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Autore: _TheDarkLadyV_    09/04/2013    6 recensioni
Un uomo vede il sesso ovunque.
Una sciarpa? State coprendo il seno.
Una scollatura? State mostrando il seno.
Un reggiseno? Evviva le tette!
E poi, ritornando al discorso sull'amore, lo sappiamo tutti molto bene: quando siamo soggetti a un colpo di fulmine,potremmo essere investiti da una macchina, cosparsi di panna montata, lanciati in orbita da un cannone, vestiti da macachi, e non ce ne accorgeremmo!
Buffo il genere umano, così intelligente da perdersi alle prime frivolezze. Forse era meglio nascere macachi.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Acid Queen

Io devo dirvi una cosa.”
Insieme al “ devo parlarti”, era la maniera meno adatta per iniziare una conversazione. Era un'affermazione diretta che proiettava la mente già al peggio e alla ricerca di antiche esperienze negative che avevano provocato tale affermazione.
La maggior parte della popolazione del mondo, o forse tutta, alla pronuncia di quelle parole cambiava immediatamente espressione. Si potevano fare un sacco di statistiche e analisi sul territorio e tutti i risultati avrebbero detto la stessa cosa. Straordinario quanta inquietudine riuscissero a produrre quelle semplici parole indipendentemente dal contenuto che portavano con sé!
La mia espressione di certo non aveva migliorato le cose. Così, come predetto, fu immediato il passaggio dall'euforia alla serietà su quei volti poco prima divertiti. Eppure la mia notizia non sarebbe stata negativa. Probabilmente lo era solo per me.
Non ero mai stata brava nel dare notizie scioccanti facendo un largo giro di parole. Io ero piuttosto immediata. Il fatto che avessi esordito in quel modo e in maniera quasi brusca ne dava la conferma. Eppure era di sicuro una cosa abbastanza strana per una scrittrice. Di solito gli scrittori avevano sempre la parola giusta in ogni occasione, un po' come gli avvocati. Gli scrittori al pari di quelli che io chiamavo gli Spiritosi d'Egitto, sapevano aprire un discorso scioccante con parole adatte e per niente stupide. Sapevano essere maturi riuscendo a controllare i sentimenti, gli stessi che liberavano poi con la musicalità delle parole scelte con cura.
Io non ero nulla di tutto questo. Quando non ero a contatto con un foglio o con un computer io ero impulsiva e parlavo senza pesare le parole. Ero sempre stata per la chiarezza dei contenuti, i giri di parole mi procuravano l'orticaria.
Guardai mia madre, Elisabeth e Jonathan in attesa del mio discorso. Riuscivo a sentire l'assenza dell'aria dai loro polmoni e la curiosità. In un certo senso questo mi divertì. Amavo tenere sulle spine la gente.
Ma quella volta le parole pur volendole dire con un gran impulso, non riuscivano proprio ad uscire dalla mia bocca.
Beh? Dobbiamo preoccuparci?”- chiese mia madre.
No. Cioè forse.”- risposi incerta.
Ehi! Che ti prende?”- chiese invece Jonathan preoccupato.
Sospirai e tutto d'un fiato dissi: “ io e Ville ieri ci siamo baciati.”
La loro faccia fu indescrivibile e il loro mutismo quasi mi fece ridere.
Prima o dopo del mio saluto?”- chiese la mamma andando dritta al punto.- “ bacia bene?”
Come è stato?”- chiese Elisabeth avida di sapere.- “ è stato un bacio con la lingua? Senza? Ci sa fare?”
