve con occhi
accusatori mentre lei alzava le spalle scuotendo il capo
-Tanto se non è oggi è
domani- disse e lo spostò da davanti a se avendo piena visuale del ragazzo
qualche metro più in là.
Era bellissimo, impeccabile,
come sempre. I capelli neri gli ricadevano dolcemente sulla schiena, i jeans
gli fasciavano le gambe, la maglietta il forte torace e metà di quelle braccia
che tante volte l’avevano strinta possessivamente, gli occhi, quelle pozze
scure, la fissavano con una espressione indecifrabile.
Non riusciva a trovare altro
aggettivo. Bellissimo, assolutamente bellissimo…
Lo amava ancora, tantissimo…
Ma quella farsa doveva avere termine e, se non voleva ricascarci di nuovo,
doveva dirgli tutto ciò che pensava per non soffrire più…
-Kagome senti…- Lei allungò
la mano e lui si fermò.
Sentire pronunciare il
proprio nome dalle sue labbra fu peggio che una pugnalata al cuore. Il suo nome
non le sembrava tanto bello e dolce quando lui la chiamava…
-Minimo due metri da me,
grazie. Chiama i tuoi compari, ne ho anche per loro- disse lei e gli voltò la
schiena irrigidita
-I miei…?-
-Sango e Miroku, che strano
che non siano venuti ad aiutarti a pararti il culo- disse –Eppure le altre
volte c’erano sempre vero?-
Si, ne aveva davvero anche
per loro e questa volta Sango, la sua migliore amica!, non se la sarebbe
cavata… assolutamente!
-Kagome…-
-Kujimawa, vediamo di
capirci al volo- sibilò lei lanciandogli uno sguardo ostile –Vedi di chiamarli
alla veloce, non ho molto tempo da sprecare- Inuyasha, senza parole, ubbidì e
il silenzio che seguì la breve chiamata fino all’arrivo dei fratelli fu lungo e
straziante per Kagome quanto per gli amici di vederla in quello stato
-KAGOME!!- Sango corse verso
la ragazza ma lo sguardo che le lanciò la bloccò sul nascere
-Vedo che non manca nessuno-
disse la ragazza
-Tom? Eve? Ma che ci fate voi qui?-
domandò Miroku guardando i due
-Sono venuto a picchiare una
persona- disse Tom fissando male Inuyasha
-Io seguo- commentò Eve
-Oh, sono tutte cazzate
ora!- ringhiò Inuyasha –Senti Kagome, mi dispiace per come lo hai scoperto va
bene? Te lo avrei voluto dire tante volte, ma non ne trovavo mai il coraggio e…
non volevo che lo scoprissi da qualcun altro, soprattutto dalla televisione e…-
Un sorriso ironico si dipinse sulle labbra di Kagome.
Era il momento… doveva
farlo! Doveva assolutamente!!
-Proprio non capisci vero
Kujimawa?- domandò –Davvero non capisci?- Scoppiò a ridere. Una risata fredda e
senza gioia –Mi fai ridere, davvero… mi fai proprio ridere! Mi fate tutti
ridere!- esclamò scuotendo il capo divertita. Gli lanciò uno sguardo ironico
–Non l’ho scoperto dalla televisione…- Inuyasha corrugò le sopracciglia confuso
–Avevo registrato quel programma, ma non l’ho visto subito, e sai? Ti ho fatto
pure un piacere… ho scoperto tutto da te, da te e da Miroku!-
-Ma come!?- chiese sorpreso
il ragazzo
-Dovresti controllare meglio
il passaggio del guardaroba quando dici cose così compromettenti sai!? Ho
scoperto tutto dal vostro dialogo, ho scoperto del vostro tradimento, di tutti
i COBRA e del tuo Sango… ieri pomeriggio non mi hai detto nulla di nuovo, anzi…
sei stata assolutamente ridicola- commentò
-Kagome, mi spiace! Io te lo
volevo dire ma…-
-Ho detto io ai ragazzi di
non dirti niente, perché volevo farlo io!- esclamò Inuyasha
-Ma ti prego… volevi solo
tenermi con te fino all’ultimo per divertirti, come fai sempre- disse la
ragazza acida –Ma guarda te… che cosa devo sentire! Già ad Amsterdam sapevi
tutto, ma avevi ben deciso di restartene zitto… tanto ero una delle tante,
quindi dov’era il problema?-
-No io…- balbettò Inuyasha
-I tuoi no evitameli, ti
prego, sono davvero patetici!-
-Kagome ascoltami… capisco
che tu sia sconvolta ma…-
-Miroku, vedi di chiudere la
fogna una volta ogni tanto, tu non sai un emerito cazzo di me e non sai
minimamente come mi sento quindi sta zitto!- disse guardandolo male, posò il
suo sguardo sulla ragazza al suo fianco –Sango, sei una vera stronza. La
prossima volta che ci vediamo, vedi di non rivolgermi neppure la parola,
Miroku, stessa cosa vale per te e… Kujimawa?- I due si guardarono e lei sorrise
ironica –Ti auguro una vita lunga e felice con quella povera ragazza che si
dovrà sposare con te- concluse –Oh, ma che bella liberazione! In un solo discorso
tre in meno, un vero record!-
-Kagome non puoi fare
questo!- scoppiò in lacrime Sango –Cosa credi!? Che non abbia sofferto a non
dirti nulla?- La ragazza guardò le lacrime di Sango scendere sulle sue guance
arrossate.
