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Autore: AyrinL    07/04/2013    3 recensioni
AU Seblaine, long tratta dal film One Day.
Blaine e Sebastian sono migliori amici fin dai tempi del liceo. Cosa accadrà ai due nel corso degli anni? Quanto tempo ci vorrà prima di capire che sono fatti l'uno per l'altro? Cosa riserverà per loro il destino?
"- Blaine, gli amici ti chiedono come stai, anche se poi non gliene importa davvero a nessuno. I migliori amici invece parlano con te esattamente come un bravo psicologo che scava nell’animo di un suo paziente. Solo che lo fanno gratis."
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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15 luglio 2000

 


Quando pochi mesi prima Blaine trovò nella cassetta delle lettere un invito al matrimonio del suo vecchio compagno Warbler, Trent, un’ondata di eccitazione lo pervase: un matrimonio è sempre una scusa perfetta per concedersi una vacanza. Sarebbe tornato in Ohio, dove si sarebbe tenuta la cerimonia, avrebbe passato un po’ di giorni con i suoi genitori e con i suoi vecchi amici di scuola e si, sarebbe stato un po’ come tornare ai vecchi tempi.
Ma quell’istante di gioia si estinse subito, quando al telefono Trent gli disse che sarebbero stati presenti tutti i Warbler, ma proprio tutti, al suo matrimonio.
- Anche Sebastian?
- Anche Sebastian, accompagnato dal suo nuovo compagno.
Blaine cercò di non pensarci, ma era più forte di lui: il fatto che avrebbe rincontrato Sebastian da vicino dopo tanto tempo lo angosciava e lo destabilizzava. Doveva dirgli qualcosa? Fare qualcosa?
O semplicemente poteva evitarlo?
Come poteva restare calmo con Sebastian a pochi metri da lui? E per giunta col suo compagno!
Era sempre così, era sempre stato così: Sebastian era l’unico in grado di smuoverlo, di dargli quei piccoli grandi tormenti e quei nodi allo stomaco. Non sarebbe mai stato psicologicamente pronto a quell’incontro, e poi si sa: la vita è imprevedibile e un conseguirsi di colpi di scena scoordinati, ed era proprio questo a spaventarlo.
Chissà come avrebbe reagito Sebastian. Chissà come avrebbe reagito lui, che in quel periodo non faceva altro che farsi domande su domande sulla popria esistenza.
Blaine cercava di proteggersi da qualcosa, ma non sapeva di preciso cosa fosse quel mostro che lo gettava nell’insicurezza e nel dubbio. Si chiedeva perché fosse toccata a lui tutta quell’angoscia esistenziale, come se si fosse addossato tutte le domande che gli altri non si ponevano, tutte quelle sensazioni che nessuno provava perché troppo impegnati a vivere la vita giorno per giorno. Certe volte si sentiva così fuori posto e terribilmente diverso, ma ormai ci aveva fatto l’abitudine a quella veste. Scappare, si diceva, sarebbe bello scappare da quella Londra che per lui aveva perso tutti i suoi colori, e andare via, lontano, là dove il sole infiamma un cielo così azzurro da far piangere, là dove non vi sono nuvole o temporali. Ci voleva qualcosa che gli riportasse l’estate nel cuore. Magari un viaggio con biglietto di sola andata.
Avrebbe voluto essere anestetizzato dai sentimenti, ma quella volta la tattica del “fuggi la realtà” non avrebbe funzionato. Nelle sere solitarie di quel nuovo millennio che con sé non aveva portato nulla di nuovo, gli bastava rifugiarsi nei libri, nelle storie, tuffarsi in roba inesistente , immaginare di vivere in un’epoca lontana … Blaine era diventato il fantasma di se stesso.
Ci volle quel matrimonio per risvegliarlo.