Oh su e lasciatela respirare!”- esclamò infastidito Jonathan alzandosi e avvicinandosi a me per difendermi.- “ in questo modo miss finezza ci manda tutti a fanculo e noi resteremo a bocca asciutta.”
Il ballerino aveva ragione. E poi il nervosismo e il fastidio di quelle domande insopportabili mi stavano logorando, tanto che avrei preferito farli saltare tutti in aria con una bomba e scappare via.
Allora te l'ha messa mezzo metro di lingua in bocca?”- chiese a quel punto Jonathan. Lo guardai indecisa se ridere o arrabbiarmi più di quanto la mia parte nascosta già lo fosse.
Ma possibile che con me dobbiate sempre ridurre in questi termini certe cose?”- sbottai con sorpresa di tutti. La rabbia ebbe la meglio.- “ Ville non è come gli altri e questo credo che l'abbiamo capito tutti. Ed è diverso dagli uomini che ho incontrato finora. Lo so, io sono un caso a parte, il caso speciale, la ragazza che non si è mai sentita bene e a suo agio con il sesso opposto. Il mettere mezzo metro di lingua in bocca senza sentimento probabilmente è per gente volgare e schifosa che pensa solo ad una cosa. Ville non è quel tipo di persona.”
Mi sedetti quasi senza fiato. Gli altri continuavano a fissarmi con attenzione, come se stessero valutando il caso di essere di fronte ad un alieno e quindi erano incerti se allontanarsi o restare senza aver paura. Ero stufa di quegli atteggiamenti, per questo reagii in quel modo.
Il suo bacio è stato delicato e passionale allo stesso tempo, qualcosa che di certo nemmeno mi aspettavo. È un ragazzo che fa tutto in maniera impeccabile anche quando potrebbe fare uno strappo alla regola e comportarsi come uno zulù. E anche se un po' mi vergogno a dirlo, mi è piaciuto. E sì bacia bene e mi ha baciata dopo che tu te ne sei andata.”- dissi guardando prima Elisabeth e poi mia madre. Guardai Jonathan e conclusi dicendo: “ e no non ha messo mezzo metro di lingua. Si è anche scusato per avermi baciata.”
Elisabeth sospirò, mia madre al suo contrario esclamò: “ oh Dio esiste! Solo una persona con del buon senso e sensibile si scuserebbe per una cosa del genere.”
Wow..”- disse Jonathan indeciso se sospirare anche lui per far compagnia al duo tutto femminile o restarne completamente fuori.
Non devi lasciartelo sfuggire. È l'uomo perfetto. Fai cazzate e poi vedrai come ti sistemerò per le feste.”
Mah..”
Niente mah, Jade! Sei mia figlia, ti conosco e so che hai una voglia matta di sbattertelo, ma con sentimento. Hai paura lo so, ma ti sei aperta a lui e io l'ho visto. E se tanto mi da tanto non devi preoccuparti di nulla. Da quando non ti sentivi così?”
Ci pensai per un istante e poi la risposta mi venne spontanea.
Mai. Non mi sono mai fermata ai sentimenti.”- risposi senza respiro.
Ecco!”- esclamò trionfante mia madre. Elisabeth e Jonathan spostavano lo sguardo da lei a me come se stessero assistendo ad una partita di tennis.
Ecco cosa?”- chiesi leggermente confusa.
Ecco la prova evidente che ti stai seriamente cuocendo. Non dico innamorando perché non è ancora il tempo per dirlo apertamente. Non siamo in un film, questa è la vita, anche se a volte diventa romanzata, ma posso dirti che ci sei quasi vicina.”
Che bella cazzata.”- commentai atona avvicinandomi alla finestra.


