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Autore: f9v5    08/04/2013    2 recensioni
Sonic e co. si ritroveranno, ancora una volta, ad affrontare Eggman; il folle scienziato mira, per l'ennesima volta a conquistare il mondo, ma stavolta può contare sull'aiuto di qualcuno di inaspettato. E possono sempre esserci altri nemici che tramano nell'ombra.
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ehilà, salve a tutti! Vi dirò, era già da un pò che avevo finito di scrivere il capitolo, ma mi ero completamento scordato di postarlo.
Per tutto ciò c'è una sola parola: “Another”!
Per chi non lo conoscesse, è un anime di 12 episodi(più un OAV), di stile horror-mistero, che ho scoperto per puro caso; vi consiglio di guardarlo, perché ne vale davvero la pena. 
Divertitevi col nuovo capitolo.
Spoiler:in questo capitolo, verrà svelato il perché del misterioso comportamento di Tails(?)!






Sotto la maschera!
(cda:Riparatosi in una grotta per scampare alla pioggia, Sonic osserva, con un sorriso sereno, l’arcobaleno spuntato dopo l’acquazzone all’orizzonte.)



T-tower - Giorno 1, ore 22:30


Era davvero una bella serata!
Se ci si riferiva solo al tempo, quell’affermazione non poteva essere più adatta; d’altronde, con una luna brillante che illumina il cielo notturno e senza la benché minima presenza di nuvole a guastare lo scenario, nessuno avrebbe potuto avere da ridire.
Peccato che, la sua fosse, una questione d’umore e, in quel caso lì, non era una bella serata!
Seduto sul tetto della sua torre-casa, il leader dei supereroi di Jump City stava riflettendo da ormai parecchi minuti, che per lui erano sembrati ore, su tutto quello che gli era capitato in quell’assurda giornata.
Una sua grande capacità era sempre stata una grande concentrazione, cosa che gli impediva di tralasciare anche i minimi dettagli in ciò che faceva, ma che comportava la sgradevole conseguenza di dimenticare difficilmente le cose, belle o brutte che fossero.
In quel momento avrebbe tanto voluto avere una memoria penosa, almeno così avrebbe già dimenticato il motivo per cui lui e la sua fidanzata non si parlavano più da tutto il giorno.
Ecco, si ritrovò a pensare, qui aveva formulato male la frase: era stato lui soltanto a non volerle parlare, lei ci aveva provato in ogni modo e lui, ogni fottutissima volta, la ignorava.
Certe volte si comportava proprio come un bambino, e meno male che rimproverava lei, molte volte, di comportarsi come se avesse molti meno anni di quanti ne aveva in realtà.
Probabilmente, era quello il motivo per cui ora si trovava lì, in cima alla torre ad osservare la luna, voleva riflettere meglio e capire come farsi perdonare per il suo atteggiamento eccessivamente sconsiderato nei suoi confronti.
Il problema era appunto questo: come?
Durante la sua discussione con Cyborg, quel pomeriggio, aveva completamente tralasciato quell’importante dettaglio, fermamente convinto di essere nel giusto.
“Che devo fare?” era talmente assorto nei suoi pensieri, da non notare l’arrivo di una figura.
Quando se ne rese conto, restò enormemente sorpreso nel constatare che si trattava proprio di Stella.
Entrambi restarono come imbambolati, a fissarsi negli occhi (più che altro, occhi nella maschera) per un lasso di tempo da sembrare infinito e che non si rivelò altro che una manciata di miseri secondi.
Alla fine fu lei a interrompere quell’opprimente silenzio -Ciao Robin!-
-Ciao.- lui si limitò a ricambiare il saluto, per il resto non fece nulla di più se non tornare a guardare la luna.
Pensando che non ci fosse bisogno di chiedergli il permesso, la ragazza andò a sedersi accanto a lui; lui non ebbe nulla da ridire, o forse non voleva dire nulla, comunque temeva che la sua presenza lo infastidisse; che fosse ancora arrabbiato con lei?
-Sai, quando sono nervoso, la sera salgo sul tetto per osservare la luna, mi aiuta a riflettere.- disse lui, interrompendo il silenzio che aveva ripreso a fare da padrone.