Quelle lacrime non la
toccavano minimamente… in quelle poche ore quelle lacrime non erano state
niente rispetto alle sue, al suo dolore…
-Davvero credi di
impietosirmi? Non me ne frega niente se hai sofferto o no… ti voglio lontana
dalla mia vita e questo è quanto… spera di non avermi in classe con te il
prossimo anno perché…- La ragazza scosse il capo –Non ti rivolgerò una sola
parola- commentò
-Non puoi fare così!- sibilò
Inuyasha
-Ecco guarda, tu sei
l’ultimo che deve dirmi come comportarmi- disse lei –Vedi di starmi su di
dosso, vattene e vedi di non tornare mai più- disse dandogli le spalle
-Kagome per piacere, sei
solo arrabbiata io… io non voglio perdere la tua amicizia-
-Un po’ tardi per pensare a
questo Sango e ora via dal mio cortile, non vorrei spazzarlo più del dovuto-
commentò malefica rientrando in casa e Eve la seguì veloce. Sango si appoggiò a
Miroku singhiozzando e il ragazzo le cinse le spalle con un braccio
-Andiamo Sango- mormorò lui
trascinandola via. Inuyasha strinse i pugni
-KAGOME!!!! NON CREDERE DI
CAVARTELA CON CERTE PAROLE! CON ME NON FUNZIONA DI CERTO!- Kagome si sedette
sul divano e si lasciò andare contro lo schienale rilasciando le lacrime
trattenute. Eve le si sedette a fianco e la strinse forte a se
-Inuyasha… ti prego vattene…
vattene…- mormorò Kagome singhiozzando piano
-KAGOMEEEEE!!!!!!- L’urlo di
Inuyasha si disperse nell’aria e l’ultima cosa che Kagome sentì fu il proprio
respiro affannoso e il sapore salato delle sue lacrime.
Una settimana dopo…
Kagome camminava spedita
lungo la strada. I pantaloncini corti bianchi e la maglietta chiara tradivano
il suo stato d’animo.
In quel momento i ragazzi di
5 erano sotto esame e lei sapeva benissimo che non mancava molto alla partenza
di Inuyasha.
Amen.
Doveva smetterla di pensare
a lui.
Kagome guardò l’orologio,
l’aereo di Tom e Eve per l’Inghilterra era partito da poco più di due ore.
Avrebbero voluto restare con lei più tempo, ma Kagome li aveva rassicurati.
Ora stava molto meglio e
doveva ricominciare ad andare avanti da sola, anche se sapeva non sarebbe stato
facile. La notte faticava a dormire e ogni tanto i ricordi la invadevano. Più
di una volta si era svegliata nel cuore della notte mandida di sudore, tremante
e con il viso inondato di lacrime…
Aveva la giornata piena quel
giorno e non poteva perdere un solo minuto, non poteva perdersi in quei
pensieri…
Essendo Giovedì quella sera
non doveva lavorare e le faceva comodo, ma doveva andare a scusarsi con loro e
a chiedere una cosa molto importante.
