Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: MimiRyuugu    08/04/2013    6 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buonsalve *-*
sono passati solo 3 giorni dall'ultimo aggiornamento eppure a me sembra un'eternità °_° curatemi vi prego. Anyway ho deciso di aggiornare lo stesso *V* (come direi che sarei riuscita ad aspettare.). Ringrazio voi lettrici fidate, che commentate ogni capitolino <3 *abbraccia*
In questo capitolo troviamo Pale dei Within Tempatation e El Tango de Roxanne dal film Moulin Rouge.

Avvertenze: occtudine, novità improvvisate, stralci di vita futura. Diabetanza depressiva.

Ora vi lascio all'aggiornamento *-*
Buona lettura <3



Decimo Capitolo

La settimana procedette normalmente. Tra lezioni, compiti e fatiche. Anna si vedeva giornalmente con Draco. Giulia si recava puntualmente allo scoccare del coprifuoco da Piton. mentre Hermione viveva dei ricordi di quella sera di lampi e tuoni. Le ore passarono velocemente. Ed arrivò il sabato mattina. Giorno prefissato per le selezioni di Quiddich. Hermione voleva assolutamente andare a vederle, probabilmente per tifare in segreto per Ron. Nonostante fosse arrabbiata per lo scambio di libri che Harry aveva intenzione di fare. Infatti, aveva deciso di tenersi la vecchia copia di Pozioni Avanzate, e ridare a Lumacorno quella nuova, scambiando le copertine. Giulia aveva chiesto più volte al ragazzo di vedere il libro. Voleva analizzare quella scrittura. Le sembrava famigliare. Ma Harry gliel’aveva sempre impedito, geloso com’era degli appunti che conteneva. Le tre stavano percorrendo il campo per arrivare alle tribune. Hermione si sedette e vicino a lei le amiche. “Perché non sei andata a proporti come cercatrice?” chiese Giulia ad Anna. Quest’ultima alzò le spalle. Infatti, Anna era stata nella squadra di Quiddich di Grifondoro. Era una specie di riserva. Aveva sostituito Harry un paio di volte come cercatrice. Durante il secondo e terzo anno. Fu proprio in quest’ultimo che, durante una partita, Draco la disarcionò dalla scopa e cadde come un peso morto sul campo. Anna si ruppe un braccio. E la partita venne sospesa. Il biondo ricevette un pugno sul naso dalla castana. Appena il braccio guarì completamente. Grazie alle pozioni curative di madama Chips. Al rimembrare di quei ricordi, la castana sorrise. Quante se ne dicevano lei e Draco. Ogni occasione era buona per insultarsi. E, anche se non lo ammetteva lei ci stava male. Quando Hermione la chiamò, Anna si distrasse dai suoi pensieri. “Sono cresciuta…non mi interessano più certi giochi…” spiegò poi. Giulia annuì e guardò verso il campo. La folla per le selezioni era davvero vasta. Alcuni non erano nemmeno di Grifondoro. In mezzo a quella folla, riconobbe Ginny. Mary Kate l’aveva appena accompagnata. Poi, la vide. E le raggiunse alla tribuna. “Non sapevo che Ginny volesse entrare nella squadra di Quiddich…” osservò stupita Hermione. La baby Haliwell alzò le spalle. “Ginny è formidabile! Entrerà in squadra sicuramente!” disse poi entusiasta. Si sentì Harry urlare. Così le quattro si voltarono e assistettero alle selezioni. Come aveva detto Mary Kate, Ginny era stata ammessa in squadra. Anche Ron entrò. Aiutato da Hermione. successivamente, tutto il gruppetto andò da Hagrid. Per scusarsi della scelta di non seguire più le sue lezioni. Dopo aver parlato anche del suo ragno gigante Aragog (di cui al suo nominare Anna rabbrividì con Ron), tornarono nel castello per la cena. Si erano quasi seduti al tavolo di Grifondoro, quando Lumacorno li bloccò. Propose di fare uno spuntino nel suo ufficio quella sera. Invitando Harry, Hermione ed Anna. Quest’ultima rifiutò subito. Anche se il prefetto la pregava ad andarci con lei. Harry invece aveva la punizione con Piton. Quindi fu costretto a rifiutare. Dopo aver cenato, il gruppetto si recò in Sala Comune. C’era un’aria strana. Era da molto che non stavamo tutti assieme. Certo, Anna ancora non parlava con Harry. E anche Giulia voleva evitare di proferire parola con lui. Si sedettero in un angolo. Trovarono un tavolo libero, anche se la sala era molto affollata. Hermione prese la Gazzetta del Profeta. “Qualcosa di nuovo?” chiese Harry. Il prefetto scorreva le pagine. Trovò un articolo che coinvolgeva il padre di Ron. Aprì la bocca per riferirne il contenuto. Però, appena visto anche l’altro nome, si bloccò. “Allora? Cos’è quella faccia?” le chiese Anna. Hermione deglutì. Tutti si aspettavano che leggesse. “C’è tuo padre Ron…” iniziò a dire. Il ragazzo si girò preoccupato. “Sta bene!” aggiunse poi. Il rosso tirò un sospiro di sollievo. “Dice sono che è andato a far visita a casa…Malfoy…” cercò di sintetizzare. Anna si voltò verso di lei. “E poi?” chiese ancora Harry. Giulia avrebbe voluto mollare una sberla su quella zucca vuota. Ma si astenne. “Santo Manson dammi qua!” sbottò Anna, prendendo di mano all’amica il giornale. Scorse gli occhi sull’articolo. “‘La seconda perquisizione della residenza del Mangiamorte non sembra aver sortito alcun risultato. Arthur Weasley