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Autore: lady hawke    29/10/2007    7 recensioni
Una nascita è sempre un evento particolare, un'emozione, un momento topico. E' anche un bel problema, se vogliamo dirla tutta; soprattutto se parliamo della famiglia Weasley. Piccola storia sulla piccola Ginevra e il suo arrivo su questo mondo. Ecco la prima bambina marca Weasley da generazioni, una notivà su cui indagare.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Ginny Weasley | Coppie: Arthur/Molly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Weasley Family'
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Sette, il numero magico


Molly era strana da qualche giorno. Era evidente che cercava di non darlo a vedere, più per i bambini che per altro, però lui se n’era accorto ugualmente. Avrebbe voluto starle più vicina, ma al Ministero regnava il caos più totale e lui era costretto a fare straordinari su straordinari. Incredibile a dirsi: il suo reparto aveva un sacco di lavoro da fare. Nessuno avrebbe mai potuto prevedere qualcosa del genere, nemmeno Cassandra in persona. Inoltre sei bambini da mantenere erano tanti, senza contare che Bill presto avrebbe cominciato a frequentare Hogwarts, con tutte le spese che ne conseguivano. Quei soldi in più non erano che un bene. Nonostante ciò lui e sua moglie dovevano parlare; cominciava a preoccuparsi. Contrariamente alle sue aspettative, Arthur Weasley finì di lavorare molto tardi anche quella sera. Probabilmente i suoi figli erano già nel mondo dei sogni mentre lui si avviava verso casa, pensò tristemente chiudendo la porta del suo ufficio.

In effetti Molly era riuscita in qualche modo (vale a dire dopo una guerra senza quartiere e senza esclusione di colpi) a mettere a letto i più piccoli e ora stava rigovernando la cucina, maldestramente aiutata da Bill e Charlie. Presa dai suoi lavori e dai suoi pensieri non si accorse del marito fino a che non sentì la voce del figlio perforarle l’orecchio sinistro.
- Ciao papà! – urlò Charlie correndo incontro all’uomo.
Bill lo salutò rimanendo al suo posto: era il più grande e ci teneva a dimostrarlo. Ormai aveva dieci anni, certe smancerie non facevano più per lui.
- Arthur, come mai così tardi?
- Lo sai Molly – replicò stancamente – c’è ancora una tale confusione in ufficio che non so quando ne verremo a capo. Dovremo andare avanti così ancora per un po’.
- Già – annuì la donna sbrigativamente tornando ai suoi lavori. – Hai fame? – aggiunse poi con tono amorevole, sentendosi in colpa per la fredda accoglienza che aveva riservato al marito.
- No, grazie tesoro. Sono stanco anche per quello. Al momento vorrei solo andare a dormire e cercare di dimenticare la voce gracchiante di Moody. Sembra che nemmeno i processi bastino a tranquillizzarlo; passa le giornate facendo avanti e indietro per i corridoi urlando: “Vigilanza costante!”.
- Malocchio Moody? L’auror?
- Sì, Bill, proprio lui. Penso che ormai dovrebbero pensionarlo. – Il signor Weasley fece una pausa per cambiare completamente discorso – Se hai finito di aiutare tua madre vai a dormire, e anche tu Charlie.
- Ma io non ho sonno! – protestò il secondogenito tentando, come faceva sempre (senza grandi successi), di muovere a compassione i genitori.
- Dai, è tardi. Hai sentito tuo padre, no? – Molly si avvicinò al bambino e gli diede un sonoro bacio come a suggellare la fine della discussione. Cercò di fare la stessa cosa con fratello maggiore, ma incontrò qualche difficoltà.
- Ma io sono grande, mamma! – il bambino pareva scandalizzato dall’affettuosità materna. Se gli avessero chiesto di affrontare un lupo mannaro a mani nude probabilmente avrebbe manifestato meno perplessità.
- Mai abbastanza per un bacio della buonanotte – rispose lei abbracciando forte il figlio che fuggì di sopra non appena sentì allentare la stretta.
I due rimasero in silenzio ascoltando i passi dei bambini per le scale, poi tutto tacque.
- Bill ha fretta di crescere. Passa le giornate a dicendomi quanto sarà meraviglioso passeggiare per i corridoi di Hogwarts, di quanto sarà bello provare la sua prima bacchetta. Sembra che la Tana non gli mancherà nemmeno un po’. – disse la donna con un pizzico di amarezza.
Arthur fece un sorriso conciliante – Sai benissimo che gli mancherà, non essere sciocca. Ora vuole sentirsi grande ed indipendente, ma vedrai che paura quando salirà su quel treno, o quando indosserà il Cappello.
- Mi ha già detto che verrà smistato a Grifondoro – confessò lei ridendo.
- Ne sarei felice.
Calò di nuovo il silenzio nella grande cucina. Molly si mordeva il labbro nervosamente, come se stesse cercando di non farsi scappare qualcosa di inopportuno. Per sciogliere l’imbarazzo che si stava creando decise di armarsi di bacchetta e con un lieve gesto fece fischiare la teiera.
- Vuoi un po’ di tè caldo? Ti aiuterà a dormire – chiese indicandola.
- Sì grazie. Anche se penso di non aver bisogno di aiuto in questo senso. – rispose lui sbadigliando.
La strega chiamò a sé due tazze e le riempì. Fece per porgerne una al marito, quando entrambi udirono dei rumori provenienti dal piano di sopra.
- Che sia…? – si chiese Molly riferendosi allo spirito che infestava la soffitta.
- No, questi devono essere i ragazzi. Vado io a controllare. – mormorò Arthur arrampicandosi pigramente su per le scale. Credeva di sapere chi era all’origine di quegli strani rumori.
Oltrepassò silenziosamente la stanza del piccolo Ron; pareva tutto tranquillo e non era certo il caso di disturbarlo. Se cominciava a piangere c’era il rischio di vedersi costretti a passare una notte insonne. Anche Percy sembrava dormire beato. Gli indiziati principali erano i gemelli, nientemeno. Alzando gli occhi al cielo aprì la camera ed entrò: i due erano svegli, vispi e impegnati a prendersi a cucinate.
- Fred, George: piantatela immediatamente! – minacciò Arthur cercando di non alzare troppo la voce.
- Ciao papà!
- Ti aspettavamo!
- Facciamo un gioco. Indovina: chi è Fred? Chi è George?
Piccola correzione: i bambini erano svegli, vispi e fastidiosamente loquaci.
- Avanti, basta.
- Devi dirlo! Magari tu sei un falso papà mascherato da papà. Solo quello vero ci riconosce. – borbottò uno dei due, improvvisamente serio.
- Fred, metti giù quel cuscino e dormi.
- Ah! – sbottò il bambino indicando il padre con fare accusatorio - Io sono George, vedi?
- Solo tu potevi sbagliare! - ghignò l’altro saltando sul letto.
- Va bene, ragazzi. Ma adesso…
- E se sono Fred? Cosa dici?
- Dico: a letto! – senza troppi complimenti Arthur strappò i cuscini dalle mani dei figli, rimettendoli a posto. Poi prese i gemelli di peso e li ficcò sotto le coperte, esasperato.
- Le coperte sono strette – si lamentò George notando il padre molto indaffarato a rimboccare il lenzuolo.
- Magari così riesci a rimanere fermo e a dormire – scherzò il mago controllando che non fossero realmente troppo strette.
- Buonanotte pà’!
- ‘Notte – salutò lui chiudendo finalmente la porta.
Sicuramente né Bill né Charlie si erano addormentati, ma erano tranquilli, perciò era il caso di non disturbarli.