Era il mio ultimo giorno di tranquillità.
Penultimo giorno.
Tranquillità.
Possibile che quando riuscivo a raggiungere lo stato di atarassia e rilassamento, qualcuno provvedeva a distruggere tutto?
Quel giorno sarebbe stato molto lungo e io già lo odiavo. Avrei fatto shopping, ma la cosa che odiavo non era tanto quello di entrare nei negozi e comprare, quanto entrare nei negozi e comprare con mia madre che avrebbe alitato sul mio collo ad ogni passo. Fortuna che sarebbe venuta anche Elisabeth; lei mi avrebbe salvata dal peggio, sempre se mia madre non l'aveva pagata profumatamente. A quel punto sarei stata fottuta a vita.
Ero seduta in cucina e fissavo immobile e priva di emozioni la mia tazza di latte caldo mentre Elisabeth si muoveva tra i fornelli come una piccola ballerina. Da quando aveva chiuso qualsiasi tipo di rapporto con il vampiro, aveva preso l'abitudine di tenersi impegnata in tutte le faccende di casa. Era il suo modo per non pensare troppo.
Invece io in quel momento preferivo non parlare. Effettivamente dalla sera precedente mi ero chiusa in un lungo mutismo ed ebbi quasi il timore che da quel momento in poi non sarei più riuscita a parlare. Non riuscivo ad essere tranquilla, non quando vedevo la mia ora fatale avvicinarsi sempre di più. E poi era in corso una lunga battaglia contro sentimenti. Da un lato la diva che era in me non vedeva l'ora di mostrarsi in tutta la sua bellezza. Molto meno d'accordo invece era la parte più introversa. Quella acida poi era completamente in disaccordo con tutti i patti presi in quei giorni.
A me non restava che fissare con un'incantata il vuoto e ciò che stava per abbattersi su di me.
Honey honey I can see the stars all the way from here..”
Sia io che Elisabeth in quel momento ci guardammo allarmate appena sentimmo le indiscusse qualità canore di Jonathan provenire dal corridoio. La giornata non poteva che iniziare in maniera agghiacciante.
Jonathan entrò in cucina saltellando e con la spazzola in mano accompagnando le parole con dei passi di danza. Era uno spettacolo divertente e avrei anche sorriso se non fossi stata completamente fagocitata dal mio pessimo umore.
Baby it's youuuuuuuuuuuuuu! You're the one I loveeeeeee! You're the one I neeeeeeeeed! You're the only one I seeeee! Come on baby it's youuuu! You're the one that gives your aaaaaaaall! You're the one I can always caaaaall. When I need to make everything stop finally you put my love on top! Oooooooooh come on baaaaaaaaby! You put my love on top top top top tooooooooooooooooooop!”
Finì la sua performance saltando allegramente ed esclamando: “ buongiornoooooo!”
Tu ti fai di qualche sostanza la notte.”- disse Elisabeth fissandolo a bocca aperta. Lui fece finta di non aver ascoltato e si avvicinò portando al suo seguito tutta l'allegria che aveva mostrato due minuti prima.
E su con la vita! Non è mica morto qualcuno!”
Si sedette di fronte a me con un gran sorriso stampato sul volto, così fastidioso da indurmi a commettere un omicidio. Lo fissai arrabbiata e a bassa voce dissi: “ parla ancora e ti strappo letteralmente le gengive a morsi e poi come se non bastasse ti scuoio vivo e do le tue viscere in pasto ai cani randagi.”
Come sempre sei di un amore disarmante. A qualsiasi ora del giorno poi! Ville deve spiegarmi come si sia interessato a te. Forse è lui che si fa di qualche sostanza.”
Vuoi che lo faccia per davvero?”
Mio dio Jade! E sorridi un po'! Stavo scherzando! E comunque siete due ingrate! Non mi avete nemmeno fatto i complimenti. Nessuno si sognerebbe di ricevere queste performance rigorosamente live di mattina. Le altre donne pagherebbero per vedermi fare questo.”
Ma noi apprezziamo le due doti da ballerino. Solo che quelle da cantante ancora non entrano nei nostri cuori.”- disse Elisabeth porgendogli la sua tazza di caffè e stampandogli un bacio sulla guancia.
Io invece fissai la sua tazza. Ciò che attirava di essa era la scritta grande e rossa, abbastanza volgare: “Kiss my dick.”
Lui e il suo gusto per l'orrido!
E comunque potresti cambiare tazza.”- gli dissi con la mia voce da trans.
Che cos'ha che non va?”- chiese lui confuso. Sospettavo che lo stesse facendo apposta. Scossi la testa e dissi: “ lascia perdere.”
Beh quali sono i vostri programmi per questa bellissima giornata?”- chiese poi fissandomi con aria divertita.
Fra poco arriverà Demetra e quando saremo pronte inizieremo con la giornata dedicata allo shopping, mentre domani sarà la volta dei capelli. Tanto la mostra è di sera.”
Elisabeth era un ottima segretaria a differenza mia che avevo voglia di parlare. E poi se l'avessi fatto avrei solamente fatto un uso esagerato di acidità.
Bella giornata!”- esclamò ridendo lui.- “ condoglianze!”
Grazie.”- sussurrai fissando il latte prima di portarmi la tazza alle labbra e fare un sorso.
E comunque verrò anche io alla mostra. Sono riuscito ad organizzarmi e domani sera sono libero.”
Oh!”- esclamai rallegrandomi di poco. Una bella notizia. Mi sarei risparmiata l'iniziale imbarazzo con Ville.
Ho detto che vengo, non che farò il candelabro.”- affermò quasi minaccioso.
L'importante è che vieni.”- dissi sbuffando.- “ io non sopporto andarci sola con lui.”
Ti ricordo che resterai sola con lui.”
Un conto è starci, un conto è la prima impressione. È quella che mi da sui nervi.”
Tu sei tutta matta amica mia.”- disse Jonathan scuotendo la testa.
Salute.”- dissi io decidendo finalmente di bere il mio latte che ormai era diventato tiepido.