dell’Ufficio Intercettazione e Confisca di Incantesimi Difensivi e Oggetti Protettivi Contraffatti ha dichiarato che la sua squadra è intervenuta in seguito ad una soffiata’” lesse la castana. “Certo, la mia!” dichiarò Harry. “A King’s Cross gli ho detto di Malfoy e della cosa che stava cercando di far riparare a Sinister! Bhe, se non è a casa loro, qualunque cosa sia, deve averla portata con se a Hogwarts…” continuò a dire. Hermione scosse la testa. Anna prese un profondo respiro. “Mi vuoi dire…che secondo le tue stupide supposizioni…hai fatto perquisire il Malfoy Manor?!” esclamò. Era tutto tranne che calma. Il ragazzo la guardò. “Lo sai anche tu che non sono stupide supposizioni!” sbottò. Anna lo guardò scettica. Harry sostenne lo sguardo della ragazza. Poi la sua attenzione fu attirata dall’oggetto che lei aveva al collo. “Sbaglio o quella è nuova?” le chiese. La castana annuì. Portò una mano sul ciondolo. Lo voltò. E lesse l’incisione. Draco gliel’aveva fatta notare dopo che lei l’aveva indossata. Harry si alzò. “Tel’ha regala Malfoy! Allora vuol dire…” iniziò a ipotizzare. Anna strinse la collana nella mano. “Fammela vedere!” esclamò il ragazzo. La castana scosse la testa. “Nemmeno per sogno!” rimbeccò. Hermione sbuffò stufa. “Harry, piantala…” lo richiamò. Ma il ragazzo oramai si era fissato. “Avanti! Fammi vedere quella collana!” le chiese ancora. Anche se suonava di più come un ordine. Anna scosse la testa. Harry si chinò su di lei appoggiando le mani sui braccioli della poltrona. Gli occhi verdi contro quelli castani di lei. Duri. Inflessibili. “Andiamo Harry…ti pare che Draco potrebbe dare qualcosa di pericoloso ad Anna?” sbottò Giulia. “E poi all’entrata Gazza ci ha perquisito…e quella collana è passata…è un semplice regalo!” commentò Hermione. Harry scosse la testa. Allungò una mano per prendere il ciondolo. Anna prontamente se lo infilò nella scollatura della maglietta. Il ragazzo trasalì. “Se ci tieni così tanto prenditela…” ghignò. Hermione si portò le mani alla bocca. Harry non poteva essere così ossessionato. Tutti sapevano ad Hogwarts che l’unico che poteva toccare Anna era Draco in persona. Metà Sala Comune assisteva alla scena. Se davvero Harry avesse avuto il coraggio, il giorno dopo si sarebbe ritrovato con molto peggio di un naso rotto. Il ragazzo si bloccò per qualche minuto. “A mali estremi…” esclamò. Deglutì a fatica. Ed arrossì. Allungò ancora una mano. Anna non gli diede il tempo nemmeno di avvicinarsi che gli diede un portentoso calcio nello stomaco. Harry venne catapultato sul pavimento. “Non osare mai più pensare di fare una cosa del genere!” esordì furibonda. Il ragazzo la guardò. Anna aveva gli occhi lucidi. “Draco non è una cosa che ti riguarda! Lasciaci vivere in pace!” esclamò, poi, si alzò e si diresse verso il dormitorio femminile. Harry si rialzò tenendosi lo stomaco. “Harry? Ho un messaggio per te…” lo chiamò Demelza Robins, la nuova cacciatrice. “Dal professor Lumacorno?” chiese lui speranzoso. “No…dal professor Piton…” rispose lei. Giulia la guardò. Mentre il cuore di Harry sprofondava. “Dice che devi andare nel suo ufficio alle otto e mezzo per la punizione…ehm…non importa quanti inviti mondani tu possa aver ricevuto. E voleva che sapessi che dovrai separare i Vermicoli marci da quelli buoni da usare a Pozione, e…dice che non c’è bisogno che porti i guanti protettivi” spigò ancora la ragazza. “Va bene…grazie mille Demelza…” rispose cupo Harry. Detto questo, la ragazza tornò dal suo gruppetto di amiche. Giulia si alzò dalla poltrona. Sferrò uno sguardo ad Harry. Non era di compassione. Solo. Avrebbe voluto essere al suo posto. Una sera senza Piton per lei equivaleva alla tristezza. Le sarebbe andato bene perfino separare i Vermicoli. Anche Hermione si alzò. Insieme all’amica, si diressero verso il dormitorio femminile. Anna era seduta sul suo letto. La schiena appoggiata al muro. Le braccia conserte. “Tutto bene?” le chiese Hermione, avvicinandosi. La castana annuì. Le amiche si sedettero sul suo letto. Giulia iniziò ad accarezzarle la testa. “Anna…posso vedere la collana?” le chiese Hermione. La ragazza la fulminò con lo sguardo. “Pensi anche tu che sia qualcosa di pericoloso?” le chiese seria. Il prefetto scosse la testa. E sorrise dolce. “Voglio solo vederla…” disse. E tese piano una mano. Anna si sfilò la collana. Piano. Come fosse qualcosa di estremamente fragile. Hermione la guardò. Era in argento. Anche la pietra in mezzo doveva essere preziosa. “Guarda dietro…” sussurrò la castana. Il prefetto la girò. Dietro ‘era un’incisione. “Io...Tu…semplicemente noi. Anna e Draco per sempre” lesse. “È una cosa sdolcinata…però…” sorrise Anna. Giulia l’abbracciò. Hermione le ridiede la collana. “L’unico pericolo che ha quella collana è di addolcirti Anna…” disse divertita. La castana rise. “Harry è proprio un deficiente…è talmente ossessionato dal male intorno a lui che non si fa scrupoli…” sbuffò Giulia. Hermione annuì. “Si vede che sente la mancanza di qualche attacco di Voldemort…” commentò Anna. Giulia