Disclaimers:i
personaggi di questa storia sono proprietà di altre persone che grazie ad esse
guadagnano molti soldi.
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Cuddy
chiuse la porta dello studio dietro di se e,appoggiandosi alla porta,ingoiò un bicchiere pieno di champagne,che aveva
appena riempito. Forse era perchè aveva bevuto tanto alcol in così poco tempo
senza aver mangiato nulla o forse era per la voce (tremendamente simile a
quella di Vogler) che in una cantilena assordante le rimbombava nella testa,
ripetendo "100 milioni di dollari buttati nel..."....fatto sta che si
sentiva poco...stabile.
Respirò
profondamente e guardò l'orologio appeso alla parete. Era tardi,nessuno sarebbe
passato dal suo ufficio. Si tolse le scarpe e si diresse verso la sua
scrivania:era troppo stanca per fare il giro e accasciarsi sulla sedia,quindi
si sedette sulla scrivania,appoggiando i piedi sul bracciolo del divano posto
lì di fronte.
Era
decisamente sbronza.
Ciò
avrebbe spiegato anche - perchè non aveva ancora messo bene a fuoco la cosa - se
aveva appena compiuto l'azione più stupida della sua intera carriera di
amministratrice o la più logica.
Due colpi
secchi risuonarono sulla sua porta prima che si aprisse,cosa che diede appena
il tempo alla d.ssa Cuddy di stiracchiarsi e di scendere dalla scrivania con un
salto un po’ incerto a causa degli effetti dello champagne.
-D.ssa
Cuddy sono venuto a salutarla-
L’enorme
figura di Vogler apparve sulla porta,probabilmente era l’unica persona che meno
voleva vedere in quel momento. Era sbronza e triste. Aveva appena mantenuto la
propria integrità morale e allo stesso tempo aveva perso 100 milioni di
dollari,voleva solo stare sola e leccarsi le ferite.
-Addio,signor
Vogler-
Non gli
strinse la mano né lo invitò a sedersi,non gli doveva maggiore cortesia di
quanto lui ne aveva avuta nei confronti del SUO ospedale.
Vogler
fece una smorfia strana e affermò lentamente con il capo,poi mise la mano in
una tasca della giacca e tirò fuori un foglietto bianco indirizzandolo verso di
lei affinché la prendesse.
-Se
cambia opinione quando si saranno calmate le acque sa come trovarmi-
Cuddy la
afferrò violentemente e senza leggerla incrociò le braccia sul petto.
-Non
cambierò idea-
-Ora è
offesa perché ho cercato di licenziarla però…-
Non gli
fece terminare la frase.
-Lei ha
cercato di licenziare me,il dottor Wilson e la squadra del reparto di
diagnostica al completo-
L’uomo si
mise le mani in tasca ed eresse la sua figura come se i suoi polmoni riempiendosi
d’aria allo stesso tempo lo riempissero di ragione o chissà cos’altro.
-Il
dottor House non è un buon medico,né per questo ospedale né per nessun altro.
E’ pericoloso-
Ingoiò il
“con il dovuto rispetto” solito e rispose,lasciando che l’alcool non mitigasse
le sue parole.
-Ma chi
diavolo si crede di essere per sapere chi sia un buon medico o no? Per quanti
anni ha studiato medicina?Io faccio il mio lavoro da quando lei è
multimilionario. Sono brava in ciò che faccio e vede tutte quelle cartelle posate
sulla mia scrivania? Sono casi che non sono stata in grado di risolvere. Sono
stati risolti tutti dal dottor House-
-E quante
vite avrebbe potuto salvare con 100 milioni di dollari,d.ssa Cuddy?-
-Con 100
milioni di dollari in mano a dei buoni dottori?Molte,però vede signor
Vogler,senza medici come il dottor Wilson o il dottor House,100 milioni di
dollari sono solo 100 milioni di dollari-
Piccolissima
in comparazione a quel uomo enorme,passò al suo fianco scalza e con tutta la
solennità che le fu possibile aprì la porta del suo studio:-Addio signor
Vogler-
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Perfino
House sapeva che la scena era abbastanza patetica. Quattro medici
rispettabili,beh,due medici rispettabili, una barbie e un dittatore in potenza
di qualche repubblica di banane,bevendo champagne in bicchieri di plastica
durante le ore lavorative e a notte fonda. Se almeno ci fosse stata una
spogliarellista…Cuddy sembrava abbastanza sbronza quando se ne era
andata,magari…
-Pensi di
riassssumere Caaaamerrrron?-
La voce
di Foreman si propagava in modo strano attraverso l’aria,forse Foreman era
sbronzo o forse lui era sbronza. Probabilmente erano sbronzi entrambi.