Lei non capì il motivo di quell’improvvisa confessione. A dire il vero, non capì proprio la confessione: non capiva ancora perfettamente tutte le usanze o le abitudini degli esseri umani, malgrado la sua permanenza sul pianeta non fosse certo recente, infatti si chiedeva ancora come potesse dare conforto l’osservazione di una grossa sfera bianca nel cielo notturno.
Certo che gli umani erano proprio curiosi!
Non ebbe neanche tempo di dire niente, che lui la anticipò -Senti, ho parlato con Cyborg questo pomeriggio e, devo riconoscerlo, mi ha fatto una piccola lavata di capo riguardo a quello che è accaduto oggi.-
Si poteva sentire un leggero dispiacere nel tono del ragazzo mascherato, ma Stella sapeva che, quando usava quel tono, parlava col cuore in mano.
-E…di cosa avete parlato…precisamente?- volle chiedergli la rossa, con un’insolita nota di timidezza nella voce, cosa strana per lei, sempre estroversa e attiva.
-Diciamo, un po’ di tutto. Mi ha anche detto che ha combattuto anche lui contro quell’echidna rosso, con cui successivamente ti sei scontrata anche tu, ma che è stato sconfitto.-
A rimembrare quell’occasione, la ragazza strinse convulsamente i pugni; lo ricordava bene, uno dei nemici più forti che si fosse mai trovata davanti.
-Però, mi ha detto anche di provare a mettermi nei tuoi panni(in un primo momento lei aveva pensato a Robin con i suoi vestiti addosso, per poi ricordarsi che “Mettersi nei panni” era un modo di dire terrestre), per capire come devi esserti sentita in quella situazione, tutt’altro che tranquilla aggiungerei.-
Ma dove voleva arrivare? Non capiva quale fosse l’obiettivo del moro nel parlarle di quei fatti, salvo poi farsene una chiara idea, quando lui le fini di spiegare.
-Quello che voglio dire Stella…è che mi dispiace!-
Immaginatevi lo stupore negli occhi della ragazza dopo quelle parole: l’orgoglioso e fiero Robin che si scusava?! Era più probabile che BB completasse correttamente un’equazione a parentesi graffe, e questo dice tutto!
-Ero così preso dal desiderio di sconfiggere Sonic, che non ho pensato ad altro. Mi sono fatto prendere dalla rabbia e ho finito per trattarti male, te e anche agli altri. Tu avevi agito con buone intenzioni, stavi pensando al bene delle persone e io, stupidamente, ti sono venuto addosso, gettando su di te la colpa. So che, probabilmente, adesso ce l’avrai a morte con me, quindi non ti biasimo se non mi vorrai perdonare per il mio comportamento.-
Non ebbe neanche il tempo di terminare la sua ammissione di colpa, che si ritrovò a terra, abbracciato dalla ragazza che, senza dargli il tempo di reagire, poggiò le sue labbra su quelle di lui.
In un primo momento non si rese conto di cosa stesse accadendo, poi, una volta sentito quel calore che solo la vicinanza di lei sapeva dargli, chiuse gli occhi(anche se con la maschera non si può dire), rispondendo al bacio.
Talmente occupati a “discutere” (e posso garantirvi che avrebbero voluto continuare), non si accorsero di non essere più da soli.
-Ehm, ehm.- i due ragazzi sgranarono gli occhi, labbra ancora incollate, voltandosi lentamente in direzione della voce, che si rivelò appartenere a BB.
Da quanto li stava osservando? Da parecchio, a giudicare dal suo sorrisetto sardonico.
-Credetemi, ragazzi, sono molto dispiaciuto di aver interrotto la vostra…“discussione”, ma il dottor Eggman ci ha appena contattati. Ha detto che si tratta di una cosa che potrebbe essere estremamente importante, quindi, per quando mi addolori(come no -_-), devo chiedervi di seguirmi.- il verde stava trattenendo a fatica la gioia…no, non perché era contento per loro.
“L’avevo detto a Cyborg che stava andando così, ora mi deve una pizza. Ha Ha.”
Intanto che il caro BB(che Robin avrebbe tanto voluto strozzare)rientrava, i due si rialzarono, fissandosi estremamente imbarazzati.
-Quindi...mi hai perdonato?- chiese lui con tono falsamente speranzoso; sapeva già la risposta, ma il sentirglielo dire lo avrebbe aiutato a stare meglio.
-Certo!- il fatto che l’avesse detto con la sua solita gioia da bambina, con le gote leggermente rosse, faceva intendere che, ormai, quell’incidente non era altro che un ricordo.