Blaine cercò di distrarsi con il lavoro, correggendo compiti, partecipando alle assemblee e passando lunghi pomeriggi con i bambini della sua classe. Gli piaceva quel lavoro, adorava i suoi alunni e otteneva ben molte soddisfazioni. Se ripensava al suo vecchio lavoro al locale messicano, sentiva di nuovo la nausea allo stomaco per l’odore di cibo fritto che gli restava sempre appiccicato anche dopo dieci docce.
Di certo aveva altri progetti per sé, ma poteva andargli anche peggio.  Trovava sollievo nella compagnia di quelle piccole pesti che gli donavano ogni giorno un sorriso; si sentiva meno solo di quanto fosse realmente.
Comunque, un piccolo passo verso un grande cambiamento, Blaine l’aveva già fatto. Quando più di un anno prima, Kurt gli consigliò di inviare i suoi scritti a qualche casa editrice, pensò fosse una cosa assolutamente  folle. Avanti, lui uno scrittore? Amava scrivere, certo, ma era un’attività fine a se stessa: a lui non interessava pubblicare e guadagnare, a lui importava scaricare la sua tensione su un foglio di carta come se fosse una spalla su cui piangere.
Poi, un giorno come tanti, si disse che non aveva nulla da perdere, ormai. E così fece: prese alcuni indirizzi di case editrici, così, senza un nesso logico, a caso. Non si aspettava nulla, aveva solo commesso una piccola pazzia – o per lo meno così poteva essere definita secondo i suoi standard – e non si faceva troppe illusioni, ne si dava false speranze.
E così, dopo due mesi di paure e tentennamenti, il giorno del matrimonio arrivò. Blaine atterrò in Ohio la sera prima.  Nonostante fosse ancora stanco per il fuso orario, il mattino si svegliò prestissimo: non riusciva a dormire all’idea che avrebbe incontrato Sebastian. Quei sessanta giorni erano passati lenti, il tempo sembrava dilatarsi ogni minuto di più.
Blaine era già dentro la chiesa, intento a salutare i suoi vecchi amici, quando  incrociò il suo sguardo con quello di Sebastian, appena entrato nell’edificio. Sebastian sostava fermo, rigido.
Quegli occhi. Quegli occhi verdi annientavano tutte le cose negative che il suo cuore doveva sopportare ogni giorno. Aveva dimenticato quella sensazione, la sensazione di avere quelle iridi cangianti addosso, il sentirsi così confusi ma allo stesso tempo così bene. Capì, in quel momento,che gli era mancato troppo, in un modo che non era concepibile. E sentiva che era così anche per Sebastian: lo sguardo che si scambiarono, seppur breve e appena percettibile, fu intenso, uno scambio di parole non dette per troppo tempo.
Sebastian alzò un po’ la mano, salutandolo. Blaine ricambiò accennando un sorriso.
I due presero posto lontano, ma Blaine, dietro di lui, non riusciva a togliere gli occhi dal suo collo lungo, e Sebastian sentiva quello sguardo su di sé, e più volte si voltò per guardarlo. E il resto del mondo non c’era. Non c’era neanche Thad al suo fianco che seguiva con gli occhi lucidi la cerimonia.
Nessuno dei due ascoltò ciò che stava succedendo in quella chiesa. Erano attratti l’un l’altro come una calamita, perché troppo anni erano passati e, nonostante la lontananza, il filo del loro rapporto non si era spezzato.
Blaine voleva riabbracciarlo e scoprire la persona che era diventata Sebastian, perché sapeva che era cambiato.
E Sebastian, voleva sapere cosa si era perso in tutto quel tempo sprecato per colpa del suo carattere, del suo orgoglio, del suo tutto.
Blaine cercò di concentrarsi sulla cerimonia, ma ogni tentativo fu vano. Più volte Sebastian fece finta di voltarsi per andare alla ricerca di un qualcuno, ed ogni volta i loro occhi si incrociavano mandando scintille.
Ma anche dopo la cerimonia, non si avvicinarono subito. O per lo meno, non del tutto.
Blaine era troppo timido.
Sebastian si sentiva inadeguato.