Vi prego fermiamoci!”
L'ultimo negozio e poi facciamo una piccola pausa.”- disse mia madre sorridendo.
Fino a quel momento non avevo trovato nulla che mi avesse folgorata e speravo che quel fottuto negozio avesse tutto quello di cui avevo bisogno. In questo modo si sarebbe risparmiato tempo e la mia irritazione gradualmente sarebbe scomparsa. In caso contrario avrei dato fuoco a tutto ciò che c'era al suo interno.
Sbuffando entrai nel negozio scelto da mia madre e iniziai a girovagare come un automa. Quasi dimenticai per un istante perché fossi lì, ma poi tutti i vestiti che mia madre iniziò a mettermi fra le braccia mi fecero ricordare il motivo di quel patimento.
Provai quasi disgustata un paio di vestiti completamente lontani anni luce dalla mia portata.
Mamma ti ricordo che non devo andare in discoteca.”- le dissi restituendo un vestito decisamente troppo corto per i miei gusti. Mia madre sorrise divertita perché sapeva perfettamente che quello non era il genere utilizzato da me. Lo sapevo bene: stava cercando di mettere alla prova i miei nervi. A quel punto fece capolino Elisabeth, la quale porgendomi la sua scelta disse: “ voglio i diritti d'autore nel momento in cui lo comprerai.”
La guardai un po' confusa e poi mi chiusi in camerino fissando per la prima volta e con particolare attenzione il nuovo indumento. Era un vestito corto e bianco. Era semplice e non aveva fortunatamente nessuna scollatura prorompente. Lo indossai decisamente incuriosita e quando mi voltai per guardarmi allo specchio capii immediatamente che sarebbe stato mio e che Elisabeth avrebbe ricevuto la ricompensa che si meritava.
Nella sua semplicità, quell'abito riusciva ad essere sensuale risaltando le parti giuste, come per esempio il seno, senza metterle in mostra in maniera volgare e la lunghezza era quella che più preferivo: né troppo corto e né troppo lungo. Andava semplicemente a pennello con i miei gusti da principessa acida e sempre raffinata. Per la prima volta in quella giornata un sorriso di soddisfazione affiorò sulle mie labbra e fu quello che mostrai anche alle altre una volta che decisi finalmente di uscire dal camerino.
Anche la commessa restò a bocca aperta insieme alle mie due assistenti.
Questo è perfetto.”- dissi con un largo sorriso.
Sei semplicemente stupenda.”- sussurrò mia madre.
Ce l'abbiamo fatta!”- esclamò invece trionfante Elisabeth.
Il mio unico timore era quello di vergognarmi a morte il giorno seguente. Solo quello.
Quando tornai a casa stanca morta mi buttai sul divano con l'intento di farmi mangiare dai vermi, mentre Elisabeth andò in camera sua a cambiarsi. L'avrei fatto anche io se Jonathan non si fosse parato davanti a me con l'intenzione di parlare.
Mister Valo ha chiesto di te.”
Davvero?”- chiesi scattando in piedi come una molla.
Sì. Gli ho detto che non c'eri e che non sapevo a che ora saresti tornata. Lui ha detto che era passato solo per farti un saluto visto che sarebbe stato impegnato, ma sperava di riuscirsi a liberare presto. Ma credo che non ci sia riuscito. Ormai è tardi. A meno che non ti venga a trovare all'una della notte come un principe delle tenebre.”
“ Nei tuoi sogni forse.”- dissi abbozzando un sorriso.

