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Autore: Dridri96    09/04/2013    3 recensioni
«è in ogni cosa, ma niente è adatto a lui.
Se lo incontri è la fine,
se lo sconfiggi è un nuovo inizio.»
La città è impazzita, nulla è come prima. Kyra è l'unica che può evitare la catastrofe, ma il tempo scarseggia. Avrà abbastanza forza e coraggio da non cadere nell'oblio?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 16






«Alzati! Corri!», urla Alex, costringendomi a scappare, nonostante io non abbia abbastanza forze.
Corro inciampandomi sui miei stessi piedi, andando avanti grazie ad una forza misteriosa. Non ho fiato nei polmoni e mi viene da vomitare dalla fatica.
«Dobbiamo affrontarla!», esclamo, cercando di fermare il mio alleato. Dopotutto avevamo progettato la trappola per questo no? Dovevamo imprigionarla e distruggerla. Invece eccoci a scappare, chissà dove.
Poi ricordo: dobbiamo trascinarla verso di noi, portarla in un luogo tranquillo, costringerla a rimanervi e distruggerla. Devo essere davvero stanca per dimenticarmi del nostro piano.
Mi volto per guardare alle mie spalle: una macchia nera e minacciosa si avvicina sempre di più. I contorni dell’ombra tremolano e ogni tanto scompare: è davvero in fin di vita ormai. Siamo ugualmente deboli, ma io, al contrario di lei, non sono sola.
Possiamo farcela. È arrivata la fine per lei. Vinceremo.

Tutto questo mi dona la forza per accelerare il passo e correre come non ho mai corso in vita mia. Alex mi sorride, sorpreso. Mi prende per mano e la stringe. Ce la possiamo fare. Tra poco sarà tutto finito.
Conduciamo l’ombra fino ai campi esterni al paese: lì regna il silenzio, la pace, la tranquillità.
Non appena arriviamo, ci voltiamo per affrontarla. È più alta e possente di noi, ma non ci fa più paura: siamo noi a giostrare il gioco ora.
L’ombra è determinata ad ucciderci, è la sua ultima chance. Sta per morire, gioca il tutto per tutto: o moriamo noi, o muore lei. E la fortuna è dalla nostra parte.

Sono stanca.
Parlo con mio padre, ma lui non mi ascolta. All’improvviso sorride amorevolmente.

Mi riprendo dalla visione e sorrido. Non ha più i poteri di prima, le visioni che provoca non fanno affatto paura.
«È tutto ciò che sei in grado di fare?», domando ridendo beffarda. I contorni dell’ombra tremano.
Non mi sono mai sentita così forte in vita mia.
Nonostante ciò la situazione è stabile: l’ombra si indebolisce a causa della tranquillità, ma non è abbastanza per farla morire, mentre la nostra forza non viene intaccata.
Nessuno dei due riuscirà a vincere in questo modo.

«Cos’altro possiamo fare?», domando ad Alex, mentre l’ombra rimane immobile davanti a noi.
Dei strani fasci scuri cadono ai nostri piedi. Ci sta attaccando in un modo del tutto nuovo. Uno dei fasci mi colpisce al braccio, e come un tentacolo mi stringe il più forte possibile.
Se l’ombra fosse al massimo della sua potenza mi avrebbe già rotto le ossa, invece mi dà a malapena fastidio.
Ben presto si arrende, ritirando le sue braccia.
«Non puoi vincere!», urlo esaltata, ridendo di lei. I contorni che fino a poco fa erano sbiaditi smettono di tremare e si scuriscono.
Ho i brividi. Che cosa sta succedendo? Perché riacquista forza?
«Pensi di spaventarmi?», domando col sorriso, ma non sono più sicura come prima. L’ombra inizia a raddrizzarsi.
Sta riacquistando forza.

«Kyra, smettila!», mi ordina Alex, afferrandomi per il polso. Che cosa ho fatto? «Ti stai agitando, vuoi la guerra, è questo che le dona forza!». È  vero, come ho fatto a non pensarci? Il mio atteggiamento agguerrito la sta rinvigorendo. Sto sprecando tutti i nostri sforzi.
«Cosa possiamo fare ora?», domando. Non appena mi tranquillizzo l’ombra torna ad ingobbirsi e sbiadirsi.
Osservandola non posso fare a meno di godere interiormente. Nonostante io non abbia parlato, l’ombra si rialza in un batter d’occhio.