Terminò
di bere il suo champagne e fece una smorfia infastidita che aveva un che di
esagerato.
-Awwwww,
perché tutti cercano di rovinarmi la festa?-prese la sesta(?) bottiglia dal
tavolo e riempì di nuovo il bicchiere:-Sono invincibile,festeggiamo!- però il
resto della squadra sembrava più disposta al vomito sincronizzato che a
inneggiare alla sua magnificenza. Alzò gli occhi al cielo e sospirò:-Va
bene,festeggerò da solo-
-Cameron
è una bbbbbuona dotttttoressa e merita di ritornarrrrre-
Bene,era
chiaro che quella festa era finita e l’atmosfera che si respirava in quella
stanza(satura ormai di alcol) aveva smorzato le sue reazioni tanto che non rise
per come Foreman trascinava le consonanti e faceva movimenti strani con le
sopracciglia, o di come Chase lasciava cadere la testa sopra il tavolo con un
sonoro “poff”,lasciando che la sua bionda chioma si spargesse al vento come
facevano negli annunci di cosmetici per capelli.
-Sai una
cosa,Foreman?Quando almeno uno di noi due è sbronzo,sei più insopportabile del
solito e ora,dato che siamo entrambi sbronzi, io e la mia amica –si mise in
piedi con una certa difficoltà appoggiandosi al bastone con una mano e
prendendo con l’altra mano la bottiglia di champagne- ce ne andiamo,prima che
io e il mio amico –guardò leggermente il suo bastone- non resistiamo alla
tentazione di ballare la macarena con te-
Spinse la
porta di vetro cercando di mantenere l’equilibrio e salì le scale,rifugiandosi in
terrazza. Pochi minuti più tardi la porta della terrazza si aprì e si chiuse di
nuovo.
-Credo
che Foreman abbia ragione-
-Questo
perché sei sbronzo,Dottor Wilson. E’ un assioma medico: Foreman non ha mai
ragione,IO ho sempre ragione-
Wilson si
mise le mani nelle tasche dei pantaloni e fece un paio di passi traballanti
verso di lui.
-Questo
assioma non era scritto in nessuno dei miei libri di medicina-
-Questo
perché hai ottenuto la licenza medica vincendo a tombola-
Ingoiò un
lungo sorso di champagne direttamente dalla bottiglia e poi la offrì all’amico.
-Per caso
hai paura di lei?-
Oh
no!un’altra volta quella stupida discussione.
-Non sono
solo io,chiunque abbia visto Cuddy con la sua maschera di bellezza la teme-
Wilson
mandò giù un sorso di vino e lo guardò sorridendo.
-Sai bene
che non mi stavo riferendo a Cuddy-
-E tu sai
che sei un gran rompipalle,a volte mi chiedo perché sono tuo amico-
-Perché
ti firmo le ricette per il Vicodin-
-Ah,sapevo
che c’era un buon motivo-
Si
appoggiò alla parete liberando il suo braccio dallo sforzo di sopportare il
peso del suo corpo e alzò gli occhi al cielo.
-Dovresti
chiamare Cameron-
-Sì,beh,dovrei
seguire anche il codice etico dell’ospedale ma non lo faccio mai-
Vogler se
ne era andato. Perché non gli lasciavano godere la sua notte di gloria in santa
pace? Sbronzo,con i Rolling Stones come sottofondo e film porno via
Internet,per esempio:era chiedere troppo?
-Dovresti
chiamarla-
A quanto
pare sì.
-Se ne
andata lei:se vorrà tornare,chiamerà lei-
-Sì,però
se ne andata per te-
Ora
capiva perché era al terzo matrimonio:Wilson era un rompipalle in potenza!
-Esatto!-
-Che vuol
dire “esatto”?
Sospirò
con enorme fastidio e strappò la bottiglia di champagne dalle mani dell’amico.
Se doveva partecipare anche minimamente a quella conversazione necessitava di
tutto l’alcol che il suo corpo poteva sopportare.
-Voglio
dire,che tipo persona è tanto stupida per fare una cosa del genere?-
-Una
buona persona?!-
-No,comprare
i biscotti dei Boy Scout è un’azione degna di una buona persona. Cameron è come
uno zerbino:si lascia calpestare e poi
ti ringrazia per la visita- Era sbronzo e le sue braccia accompagnavano ogni
parola con smorfie e gesti più drammatici del solito- Mi dà sui nervi! A volte
ho voglia di prenderla per il collo e stringerlo tanto da farle saltare gli
occhi come palline da ping pong-
Wilson
sorrise,ridendo leggermente.