ridacchiò. Mentre al prefetto scappò un sorriso. “Ora cosa facciamo?” chiese poi. Anna alzò le spalle. “Draco ha promesso a Blaise una serata tra uomini…” sbuffò. In effetti anche Mary Kate era su una poltrona in Sala Comune a non far nulla. “Piton ha la punizione con Harry…” disse poi Giulia. Hermione le guardò. “Ragazze…vi rendete conto degli stati un cui siamo? Dipendiamo dai nostri uomini!” sbottò con fare da adulta. Giulia sorrise. Era vero dopotutto. Da quanto non stavano tutte assieme? Dalla Tana. Quando i loro prediletti non c’erano. “Allora è deciso! Serata al femminile!” esclamò Anna, rimettendosi a sedere. Giulia annuì sorridente. La castana si alzò e andò a frugare nel suo baule. “Guardate cosa sono riuscita a portarmi dietro…” ghignò. Dopo qualche minuto la ragazza ricomparse con un libro in mano. Nella copertina, Sarah Jessica Parker nelle spoglie di Carrie Bratshaw. “I dvd non li possiamo vedere…però c’è sempre il libro…” spiegò Anna. Si sedette a gambe incrociate sul letto. Giulia prese della caramelle dal suo baule. “Un capitolo a testa?” propose Hermione. Le amiche annuirono. E lei aprì la prima pagina. Lessero metà libro. Tra aneddoti divertenti e commenti. Dolci e risate. Per dimostrare che anche in quel mondo di pregiudizi e litigate, l’amicizia sopravvive sempre.
Il tempo passava veloce. Il vento fresco e piacevole fu sostituito da folate di vento freddo. Gli alberi del giardino iniziavano a dare i primi segni dell’autunno. Le foglie si stavano ingiallendo. E la piovra mostrava qualche tentacolo ogni tanto. I tre uragani cercavano di stare al passo con compiti, verifiche, interrogazioni e lezioni, in cui si richiedeva sempre più frequentemente l’uso degli incantesimi non verbali. Tutto proseguiva normalmente. Anche se di giorno avevano il posto fisso in biblioteca. Mentre la sera c’era chi se ne stava in qualche angolo a sbaciucchiare il proprio biondo. Chi faceva ronde notturne nella speranza di incontrare altri prefetti. E chi si rinchiudeva nell’ufficio di un professore per fargli da assistente. Tra tutto questo via vai, una delle poche cose che si notavano, erano le nuove affinità che si stavano creando. Ginny stava uscendo, sotto consiglio di Mary Kate, con Dean Thomas. Ron frequentava spesso Lavanda Brown. Mentre Hermione faceva finta di nulla. E Keith ci provava ancora spudoratamente con Anna. Nella speranza che abbandonasse Draco per stare con lui. Era la seconda settimana di ottobre. Un venerdì. La settimana dopo ci sarebbe stata la prima visita ad Hogsmerade. Per concedere un po’ di meritato riposo agli studenti. Le ragazze si erano appena sedute al tavolo di Grifondoro per la cena. quella sera Silente occupava sorridente il suo posto al tavolo insegnanti. Anna aveva appena addentato una coscia di pollo, con conseguente rimprovero sulla femminilità da Hermione, quando il preside si alzò. Cercò di richiamare l’attenzione degli studenti. Però il brusio copriva la sua voce. Ad un certo punto, stufo di urlare per farsi sentire, Silente fece uscire dalla bacchetta delle scintille rosse che percorsero la sala. Presi dallo spavento generale, i ragazzi si zittirono. Ed il preside potè prender finalmente parola. “Mi rendo conto che le lezioni sono diventate così frenetiche da non permettervi nemmeno scambiarvi un saluto, però, volevo interrompere la cena per fare un annuncio…” iniziò a dire. Si alzò in piedi, nel suo vestito azzurro. Giulia sorrise. Le ricordava un po’ Mago Merlino. Tutti gli studenti tesero le orecchie. Alcuni sperando nella diminuzione delle ore di lezioni. Altri della cancellazione degli esami. “Vedo con piacere che vi ho incuriosito! Dunque…devo subito deludere chi spera che l’annuncio centri in qualche modo con la facilitazione della vostra vita scolastica…” continuò Silente. Alcuni sbuffarono affranti. Il preside riservò uno sguardo comprensivo. “Ci ho riflettuto a lungo, e, dopo attenta considerazione, ho pensato ad un modo piacevole per alleggerire l’atmosfera oramai così pesante, creatasi non solo dalle lezioni, ma dalle continue notizie della Gazzetta…” proseguì. Anna, Giulia ed Hermione si guardarono dubbiose. “È con enorme gioia che vi comunico, che il trentuno ottobre, si terrà un ballo di Halloween…” disse Silente, arrivando al succo del discorso. Dagli studenti, si levò un grido di eccitazione. Il preside battè le mani per richiamarli. “La cena avrà luogo come di consueto in questa sala. Dopodiché, mentre le giovani saranno a farsi belle per i loro cavalieri, con il gentile aiuto degli insegnanti, la sala sarà addobbata e preparata per il ballo come merita…” spiegò poi. Severus scoccò uno sguardo agli altri professori. Tutti sorridevano. Probabilmente solo lui era all’oscuro che avrebbe dovuto partecipare. “Il ballo inizierà alle 21.00 precise. Essendo un ballo di Halloween, vi chiederete, bisognerà venire in costume? Non vi preoccupate. Non è necessario, però si richiede una certa originalità!” spiegò ancora. Anna sorrise pregustandosi già la scelta del proprio vestito. Giulia