Egg-fleet - Giorno 1, ore 22:35


Non appena sullo schermo furono visibili le facce di tutti e cinque i Titans, la prima che gli si presentò davanti fu il volto serio e preoccupato di Eggman.
-Salve, ragazzi! Scusate se vi disturbo a quest’ora, presumo che avreste preferito essere già a letto, ma mi ritrovo costretto a prolungare di qualche minuto la vostra attesa. Innanzitutto, è successo qualcosa di importante oggi?-
La sua recita, fino a quel momento, stava andando secondo il programma, lui doveva solo fingersi sorpreso della loro risposta, del resto, sapeva già cosa era accaduto, così da sminuire eventuali sospetti.
-Bè…diciamo che poteva andare meglio: Cyborg è rimasto mezzo danneggiato, ma è già riuscito a ripararsi, Sonic e suoi compagni c’hanno creato grossi problemi, ma alla fine li abbiamo spinti alla ritirata. Purtroppo, per quanto riguarda lo Smeraldo del Chaos, il suo segnale è come sparito e non siamo stati in grado di trovarlo. Ci dispiace.- rispose un affranto Robin.
Lo Smeraldo del Chaos aveva interrotto l’emanazione di energia?!
Questo era alquanto strano e insolito, si ritrovò a pensare Eggman; una volta che uno Smeraldo si rivela non è più in grado di nascondere nuovamente la sua energia.
Poco male, pensò alla fine, ci avrebbe pensato in seguito a quel sasso colorato, al momento doveva assicurarsi di avere perfettamente sotto scacco quei cinque citrulli.
-Non ve ne faccio una colpa, ragazzi. Sonic e la sua banda sono dei tipi insidiosi, ve lo dico per esperienza personale; l’importante è che siate riusciti ad allontanarli e che nessuno di voi si sia ferito gravemente.-
Quelle parole, seppur bugiarde, ebbero l’effetto di rinfrancarli.
-A proposito, cosa voleva comunicarci di tanto urgente?-
Alla domanda di Corvina, l’uomo mostrò un’espressione, se possibile, ancor più seria.
-Non credo proprio che vi piacerà saperlo, visto che potrebbe gravemente complicarci le cose: non più di un’ora fa, un’ingente quantità di robot, che avevo costruito appositamente per affrontare Sonic, è stata rubata e ho ragione di pensare che ci sia il suo zampino dietro.-
Se l’obbiettivo era allarmarli, ci stava riuscendo, ma si affrettò a concludere -Ascoltate, purtroppo non posso permettermi di perdere altro tempo, tutto quello che posso dirvi…è di fare molta più attenzione d’ora in poi. Ora scusate, ma devo chiudere.- e riattaccò, ancor prima di dare ai ragazzi il tempo di ribattere.
A quel punto, non costretto a fare la parte del buono, il dottore si lasciò andare al suo classico ghigno che gli ricopriva mezza faccia.
“Le cose procedono alla perfezione, non nutrono il minimo sospetto.”
Lo scorrere dei suoi pensieri venne interrotto da un rumore metallico, vagamente simile a passi e, in quel momento, capì che il suo agente aveva preparato tutto il necessario, per quando avrebbe dovuto agire.
-Presumo che gli ultimi preparativi siano stati ultimati; ho ragione…Metal Sonic?!-
Proprio così, Metal Sonic, il clone robotico del ben noto riccio, che Eggman aveva più volte giurato di aggiustare e rendere indipendente di volontà; in quel momento il riccio metallico stava a braccia conserte, nascosto in un angolo buio, il quale accentuava ancora di più l’aura di oscurità che aleggiava attorno a quell’inquietante, seppur bassa, figura.
-Si, è tutto pronto dottore, dobbiamo solo attendere il momento giusto, ma sono certo che non dovremo attendere ancora per molto.-
Qui il robot aveva ragione: non ci sarebbe voluto molto, affinché un altro Smeraldo del Chaos manifestasse il suo potere, e a quel punto, sarebbe intervenuto.
Lo scienziato cominciò a digitare alcuni dati sul computer principale, voleva organizzare alla precisione anche i minimi dettagli per assicurarsi che niente potesse andare storto.
-Bene, Metal, direi che puoi andare. Non possiamo correre il rischio che Sonic e Knuckles notino l’assenza del loro caro amico, ho ragione?!- qui il tono dello scienziato era volontariamente canzonatorio, cosa che diede un leggero fastidio all’automa, anche se quest’ultimo fu bravo a nasconderlo, aiutato anche dal fatto di non avere una bocca che, in caso contrario, sarebbe stata contorta in un’espressione di rabbia repressa.
Vi state chiedendo cosa intendesse Eggman col suo ultimo avvertimento?
Eccovi la risposta!
-Stia tranquillo…- sotto lo sguardo compiaciuto del suo creatore, il robot cominciò a liquefarsi, trasformandosi in una specie di sostanza grigio piombo che, successivamente, cominciò a modellarsi, fino a dare all’autore di tutto ciò un nuovo aspetto.
Dove prima vi era Metal Sonic, ora si ergeva la figura di Tails Prower.
-…quei due idioti non si renderanno conto della differenza, non l’hanno notata poco fa, quando ho dovuto recitare bene la parte del “bravo bambino” per tenerli buoni, non lo faranno neppure in seguito.-
A quel punto, non avendo altro da aggiungere, il robot dalle sembianze di volpe cominciò ad incamminarsi per i freddi corridoi dell’Egg-Shark, per tornare a terra e riprendere la sua recita.
Se c’era una cosa che odiava era recitare la parte del buono, ma finché avrebbe vestito il ruolo di Tails, era l’unica scelta che aveva.
E poi, era quello che voleva, una volta raggiunto il suo obiettivo, gliel’avrebbe fatta vedere al caro Eggman.
“Vedrai, grassone, una volta che avrò abbastanza dati nel mio database, la tua presenza diventerà superflua!”



