Fanfic su artisti musicali > Black Veil Brides
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Autore: Winry977    09/04/2013    2 recensioni
"You're voice is found, be a saviour now!"
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mercoledì sera, poi, accadde ciò che ruppe quell'equilibrio perfetto che si era andato creando in quei giorni tranquilli. Mentre il sole tramontava dietro i grattacieli della città parecchio distante dall'abitazione dei cinque musicisti che ora condividevano con i tre amici, il cellulare di Ellis squillò, poggiato sul tavolo della cucina, mentre lei stava accucciata tra le braccia di Jinxx, seduti sul divano.

Lei si alzò titubante, schioccando un bacio sulle labbra di lui, e avviandosi verso il tavolo scocciata dall'interruzione. Si paralizzò. Sul display vibrante del telefono si vide il suo ex numero di casa. Tremante lo prese in mano, e fu come se ora, attorno a lei non ci fosse più nulla. Solo lei e quel cellulare.

Ad un tratto smise di squillare e lei si riscosse. Poi ricominciò.

-Ellis? Va tutto bene?- chiese Jinxx dal divano. Lei non seppe se annuire o scuotere la testa. -Perché non rispon...

-Pronto?- Ellis non gli diede nemmeno il tempo di concludere la domanda che già gli aveva dato risposta.

-Ellis? Sono tua madre.

Tremò. Ma stavolta più freneticamente di prima. Dovette appoggiarsi alla sedia accanto a lei. -C-Che cosa vuoi, mamma?

A quella parola, Jinxx rizzò la schiena dalla sua postazione.

-Bel modo di salutare tua madre. Non so nemmeno da quanto non ti vedo e quell'unica volta che scopro che fine hai fatto e ti cerco tu mi chiedi cosa voglio?- disse seccamente.

-Beh, te lo... te lo meriti... visto? Non lo sai nemmeno tu da quanto non mi vedi!- balbettò, reggendosi in piedi e cominciando a girovagare per la casa per stare calma. -Cosa vuoi?

-... tuo padre. Sta dando di matto da quando te ne sei andata. Torna.

Si bloccò in mezzo al corridoio e si lasciò andare ad una fragorosa risata sprezzante. -E tu mi vieni a cercare solo ora? E pretendi pure il mio aiuto, magari? Bella madre. Peccato che quando te lo chiedevo io tu non c'eri mai.

La voce della madre vacillò. -Lo so. E ti chiedo scusa per questo. Ma ho avuto il coraggio di uscire “fuori” solo ora. E voglio aggiustare le cose in qualche modo. Ti prego, pensaci e fammi sapere.- e chiuse la telefonata, lasciandola interdetta, in mezzo al corridoio.

Pensieri, dubbi, ricordi, complessi... tutti si accavallarono nella sua mente. Si lasciò scivolare contro una parete. “E' tua madre.” pensò, ma in contrasto le tornavano in mente tutte le volte in cui le aveva chiesto aiuto e lei non c'era stata. “Che faccio?” Le sembrava che la sua mente riproducesse un continuo film mentale di ciò che non aveva fatto quando suo padre la maltrattava. La testa le stava scoppiando e senza accorgersene le erano cominciate a scendere le lacrime. “Che faccio, che faccio?”

Sentì dei passi, ma non le importò. Si alzò di scatto e corse verso la porta, la aprì, e mentre una leggera brezza le scompigliava i capelli, cominciò a correre senza meta, ignorando le lacrime calde che le rigavano il viso e che si disperdevano ogni volta che cadevano dalla mandibola.

-Ellis!- Jinxx si era affacciato dalla porta, ma una lieve oscurità cominciò ad inghiottire la figura della sua ragazza. -Cavolo...- rientrò in fretta e furia, chiamando a radunata tutti i ragazzi.

-Che succede?- chiesero Layra ed Andy all'unisono.

-Ellis sta scappando non so dove. Credo che sia per via della telefonata che ha appena ricevuto... era di sua madre...- a quella parola Alex e Layra si pietrificarono, e guardandosi a vicenda i loro sguardi intesero più di mille parole. Senza spifferare parola, inforcarono le scarpe e di volata uscirono.

