Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Riry_Bara    09/04/2013    0 recensioni
Adoro stare li, in quella panchina isolata all'angolo del parco. Con le cuffie nelle orecchie.
Penso e mi sento come la protagonista di un film, una di quelle che alla fine della storia si innamora del ragazzo perfetto.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La sua mano mi stava allungando la borsa, non so se per timidezza o per imbarazzo non riuscii a parlare, rimasi impietrita, bloccata da uno stimolo di cui non ero a conoscenza. Alzai di qualche centimetro ancora il capo, vidi solo le sue labbra, accennavano a un piccolo sorriso, erano perfette. Mi sentivo legata a questa persona, e immaginai in un breve istante come si sarebbe conclusa questa scena, magari con un bacio. Il suono della campanella mi riportò alla realtà, ma quando aprii gli occhi lui non c’era più. Era come perdere l’unico punto fisso in quest’abisso di scuola. Dopo essermi persa varie volte trovai il mio armadietto, posai i libri e tenni solo quelli di scienze, mi diressi poi verso l’aula 24. La signorina Ramini mi accolse e mi presentò ai compagni. Altra cosa che oddio, essere al centro dell’attenzione. Tutti i ragazzi che erano presenti al corso di scienze mi fissarono per buona parte della lezione, avevano occhi schifati, o almeno a me apparvero così. Dopo un po’ mi sembrò che si fossero abituati alla mia presenza e prestarono attenzione a ciò che stava dicendo la professoressa. Partiamo dal presupposto che io e la scienza non andiamo d’accordo, giocherellai con una matita e una penna per tutta l’ora, che trascorse molto lentamente. Mancavano pochi minuti alla fine della lezione, al ché io misi nello zaino tutti i libri e i quaderni come era solito fare nella mia scuola che frequentavo precedentemente. Ma notai nella signorina Ramini uno sguardo incuriosito, effettivamente tutti gli altri ragazzi erano ancora fermi con il banco ancora sovrastato da libri e quaderni. Passarono così anche le tre ore successive, sguardi su sguardi, frecciatine su frecciatine e commenti alle spalle. Perché le persone devono parlare alle spalle? Insomma, di le cose in faccia almeno i diretti interessati possono difendersi. Suonò la campanella che segnava la fine della scuola; uscii e mi incamminai verso la fermata dell’autobus passando per una stradina al centro di un parco. Solo li sentii alle mie spalle qualcosa, continuai a camminare dando poco conto alla voce. Ma poi fu più forte: -Ehy, aspetta un minuto! Mi girai di scatto, qualcuno stava correndo verso di me.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Riry_Bara