Jump City - Giorno 2, ore 8:50


La sera precedente non era stata delle migliori.
Giunti in città presso mezzanotte, i membri del Team Chaotix, Charmy ed Espio nel caso, dovettero passare una notte quasi insonne, causata dalla combinazione russare di Vector-spazi scomodi nell’auto.
In quel momento, infatti, mentre camminavano per un’oscura grotta nelle vicinanze della città, luogo in cui l’appuntamento i sarebbe svolto(e tutti e tre si chiedevano perché farli riunire in un luogo del genere), Vector era l’unico ad avere un aspetto pimpante.
Espio era sempre serio, come al suo solito, ma, stavolta, camminava con un andamento un po’ mogio; Charmy non riusciva neanche a volare e si trascinava con le suole.
-Allegria, ragazzi, che è una bella giornata!- il rettile verde sprizzava entusiasmo da ogni poro.
Per i suoi compagni non si poteva dire lo stesso.
E poi, come faceva a dire che era una bella giornata, se si trovavano dentro una grotta e non c’era alcun modo di vedere l’esterno?
-Scusa tanto, ma stiamo ancora cercando di riconnettere il cervello dopo che il tuo russare da trombone l’ha mandato in tilt.- seppur stanco, Charmy aveva ancora la forza di scherzare.
Ma la stanchezza gioca brutti scherzi; il piccolo insetto, ancora mezzo addormentato, non notò il sasso sporgente davanti a lui, finendo per inciamparvici, cadendo rovinosamente, causando l’ilarità di Vector.
-Questo, Charmy, si chiama karma; quando sbagli vieni punito: tu mi hai insultato e ti sei beccato la punizione.-
Intanto che ape e coccodrillo continuavano a bisticciare, il camaleonte si guardava circospetto in giro, quel posto non gli piaceva.
Tra l’altro, era ancora vivido nella sua mente il ricordo del giorno prima e di cos’era accaduto a Seaside Hill: per di più, tutto per soddisfare il desiderio di quello schiavista di Vector, che li aveva quasi fatti ammazzare per trovare un maledettissimo Smeraldo del Chaos, convinto che il loro acquirente fosse interessato a quelli.
E, tanto per aggiungere la beffa al danno, non solo gli era crollato un tetto addosso, ma lo smeraldo gli era stato rubato da un ladro a loro ignoto.
Il rettile-ninja, da quel momento, era ancor più guardingo di quanto non fosse di solito, voleva scongiurare che quel fatto si ripetesse.
Senza contare i suoi numerosi dubbi: chi diavolo era quel misterioso “S”? Voleva davvero gli Smeraldi del Caos, e se si, perché?
Tutte queste domande continuavano, insistentemente, a ronzargli per la testa.
Decise, quindi, di provare, un’altra volta, a dissuadere i suoi colleghi dall’accettare quell’incarico, da lui ritenuto troppo strano -Sentite, ragazzi, ve l’ho detto ieri e ve lo ripeto oggi: secondo me, dovremmo lasciar perdere. Ci sono troppe cose che non quadrano in questa faccenda, non vorrei che ci stessimo invischiando in qualcosa più grande di noi.-
Ma, come al solito, il leader non prese in considerazione il suo avvertimento -Ma di che ti preoccupi, Espio? Noi siamo il Team Chaotix, non c’è nulla che non possiamo fare!- la convinzione con cui lo disse non smosse l’umore del camaleonte, sempre convinto che in quella storia ci fosse un gran fregatura dietro.
