“Hayato
ti volevo
chiedere una cosa, ci sono delle ragazze che mi hanno preso di mira,
non è che per caso hai il fan-club?” chiedo
ridendo mentre entro
in classe seguita a ruota da lui, dal decimo e da Yamamoto, lui mi
guarda male
“che vuoi che ne sappia di quelle oche?” io gli
sorrido
“non guardarmi in quel modo, sai che non funziona con me,
comunque vuoi che ci pensi io a loro?” lui spalanca gli occhi
sorpreso
“lo faresti davvero?” gli appoggio una mano sulla
spalla
e scuoto la testa
“nonostante sia la tua migliore amica dall'asilo
mi fai certe domande? Ma non è ovvio? Non saranno peggio
delle BM
che gironzolano per Catania no?”
lui scoppia a ridere e mi
accarezza la testa “in effetti hai ragione...”
le lezioni passano senza problemi fino all'ora di pranzo.
Al
suono della
campanella mi alzo e vado incontro al decimo con il mio sacchetto del
pranzo
“Agnese-san pranzi con noi?” mi chiede
sorridendo
“ma
certo decimo, ma potresti evitare di aggiungere suffissi al mio nome?
Sai è un po imbarazzante...” mi gratto la testa e
sorrido
imbarazzata
“uhm, ti dispiace se prima chiedo alla mia
ragazza?”
io lo guardo shoccata -e da quando Tsunayoshi ha la ragazza?- guardo
in maniera eloquente Gokudera alla ricerca di una spiegazione ma non
fa in tempo a rispondermi che arriva Arikawa a disturbarci
“straniera, dovrei parlarti un attimo...” -chi boli
chista?-
penso scocciata
“ma certo miss simpatia, ma sai io avrei un
nome...” interrompo il discorso e guardo i miei
amici
“Decimo ci
vediamo tra poco, Hayato tieni dentro ci sono i dolci che ho fatto
ieri, sono la mia merenda, ma c'è ne abbastanza per
tutti” dico
sorridendogli e passandogli il sacchetto di stoffa.
Seguo
Arikawa fino
al bagno delle ragazze entriamo e chiudiamo la porta
“uh vedo che
non siamo sole” sorrido sarcastica
“piacere mi chiam...”
“non
c'è ne importa niente del tuo nome straniera!”
sbotta Arikawa
“ok
mi sono rotta, che cos'è state cercando qualcuno da prendere
di
mira? Beh sappiate che non me non funziona, visto che sono una
straniera, come mi chiamate voi...”
mi circondano e tentano di
buttarmi a terra -bel lavoro davvero peccato che sono troppo forte
per voi- blocco tutti gli attacchi facendole cadere di schiena
“vi
ho battuto usando una delle arti del budo tipiche del giappone,
ironico vero? Io sono la migliore amica di Hayato Gokudera e non
saranno delle ragazzine a cambiare questa verità! E adesso
scusate
ma devo andare a mangiare i cannoli con i miei amici”.
Esco
dal bagno e mi
dirigo verso il tetto quando incontro una ragazza fare la mia stessa
strada lei mi nota e mi sorride “tu devi essere Agnese-san
vero?”
annuisco “si piacere, tu devi essere la sorella di Ryohei
Sasagawa
sei nella mia classe, per caso conosci Sawada-san?” lei mi
guarda
sorpresa e imbarazzata
“Tsu-kun e il mio ragazzo...” sussurra, io
la guardo come se fosse un trofeo
“ma davvero?ohh che bello allora
sei tu! Hayato mi ha parlato di te! Diventiamo amiche?” le
sorrido
e lei fa altrettanto
“Ma certo! ti piacciono i dolci?” io le
faccio l'occhiolino
“ma certo, ti svelo un segreto i dolci tipici
della mia città sono i più buoni del mondo, e io
sono bravissima a
farli” rido mentre le si illuminano gli occhi dalla
gioia
“davvero?” io annuisco
“si ma se non ci sbrighiamo rischiamo
che gli altri se li pappano tutti”.
Io e
Kyoko facciamo
le ultime scale correndo e una volta arrivate su tetto vediamo il mio
cestino del pranzo con solo due cannoli e Yamamoto e Ryohei con la
cintura allentata per evitare di scoppiare, guardo sconvolta il mio
povero pranzo che quei due panzoni si erano strafogati durante la mia
assenza e mi scende una lacrimuccia dispiaciuta
“I miei
cannoliiiiii!” urlo disperata poi mentre Tsuna mi guarda
sconvolto
e Hayato scoppia a ridere io prendo gli ultimi due e ne offro uno a
Kyoko
“ecco, a te” sorrido mangiando il mio cannolo e
tirando un
pugno ad Hayato,
“Hayato,
mi
siddiai bonu ora ah! Sempri a rìdiri ri mia!”
esclamo frustrata
prendendolo per il colletto della camicia
“au, pattiti bona cu mmia
ca non ti fici nenti!” mi risponde sarcastico bloccandomi il
polso,
mi guarda negli occhi e mi dice in giapponese
“Agnese, parlando il
dialetto ci capiamo solo noi due, lo sai vero?” io sorrido a
mia
volta
“ovvio, lo so, ma certe cose vanno dette con la giusta
enfasi, altrimenti il messaggio non arriva, ù
capisti?” fa un
cenno dietro di me e scoppia a ridere io mi giro e vedo decimo e
tutti gli altri che ci guardano sconvolti
“tranquilli dopo vi
faccio la traduzione” dico ridendo mentre Gokudera mi
scompiglia i
capelli.
All'uscita
prima di
tornare a casa fermo Gokudera
“ehi visto che domani è sabato, ti
volevo chiedere se sei libero, sai è da tanto che non ci
vediamo e
volevo passare il pomeriggio da te visto che è un pezzo che
non
parliamo io e te” lui mi scompiglia i capelli
“ok ma ricordati di
portare il tuo joystick e le patatine” ci battiamo il cinque
e lo
saluto uscendo dal cancello della scuola
“ne preparerò talmente
tante che mi servirà la borsa di Mary Poppins! A
domani!”
prima di rientrare feci una lunga passeggiata, riflettendo su quello che mi ero predisposta di fare: diventare membro della CEDEF e riuscire a sciogliere tutti gli Hayato fan-club presenti sulla faccia della terra.