d’istinto guardò verso Piton. “Detto questo, vi lascio alla cena…ancora buon appetito!” concluse. Poi Silente si risedette. Dagli studenti ripartì il gran vociare. “Perfetto…l’ennesima distrazione dalle lezioni…” sbuffò Hermione prendendo un po’ di purè di patate. Anna scosse la testa divertita. “Ho deciso…mi vestirò da Gothic Lolita…” esordì poi. Giulia continuava a guardare dalla verso il tavolo insegnanti. “Glielo chiederai?” le chiese Anna. La ragazza arrossì. Hermione seguì il suo sguardo. “No Giulia…non ci pensare nemmeno! Ti dirà di no! È un professore! E se vi vedessero assieme?” obbiettò subito. “Però io…un ballo l’ho già perso…” sospirò Giulia tristemente. Hermione la guardò dubbiosa. “Vedi Herm…al Ballo del Ceppo…io…continuavo a guardare verso di lui…mentre ballavo con un altro…e la cosa mi faceva male…i suoi sguardi…freddi…si sono sostituiti…ora…è diverso…” cercò di spiegare la ragazza. Il prefetto scosse la testa. “Va bene…siete innamorati, ma finché siete fra queste mura, nulla può accadere! Già quello che avete fatto fino ad ora non è consentito Giulia…” le rimproverò ancora. L’amica si fece piccola piccola nel suo posto. Bevendo un sorso di succo di zucca. “Bhe…è Halloween…tutto può accadere!” esclamò ottimista Anna. Hermione la guardò scettica. “Scusa…non è Natale quello?” chiese dubbiosa. La castana alzò le spalle. “Ma Halloween è la mia festa preferita…quindi tutto può accadere!” si corresse. Il prefetto sospirò esasperata. Poco dopo la cena finì. E poco a poco gli studenti lasciarono la sala. Sulle loro bocche, ancora il ballo. Le tre andarono di filato in dormitorio. “Sarà fantastico vedrete! Zucche, fantasmi, zombie, ah quanto adoro Halloween!” esclamò Anna, andando al baule. Lo aprì ed iniziò frugarci con foga. Giulia aveva fatto le stesso. Prese un libricino. “Cos’è?” chiese Hermione, curiosa. La ragazza le mostrò la copertina. “Lady Armony, ogni vostro vestito diventa realtà…” lesse il prefetto. Una donna a loro molto famigliare “Armony ha fatto un catalogo?” chiese stupita Hermione. Giulia sorrise. “Ha aperto una piccola bottega a Hogsmerade… sai…con le gite di Hogwarts si fanno molti affari…e poi non vende solo vestiti punk, gotici e metal…ha cose anche molto particolari…” spiegò poi. Anna riemerse dal suo baule. “Potremmo vestirci da personaggi di Sweeney Todd…” propose. Hermione la guardò scettica. “Io faccio Mrs Lovett…” precisò subito la castana. Giulia scosse la testa divertita. “Comunque ho visto un bel vestito che mi piacerebbe mettere…con magari le mie ballerine e un bel cerchietto con due antenne da farfalla…” spiegò poi. Iniziò a cercare la pagina che raffigurasse il vestito. “Non riusciresti a vestirti da qualcosa di spaventoso nemmeno se lo vorresti…” commentò divertita Anna. Giulia la guardò. “Io da Umbridge non mi vesto…” sbottò. Poi le tre si guardarono e scoppiarono a ridere. Il prefetto si stiracchiò. “Non dimentichiamo che è un ballo a coppie…” sospirò affranta. “Bhe…che vuol dire?! Invita Ron-Ron no?” commentò Anna. Hermione arrossì. “Non dire sciocchezze…non vedi come se la intende con Lavanda?” sbuffò infastidita. “Tu sei più bella di Lavanda!” rimbeccò la castana. “Si certo…” rispose affranta il prefetto. “Secondo me si…” ripetè Giulia. “Lo dite solo perché siete mie amiche…” sbuffò Hermione. Anna abbandonò la ricerca nel baule e prese per le spalle il prefetto. La trascinò davanti allo specchio. “Ora stammi a sentire: tu sei carina, molto di più di quell’oca di Lavanda! Guardati santo Manson!” esclamò. Costrinse Hermione a guardarsi in viso. Il prefetto si osservò per qualche minuto. In effetti i denti non erano più così pronunciati. Ed i capelli le stavano più ordinati del solito. E finalmente, sorrise. Giulia le raggiunse. “Vedi? Se Ron non vede quanto sei bella allora è un deficiente…” commentò. Il prefetto si portò dietro un orecchio una ciocca di capelli. Imbarazzata. “Va bene…proverò a chiedergli se viene al ballo con me…anche se non è per nulla romantico!” sorrise. Anna scosse la testa esasperata. “Sta zitta…Charlotte!” disse, dandole una leggera spinta. Hermione la guardò e rise. “E tu cosa ti metti Herm?” le chiese poi Giulia. La ragazza alzò le spalle. “Non so…riciclerò qualche vestito che ho li nel baule…” rispose. Buttò un’occhiata mentale ai vestiti con cui l’aveva riempito. In effetti non cen’erano di adatti. “Eh no! tu vieni con noi a fare shopping sabato prossimo! A costo di pagarti io stessa il vestito!” rimbeccò Anna. Hermione sorrise ancora. E si chiese per la millesima volta. Cosa avrebbe fatto senza le sue chiassose. Ribelli. Ma dolci. Amiche. Le ragazze si prepararono in fretta. Ognuna aveva il suo solito appuntamento serale. Hermione chiuse gli occhi. Come faceva di solito quando poi doveva fare la ronda per i corridoi. Mentre le amiche se la svignavano promettendo di tornare presto. Le due assieme percorrevano la strada fino ai sotterranei. Quella sera Anna aveva appuntamento da Draco. Forse ci sarebbe rimasta anche a dormire. Mentre Giulia. Aveva promesso a Piton di