Beh fammi vedere che cosa hai comprato. Il mio giudizio è quello più importante.”
Alzai gli occhi al cielo sorridendo.
L'anima da diva ogni tanto prendeva il sopravvento sul caro John.


Chiusi la finestra in salotto dopo aver respirato un po' di aria fresca, o per meglio dire, fredda che scese nei polmoni infiammandoli. Al solo pensiero di essere ad un passo dal giorno infernale lo stomaco si attorcigliava tanto da sentire le sue viscere risalire nell'esofago pretendendo di voler uscire dalla bocca. Avvolta in un vecchio cardigan di lana che indossavo nei miei momenti da tipica donna con il mestruo e depressione e isterismo al massimo, mi sedetti sul divano e pulii gli occhiali con la stoffa che avevo lasciato sul tavolino di vetro. Quando accesi la televisione la sintonizzai su un canale musicale. Abbassai la voce e cercai con tutta me stessa di rilassarmi ascoltando qualche canzone.
Non l'avessi mai fatto.
Un minuto prima di chiudere gli occhi, sullo schermo chi doveva apparire in tutto il suo splendore? Ville. Era un tantino più giovane e i suoi capelli erano mossi ma più corti.
Oh ma guarda chi c'è!”- esclamò ridacchiando Jonathan sedendosi accanto a me.

Memories sharp as daggers
Pierce into the flesh of today”


Fui completamente rapita dalla sua bellezza e dalle sue espressioni, così naturali e allo stesso tempo magnetiche e sensuali. Per quanto riguardava la voce di certo a quell'ora non aiutava a pensare in maniera casta e pura.

With the venomous kiss you gave me, I'm killing loneliness
With the warmth of your arms, you saved me
Oh, I'm killing loneliness with you
The killing loneliness that turned my heart into a tomb
I'm killing loneliness”


Quelle parole erano davvero profonde. Mai in vita mia avevo ascoltato il testo di una canzone che riuscisse a sondare l'anima e a far riflettere e da scrittrice non potevo che invidiare la sua vena artistica.
Quando la canzone finì sospirai. Perchè quella magia era durata così poco?
E' una bella persona Ville. Oggi abbiamo fatto quattro chiacchiere.”
Spero non su di me.”- dissi scherzando. Era impossibile una cosa del genere.
“ Anche.”

Lo guardai più attentamente e chiesi: “ anche?”
Beh ci siamo conosciuti un po' di più ed è più che normale che per rompere il ghiaccio dovessimo parlare anche di te.”
E che vi siete detti?”- chiesi con il cuore che iniziò a voler fare i suoi soliti capricci.
Niente di allarmante. E poi è un segreto.”
Non fare l'idiota!”
Mi ha detto che un tipo con te non l'aveva mai conosciuto e altre cose del genere. Contenta ora?”
“ E nient'altro?”- chiesi curiosa e incitando Jonathan ad andare avanti, ma lui non rispose.

Ehi! Sto parlando con te!”
Te l'ho detto! Cosa vuoi sapere di più?”- chiese spazientito.
Da quando sei così riservato?”
Non sono riservato! Sei tu che sei egocentrica!”
Scoppiammo a ridere. A quel punto decisi di lasciar perdere e morire nella curiosità.
“ Elisabeth ti ha stirato la camicia.”- gli dissi poco prima che decidesse di alzarsi.

E' impazzita per caso?”- chiese sconvolto.
Credo che lo faccia per tenersi occupata senza pensare troppo, soprattutto di notte. Ancora non le passa tutto. Comunque la camicia è in camera tua.”
Grazie dell'avviso.”
Sorrise e poi si diresse in corridoio.
Ah e stai attento! Accidentalmente mi è caduto il flacone della cera in corridoio e si scivola!”- esclamai, ma lo avvisai troppo tardi. Sentii un rumore assordante e poi lui bestemmiare.
PORCA ZOZZA!”- urlò arrabbiato.
Come non detto.”- sussurrai sorridendo e tornando a guardare la tv.


