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Autore: Fateless    07/04/2013    3 recensioni
dal capitolo due:"Ritorno a casa verso le quattro di mattina. Mi dirigo verso la mia stanza con l'unico mio compagno: il silenzio. Sono di nuovo solo. Ed è pesante, mi opprime, mi da quasi fastidio. Apro il primo cassetto del comodino, ci sono le loro foto. Le persone più importanti della mia vita. Una chissà dove e l'altra in paradiso."
dal capitolo tre:"-non si fuma muori prima!- mi urla dietro Danny. E quando mi giro per guardarlo male mi accorgo che ne ha una tra le labbra pure lui. Quel ragazzo mi fa morire. "
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-merda, abbiamo dato buca a quel James...- dico io con le lacrime agli occhi. 
 
-tieni qua sto fazzoletto e non preoccuparti di nulla Ben...- dice lui consolante con un fazzoletto in mano.
 
Sono passate tre ore e i miei occhi non vogliono smettere di lacrimare... Meno male che c'è lui... Danny.
 
-hey Ben scusa, ma ora devo andare a casa.. - mi dice lui dispiaciuto.
 
-ah.. ok, si meglio, fra poco arriva mia madre, preferirei che non ti vedesse. - rispondo guardando il pavimento.
 
Scendiamo le scale, lo abbraccio, lo saluto, non vorrei lasciarlo mai, gli do un bacio sulle labbra e apre la porta. 
 
-ciao Bruce-
 
-ciao Worsnop...-
 
Chiudo la porta, sono solo. Ancora. Mi dirigo verso la cucina, prendo un sacchetto di patatine e mi tuffo nel divano, accendo la televisione e rimango lì in stato vegetativo per circa mezz'ora. Dopo il mio sguardo si sposta verso le fotografie sopra il nostro caminetto. Io da piccolo, io e mia madre, mia madre e suo marito, il loro matrimonio. Mi fa schifo. E in quel momento provo solo rabbia, nemmeno un briciolo di tristezza, solo fottutissima rabbia... Mi alzo di scatto e inizio a scaraventare per aria quelle odiose fotografie, per poi passare ai soprammobili, alle sedie. Mi fermo quando mi rendo conto di quello che sta succedendo. Attorno a me regna il caos, solo confusione. Tutto per aria. Sembra il campo di battaglia di una guerra combattuta con me stesso, o forse una rivolta verso quelli che mi hanno rovinato la vita. 
 
-Ben che hai combinato!- urla mia madre. Nemmeno l'avevo sentita. Mi volto verso di lei, che stringe i pugni e mi guarda con gli occhi spalancati. Io sono tranquillissimo, anche troppo. 
 
-niente- rispondo fissandola intensamente negli occhi.
 
-tu sei pazzo...- sussura lei, non ha la forza di gridare.
 
-e tu una lurida stronza puttana- rispondo senza nessun briciolo di pietà, prima di sentire la sua mano scontrarsi con la mia guancia. Non provo nessun dolore, nessun tipo di sentimento, nemmeno l'odio...
 
-mi hai rovinato la vita... mi hai tolto un padre... sei stata egoista per tutto questo tempo... mi hai cresciuto raccontandomi solo bugie...-
 
-Ben credimi non è vero. Era tutto per il tuo bene.-dice lei prendendomi per le braccia e scuotendomi.
 
-no, era solo per il tuo bene.- dico puntandole il dito contro prima di andare in camera mia a fare le valigie. 
 
Scendo le scale con due valigie e la mia chitarra sulle spalle. 
 
-dove pensi di andare eh?- mi chiede lei.
 
-via da te- rispondo. Non mi ferma, non dice nulla, a mio parere è quasi felice, non versa nemmeno una lacrima. Mi ero immaginato molte volte questo momento, me la immaginavo inginocchiata per terra a scongiurarmi di restare addossandosi tutte le colpe. 
Mi avvicino alla porta d'ingresso, la apro, mi guardo indietro per l'ultima volta. E' in piedi davanti a me, appoggiata al muro della cucina. 
 
-ciao Elizabeth.- dico.
 
-ciao Benjamin.-
 
Furono le ultime parole che rivolsi a mia madre. 
 
 
Busso alla porta di Danny. La apre, prima guarda me e dopo le valigie e senza fare una domanda dice:
 
-si puoi stare da me.-
 
Entro, mi sono sempre sentito bene in casa sua, nella mia, o meglio, in quella di mia madre, mi sentivo quasi un estraneo...
 
-hey Ben!- dalla cucina esce sua madre, che mi abbraccia sorridendo. 
 
-mamma, Ben sta passando un momento difficile e...- introduce Danny.
 
-sono andato via di casa, si, mia madre lo sa, mi potete ospitare fino a quando troverò una casa?- dico io evitando domande da parte sua.
 
-ma certo caro- mi guarda con occhi comprensivi, come se veramente mi capisse...
 
-Danny vai a sistemare la tua stanza...- dice a suo figlio.
 
Quando sentiamo i suoi passi allontanarsi mi prende la mano e mi dice sottovoce:
 
-alla tua età ho lasciato anche io casa mia...sono scappata dalla mia famiglia. So quello che stai passando.- mi lascia la mano e ritorna in cucina. 
 
Vado in camera di Danny, appoggio i miei "bagagli" e lo abbraccio da dietro, mentre lui è intento a creare uno spazio nel suo armadio per i miei vestiti.
 
-hey...- dice lui sorridendomi.
 
-hey...-rispondo con una guancia appoggiata nella sua spalla. 
 
-tua madre sa di noi?...- chiedo titubante.
 
-mmm, no.- risponde- avrei un po' paura che lo dicesse ad esempio a mio padre.- 
 
-ah..- 
 
-ti dispiace che lei non lo sappia?- chiede preoccupato.
 
-nono anzi, meglio così, meno casini.- lo guardo sorridente per poi dargli un bacio sul naso.
 
Ci addormentiamo abbracciati, mi sento bene, quasi felice, avvolto ta le sue braccia, cerco di non pensare ai problemi per un'istante. Ma ci ricado, inciampo nei miei pensieri tristi e malinconici, nei ricordi. E piango, silenziosamente. Prima di sentire la mano di Danny accarezzarmi la guancia  e poi la mano.
 
-tranquillo, andrà tutto bene, ora ci sono io, e ci sarò sempre.- 
  
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