Lancia uno dei suoi tentacoli e mi afferra in vita, sollevandomi da terra. Mi manca il fiato, la vista si annebbia, le urla di Alex si fanno sempre più lontane. La sua voce è ovattata. Ho paura. Sarà questa la mia fine? Verrò spezzata in due come un biscotto?
Con le mani cerco di allontanarla da me, ma non appena la tocco sento le dita scottare, così le ritraggo. Sono nel panico, nella mia testa c’è un caos tale che non riesco a pensare ad altro che alla mia paura e alla mia imminente fine.
«Pensieri felici!», riesco a sentire solo questo. È difficile, ma ci provo comunque. Devo riuscirci o morirò, non ho molte scelte.
Devo farlo prima che le visioni dell’ombra abbiano la meglio.
Lascio che la mia mente si sfoghi: mio padre che mi sorride durante il mio saggio di danza, che si alza per applaudire. Mia madre che mi spazzola i capelli cantando assieme a  me la nostra canzone preferita. Eveline che mi chiede per la prima volta di giocare con lei, dicendomi che sono la bambina più simpatica della scuola. Alex che mi salva la vita.

La stretta si fa sempre più debole e all’improvviso cado a terra. Ha funzionato. Ciononostante sono senza fiato. Questo è stato il colpo di grazia, non riesco a risollevarmi. Mi chiedo cosa mi dà la forza di continuare a combattere. Forse la speranza.
«Tutto ok?», domanda Alex aiutandomi ad alzarmi. Osservo l’ombra e inizia a tremare ancora. Non possiamo continuare così per sempre.
«Alex, qualcuno deve vincere ora», sussurro massaggiandomi i fianchi. Scommetto che mi rimarranno dei bei segni sulla pelle.
Torno a guardare l’ombra, ma controllo la mia rabbia. Pensa, Kyra, pensa. Dobbiamo sconfiggerla, ora, prima che torni al suo corpo. A quel punto avremo sprecato tutti i nostri sforzi. Già, ma cosa possiamo fare? Fisicamente è impossibile distruggere un’ombra.

«Io avrei una teoria, ma non so se...», sussurra Alex controllando che l’ombra non ci attacchi alle spalle.
«Alex, non è il momento di ipotizzare strane teorie, agisci e basta», rispondo esasperata, osservandolo e attendendo di vedere cos’ha intenzione di fare.
Accade prima che io riesca a rendermene conto. Un attimo prima mi stava guardando dubbioso, un attimo dopo le sue labbra sono sulle mie. Sento le guance avvampare, questa era l’ultima cosa che mi aspettavo in questo momento.
Appoggia le mani sui miei fianchi e quando mi sente gemere dal dolore le sposta sulle mie guance, tirandomi verso di sé, mentre io poso le mani sul suo petto.
È tutto così strano. Non mi sento arrabbiata, o spaventata, o irritata. Niente di tutto questo. Mi sento felice, potrei conquistare il mondo con l’energia che sento adesso.
Fino a pochi giorni fa lo odiavo con tutta me stessa, poi ho iniziato a provare degli strani sentimenti nei suoi confronti, e ora ho capito: mi stavo innamorando di lui. Non so quando sia successo precisamente, ma ora ne sono certa. È per questo che l’ho cercato l’altra sera, avevo paura che gli accadesse qualcosa.
Quando ci stacchiamo sorrido sulle sue labbra e non vedo l’ora di assaporarle di nuovo, ma lui mi allontana da sé per guardarmi in viso. Probabilmente pensa che io possa essermi arrabbiata.
Ci guardiamo e ora sembriamo così diversi. Siamo finalmente felici, assieme. Scoppiamo a ridere e dimentichiamo tutto ciò che ci circonda.

Quando ci voltiamo vediamo che l’ombra non c’è più.
Non riesco a crederci.
Il sole sulle nostre teste torna a splendere come non faceva da giorni. Sento le lacrime salirmi agli occhi e mi lascio andare al pianto.
Ce l’abbiamo fatta, è tutto finito, abbiamo vinto. Potrò tornare a vivere la mia vita, tornerà tutto come prima. Abbiamo vinto.
 Mi giro verso Alex e gli salto in braccio, mentre lui mi stringe forte e mi fa girare. Ridiamo spensierati, affacciandoci alla nostra nuova, anche se vecchia, vita.
Non servono parole, sappiamo già entrambi ciò che vogliamo dirci, uno sguardo ci basta.
«Perché piangi?», domanda posandomi di nuovo a terra e stringendomi tra le sue braccia.
«Perché sono felice!», esclamo, mentre lui alza lo sguardo esasperato.
«Donne!», sussurra, poi scoppiamo entrambi a ridere, mentre mi asciugo queste stupidissime lacrime insensate.
Non riesco nemmeno a ordinare tutte le sensazioni che provo e che fanno scoppiare il mio cuore. Sollievo, felicità, soddisfazione. No, non è solamente questo. È qualcosa che non posso descrivere, qualcosa di così forte che vorrei urlarlo al mondo intero.

