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Autore: Mels_36    07/04/2013    5 recensioni
Ci si può innamorare in una settimana? Sebastian e Thad proveranno a scoprirlo, attraverso paternità, alcool, Scandals, incubi, balli, tatuaggi e divise scolastiche!
Dal capitolo 2: "Posò il suo sguardo sul volto di Thad che, dopo avergli sistemato il braccio, si era sporto verso di lui per disinfettargli il taglio sul sopracciglio; Sebastian si accorse che nel farlo aveva inavvertitamente posato la mano sul suo fianco.
Calore.
Quella mano con un semplice tocco stava trasmettendo al suo corpo una sensazione di calore e di serenità; se avesse potuto, Sebastian avrebbe fatto in modo di non privarsene mai.
"
[Thadastian Week 2013]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood, Warblers/Usignoli | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo della minilong: One Week Notice (Una Settimana Per Innamorarsi)
Rating: Verde
Genere: Commedia, Fluff, Romantico
Pairing: Sebastian/Thad
Avvertimenti: Questa raccolta è ambientata in un settimana imprecisata tra la 3x14 e la 3x22.



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Tattoo
('Cause I think I'm falling in love)

 

Thad si passò una mano tra i capelli, pensieroso, mentre camminava lungo i corridoi della Dalton. Quella mattina David aveva indetto una riunione straordinaria dei Warblers, dopo essersi assicurato che gli altri due Capi-consiglio – lui e Nick – e il Capitano – Sebastian – fossero presenti. Ma era pur sempre un sabato mattina, perciò molti studenti erano tornati a casa; alla fine si erano presentati solo in otto e avevano dovuto rimandare la discussione sulle questione esistenziali – cosa cantare due settimane dopo quando sarebbero andati in visita alla casa di riposo di Bellefontaine – a favore di una ben più desiderata nullafacenza.

In sintesi, avevano passato il tempo a cantare: Nick, Jeff e David si erano cimentati in Everybody Talks dei Neon Trees, Flint e Richard avevano optato per un classico di Katy Perry, Firework, e Trent, con molta timidezza, aveva scelto di cantare I’m Yours di Jason Mraz, ricevendo un calorosissimo applauso alla fine dell’esibizione.

Ad un certo punto, Sebastian si era alzato in piedi e aveva fatto cenno a Thad di raggiungerlo, chiedendogli di scegliere una canzone da interpretare insieme. L’aveva colto talmente alla sprovvista che Thad si era ritrovato a boccheggiare, senza sapere cosa rispondere; alla fine aveva ripensato all’ultimo CD che aveva ascoltato, Who we are dei Lifehouse e aveva suggerito First Time, senza reale convinzione. Sebastian era sembrato sorpreso da quella scelta, ma non aveva detto nulla; si era semplicemente limitato ad annuire e avevano iniziato a cantare, facendo finta di non notare le strane occhiate che il restante dei Warblers rifilò loro durante l’esibizione. Alla fine ricevettero gli applausi, anche se questi furono inframmezzati da qualche risatina e addirittura da un’occhiolino da parte di Nick.

Appena sciolta la seduta, Thad era scappato subito via, approfittando del fatto che David avesse bloccato Sebastian e Jeff per discutere di eventuali passi da usare nelle prossime coreografie.

Non si era accorto mai realmente accorto del vero significato di quella canzone; l’aveva sempre canticchiata distrattamente, lasciandosi trascinare dal ritmo e non riflettendo sulle parole che pronunciava. Ora che, tuttavia, si rendeva conto che l’argomento trattato era un amore che stava nascendo, sarebbe semplicemente voluto sprofondare nel pavimento: non solo l’aveva cantata con Sebastian, ma era stato persino lui a proporgliela.

Un errore in buona fede.

Entrò nella propria stanza sentendosi avvolgere dallo sconforto; aveva decisamente bisogno di una doccia rilassante sotto la quale potersi perdere nei propri pensieri.

***

Quando il getto d’acqua colpì il suo volto, si ritrovò a riflettere su come la sua relazione con Sebastian fosse evoluta durante quella settimana;  erano passati dall’essere dei semplici compagni di stanza ad amici, e da amici a...

A cosa? Siamo amici, punto.

