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Autore: Honodetsu    09/04/2013    3 recensioni
"...Non seppe come, ma quel momento di leggerezza, di tranquillità, sembrò dissolversi in un attimo. L'assurda idea che potesse essere finita si sgretolò al vento.
L'agitazione e la preoccupazione per l'italiano furono ingogliate da un qualcosa di più profondo, di più intenso. E mai avrebbe immaginato che si potesse provare una cosa del genere e che, un essere umano, potesse sopportare un simile dolore..."
E' con piacere che vi presento questa mia seconda fanfiction su Hetalia; dove amori, passioni, gioia e lacrime non mancheranno di certo.
...Se siete interessati, leggete...
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Francia/Francis Bonnefoy, Prussia/Gilbert Beilschmidt, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo, Sud Italia/Lovino Vargas
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo
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Non c'era tempo per le spiegazioni. Non c'era tempo per le parole, per le scuse. Non c'era tempo per niente, se non per le carezze e per i baci passionali.

Sentì le mani di Francis invaderlo, il suo corpo sul proprio. Si ritrovò a gemere per il piacere sotto i suoi tocchi, sotto il suo sguardo.

E mentre Arthur si ritrovava a sprofondare tra le spire di quel francese si chiese se stesse facendo bene. Si chiese se quello che stava accadendo fosse giusto.

No, non lo è...

Ma le labbra di Francis continuavano a cercare le sue, le sue mani lo sfioravano con esperienza e bravura: come poteva essere sbagliata quella perfezione?

 

Era suo, finalmente.

Era passato così tanto. Gli sembrava quasi impossibile poter sfiorare quella pelle tanto desiderata e bella. Gli sfilò velocemente i pantaloni, continuando a baciarlo.

Impossibile, era impossibile che Arthur fosse davanti a lui.

Gli sfiorò con delicato desiderio l'inguine. Lo baciò ancora rovente sul viso e si ritrovò a sorridere, pieno di gioia e nostalgia, nel notare quel suo rossore. Presto l'inglese cominciò a respirare affannosamente, cosa, che Francis, trovò terribilmente dolce.

Lui è qui...

E mentre continuava a spogliarlo e a spingerlo a sé non si perdeva nessuna sua espressione.

Quel viso era come un libro aperto, riconosceva ogni sua singola espressione, e rivederle tutte, in quel momento, gli creò una gioia sorda.

Ti amo, ti amo!

 

Antonio non si sarebbe mai alzato se non fosse stato per il bussare alla porta. Già, non si sarebbe mai alzato da quel letto, soprattutto con quel Romano che continuava a dormire splendido sul suo petto. Lì per lì, sperò che chiunque fosse rinunciasse e se ne andasse; ma al sentir insistere con il campanello temette lo svegliarsi dell'italiano.

Meglio che vada, se si sveglia, finisce per prendersela con me...

Perciò fu costretto ad alzarsi lentamente da quel letto da sogno ed ad infilarsi dei jeans ed una maglia. Prima di richiudere la porta della camera guardò ancora Romano.

Dormiva tranquillo, il piumone che gli copriva a metà il corpo nudo. Si ritrovò ad arrossire desideroso ed intenerito.

Devo proprio andare ad aprire?

L'ennesimo bussare gli diede la triste risposta.

-”Antonio...”-

Lo spagnolo guardò il prussiano che gli si era delineato d'inanzi. Sembrava abbastanza provato. Gli sorrise solare.

-”Che succede?”-

Gilbert entrò nell'appartamento senza nemmeno chiedere il permesso. Arricciò il naso e lo guardò cupo.

-”Smettila di sorridere in quel modo...”-brontolò-”Dà sui nervi...”-

Il riccio alzò le spalle sospirando, richiuse la porta e lo guardò stufo.

-”...”-rimase in silenzio a guardarlo con le braccia piegate sul petto. Il prussiano lo guardò interrogativo, alzò un sopracciglio chiaro.

Antonio scrollò le spalle, sentendo il terrificante bisogno di cacciare quel tonto e di tornare tra le braccia di Romano.

-”Ebbene?!”-chiese un po' nervoso il moro-”Come mai qui?”-

-”Ah, pensi che sia il tipo che viene a trovare un amico solo in cerca d'aiuto?”-fece offeso-”Grazie, mi fa piacere sapere che pensi questo di me...”-

Antonio sentì i nervi tremare. Cercò di contenersi, apparendo calmo e gentile.

-”Ma no, Gil. Lo so che non sei il tipo...”-fece, cercando di nascondere i sospiri esasperati.