Giorno fatale, detto comunemente giorno di possibili suicidi.
Lo avevo passato come una carcerata consapevole della sua pena di morte e del fatto che da un momento all'altro l'avrebbero portata sul patibolo dove avrebbe detto la sua ultima preghiera prima di vedere il boia con l'ascia desiderosa di sporcarsi di sangue.
Felicità di vivere stuprami.
Non ero ancora pronta e lo stavo facendo apposta, ma né Elisabeth e né Jonathan l'avevano capito. Stavo perdendo tempo nella speranza di non evitare tutte le conseguenze.
Si può sapere che stai facendo? È tardi!”- esclamò Elisabeth entrando in camera mia. Ero seduta sul letto e l'unica cosa in regola e già pronta erano i miei capelli, mossi e completamente irriconoscibili. Mia madre ci teneva che io li tagliassi, ma la mia occhiataccia le fece capire che insistere non era il miglior modo per continuare la giornata con me al seguito. Il vestito era a fianco a me a farmi compagnia con il suo silenzio, mentre le scarpe probabilmente erano in un angolo oscuro della stanza.
Tutto bene?”- mi chiese avvicinandosi.
Sì..cioé no..nel senso..so che mi vergognerò a morte una volta che uscirò di qui e avrò di fronte Ville.”
L'avevo detto. Ciò che il mio cuore stava cercando di tener nascosto era stato spiattellato crudamente alla mia migliore amica. Elisabeth mi guardò sorridendo e spostò delicatamente il vestito per farsi spazio e sedersi vicino a me.
Capisco. Beh è una cosa normale, specie se il tipo in questione è quel gran figo, che purtroppo non ti ha mai vista in questo modo.”
Ecco. E poi non capisco perché mi stia facendo mille problemi.”
Lo sai il perché solo che non vuoi dirlo apertamente.”
Guardai Elisabeth e sorrisi imbarazzata. Lo ero sempre quando si trattava di queste complicate situazioni sentimentali. Le odiavo come tutto ciò che portava con sé l'amore.
Vuoi fare tardi apposta, così John e Ville vanno via senza di te.”
Annuii senza guardarla.
E a cosa ti serve farlo?”
Non sono preparata psicologicamente. Tutto qui.”
Io davvero non ti capisco in questo momento. Sei sempre stata con Ville e ora ne fai un problema apocalittico e tutto questo per via di un vestito un po' diverso dal solito e del fatto che appariresti più bella ai suoi occhi.”
Questa volta la guardai ma senza dire nulla.
Sto perdendo la mia amica.”- disse poi scherzando.
Quanto sei scema.”
Beh che vuoi fare? Contemplare ancora il vestito? Lo sai che fra poco lo zombie è qui?”
Lo so.”
E sai anche che io sarò sempre la tua complice. Quindi stai tranquilla, ti accompagnerò io alla mostra e poi andrò alla cena con i colleghi.”
Mi alzai sorridendo e prendendo il vestito dissi: “ mi aiuti?”
Certo.”
Mentre ero immersa nei preparativi, il campanello suonò e insieme a lui il cuore iniziò a martellare.
E' lui!”- dissi scioccata.
Stai ferma! Altrimenti sbaglio il trucco e poi tu mi ammazzi e io non ci tengo.”- disse calma Elisabeth. Come faceva ad essere così calma?
Sentii delle voci in salotto e poi dei passi che si avvicinavano sempre di più.
Jadeeee! Ma che stai facendo?”- esclamò Jonathan dopo aver bussato. Aveva cercato anche di entrare, ma la porta l'avevo chiusa a chiave. Aprii di poco senza farmi vedere del tutto e dissi: “ voi avviatevi. Io non sono ancora pronta ed è inutile che aspettate. Mi accompagnerà Elisabeth, non preoccuparti. Su dai andate.”
Il tono della mia voce decisamente troppo autoritario evitò a Jonathan di replicare. Così disse: “ okay Miranda.”- poi la sua voce divenne un sussurro.- “ non posso crederci: io e Ville Valo in macchina insieme!”
Scoppiai a ridere mentre lui scomparì in corridoio. Sentii la porta chiudersi e il mio cuore riprese a battere normalmente.
Mi voltai e vidi Elisabeth con le mie decoltè in mano.
Beh, cara Cenerentola, vogliamo mettere le scarpette di cristallo?”
Possiamo aspettare altri cinque minuti?”- le chiesi quasi supplicando.
Non se ne parla.”- rispose severa.
Che palle!”- esclamai prendendo le scarpe.
Jade quanto rompi!





   
 
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