Certo, era difficile negare che, ogni volta che chiudeva gli occhi, la sua mente visualizzava l’immagine di Sebastian Smythe, dei suoi occhi verdi e del suo maledettissimo ghigno diabolico, che avrebbe voluto cancellare a forza di baci; ma non era possibile, lo sapeva bene, quindi doveva semplicemente smetterla di illudersi.

Una volta finita la doccia, afferrò l’asciugamano e se lo strinse intorno alla vita; sgattaiolò fino alla porta e, dopo essersi assicurato che Sebastian non fosse ancora tornato, si incamminò verso l’armadio per prendere dei vestiti puliti. Si fermò un attimo davanti  lo specchio, ruotando appena il busto e sospirando pesantemente: ancora doveva abituarsi a quel coso permanente che aveva all’altezza della scapola, e dubitava fortemente che prima o poi ci sarebbe riuscito.

  “Ma bene, Harwood. Vedo che abbiamo dei segreti.”

Thad sussultò spaventato, sentendo la voce di Sebastian giungere fino a lui; si girò solo per constatare che il suo compagno di stanza era tornato, e ora lo stava fissando, appoggiato al muro con le braccia incrociate.

  “N-non è un segreto.”

Sebastian si staccò dalla parete con nonchalance e si avvicinò, senza smettere di fissarlo.

  “Allora spiegami perché non me ne hai parlato.”

Thad distolse lo sguardo dal suo; non aveva semplicemente la forza per sostenerlo.

  “E’ il risultato di una scommessa persa l'anno scorso.”

Sebastian piegò la testa di lato e lo scrutò con curiosità. “Una scommessa?”

   “Una scommessa, sì. Con Richard.” Sebastian trattenne una risata e aprì la bocca per fare un commento in merito, ma Thad lo fermò sul nascere. “Se stai per dire che non avrei dovuto perché ogni scommessa con Richard è persa, l’ho scoperto a mie spese.”

Sebastian continuò a ridacchiare, senza riuscire a controllarsi.

  “In cosa consisteva?”

Thad alzò gli occhi al cielo. “Devo raccontarti proprio tutto?”

  “Mi sembra il minimo” disse Sebastian, lanciando un’occhiata – l’ennesima– al suo petto nudo.

  “Avevavamo scommesso su chi sarebbe riuscito a fregare per primo il martelletto a Wes” sospirò Thad, quasi gli costasse ricordare quell’episodio e quanto caro avesse pagato l’aver scommesso con tanta leggerezza. “In teoria io dovevo essere facilitato dal fatto di averlo accanto al tavolo dei Capi-consiglio, ma ovviamente... Richard è imprevedibile.”

  “E quindi, se ho capito bene” Sebastian fece pericolosamente qualche passo nella sua direzione, fermandosi solo quando fu arrivato a pochi centimetri da lui “il prezzo della scommessa era un tatuaggio a forma di squalo sulla spalla.”

Thad annuì, poi ci ripensò: “In realtà doveva essere un delfino, ma Richard all’ultimo momento ha deciso di mostrarsi magnanimo nei miei confronti.”

Sebastian sfoderò il suo solito ghigno, mandando completamente in bianco il cervello di Thad; qualsiasi ragionamento, qualsiasi pensiero coerente e sensato in quel momento era completamente scomparso.

  “Beh, Harwood, credo che mi toccherà ringraziare James.” Fece scorrere le dita sul tatuaggio, facendo rabbrividire Thad. “Questo piccolo marchio ti rende terribilmente sexy.”

  “S-sebastian, che stai facendo?”

Thad era incredibilmente confuso; non sapere quale fosse l'obiettivo dell’altro, inoltre, lo turbava profondamente.

  “Non vorrai farmi credere che hai scelto quella canzone per caso, Harwood.” Posò le sue labbra sul tatuaggio, e Thad sentì la pelle bruciare a quel lieve contatto. “E quella piccola allusione che hai fatto al mio fondoschiena ieri sera... Pensi forse che l’abbia dimenticata?”

  Thad chiuse gli occhi. “Ti ricordo che l’idea del duetto è stata tua...”