Molly sorrise vedendo il marito scendere dalle scale. Arthur notò che, stranamente, non aveva toccato una goccia del suo tè.
- Erano i gemelli, al solito. Ora dovrebbero mettersi finalmente a dormire. Cos’ hai Molly? E’ da qualche giorno che ti vedo diversa.
- Diversa? – chiese lei, spiazzata.
- C’è qualcosa che devi dirmi?
- Beh – tentennò lei – in effetti sì. Solo che tu hai fatto tardi, io volevo dirtelo a cena ma poi…- ci vuole un momento adatto per dire ogni cosa; in quel caso più che in un altro. E quello non era decisamente il momento adatto. Non era meglio rimandare tutto di qualche giorno o anno? - Dimmelo, coraggio!
La strega fece un lungo sospiro – Sono incinta – disse. – Di nuovo – specificò poi, come la cosa fosse di fondamentale importanza.
Il signor Weasley sgranò gli occhi per lo stupore. Non parlò: si sedette soltanto…molto lentamente.
- Arthur?
- Quando è successo, Molly? Abbiamo fatto attenzione... – si bloccò improvvisamente guardando la moglie negli occhi. Quella certa sera non avevano fatto attenzione proprio per niente.
- Arthur? – lei lo chiamò di nuovo, preoccupata.
- Sì?
- Non è così grave – puntualizzò lei, quasi mortificata.
- Oh no, affatto. E’ solo così…
- Inaspettato, lo so – concluse la strega intuendo il pensiero dell’uomo.
Il mago ringraziò per tutti quegli straordinari; li benedì mentalmente, uno per uno. Presto ne avrebbero avuto un gran bisogno.
- Credo che avremo qualche problema con il nome – aggiunse poi Arthur soprappensiero.
- Perché?
- Ormai li abbiamo esauriti.
- Vero! - esclamò la signora Weasley, ridendo.

Di colpo l’atmosfera parve rasserenarsi. Molly non era mai stata brava né a mentire né a mantenere i segreti, senza contare poi che “la cosa” si sarebbe ovviamente palesata. Suo marito non avrebbe certo potuto ignorare un cambiamento del genere, per quanto distratto fosse. Si sentiva leggera, quasi entusiasta. Non stava accadendo nulla di nuovo, aveva provato quest’esperienza tante volte da poter dire di esserne un’ esperta e anche un po’ stanca, per la verità. Di certo le mancava il brivido della novità. Sapeva che sarebbe stata un’attesa quasi piacevole ad ogni modo, o almeno lo sperava.

Dal canto suo Arthur impiegò qualche minuto più del previsto prima di riuscire ad addormentarsi. Si lasciò cadere pesantemente sul letto e si tirò le lenzuola fin sotto al naso come consuetudine. Quella notizia l’aveva colpito come un fulmine a ciel sereno, era del tutto inaspettata. Quella novità poneva non pochi problemi, ma la sua natura ottimista gli diceva che tutto sarebbe andato per il verso giusto. Non aveva altro da fare che lavorare, lavorare e lavorare. Quella notte sognò se stesso al lavoro che correva da una parte all’altra dell’ufficio ad una velocità sovrumana. Aveva avuto notti più riposanti di quella, decisamente.



Note: Ho fatto un fattaccio? Vi sembra troppo sdolcinata? Fatemelo sapere, mi farebbe molto piacere. Non preoccupatevi ad ogni modo, la storia conta pochi capitoli ed è già conclusa, non vi abbandonerò a metà strada^^
Ladyhawke
  
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