All’improvviso qualcosa cambia.

Alex non sta più ridendo. Lo guardo e vedo che ha le pupille trasparenti. Il cielo torna a scurirsi.
Sento un tuffo al cuore. Le mani mi tremano, mentre le poso sul braccio di Alex.
No. Non può essere. Era tutto finito, noi avevamo vinto! Non può essere ancora viva! Dev’essere qualcos’altro, non può...
Evidentemente avevamo festeggiato troppo presto.

Mentre voi sciocchi umani vi dedicavate all’amore,
io ho recuperato le forze grazie al vostro banchetto di pazzi servito su un piatto d’argento.
Pensavate di potermi sconfiggere?
Non vincerete mai!

Sono vivo, più forte che mai, e sto venendo a prendervi.
 

Alex si risveglia, tossendo e arrancando.
Io mi lascio andare e cado sulle ginocchia. Era tutto falso. Non è tutto finito, dovremo ricominciare daccapo. Sono stata così stupida a pensare di poter distruggere l’anima di un demone con un semplice bacio. Come mi è saltato in mente? O meglio, com’è saltato in mente ad Alex?
Ora l’ombra sarà furibonda con me, per l’affronto di prima. Sono stata un’idiota a risponderle in quel modo. Chi mi credevo di essere?
Ho solamente peggiorato le cose.
No, noi non vinceremo. Perderemo, la nostra sorte è già stata scritta.

«No!», urla all’improvviso Alex. Il suo sguardo è perso nel nulla e le sue pupille si muovono rapidamente, come se stesse assistendo ad una scena. Arriccia le labbra e digrigna i denti come per ringhiare, poi stringe una mano a pugno e la sbatte con tutta la sua violenza a terra, abbassando la testa.
«No!», urla di nuovo, la sua voce è spezzata dal pianto. Continua a gridare come non ha mai gridato. Le sue spalle tremano dalla rabbia.
Mi avvicino a lui e poso una mano sulla sua schiena. Lui si alza, afferra il mio polso e mi allontana con cattiveria. Non appena cerco di raggiungerlo mi spinge con una forza tale che cado a terra.
Si avvicina ad un albero e sfoga tutta la sua rabbia con un pugno, poi distende il braccio lungo il fianco. Sanguina.

«Alex, per l’amor del cielo, dimmi cos’hai visto!», esclamo arrabbiata. Abbiamo paura entrambi, ma incavolarsi come sta facendo lui non ci porterà da nessuna parte. Deve collaborare se vuole avere qualche speranza di sopravvivere, anche se perfino io ho perso la fiducia che avevo in noi.
«Avevamo vinto, no?», domanda ironicamente, scoppiando a ridere. Una risata piena di rancore, talmente acida che mi sembra quasi di aver ricevuto uno schiaffo in pieno viso.
«Per favore, dimmi cos’è successo», chiedo, cercando di essere più dolce e comprensiva. Mi sto sforzando per mantenere vive le nostre poche possibilità di vincere, perché ammettiamolo, in questo momento lui non merita la mia pazienza. È stressato, esasperato ed ha appena avuto una visione, ma tutto questo non lo giustifica. Non può sfogare la sua rabbia su di me. Io mi sento uno schifo quanto lui.
«E tu con quel tuo comportamento arrogante, cosa speravi di ottenere, eh? Oh certo, è stata un’ottima idea, il demone ora è così felice di noi!». Sta delirando e non so come fermarlo. So solamente che il mio autocontrollo, in una situazione simile di stress, non è molto alto. Abbiamo già abbastanza problemi, e lui cosa fa? Ce la mette tutta per litigare con l’unica alleata che ha.
«Hey, sei stato tu che ci hai distratti e convinti di aver vinto! Pensavi davvero che un bacio sarebbe bastato? Ma fammi il piacere!», urlo. Non l’ho mai visto così arrabbiato. Mi raggiunge a falcate e grida a pieni polmoni a un centimetro dalla mia faccia.
«Almeno io ci ho provato! Cosa credi, che l’abbia fatto per divertirmi?». Oh. Questa era l’ultima cosa che volevo sentirmi dire in questo momento.
Mi ha baciata solamente perché pensava sarebbe stato utile, dietro non c’era assolutamente niente. È come se avessi appena ricevuto una pugnalata al cuore. Davanti a me ora c’è di nuovo il vecchio, bastardo Alex.
«Nessuno ti ha mai costretto a baciarmi», sussurro disgustata, spingendolo lontano da me.