Non aggiunse nient’altro, troppo concentrato ad assaporare le labbra di Sebastian che si erano posate sulle proprie. Fu un bacio lungo, intenso, che nulla aveva a che fare con quel lievissimo contatto che avevano avuto poche sere prima allo Scandals; Thad si aggrappò alle spalle di Sebastian, che lo spinse contro il muro per poi posare le mani sui suoi fianchi e spingerlo verso di sé.

Si staccarono solo quando si fece sentire il bisogno di ossigeno; entrambi mantennero gli occhi chiusi, godendosi quel momento.

  “Harwood, devo confessarti una cosa.”

Il cuore di Thad si mise a martellare con forza. “Dimmi.”

  “Anche io un ho un tatuaggio, sai?” Prese una mano di Thad e se la fece scivolare sotto la camicia. “Perché non ti impegni a scoprire dove?”

Thad lasciò che le sue dita sfiorassero il ventre di Sebastian, tracciando un percorso immaginario con delicatezza, mentre si chiedeva perché avesse aspettato così tanto tempo prima di tentare un approccio di quel tipo. Poi, semplicemente, ricordò.

Lasciò che la propria mano sgusciasse via dai suoi indumenti e lo allontanò con semplicità, posando una mano sul suo petto e costringendolo ad allontanarsi di qualche passo.

  “Harwood, che diavolo...?”

  “La tua promessa, Sebastian.”

Sebastian lo guardò senza capire per qualche secondo, prima che una tremenda consapevolezza piombasse su di lui.

Quella promessa. La promessa che Sebastian aveva fatto molto tempo prima a se stesso, quando ancora viveva a Parigi, dopo essere stato beccato in atteggiamenti compromettenti all’interno di una classe in compagnia del figlio del Preside.

L’uomo era andato su tutte le furie quando l’aveva scoperto, minacciando di espellerlo seduta stante; la pesante mediazione di suo padre gli aveva, tuttavia, garantito la possibilità di restare nella scuola almeno fino alla conclusione dell’anno scolastico, tra l’altro senza che la sua media ne risentisse.

In un secondo momento aveva dovuto confrontarsi con suo padre, che con sua grande sorpresa non aveva fatto particolari commenti sulla sua sessualità, annotandola né più né meno come una della tante particolarità di suo figlio; avevo tenuto però a fargli un discorso di tutt’altra natura.

  “Sei libero di amare chi vuoi, figliolo, ma fa’ attenzione: non tutti hanno l’apertura di spirito necessaria a capire certe cose. Permettimi quindi di darti un consiglio: evita relazioni all’interno di strutture scolastiche o lavorative, dove rischi di essere costantemente giudicato dalle persone che hanno il comando. Cerca qualcuno al di fuori del mondo al quale appartieni.”

Sebastian aveva afferrato immediatamente il concetto: se proprio voleva fare esperienze in campo sessuale e amoroso, doveva farlo con persone che non facevano parte della sua vita di tutti i giorni. Inutile dire che Thad, avendo  anche l’aggravante di essere il suo compagno di stanza, rientrava pienamente in quella categoria.

  “Harwood, io...”

Thad posò un dito sulle sue labbra.

  “Non dire niente, non importa.”

Sebastian restò lì, immobile, mentre Thad si vestiva con estrema velocità per poi dirigersi frettolosamente alla porta. Posò la mano sulla maniglia, restando qualche istante in attese di qualcosa, forse di una semplice parola di Sebastian; quando quella non arrivò, semplicemente uscì da quella stanza dentro la quale stava soffocando.

Il rumore della porta che si chiudeva sembrò scuotere Sebastian e svegliarlo dallo stato di trance nel quale era caduto; corse ad aprire e iniziò ad urlare il nome dell’altro per il corridoio, fregandosene di disturbare gli altri.

  “Thad... THAD!”

Ma Thad era già scappato, andandosi probabilmente a rifugiare da qualche parte; a Sebastian non restò altro da fare che tornare nella sua stanza e lasciarsi scivolare contro la porta.

***

Un’ora.

Sebastian continuava a girare in tondo nella stanza, chiedendosi che fine avesse fatto Thad.

Due ore.

Avrebbe dovuto semplicemente fregarsene, ma non ci riusciva; aveva bisogno di parlare con lui, aveva bisogno di spiegare e di capire.