-Così la
chiamerai-
Sì,l’avrebbe
chiamata però probabilmente si sarebbe preso a bastonate con il suo stesso
bastone,se qualcuno fosse venuto a saperlo.
Guadò il
suo amico con occhi lucidi e stanchi. Lui lo sapeva,Wilson lo sapeva,entrambi
sapevano che sapevano,cioè che,per quanto gli desse sui nervi, c’era qualcosa
in quella piagnucolona di Cameron che gli ispirava…qualcosa,simile ad uno
sconosciuto e lontano sentimento di tenerezza.
-E’ una
brava dottoressa-
Certo,come
se ora avesse bisogno di motivi da parte del suo amico per chiamarla.
-la
verità è che i radiologi sono pazzi di lei e ci consegnano subito i risultati
degli esami quando lei lancia loro occhiate ammiccanti-
-Sei
sicuro?-
Wilson
sembrava divertito ed estremamente sbronzo,mentre si appoggiava alla parete.
-Sì,c’ho
provato anch’io a farlo ma non ha funzionato-
-Cos’è
successo?-
-Ho
ricevuto tre denunce per violenza sessuale da parte di Joe, Peter e Gay-
-Gale-
-Quello
che è- corrugò la fronte,non gli piaceva essere corretto- Sono di così strette
vedute…-
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La porta
del suo studio si aprì mentre,seduta sulla sua sedia e con i piedi scalzi posti
sopra la scrivania, cercava di far smettere alla stanza di girare. Stavolta
però non fu l’enorme figura di Vogler che la interruppe ma un apparentemente
sbronzo dottor House con una bottiglia di champagne praticamente vuota nella
mano.
- Dov’è-
guardò da un lato all’altro senza fissare un punto in particolare-Oh merda! Mi
avevano detto che Vogler era nel tuo studio,ero venuto a pavoneggiarmi-
Cuddy,a
prescindere dalla situazione,sorrise.
-Questo
però minerebbe la tua fama di uomo galante ed educato-disse sarcastica.
House
fece una smorfia falsa e piena di confusione guardando il soffitto.
-Credi
che sia stato per questo che mi hanno cacciato dalla Scuola per Signorine di
Alta Classe che Hanno come Unico Scopo nella Vita il Matrimonio?-abbassò il
capo e sorrise:-ah no,quella eri tu!-
In quel
momento,il biglietto da visita di Vogler le ardeva nella tasca,l’alcol ardeva
le sue vene e House semplicemente la faceva ardere,come sempre.
-Uno di
questi giorni qualcuno di prenderà a calci nel culo-
-Si
chiama Candy, una dominatrice molto competente. Non sapevo che la conoscessi
anche tu-
Poteva
mettersi a ridere oppure a piangere.
Un’altra
volta.
Poteva
anche scagliarsi contro House e strangolarlo con le sue mani. Invece si alzò
con una certa difficoltà e con qualche barcollamento si diresse verso il centro
della stanza dove si trovava l’altro dottore.
-House-
-No,quando
ho detto che non verrei a letto con te nemmeno da sbronzo non parlavo in senso
figurato-
L’opzione
dello strangolamento guadagnava punti ma prima doveva chiedergli una cosa.
-Che cosa
avresti fatto con quei 100 milioni di dollari per l’ospedale?-
Riuscì a
vedere per un attimo come la domanda lo avesse colto impreparato e infatti la
sua risposta tardò ad arrivare (o forse era solo un effetto dell’alcol che gli
rallentava le sue reazioni).
-Installerei
una yacuzzi nel mio studio e contratterei Pamela Anderson perché mi massaggi la
schiena-bevette un sorso di champagne,poi riportò l’attenzione su di lei:-E tu
cosa ne avresti fatto?-
Avrebbe
fatto tante cose…o forse non tante, forse la spada di Damocle che Vogler
avrebbe esercitato su di lei in ogni momento avrebbe potuto sopraffarla e il
denaro sarebbe stato destinato su uno studio per la ricerca di un Viagra
migliore.
Però se
avesse avuto 100 milioni,non i 100 milioni di Vogler ma 100 milioni senza
nome….
-Avrei
fatto una generosa donazione al reparto di diagnostica-
Dopotutto,se
l’ospedale aveva mantenuto la sua fama,se lei aveva mantenuto la sua integrità
morale e se la gran parte dei suoi dipendenti non era divenuta preda del
conformismo,lo dovevano,almeno in gran parte,a Gregory House.
Non
valeva 100 milioni di dollari come gli aveva detto in precedenza, ma
probabilmente ne valeva 99.
FINE