Cenarono entrambi con un nodo allo stomaco.
E come ogni matrimonio che si rispetti, arrivò il momento del primo ballo, poi si aprirono le danze, i due novelli sposi decisero che anche un karaoke fosse appropriato.
E i due, intanto, si avvicinavano sempre più, pericolosamente, ma sempre cauti, lanciandosi occhiate di tanto in tanto.
Ma ogni volta che Sebastian cercava di farsi più avanti, qualcuno lo fermava, chiedendogli di presentare il suo ragazzo.
- Sebastian! Non mi dire! Hai il fidanzato!
Sebastian guardò torvo Nick, il suo vecchio compagno.
- Si, Jeff. Le persone crescono.
E si allontanò prendendo Thad al suo fianco per il braccio, troncando la conversazione.
- Non mi dire, ti sei fatto anche lui.
- Cosa?
- Ogni festa, matrimonio o qualsivoglia cerimonia a cui partecipiamo, in qualsiasi angolo del mondo in cui ci troviamo, c’è qualcuno che ti sei portato a letto. Dimmi, anche lo sposo?
- Cosa?! – Sebastian si affogò col bicchiere di champagne appena portato alla bocca. – Trent? Dio mio Thad. E comunque, è vero, ho avuto una vita amorosa molto intensa, ma cosa posso farci, l’importante è che adesso è passato.
Sebastian fece un sorrisetto malizioso e Thad sbruffò fintamente offeso.
Nel frattempo, gli ospiti si intrattenevano cantando con la sposa sulle note di “Angel”. Quella musica stucchevole gli dava la nausea, ma chissà per quale ragione, Thad si unì a tutti gli altri cantando a squarciagola.
Lo fissò per un momento da lontano, quando percepì, accanto a lui, la presenza di Blaine.
Si pietrificò, non sapeva cosa fare. E Blaine, del resto, non sembrava voler collaborare. Con lo sguardo fisso sul pavimento, si torturava i lembi della giacca e cominciò a muoversi nervosamente.
“ Fatti coraggio, Seb.”
Sebastian si avvicinò all’orecchio di Blaine, il quale trasalì immediatamente per quel contatto.
- Ce la filiamo?
Blaine non poté far che sorridere, sciogliendosi alla sensazione del calore del corpo del suo amico così vicino.
- Si, ti prego!
Blaine seguì Sebastian fuori dal locale, per poi imboccare un corridoio e salire delle scale che portavano sul tetto. Era buio, solo la luce della Luna illuminava flebilmente i loro volti. Tutti i rumori della festa erano spariti, di sottofondo vi erano solo i loro respiri fatti pesanti.
Sebastian si accese una sigaretta.
- Se non ti conoscessi e volessi provarci con te ti avrei offerto una sigaretta, ma ti conosco troppo bene per sapere che ci tieni alla tua salute e non hai mai fumato in tutta la tua vita.
Ispirò. Blaine accanto a lui cominciò a ridacchiare e si appoggiò al cornicione. Diede un’occhiata in basso: si trovavano molto in alto ed ebbe un senso di vertigine. Pensò che in quel momento si sentiva proprio così: esposto, esposto dopo tanto tempo alla vita. Quindi era giunto il momento di lasciarsi andare, di scollarsi tutta quella paura di dosso. Ormai Sebastian era lì, non poteva rischiare di perdere quell’occasione per… per fare cosa poi? Parlare? Tornare amici? Blaine non aveva ancora idea di ciò che sarebbe successo. Per una volta non avrebbe pianificato nulla, e avrebbe lasciato le cose al caso. Tossicchiò, per poi fare un grosso respiro, come a farsi coraggio, e cominciò a parlare.
- E così… hai il ragazzo.
- Sei la decima persona che mi fa questa domanda oggi, è tanto difficile da credere?
Blaine lo guardò ridendo e incrociando le braccia.
- Sinceramente? Si.
- Beh… sai com’è … le orge non ti tengono al caldo la notte…
- E non si prendono cura di te quando sei vecchio.