rifare l’ultimo compito sugli incantesimi non verbali. Cel’aveva messa tutta, ma quell’argomento proprio non lo digeriva. Anna deviò un poco prima dell’amica. Arrivò all’entrata della Sala Comune. Si stupì nel vedere un biondo famigliare fuori dalla porta. “Sera!” esclamò Draco. Anna lo guardò dubbiosa. “Sera…cosa fai qua fuori?” gli chiese. Il ragazzo sorrise. “Ti aspettavo…dovevamo vederci no?” rispose sicuro. La castana annuì. “Però…pensavo che rimanessimo in camera…” confessò. Draco si avvicinò e le sorrise. Poi le spostò la frangia e le diede un bacio sulla fronte. “Voglio che tu faccia una cosa per me…” le sussurrò. “Cosa?” chiese lei. “Voglio che mi porti…dov’è tenuto…lo Specchio delle Brame…” rispose. Anna trasalì di stupore. “Ma…perché?” gli chiese. Draco sorrise. “Voglio…vedere…vederci…tra qualche anno…e voglio vedere…Elizabeth e Scorpius…” rispose sincero. Non era mai stato così vulnerabile nella sua vita. Se l’avesse visto suo padre. Però li Lucius non c’era. C’erano solo lui e Anna. La ragazza sorrise intenerita. “Li vedrai…tra qualche anno…non c’è nessuna fretta…” commentò. Non si aspettava quella richiesta. Il biondo scosse la testa. “Voglio vedere anche io…quello che hai visto tu…” aggiunse. Anna si alzò in punta di piedi e lo baciò. “Draco Malfoy…sei un sentimentale eh…” sussurrò poi a fil di labbra. Il ragazzo le riservò uno sguardo supplichevole. La castana gli prese una mano. Poi iniziarono a camminare. Draco la seguì. Con il cuore in gola. Gli batteva all’impazzata. Sperava di vedere anche lui la stessa cosa che aveva visto lei l’anno prima. Voleva vederli. I loro bambini. Perché se li vedeva allora voleva dire che ci sarebbe stato un futuro. Per lui. per loro. Per la loro famiglia. Non ci volle molto a raggiungere la stanza dello specchio. I due entrarono piano. Ancora mano nella mano. “Eccolo…” sorrise Anna, indicando un oggetto coperto da un telo. Draco si guardò in giro. La castana corse allo specchio. E tirò giù il telo. Il biondo lo guardò da lontano. “Vuoi che guardi prima io?” gli chiese. Draco scosse la testa. Però non si mosse di un passo. Così Anna si parò davanti allo specchio. Tutto si ripetè. Come era successo quella sera con le sue amiche. Erano li. Loro. I futuri Malfoy. “Avanti amore! Non sai cosa ti stai perdendo!” lo chiamò. Il ragazzo si avvicinò incerto. Poi si fece coraggio e si posizionò vicino alla ragazza. The world seems not the same, though I know nothing has changed. Pian piano davanti ai suoi occhi presero forma delle figure. Anna gli strinse la mano. Mentre Draco riconosceva le figure. Quello era lui. Cresciuto. Un mantello a coprirgli le spalle. Ed accanto. Lei. La sua Anna. Bella come una mattina d’estate. In un vestito nero ed elegante. Il tempo di un battito di palpebre, che davanti ai suoi occhi comparvero altre due figure. It's all my state of mind, I can't leave it all behind. Una la teneva in braccio proprio lui. L’altra allungava le mani verso Anna. Quella bambolina che teneva la tre braccia. la sua futura bambina. Elizabeth. Con i piedini ciondolanti nelle scarpette nere. Lucide. E quegli occhi. Così simili ai suoi. Così azzurri da far invidia al cielo. I have to stand up to be stronger. Anna si strinse vicinoal biondo. Lo vedeva. Si stava emozionando. E anche lei in effetti non era differente. Certo. Non c’era lo stupore iniziale. Però. Ad essere sincera. Quel bambino che tendeva le mani verso di lei. Poteva sentirlo. Con la sua voce. Che la chiamava. Mamma. Lei. Che non pensava nemmeno di sposarsi. Figurarsi avere figli. Pure uno maschio! Con quei capelli biondi. I have to try to break free from the thoughts in my mind. I due ragazzi si guardarono. “Li vedi?” sussurrò piano Draco. Come se tutto si dovesse infrangere in mille pezzi da un momento all’altro. Anna annuì. Rimasero ancora qualche minuto a fissare lo specchio. A guardarsi. Fino a che. Ad un certo punto. Draco si destò da quella magia. Si voltò verso la castana. Che guardava ancora estasiata. Negli occhi una luce particolare. Use the time that I have I can say goodbye, have to make it right. Quella felicità tanto sognata. Che lui credeva di averle tolto per sempre. Nel momento in cui il Signore Oscuro gli aveva poggiato la sua bacchetta sull’avambraccio. No. Lo capì solo in quel momento. La felicità. Quella che lui voleva per Anna. Non gliel’avrebbe potuta portar via. Nessuno. Nemmeno lui. Have to fight 'cause I know in the end it's worthwhile, that the pain that I feel slowly fades away. Il ragazzo sorrise. Strinse la sua mano in quella di lei. Poi la tirò a se. L’abbracciò con tutte le forze che aveva. It will be all right. Anna ricambiò. Se aveva rivisto la loro famiglia. La loro futura famiglia. Voleva dire che nulla sarebbe andato storto. Draco non l’avrebbe abbandonata. Perché quella era la sua paura. Di perderlo. Per sempre. Così lo strinse. I know I should realize time is precious, it is worthwhile. Sembrava facessero a gara a chi stritolasse di più l’altro. Anche se Draco aveva più forza di lei. Allentò la