«Non. Toccarmi», risponde, avvicinandosi a me con aria minacciosa.
«Cosa c’è, vuoi combattere?», domando con aria di sfida. C’è una parte di me che si chiede cosa cavolo sto combinando, e mi prega disperatamente di fermarmi finché sono in tempo, ma non riesco a darle ascolto.
«Non provocarmi, sfigata». Invece lo faccio eccome. Lo spingo di nuovo e questa volta lui non si trattiene: prende la rincorsa e mi salta addosso. Atterro con una tale violenza che sento i polmoni svuotarsi improvvisamente.

Gli tiro un calcio, in modo da distrarlo, mentre lo afferro per le spalle, in modo da ribaltare la situazione: ora sono io ad essere sopra di lui, a cavalcioni. Gli sferro un pugno in pieno viso senza pensarci due volte. Non ho mai fatto a botte e ho appena scoperto che dare pugni fa tremendamente male alle nocche.
Scuoto la mano e Alex approfitta della mia distrazione. Mi afferra il polso e ricambia il pugno. Anche questo fa male. Sento la fronte pulsare nel punto in cui ho ricevuto il colpo e la testa inizia a girare, ma mi riprendo rapidamente, appena in tempo per vederlo prepararsi a colpirmi. Ha lanciato lo zaino in modo da essere più comodo.
Tira un altro pugno, ma lo schivo, così finisce col colpire il terreno. La ferita che si era causato poco fa alla mano sanguina ancora di più, macchiando il terreno.
Mi alzo e tiro un calcio alle sue spalle per farlo cadere, ma mentre mi sto per allontanare mi fa lo sgambetto, facendomi inciampare. Così mi ritrovo proprio vicino a lui.

Ci afferriamo i polsi a vicenda per evitare che l’altro colpisca, ma lui mi tira una testata. Credo mi abbia appena tagliato un labbro, sento il sapore metallizzato del sangue sulla mia lingua, ma i miei denti devono avergli fatto male. Infatti si solleva portando una mano al capo. Per fortuna non mi ha beccato il naso, o lo avrebbe sicuramente rotto.
È fuori di sé. Mi guarda minaccioso e vedo la cattiveria nei suoi occhi, una cattiveria che non avevo mai visto. Non sembra nemmeno lui. Mi allontano freneticamente, trascinandomi sul terreno. La botta alla testa ha praticamente annullato il mio equilibrio e dimezzato i miei riflessi. Lui, invece, sembra essersi già ripreso: con un calcio mi colpisce la spalla, facendomi atterrare di nuovo.
Provo a muoverla e scopro che non ha riportato danni, fa solamente male. Non riesco a rialzarmi. Non ho più forze, ho combattuto troppo oggi. Riesco solamente a guardare Alex che si avvicina a me. Un calcio mi colpisce all’addome, così mi raggomitolo di fianco. Fa tremendamente male.
Alex sta ridendo di me. Devo essere davvero patetica.

«Gli sfigati a quanto pare fanno tutti la stessa fine», ringhia con un sorriso strano, che non sembra appartenergli. È un sorriso arrogante, ma, allo stesso tempo, triste.
Non posso rimanere qua, distesa a terra, a prenderle fino a quando non avrò più aria o sangue in corpo. Alex non si fermerà, è troppo arrabbiato.
Senza pensarci due volte scappo barcollando e raggiungo lo zaino che si trova a pochi passi da me. Lo apro rapidamente e, prima che lui mi raggiunga estraggo il coltello, puntandolo contro il suo petto. 


Angolo Autrice_ 

Ciao belli :D 
Come state? :) E voi vi chiederete: cosa ridi, dopo un finale del genere? Sì, lo so, è orribile, ma se non vi lascio con un po' di suspance non sono io ;) 
Anyway, spero che il capitolo vi sia piaciuto :D è vero, si saranno menati di brutto, ma almeno si sono baciati, no? Siete contenti? :3 *Cerca di farsi perdonare tirando fuori scuse*
Ovviamente ringrazio tutte le personcine magiche che leggono o recensiscono la storia :D E vi chiedo di lasciarmi qualche commento anche a questo capitolo (se volete anche su twitter, sono @wdridri )
Detto questo vado prima di farmi salire la malinconia, visto che sarà una delle ultime volte che scriverò l'Angolo Autrice di questa storia ç___ç 
Ciiiiiao C:




SPOILER 

(Sì, ormai che siamo quasi alla fine sono essenziali C: )

Alex e Kyra scoprono come uccidere l'ombra, ma tutto ha un prezzo... ;) 

DriDri_

  
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