Dopo qualche minuto di camminata, i tre giunsero in un enorme antro circolare, scavato nella roccia, la cui levigazione era talmente perfetta che sembrava più artificiale che naturale.
Vector riprese la mappa che teneva conservata per dargli un’ulteriore occhiata -Bene, secondo le informazioni dateci, tra cinque minuti, esattamente qui, avvieremo le trattative. Vediamo se ci faranno una proposta che non potremo rifiutare.-
-Hai rivisto “Il padrino” di recente, vero?!- lo ribeccò Charmy.
Non appena passarono i cinque minuti, non appena scoccarono le nove in punto, dalla parte opposta dell’antro roccioso, dall’oscurità emerse una figura che iniziò ad avvicinarsi ai tre detective a passi regolari.
Dall’aspetto, sembrava un normale essere umano, indossava una tuta aderente nera che ricopriva completamente il suo corpo, faccia compresa, gli occhi erano bianchi e vitrei e quella parte di tuta era contrassegnata da un cerchio arancione, portava gli stivali in pelle e una cintura metallica.
-Quindi sei tu “S”?!- chiese retoricamente il camaleonte, senza lasciar trasparire il minimo segno di dubbio, malgrado la sua testa ne fosse piena.
Eppure, non ricevettero alcuna risposta; poi notarono che quel misterioso uomo aveva un portatile fra le mani.
Quando fu a distanza accettabile, aprì il computer e lo posizionò in modo che i Chaotix avessero una perfetta visuale dello schermo.
Immediatamente, sullo schermo apparve la stessa S maiuscola, colorata in un colore vagamente simile al bronzo-arancione.
-Salve, Chaotix. Noto, con piacere, che siete stati puntuali, questa è una buona cosa, almeno compensa la figuraccia che avete fatto ieri.-
E dopo ciò, i tre sgranarono gli occhi:sapeva della loro…gita fuori programma? Oh, ne avrebbe avute di cose da spiegargli, eccome se ne avrebbe avute.





Angolo dell’autore:
L’attesa è stata ripagata? Mi auguro che sia così, perché mi dispiacerebbe deludere le aspettative dei miei lettori.
Per gli amanti della Robin x Stella(di cui faccio, fieramente, parte): visto, li ho fatti riappacificare, certo potevo gestire meglio la situazione, ma le parti romantiche non sono proprio il mio forte.
E che mi dite di Metal Sonic? Scommetto che nessuno di voi immaginava che fosse lui(Claireroxy a parte), dal capitolo 5 in poi, ad affiancare Sonic e Knuckles; ma dov’è il vero Tails? Sonic e Knuckles si accorgeranno dell’impostore, e cosa trama quest’ultimo?
Per non parlare dei Chaotix col dente avvelenato; si, tranquilli, si parlerà anche di loro!
Non vi resta che attendere il prossimo capitolo!
Ps: ricordate l’anime “Another”, che ho citato a inizio capitolo? Vi avviso, se decidete di guardarlo: è bellissimo e con una buona trama, ma, se siete deboli di cuore o facilmente impressionabili, ve lo dico sinceramente, vi converrebbe non guardarlo.
  
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