Quando le venne ad aprire
l’anziano proprietario lui le sorrise
-Ero certa che saresti
tornata, entra, vuoi qualche cosa da bere?- domandò lui. Kagome scosse il capo
entrando
-No signore grazie, volevo
solo scusarmi con lei e Mikado. Ho avuto un brutto periodo, mi dispiace di non
essere venuta, spero non ci siano stati problemi a causa mia- commentò
-Ma no no… Mikado era
davvero in pensiero ma… ha cantato lui questa settimana, vuoi andare a
salutarlo?-
-Ehm, si grazie ma prima
vorrei… vorrei chiederle una cosa- disse
-Ma certo, dimmi tutto-
-Kagome!?- La ragazza si
girò
-Mikado!- Il ragazzo la
raggiunse e la guardò
-Beh, vedo che stai bene-
commentò lui acido. Lei lo guardò scettica
-Si grazie, vedo che tu
invece sei il solito maleducato- sbottò e gli voltò le spalle –Tornando a noi…
un po’ di tempo fa mi aveva detto che aveva trovato una sostituta, è vero?-
-Ah, si… dovremmo
incontrarci tra qualche giorno così tu sarai libera-
-Beh, voglio accettare
completamente questo lavoro, non voglio che trovi una sostituta-
-Davvero?- chiese interdetto
l’uomo –Ma ne sei certa?-
-Assolutamente. Voglio
lavorare qua- concluse lei
-Beh allora… ok!-
-Un altra cosa- disse lei
–Vorrei non più smettere alle 22.30, vorrei fare tutto il turno-
-Cosa!?- Mikado scioccato
guardò lo zio che si era fatto serio
-Kagome, sei minorenne, non
chiedermelo- disse lui –Farai l’orario di sempre, ne riparleremo quando ne
avrai 18-
-Ma io me la sento davvero!-
-Kagome, ho delle regole io.
Non ti farò lavorare fino all’1 di notte- concluse. Kagome strinse i pugni poi
li rilassò
-Ok, ma tra due anni…-
-…ne riparleremo- disse
sollevato l’uomo
-Ottimo, i testi delle
canzoni poi… vorrei scriverli io- decise risoluta
-E ne sei in grado?- chiese
ironico Mikado
-Pensa per te che non ne
riesci a finire una- sibilò lei fissandolo male –E comunque per la musica della
chitarra dovremo vederci visto che non so nulla di codesto strumento-
-Va bene- Lei sospirò e
guardò l’orologio
-Ora devo andare, ci vediamo
domani intanto- disse e alzò la mano in segno di saluto
-Ciao Kagome-
-Signore… Mikado- Kagome
uscì dalla porta e i due si guardarono
-Beh? La lasci andare via
così?- chiese l’uomo. Mikado uscì e raggiunse Kagome fermandola per un braccio
attirandola verso di lui e stringendola
-Mikado…??-
-Scusami per prima, sono
felice che tu sia tornata e… che tu stia bene- disse allontanandola da se e
sorridendole. Kagome corrispose
-Grazie, sto abbastanza
bene…-
-Kagome… hai detto che vuoi
fare il tempio pieno tra due anni, vero?- Lei annuì
-Certo-
-Beh, se vuoi fino ad
allora… posso istruirti io…- Kagome lo guardò con sfida
-Va bene… se riuscirai a
starmi dietro…-
-Mi impegnerò- Lei sorrise e
si allontanò alzando la mano
-Allora a domani- Mikado si
appoggiò al muro e iniziò a ridere felice
-Ti amo Kagome… ti amo da
morire!-
Kagome aveva una sola zia,
la sorella di suo padre.
Single, 32 anni, una casa di
campagna a 10 minuti in autobus da Tokyo, completamente fuori di testa e si
vestiva come una ragazzina…
Con lei aveva avuto sempre
un rapporto discreto anche se, come tutti i parenti dalla parte del padre, non
potevano vedere di buon occhio la madre e il nonno di Kagome.
Pazienza.
Kagome guardò il suo
riflesso nel vetro dall’autobus che si muoveva lentamente.
Voleva cambiare, doveva
cambiare. Il primo passo lo aveva fatto, la parrucchiera aveva fatto un
eccellente lavoro.
Aveva i capelli scalati e
più corti, fino alle spalle, le manche rosse rendevano i sui capelli lisci
splendenti sotto il sole. Gli occhiali da sole scuri grandi le coprivano i
grandi occhi grigi. Meglio così, gli aveva sempre odiati anche se in molti li
invidiavano…
Quando arrivò davanti alla
porta della casa di sua zia esitò.