presa. Perché ebbe paura che Anna gli si sbriciolasse tra le braccia. Era così gracilina. Così. Bella. Come una rosa delicata. Despite how I feel inside, have to trust it'll be alright. “Draco…non mi abbandonare mai…per favore…” gli sussurrò la castana. Non era da lei. Però. Al diavolo. Doveva. Voleva. Dirglielo. In quel momento, non le importava. Della sua reputazione di dura. Della sua maschera. In quel momento. Si mostrò fragile. I have to try to break free from the thoughts in my mind. Draco sorrise. “Ovvio stupida…non ti abbandonerò…sei sempre la madre dei miei futuri figli dopotutto…” rispose. Era la verità. Non stava mentendo quella volta. Glielo disse con il cuore in mano. Come un Malfoy non aveva mai fatto. O forse. Chissà com’era suo padre con sua madre. Prima. Quando anche loro erano una Anna. E un Draco. Use the time that I have I can say goodbye, have to make it right. Il biondo la prese per i fianchi. E la sollevò. Così. Senza preavviso. Anna rise. felice. La prese in braccio. Ed iniziò a farla girare. “Ti verrà il mal di schiena! Non sono una piuma!” esclamò la castana. Ma Draco non l’ascoltava. Avrebbe fatto qualunque cosa per vederle ancora quel sorriso. Have to fight 'cause I know in the end it's worthwhile, that the pain that I feel slowly fades away. La ragazza continuò a ridere. Mentre girava tenuta da lui. In una danza strana. Insensata. Poi Draco la poggiò a terra. Le mise una mano sulla spalle. E si guardò nello specchio. Anna fece lo stesso. Le loro versioni adulte si stavano baciando teneramente. Solo allora la ragazza lo notò. Al collo della donna. Una collana. Con un pendente a croce. Il suo. Lo strinse in una mano. E si alzò in punta di piedi. Draco le sorrise. Poi la baciò. Finalmente l’aveva ritrovata. Quella cosa che lo faceva sentire allegro. Felice. Che gli dava una scarica di adrenalina dritta al cuore. Quella cosa a cui non poteva rinunciare. Lei. La sua Anna. It will be all right.
Intanto, Giulia aveva continuato la sua strada. Infondo, aveva trovato l’ufficio. Aveva il materiale con se. Nella sua borsa a tracolla. Viola. Con la stella della Converse davanti. Era di ottimo umore. Dopo la notizia del ballo si era rallegrata. Bussò con energia alla porta. “Avanti!” rispose Piton. Giulia entrò. Richiuse la porta. E trotterellò fino alla scrivania. “Buonasera professore!” sorrise. Severus la guardò alzando un sopracciglio. “Buonasera…vedo che è di ottimo umore…bene…così svolgerà meglio il compito…” commentò. La ragazza arrossì. Si sedette davanti a lui. Nella solita sedia. E tirò fuori gli appunti. La piuma. E la pergamena. Piton non la degnò di grande attenzione. Stava confrontando due compiti. Sembravano appartenere a degli inermi Tassorosso del quarto anno. Giulia iniziò a scrutare gli appunti. Anche se la sua attenzione era concentrata altrove. “Ha sentito Silente prima?” gli chiese stupidamente. Piton alzò lo sguardo. “Ovvio…era seduto accanto a me…non sono ancora sordo signorina Wyspet…” rispose acido. La ragazza arrossì. Severus la guardò. Era davvero come pensava. Voleva invitarlo al ballo. Anche se normalmente sarebbe dovuto essere il contrario. “Ecco…è…una...una bella idea, non trova?” chiese timida. Piton era tornato ai compiti. “No…non credo…altro svago a degli studenti che già non fanno nulla…” sbottò. Giulia rise. “Hermione ha detto più o meno la stessa cosa…” disse. Ci fu qualche minuto di silenzio. “Sa…questo…sarà…un ballo a coppie…” iniziò a dire la ragazza. Stava torturando la povera piuma tra le mani. Piton la guardò alzando un sopracciglio. “Ecco…mi chiedevo se…se…lei…si insomma…le andrebbe di…” continuò impacciata Giulia. Era arrossita parecchio. “Dunque? Le sarei grato se finisse la frase entro Natale…” commentò seccato Piton. La ragazza prese coraggio. “Mi chiedevo se lei…se le andrebbe di…andarci con me…si insomma…al ballo…vorrebbe venire al ballo con me?” gli chiese. Il cuore di Severus ebbe un sussulto. Non credeva che quella proposta potesse fargli un tale effetto. Per qualche minuto. Lo rese felice. Però poi si rabbuiò. Giulia intanto attendeva con ansia la risposta. “Signorina Wyspet…nonostante la sua volontà di farmi questo invito sia stata tanta, devo rifiutarlo…” rispose. La ragazza impallidì. Lasciò cadere la piuma nelle sue mani. Severus la fissò. Non poteva vederla così. Però. Non poteva nemmeno accettare. “Senta…lo sa che non sarei potuto venire con lei in ogni caso…” aggiunse. Parve però di aver solo peggiorato le cose. Giulia abbassò lo sguardo. Aveva ragione Hermione. “Signorina Wyspet…ascolti…” cercò di dirle Severus. La ragazza se ne stava a sguardo basso. Ci era rimasta davvero male. Eppure era così convinta che lui accettasse? “Può cortesemente alzare la testa? Gradisco che quando parlo mi si guardi negli occhi…” le disse Piton. Forse con un tono troppo duro. Giulia alzò lo sguardo. Aveva gli occhi lucidi. Un altro tuffo al cuore per il professore. “Mi dispiace di aver dovuto rifiutare in un modo così…brusco. Però lo sa benissimo anche lei…sono un suo professore…e