Crossover
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Autore: Macross    30/10/2007    2 recensioni
Crossover GaoGaiGar/G.T.O./Transformers (il Film)
Beh che dire? E' sempre un po' imbarazzante trovarsi a scrivere una presentazione per il proprio lavoro. L'idea m'è venuta vedendo GTO. Quella povera maccchina, la Cresta...distrutta e distrutta ancora nelle più disparate circostanza...quindi, mi è venuta un'idea: "e se fosse un Transformers?" Da qui mi sono messo a scrivere.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oscurità. Due siluette, nella penombra. Una stanza vuota. Un tavolo di ferro da una parte e un sommesso ronzio di sottofondo incorniciavano una scena degna di uno spy-movie di serie B.
- Allora hai deciso?
- Sì. Mi arruolo.
- Bene. Benvenuto nel team.
Una stretta di mano, rumore di metallo su metallo.
- Prenderai ordini direttamente da me. Per ora sei un soldato semplice. Questo è il tuo periodo di prova. - Signorsì. "Proprio come quando frequentai l'Accademia."
- La tua prima missione è investigare su delle voci alcune meteoriti cadute nel Nord America. Sospettiamo attività aliena. Partirai domani, ore 5.00am. Riporta tutto quello che riesci a trovare e non prendere iniziative.
- Sissignore.
- Riposati, e non esitare a chiamare rinforzi, in caso di presenza aliena.
- Sissignore.
Osccurità. Whitesaber si accomodò sul tavolo e gradualmente spense i suoi sistemi, uno ad uno. Aveva fatto la scelta giusta?
"Lo scoprirò in seguito".

Luce.
Due ragazzi, seduti su un muretto. Il cielo azzurro di sfondo. Pace.
- ...e così, tutto sembra essere tornato tranquillo.
- ...sì.
- Speriamo che duri a lungo...
- ...
Urumi si fece sfuggire un sospiro. C'era un'ombra di malinconia sul suo volto solitamente serio o rilassato.
- Che cos'hai? Sembri distratta.
- No, niente...
- E' per via di lui, vero?
- ...
- Capisco. La situazione non è semplice, è fidanzato.
- Lo so...con quella là...Mikoto Utsugi. Cosa ci troverà in quella, non lo so, mah...
- E' una nota di gelosia quella che avverto nella tua voce?
- Nono, nono...ma che dici? Io? Sono superiore a queste emozioni primitive.
- Ma davvero? Quello allora come lo spieghi?
- Ah, dici questo? E' una lettura innocente...ricreativa...
- "L'assassinio perfetto". Ricreativo? Dirrei "d-istruttivo"...
- Uffa, sei proprio noioso...vabbene vabbene...niente armi convenzionali, promesso...
Ci fu un attimo di silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Poi, dal nulla: - Dovresti parlarne con il professore.
- Eh?
- Sì. Onizuka ha un certo intuito, saprà consigliarti per il meglio. Ci ha aiutato tutti, lo sai... - Beh...gli riconosco una certa "sfacciataggine creativa"
- Lui non è un professore come gli altri.
- Lo so, Kikuchi. Solo che. ...è strano...non pensavo veramente di...io, proprio io...ma guarda in che situazione mi vado a cacciare...
- Purtroppo non possiamo farci niente, siamo esseri umani, dopo tutto.
- ...completamente illogico.
- ...già.
- Come va con Ai?
- EH?
- Sei diventato tutto rosso! hihihihihi
- KANZAKI!!!
- Beh, allora?
- Allora cosa?
- L'avete "fatto"...?
- COUGH COUGH
- ...bene, lo prenderò per un sì!
- ...sei impossibile!
- AUHAUHUHAUHA

Tramonto.
Il Vicedirettore uscì dal suo istituto, voltandosi per un attimo a guardarlo. Ormai era stato riparato del tutto, rimaneva solo qualche bruciatura che domani gli studenti avrebbero coperto con della vernice. Un gruppo di fiori giaceva accanto a una piccola lapide commemorativa del disatro che era successo. Egli stesso aveva portato dei fiori, e si era preso l'incarico di curarla ogni giorno. Alcuni studenti erano morti. Certo non se ne poteva fare una colpa. I media avevano, come al solito, esaltato la vicenda. Per alcuni giorni c'era stata una feroce corsa ai supermercati, l'istituto era stato preso d'assalto dai cronisti, ma per fortuna la Direttrice (con l'aiuto di qualche "esterno") era riuscita rimettere le cose a posto. Ovviamente, lui non poteva esserci, era all'ospedale, in prognosi riservata. C'era stato il tempo del rimorso: l'istituto aveva osservato un giorno di lutto, e tutti gli anni, in quello stesso giorno, si sarebbe svolto un minuto di silenzio per ricordare i morti. Estrasse, da una tasca, il piccolo fermaglio dorato. Rifletteva il sole sanguinante del tramonto. Gli parve, per un attimo, una cosa viva, calda, profondamente umana. Lo strinse nel suo pugno, come un uomo che si aggrappa a una gomena per non annegare. Meglio, come un samurai stringeva la sua katana per prepararsi a una battaglia. "Sarò pronto, se dovesse risuccedere. Uchiyamada Hiroshi, Vicedirettore dell'Istituto Seirim, sarai pronto."
Notte.
Una camera con molti poster alle pareti, un televisore acceso che trasmetteva statiche. Un giovane di 24 anni che dormiva, scomposto e sbracato, ronfando rumorosamente. Una ragazza guardava la luna, affacciata al terrazzo. Immagine romantica, certo, se non fosse per l'espressione estremamente decisa che si era stampata sul suo volto. Sembrava assai determinata nel suo scopo. Poi uno squillo di un telefono, e una conversazione. Successivamente, di nuovo sul terrazzo, per cercare uan risposta che la luna non poteva darle. Contemporaneamente, due giovani tornavano a casa, mano per la mano, sorridendo, proiettando nuovamente la propria sagoma in un mare di luci, ignari di qeullo che avrebbero affrontato, ma convinti che insieme avrebbero potuto superare tutto. Infine, un essere di metallo giaceva immobile su un tavolo d'acciaio, le ottiche spente, la mente che vagava tra memorie ormai perse e memorie ritrovate, che svanivano nel corso di un millisecondo.
Alba.
Onde, la pace di un peschereccio che rientrava dopo una nottata di pesca. Un forte profumo di salmastro, le grida dei gabbiani nell'aria tersa. Poi, un rombo. Uno freccia nera sul cielo scuro, in volo supersonico, verso la California.Verso il sole che sorge.
   
 
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