Cosa fare?
Forse stava correndo troppo…
forse avrebbe fatto meglio ad aspettare!
Ma comunque ormai era lì…
-Tesoro, se hai dei problemi
ti consiglio di levarti di torno, non ho tempo da perdere!- La voce della zia
la distrasse facendola voltare.
Indecente.
32 anni ed era assolutamente
indecente!
Indossava dei sandali avorio
alti, le gambe nude erano lasciate scoperte dalla minigonna rosa a vita bassa,
la pancia totalmente scoperta e un top in tinta che faceva intravedere il
prosperoso decolté, i capelli neri riccioluti le scendevano impeccabili lungo
le spalle nude e il grande cappello di paglia incorniciato da un nastro rosso
la riparava dal sole, il rossetto rosso fuoco, l’ombretto con i brillantini e
la matita nera, risaltavano i suoi occhi di un grigio intenso.
-Ciao zia- disse Kagome
-A cosa devo l’onore?-
domandò lei posando a terra il vaso con dei germogli
-Ho bisogno… di un aiuto…-
commentò Kagome. La donna la guardò alzando le sopracciglia scure che fecero un
arco elegante sulla sua delicata fronte
-Ma certo, entra pure,
tesoro… come sta Sota?-
-Bene- commentò Kagome
entrando nella casa color panna
-Ma certo… e tua madre?-
chiese ironica e infastidita
-Non sono qua per parlare di
mamma o del nonno, zia! Posso avere la tua attenzione?- La donna posò il
cappello sul tavolo della cucina
-Ma certo, ti ascolto-
Kagome sospirò
-Ho bisogno di alcuni tuoi
vestiti, abbiamo la stessa taglia, e tu ne hai così tanti che non ti
dispiacerà… spero- La donna scoppiò a ridere
-Che c’è Kagome?? Tu non eri
la santa della famiglia??-
-No zia, non lo sono più da
un pezzo! Insomma, vuoi darmeli o no?-
-Come mai? Siete sul
lastrico o non li vuoi prendere perché a tua madre verrebbe un infarto?- Kagome
evitò di rispondere e seguì la donna su per le scale di pietra. Entrò nella
stanza della donna che aprì l’armadio
-Puoi prendere tutto quello
che vuoi, io sono di sotto tesoro-
-Grazie mille zia- mormorò
Kagome. La donna la guardò e il telefono squillò impazzito
-Non c’è di che, comunque
era ora che ti dessi una svegliata. Hai sempre avuto un pessimo gusto in fatto
di abiti!- E detto questo la lasciò sola. Kagome guardò tutti i vestiti davanti
a lei.
Minigonne invisibili. Top
aderenti e corti. Pantaloncini che chissà che coprivano…
-Ottimo… La nuova Kagome,
sta arrivando- sussurrò e prese fuori tutto ciò che le piaceva iniziando a
provarselo…
Una settimana
dopo Inuyasha partì.
Ricordo quel giorno come se fosse ieri
e non come se fossero passati tre anni…
Anche a distanza di così tanto tempo, il ricordo di
lui è vivido in me
All’aeroporto lo avevano raggiunto i giornalisti che
lo avevano intervistato
Vederlo lì, davanti alle telecamere,
mi procurò un dolore immenso…
piansi così tanto che ancora oggi, il vederlo
partire,
provoca fitte dolorose…
già, perché lo registrai.
Si, lo so…
il mio si chiama
masochismo…
Quello stesso Lunedì,
diedi per sempre addio
al piano
e alla scuola Sainfowl
Fine seconda parte
Eccoci alla fine... vi aspetto nel sequel… e questa volta vi aspetto TUTTI!! ^______^
All’ultima parte dunque!
Ma prima XD regalino!!
[La giovane chiuse gli occhi
con forza, sentendo le lacrime che pulsavano, bruciando, ma riuscì a
ricacciarle indietro risoluta.
No.
Controllo Kagome, controllo.
La ragazza voltò lo sguardo
guardando i visi ansiosi di Rin, Koga, Miroku e Sango. I suoi occhi si posarono
sulla figura distante solo qualche metro.
Grosse gocce di pioggia
scesero dal cielo mentre un tuono il lontananza rompeva il silenzio creatosi.
-Inuyasha-
Un sussurro, un nome, mille
emozioni]
Sperando che vi aizzi XD
Un bacio
Amber