anche se mi sarebbe piaciuto enormemente partecipare a questo ballo con lei…sono comunque costretto a rifiutare…” spiegò arrossendo. La ragazza sorrise. Non un suo solito sorriso. Qualcosa. Di malinconico. “Non si preoccupi…non è colpa sua…mi sono lasciata trasportare dalla fantasia…” si scusò Giulia. Severus la guardò un’ultima volta. Poi si riconcentrò sui compiti. Si sentiva tremendamente in colpa. Avrebbe voluto anche lui volteggiare sulla pista. Chissà se Giulia aveva già scelto il vestito. Gli venne in mente il ricordo della sua festa di compleanno. In cui lei aveva indossato il suo vestito del Ballo del Ceppo. In quel ballo. In cui l’aveva sorpresa più volte con lo sguardo verso di lui. “A quanto pare Silente ha fatto tutto da se…oppure ciò dimostra quanto io venga considerato nelle decisioni del corpo insegnanti…” sbuffò Piton. Che stupido. Stava cercando un modo per dirle di andarci con un altro. ma non aveva nemmeno lui il coraggio. “Signorina Wyspet…ci sono altri ragazzi che staranno già facendo la fila alla porta del suo dormitorio per invitarla…vada con loro…” riuscì a dire. Giulia scosse la testa. Stava cercando di decifrare delle aggiunte da parte di Hermione sugli appunti. O almeno, avrebbe dovuto fare quello. Invece continuava a pensare. “Non mi dirà che se ne starà chiusa in Sala Comune spero…” commentò ancora Severus. La ragazza alzò le spalle. “Non ho molta scelta…Anna ci va con Draco…ed Hermione ci va con Ron…” spiegò. Ecco un’altra freccia scoccata nel cuore oramai in colpa del professore. La ragazza si accorse del guaio che stava combinando. Dopotutto non era colpa sua se non poteva andare. E lei glielo stava facendo pesare. Non poco. “Non si preoccupi…non è così importante questo ballo…avrei preferito girare di casa in casa vestita da fantasma a fare Dolcetto o Scherzetto…” sorrise. “Non è un po’ troppo grande?” commentò Piton. “Non si è mai troppo grandi per certe cose…e poi…l’ho sempre fatto quando ero piccola...mi vestivo sempre da fantasma…con un lenzuolo e due buchi per gli occhi…” raccontò Giulia. Severus sorrise. “Ribadisco, comunque, che può accettare altri inviti…” ripetè lui. La ragazza scosse di nuovo la testa. A Severus venne un brivido. E se quel Josh fosse ritornato all’attacco? L’avrebbe mandata nella braccia del lupo. O meglio. Del porco. No. Lei non era così stupita. Intanto, Giulia lo guardava di sottecchi. Piton se ne stava con lo sguardo fisso sullo stesso foglio da minuti oramai. Forse aveva una lotta interiore. Anche se le aveva detto di cercarsi un altro. in realtà voleva tenerla tutta per se. La ragazza lo guardò comprensiva. “Roxanne, you don't have to put on that red light…walk the streets for money…you don't care if it's wrong or if it is right…” iniziò a cantare. Severus alzò la testa. La guardò. Incontrando i suoi occhi nocciola. Ancora lucidi. Glielo leggeva a chiare lettere. Nella sua mente. Voleva solo lui. “Roxanne, you don't have to wear that dress tonight…Roxanne, you don't have to sell your body to the night…” continuò Giulia. Al sua voce risuonava così limpida. In contrasto con quelle parole di tragedia. Di supplica. Severus si chiedeva perché. Perché Silente avesse voluto per forza organizzare quel ballo. Dopotutto gli studenti non avrebbero fatto altro che cianciarne per le due settimane che distavano. “His eyes upon your face, his hand upon your hand, his lips caress your skin…it's more than i can stand!” proseguì Giulia. Avrebbe voluto che non si preoccupasse per lei. Non sarebbe andata con nessun altro. Lo sapeva. Era testarda. Non per nulla era una Wyspet. Gli sorrise. Per cercare di farlo star meglio. “Why does my heart cry? Feelings I can't fight! You're free to leave me but just don't deceive me!” sussurrò. Poi d’improvviso Giulia si alzò. Si avvicinò piano a Piton. Fino ad arrivargli dietro. Si alzò in punta di piedi in modo da sovrastare lo schienale della sedia. E gli cinse il collo piano con le braccia. Severus arrossì. “...and please believe me when I say…I love you…” gli disse Giulia. Piano. Come una carezza. Poi poggiò la fronte sulla sua spalla. Ci fu qualche minuto di silenzio. “Non si preoccupi…non andrò con nessun altro…le voglio tanto bene professore…” gli disse la ragazza. Rimase ancora qualche minuto stretta a Piton. Poi si staccò. E tornò al suo posto. Anche se il cuore pregava. Supplicava. Perché lui cambiasse idea. Perché Giulia voleva stare con lui quella sera. Solo con il suo adorato professore. Prepararsi solo per lui. Farsi bella. Mettere un bel vestito. Se Severus non c’era. Non le importava. La ragazza ricominciò ad analizzare gli appunti. Anche se era più propensa a scarabocchiare la pergamena vuota davanti a se. Mentre Piton. Cercava inutilmente di correggere quei compiti. Ma aveva altro in testa. Non poteva finire così. Doveva trovare un modo. Un piccolo sotterfugio per stare con lei. Decise così come avrebbe impiegato quelle due settimane. Sperando che nessun altro si facesse avanti con Giulia. E cercando un rimedio. Per renderla felice.