Tre ore.

Il sospetto che stesse trascorrendo il suo tempo con qualcun altro lo stava uccidendo. Si era infilato talmente tante le volte le mani tra i capelli per il nervoso che se fosse entrato qualcuno vedendo la capigliatura lo avrebbe preso per matto.

Quattro ore.

Al diavolo Thad, al diavolo la sua paranoia e al diavolo il bisogno di sentire ancora la sua pelle bollente sotto le dita: lui era Sebastian Smythe e nessuno poteva permettersi di giocare in quel modo con lui.

Si chiuse in bagno per sciacquarsi la faccia; si sentiva stanco, spossato, senza un briciolo di forza residua.

E poi finalmente la sentì, quella porta che si apriva. Sentì dei passi per quella stanza e sentì il materasso scricchiolare, segno che qualcuno vi si era adagiato. Provò tante di quelle emozioni contrastanti insieme che non seppe dire quale fosse la più forte.

Doveva avere il coraggio di affrontare quella situazione, il coraggio di affrontare Thad, ma aveva la fottuta paura che qualcosa avrebbe finito inevitabilmente per andare storto.

Quando lo vide, sdraiato sul letto, un braccio a coprirgli gli occhi, si chiese quale fosse la cosa giusta da fare; aveva riflettuto così tanto in quelle ore, valutando attentamente le alternative, eppure ciò che aveva ottenuto era soltanto un gigantesco mal di testa.

Si schiarì la gola, pronto a parlare: ma la voce non usciva, rimaneva intrappolata e ciò gli impediva di produrre alcun suono. Fu solo quando Thad tolse il braccio dagli occhi e incrociò il suo sguardo che disse, con un filo di voce: “Vado allo Scandals.”

...EH?!

Non riusciva a capacitarsi neanche lui di quello che aveva detto. Era completamente insensato, un’ipotesi che non l'aveva sfiorato nemmeno per un istante durante le sue lunghissime riflessioni. Eppure l’aveva detto, ed ora l’unica cosa che poteva fare era dirigersi meccanicamente verso la porta, malendicendo se stesso per il coglione che era.

Ma prima che potesse decidere di andarsene, due mani forti si strinsero intorno alle sue braccia, bloccandolo; Sebastian ringraziò il cielo che questa volta la prontezza di spirito di Thad avesse salvato entrambi dal fare l’ennesima cazzata.

  “Non andare.”

Erano le parole giuste da dire, Sebastian lo sapeva, ma non erano abbastanza; non erano abbastanza per loro due, per quello che erano e per quello che, lo sapevano entrambi, volevano diventare.

  “Dammi un buon motivo.”

Era quello di cui aveva bisogno Sebastian: un solo buon motivo e avrebbe mandato a fanculo qualsiasi convinzione o promessa fatta nel passato.

  “L’idea di saperti con qualcun altro... Non ce la faccio.”

Sentì la fronte di Thad posarsi sulla sua schiena, abbandonandosi completamente a lui; Sebastian dovette fare uno sforzo assurdo per non girarsi e iniziare a divorarlo di baci.

  “Perché, Thad? Perché non ce la fai?”

Sapeva il valore di quella domanda, di conseguenza sapeva anche che Thad aveva bisogno di qualche minuto per elaborare la risposta giusta. Non poté, tuttavia, fare a meno di trattenere il respiro.

  “Perché credo di essermi... innamorato di te.”

Sebastian a quel punto si voltò e, senza aggiungere altro, lo baciò. Il mondo intorno a lui scomparve completamente: in quell’istante esistevano solo lui, Thad e il letto sul quale si erano spinti, mentre le mani, frenetiche, cercavano di togliersi da dosso gli indumenti.

Ci sarebbe stato tempo per parlare, ci sarebbe stato tempo per Sebastian di esprimere a sua volta i propri sentimenti; in quel momento, però, le parole non erano necessarie.










Note dell'autrice:

Sesto giorno della Thadastian Week! :)
Ce n'è voluto di tempo, ma alla fine questi due hanno capito la direzione giusta da prendere.
Sarà sufficiente? ;)
Lo scopriremo domani con l'ultimo prompt, "Divisa Scolastica"!
  
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