Sebastian annuì, meravigliandosi di se stesso e del cambiamento che aveva subito nel corso degli anni. Continuò a fumare, in cerca delle parole giuste da dire.
- Cosa hai fatto in questi anni, Sebastian?
Il francese si mise accanto a Blaine, appoggiato con la schiena al cornicione, una leggera brezza scompigliava i capelli sulla sua fronte.
- Sono andato avanti. Mi sono rifatto una vita, sono cambiato. Tutto sommato sono soddisfatto di me stesso.
Blaine si staccò, ponendosi di fronte Sebastian. Gli sorrise, nel modo più naturale che poteva.
- Mi sei mancato, Seb.
E poi, accadde qualcosa che nessuno dei due aveva previsto. Forse fu la Luna, forse il buio, o forse furono proprio le iridi dorate di Blaine che sprigionavano quel mondo fantastico che aveva dentro di sé da offrire al mondo.
Ma, senza che l’avesse programmato, senza che potesse fare qualcosa per fermarsi, Sebastian si avvicinò, prese il suo viso tra le mani e lo baciò.
E non come quella notte del 1988, in modo appassionato e furente.
Pose delicatamente le sue labbra su quelle di Blaine, assaggiandole, esplorandole, prendendosi tutto il tempo necessario, come se non fosse esistito più nessuno sulla faccia della Terra, ma fossero rimasti solo loro due. E in quel momento, gli anni passati nel silenzio, nell’angoscia, nelle mancanze, sparirono. Come se non fosse successo nulla. In quel momento, nella loro testa c’erano solo i ricordi felici. Gli anni al liceo, la vacanza in Francia, le lunghe telefonate al telefono.
Blaine si alzò sulle punte facendo pressione sulle labbra di Sebastian e stringendosi a lui. Gli girava la testa, il cuore batteva a mille e poteva sentire il battito di Sebastian fare lo stesso. Blaine sorrise nel bacio, staccandosi un secondo per riprendere fiato. Strinse tra le sue mani i capelli di Sebastian, avvicinandosi nuovamente e riprendendo il bacio. I due si esplorarono in un modo che non credevano possibile, Blaine sentiva di sciogliersi sotto il tocco di Sebastian, il quale fece scendere le sue mani sulla schiena. Adesso le braccia di Blaine erano raccolte intorno le spalle di Sebastian, cominciando ad approfondire ancora di più quel bacio.
Ma, nonostante il suo corpo rivendicasse le labbra di Sebastian, la mente di Blaine lo fece staccare dal corpo del suo amico. All’improvviso, la realtà era ripiombata sulle loro teste. Un forte chiasso proveniente dalla sala dove era in corso la festa lo fece tornare sulla Terra. Blaine si staccò con uno schiocco sonoro, e fissava confuso Sebastian. Quelle labbra rosse lo tentavano, voleva con tutto se stesso  riavvicinarsi al corpo del suo amico, perché lì, tra quelle braccia, il mondo era diventato perfetto.
Tremava, la brezza estiva diventò freddo pungente che penetrava fin dentro le sue ossa.
- Seb… noi… non possiamo.
E Sebastian lo guardò confuso, deglutì e abbassò lo sguardo, perché anche lui adesso sentiva il peso della realtà che lo richiamava. C’era Thad  giù che lo aspettava, e tutto quel tempo che era passato tra di loro? Si poteva cancellare con un semplice bacio?
Tutto era confuso. L’unica cosa che riuscì a vedere, fu Blaine che si staccava da lui per tornare indietro.
Senza il corpo del suo amico vicino al suo, faceva terribilmente freddo. Il vuoto metteva le vertigini.
Ed eccoli lì, esattamente come vent’anni prima, un bacio interrotto per evitare il precipitare delle cose, un bacio interrotto per colpa delle troppe domande, per evitare i cambiamenti, perché, in fondo, a nessuno piace restare perennemente in bilico.
   
 
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