-Cerchiamola. E chi la trova chiami e avverti gli altri subito!- urlò dalla strada Layra, già in pensiero.

-Ma...

-Niente ma! Forza!- Alex seguì Layra correndo, per poi dividersi in un'altra direzione.

Jinxx cercò insieme ad Andy nella stessa direzione in cui l'aveva vista scomparire, con un nodo alla gola, ricordando quanto le aveva detto nei giorni passati insieme su di sé e sulla sua famiglia. Non avrebbe mai immaginato che potesse toccarla così tanto un argomento del genere. Mentre chiamava il suo nome, stringeva i pugni così forte che le nocche gli sbiancarono in pochissimo tempo.

I due musicisti giunsero ad un incrocio.

-Ok, io vado a destra, tu a sinistra.- Andy impose direttive e lui senza opporre resistenza svoltò l'angolo.

Vagarono a lungo, mentre la notte calava. Allo stremo, Andy si fermò sotto un lampione, ansimando per la corsa che aveva intrapreso da qualche minuto a quella parte. “Dov'è?” continuava a chiedersi, in pena per l'amica. Ad un tratto sentì un singhiozzo da qualche parte vicino a lui. Si voltò. -Ellis?- un altro singhiozzo. Proveniva da un angolo al buio, ma non troppo distante dal lampione. Quasi riuscì ad intravedere le pupille lucide dal pianto della ragazza. -Oddio, ti ho trovata! Per fortuna!- mandò un sms a tutti avvertendoli del ritrovamento, poi le si avvicinò, quasi cautamente.

Era seduta per terra, con le ginocchia al petto e la schiena poggiata ad un muro in mattoni umidi. -Ehi...- sussurrò, con la sua voce roca, che in quel momento le sembrò l'unica che potesse darle conforto. Di piombo, tutte le volte che lo aveva ascoltato cantare, rincuorandola, le erano tornate in mente, e istintivamente gli gettò le braccia al collo, scoppiando in un pianto liberatorio.

-Shhh...- sussurrò, stringendola a sé. -Va tutto bene...- le accarezzò il capo, lei lo scuoteva convulsamente. -Si, tranquilla. Ci sarà una soluzione... ora, torniamo a casa.- la sollevò da terra, e notò dei graffi sul suo braccio non appena si espose alla luce del lampione. -E questi?

-Un gatto...- spiegò subito e tirando su col naso. Lui sospirò di sollievo e si diresse verso casa con lei tra le braccia, che mentre si calmava, in contemporanea crollava in uno stanco e malinconico sonno.

Arrivati a casa, tutti si precipitarono verso il vocalist, ma lui subito li fermò con lo sguardo, facendo capire che si era addormentata. La poggiò tra le braccia di Jinxx, che senza esitare la portò nella camera da letto e le medicò il graffio del gatto. Poi la lasciarono riposare, dirigendosi in salotto. Ma non ci volle molto perché anche Ellis apparve sull'uscio di esso, scombussolata e spaesata.

-Ellis...- Jinxx le corse incontro, mormorando con un nodo alla gola il suo nome e stringendola forte a sé. -Mi sono preoccupato da morire...- affondò il viso tra i suoi capelli ed i suoi vestiti, cercando di non dare a vedere una lacrima, nascosta dai suoi capelli corvini.

-Ehi...- accennò lei, ricambiando la stretta. -Va tutto bene... sono qui, ora.- mormorò.

Poco dopo si sedettero sul divano, mentre Layra ed Alex le gettavano le braccia al collo allo stesso modo del violinista, con l'eccezione che la prima non nascose il proprio pianto.

-Che... che cosa hai deciso?- disse cercando di calmarsi, mentre Ashley la cullava tra le proprie braccia, dopo che Ellis aveva raccontato per filo e per segno la telefonata.a

-Io... voglio... voglio tornare lì.

  
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