Silenzio.

I due rimasero in silenzio senza nemmeno guardarsi. Lo spagnolo si ritrovò a guardare con ansia la porta della stanza in cui Romano dormiva, temendo che, proprio quest'ultimo, ne uscisse.

Sicuramente, sentendosi in imbarazzo nell'essersi fatto trovare mezzo addormentato, avrebbe cominciato a lamentarsi della presenza del tedesco e, dopo, avrebbe cominciato ad insultare il povero riccio. Sentì un brivido percorrergli la schiena.

-”Allora, Gil?!”-chiese accennando un sorriso nervoso.

L'ariano guardò placidamente in giro per l'appartamento. Alzò le spalle e si infilò le mani in tasca.

-”Bhè... Niente di che...”-si avvicinò ad un mobile e ci passò una mano sopra-”Sembra che sia ricomparso quell'inglese...”-fece distrattamente.

Antonio si irrigidì.

-”Come...?”-

Il prussiano si voltò a guardarlo.

-”Hai capito.”-

Ingogliò della saliva.

-”Ne sei sicuro?”-

Gilbert annuì.

-”Li ho visti insieme...”-

 

-”Perché ti stai rivestendo?”-

Arthur si chiuse la cerniera dei pantaloni con imbarazzo e freddezza, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo.

-”Perché non mi sarei mai dovuto svestire...”-

Quelle parole lo ferirono ma tentò di ignorarle. Sorrise per poi perdersi in un sospiro.

-”Cosa ti prende all'improvviso? Non mi sembrava che mentre facevamo l'amore avessi questo brutto umore...”-

Arthur si morse un labbro, quasi cercasse la forza per fare qualcosa che, sapeva, gli avrebbe fatto male. Si voltò e lo guardò duro.

-”Noi non abbiamo fatto l'amore. Noi abbiamo fatto sesso, niente di più.”-

Ancora una volta, dal cuore del francese, sgorgò del sangue. Abbassò il capo biondo.

-”Perché ora mi tratti così?”-chiese appena-”Si può sapere cos'hai? Se pensi che non ci sia nulla tra di noi, perché sei tornato?”-

Arthur sorrise strafottente.

-”Lo vedi?”-ridacchiò, sotto lo sguardo spento dell'altro-”Prima mi ospiti nel tuo letto, poi mi chiedi perché sono tornato...”-lo guardò con cattiveria-”Secondo te perché dico che tra noi non c'è nulla?”-

Francis abbassò il capo. Faceva male ricevere quelle risposte aspre.

-”Ammettilo, ti sono mancato, se no non saresti qui.”-

L'altro alzò appena le spalle.

-”Non più di quanto non mi siano mancati altri ragazzi con cui sono stato...”-

Il francese lo guardò ferito.

-”Sei crudele a dirmi così...”-

-”Sono realista.”-

-”No, sei solo falso e crudele.”-

L'inglese non seppe come controbattere. Schioccò la lingua sul palato e diede le spalle a Francis.

-”Bhè, dopo questo bel pomeriggio, ti ringrazio.”-alzò una mano in segno di saluto-”Posso pure tornarmene a casa...”-

A casa...?!

-”Arthur...”-sussurrò-”Non tornerai in Inghilterra.”-

Si voltò a guardarlo.

-”E tu che ne sai? Ero solo di passaggio qui a Madrid.”-mentì.

Francis sorrise.

-”Lo so...”-socchiuse appena gli occhi-”Le tue espressioni... Le conosco tutte, so quando menti o meno. Ed adesso stai mentendo...”-

Arthur si ritrovò ad arrossire.

-”Dì meno stronzate.”-lo ammonì.

-”Anche tu dovresti dirne di meno, sai?”-gli sorrise debolmente-”Ammettilo, ti sono mancato terribilmente.”-

L'inglese strinse i pugni.

-”Ti ho detto che tra noi c'è solo sesso, nient'altro.”-confermò nuovamente.

-”Arthur...”-

-”Nient'altro, ti dico!”-

Scivolò il silenzio. Il francese sorrise appena.

-”Non dovresti mentire così...”-

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Note

Mi scuso per la lunghezza del capitolo (o dovrei dire "brevezza" O.o ma non si può sentire ^^"") ma, per colpa della scuola, è già tanto se trovo il tempo per pubblicare! 
Comunque , grazie a tutti per star leggendo questa lunga ff :)
Al prossimo capitolo,

Honodetsu:D

  
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