Hermione aveva gironzolato per i corridoi tutta la sera. Senza nessun risultato però. Il prefetto sbuffò avvilita. Cosa sperava, di incontrare Ron anche quella sera? Fece qualche passo e sentì dei rumori sospetti. Dei passi veloci. “Hermione!” si sentì chiamare. La ragazza si voltò. E lo vide. Nemmeno averlo fatto apposta. Ron si stava avvicinando. “Immaginavo che fossi qui!” esclamò. Lei aspettò che la raggiunse e riprendesse fiato. “Stavi tornando alla Torre?” le chiese. Hermione annuì. “Andiamo assieme?” sorrise. La ragazza ricambiò il sorriso. Iniziarono ad avviarsi. “Ultimamente è un vero mortorio la sera no?” osservò Ron. “Vero…bhe…meglio così!” commentò Hermione. Il rosso rise. “Hai visto Ginny in questi giorni?” le chiese. La ragazza scosse la testa. “Dovresti chiedere a Mary Kate…perché?” rispose poi. Ron alzò le spalle. “Si comporta in modo strano…” confessò. Hermione lo guardò. “Comunemente detta adolescenza mio caro…” sorrise. Ron la guardò perplesso. “Miseriaccia…mi sa che ho perso dei passaggi…” esordì dubbioso. “Ginny ha quindici anni oramai…ha i suoi interessi, le sue passioni…” iniziò ad elencare la ragazza. Il rosso la guardò scettico. “Tutte chiamate Dean Thomas…” sbottò infastidito. Hermione rise. “Tu a quanto pare sei nella fase del fratellone geloso eh?” lo prese in giro. Ron arrossì. La ragazza prese coraggio. Ricordandosi le parole delle amiche. “Riguardo questa cosa del ballo…” iniziò a dire Hermione. Però altri passi si aggiunsero ai loro. “Ron-Ron!” squittì una voce. I due si voltarono. Quella visione per Hermione fu peggio della Umbridge in bikini. Lavanda si stava avvicinando. Appena raggiunti, la ragazza squadrò il prefetto. Poi il rosso. E gli si appiccicò al braccio. “Lavanda…cosa ci fai in giro dopo il coprifuoco?” sbottò Hermione irritata. La ragazza fece gli occhi dolci. “Cercavo lui ovvio! Ma ora che l’ho trovato posso stare tranquilla! Mi scorti alla Torre?” gli chiese. Ron la guardò stranito. “Per favore…ho paura a girare da sola per i corridoi!” lo pregò. Sbattè le ciglia da cerbiatta. E ci aggiunse anche un labbro tremulo. “Ecco…si…se proprio vuoi…” rispose Ron. Subito Lavanda sorrise radiosa. E senza nemmeno aspettare che lui salutasse Hermione, lo trascinò dalla parte opposta alla sua. Ovvero, stava prendendo la strada più lunga per arrivare alla Sala Comune. Il prefetto sbuffò. E ricominciò a marciare da sola. “Ragazza indifesa un cavolo! Quella è un’oca…travestita da cerbiatta! Anzi no…una volpe! Si, è una volpe travestita da…da…da Lavanda!” esclamò. Solo dopo si accorse che quella parole non avevano senso. Mentre Hermione cedeva ai suoi attacchi di rabbia, Draco aveva accompagnato Anna alla Sala Comune. Giulia invece, aveva consegnato giusto il tempo il compito corretto e migliorato. Aveva dato un bacio sulla guancia al professore. Che ancora pensava ad una soluzione per il ballo. Le tre si trovarono in dormitorio. Si raccontarono i vari particolari della serata. “Io quella Lavanda la strangolo!” sbuffò Hermione, buttandosi sotto le coperte. Anna scosse la testa divertita. “Tu Giulia? Cosa pensi di fare? Ci vieni al ballo no?” chiese poi. La ragazza scosse la testa. E si beccò un cuscino in testa. “Non pensare nemmeno di restartene da sola in dormitorio! Tu ci vieni! A costo di legarti con le manette a Piton!” sbottò Anna. Giulia sorrise. Se solo fosse stato così semplice. Le tre si accoccolarono nei loro letti. Però, anche quando il prefetto spense la luce, non riuscirono a dormire. Ognuna pensava alla propria serata appena trascorsa. Tra nevrosi. Tristezza. E sogno.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: MimiRyuugu