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Autore: cherrycherry    30/10/2007    2 recensioni
Non fatevi ingannare dal titolo: questa fic è sì ispirata al libro di Charles Lutwidge Dodgson, ma in realtà la somiglianza dura solo fino ad un certo punto, in cui la trama si stacca completamente dalla favola conosciuta. (CAPITOLO QUINTO)
Qui Alice (si legge all'inglese) è una ragazzina di 15 anni del XXI secolo, dark e con una grande passione per il disegno, che segue un ragazzo vestito interamente di bianco per recuperare il suo blocco di schizzi finendo catapultata nel mitico Paese delle Merviglie...
BUONA LETTURA E UN BACIO A TUTTI, VECCH!!! (vi prego ditemi cosa ne pensate, anche se vi fa schifo!!!)
Genere: Dark, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!!!!!!!!! Ecco l’attesissimo SESTO CAPITOLO!!! (almeno dalle mie friends... spero... ^///^)
Comunque, comunque... c’ho messo tantissimo a scriverlo (ne ho fatte tre diverse versioni ed è stato un dramma per me scegliere il migliore! T.T)
Vorrei precisarvi un paio di cose prima della lettura, visto che mi sono state fatte alcune osservazioni:
1- Questa storia non è scritta benissimo, lo so, però voglio che sappiate che è solo una traccia per il fumetto che sto realizzando con le mie amiche (per questo è ricco di discorsi diretti!)
2- Il personaggio di Marianna si ispira a come il Bianconiglio chiama ad un certo punto nel libro Alice (anche nel cartone lo fa!), quindi ho immaginato che una certa Marianna fosse esistita sul serio in questa storia, e che lui (il Bianconiglio) lo avesse detto quasi senza pensarci
3- Anche Guglielmo è tratto dal libro (è la lucertola che cerca di tirare fuori Alice quando è bloccata nella casa del Bianconiglio...)


Rimasero immobili a fissarsi un istante, in silenzio, poi Alice mollò la presa e fece alcuni passi indietro andando a sbattere contro lo specchio.
“Che altro vuoi da me?” chiese gelida lei senza guardarlo. “Sei venuto a rinchiudermi nello specchio?”
“Eh? No! -si difese il ragazzo avvicinandolesi cautamente- E non ho intenzione di lasciarti qui!”
“Sei tu, Coniglietto?” domandò l’Alice bionda sbirciando da dietro la spalla della ragazza.
I due si fissarono un attimo, prima che lui comprendesse ciò che l’altra aveva combinato. Si fiondò verso di lei e richiuse con foga lo specchio. “Ma che ti è saltato in mente?” sbraitò.
“Perché l’hai chiuso così? E le due Alici?”
“Non hai ascoltato una sola parola! È attraverso lo specchio che la Regina riesce a controllare questa stanza senza il bisogno che sia io a farla entrare!”
Alice rimase di stucco senza capire.
“Dobbiamo andarcene! Non c’è tempo da perdere!” afferrò la ragazza per il polso ma lei lo ritirò rifiutandosi di seguirlo.
“Come faccio a sapere che non mi stai portando da lei, invece? Come posso fidarmi ancora di te? Non ho alcuna intenzione di seguirti!” disse seriamente la ragazza che stringeva ancora in mano il soprammobile di vetro.
In neanche due secondi li Bianconiglio se la caricò di peso sulla spalla e corse fuori lungo il corridoio buio. Uscirono nel giardino illuminato solo da un quarto piccolissimo di luna, il ragazzo ansimando appena, Alice dimenandosi a più non posso.
“Non hai solo un nome da pesce, ma ti agiti pure come un pesce!” borbottò lui. “Stupido, idiota, vigliacco!! Ti detesto, sei un coniglio!!!” urlò a squarciagola Alice.
“Si, lo so! E non urlare! Non vorrai svegliare tutti quanti, vero?”
Alice non osò più fiatare e si lasciò portare a mo’ di sacco fino alla casa del Bianconiglio dove fu costretta a scendere per permettere al ragazzo di aprire la porta.
“Aspettami qui e se senti arrivare qualcuno dal bosco nasconditi e non farti vedere per nessun motivo, chiaro?” le disse piano lui per evitare di essere sentito. Sparì all’interno della casa senza accendere la luce e la ragazza, rimasta sola, si guardò intorno incerta sul da farsi.
Uno scricchiolio tra i rami la fece girare di scatto ed istintivamente si appiattì contro la porta (chiusa) stringendosi il più possibile nella giacca nera sperando di riuscire a mimetizzarsi.
“Ehilà! Cosa ci fai da queste parti? Non eri con la Regina?” era stata la donna-gatta a parlare, apparsa misteriosamente al fianco della ragazza.
“I-io? -rispose allarmata- Ma io non sono Alice!”
“No?”
“No! Ecco... io sono... Heidi!” disse il primo nome che le era venuto in mente. Solo dopo le tornò in mente chi fosse Heidi.
“Ti sorridono i monti?”
“Già! E le caprette mi fanno ciao!”
“Strano! Non sapevo che ci fossero dei personaggi dei cartoni giapponesi da queste parti!” le stava pure dando corda!
“Eh! In effetti sono sola... Però non mi dispiace, anzi: adoro la solitudine! Starei delle ore sulle soglie delle porte di notte completamente sola!” mormorò sperando che recepisse il suo chiaro invito ad andarsene.
“A me invece non... Ehi, aspetta un attimo! Se io non ho mai nominato Alice, prima, come facevi a sapere che ti avevo scambiato per lei?”
“Mi hai scambiato per lei? Oh, ma lo sai che ti si rovinano gli occhi se li sforzi stando al buio?” cambiò discorso l’altra presa dal panico.
“Io sono una gatta e al buio ci vedo benissimo, cara!”
“Andiamo, Heidi! -fece il Bianconiglio apparso da dietro l’angolo della casa- Il nonno ti aspetta!”
La prese per mano e la trascinò sul retro senza che la donna-gatta potesse dir loro nulla. “Cretina! Cosa ti è saltato in mente di dire di essere Heidi?!”
“Piantala di dirmi che sono cretina! Sei pesante, non ti sopporto più!”
“Bene! Tanto non ci rivedremo!”
Alice si fermò di botto a bocca aperta. “Scusami, non volevo dirlo! Ti prego non lasciarmi! Non m’importa se mi dici che sono cretina e non ha più importanza se prima mi hai consegnata alla Regina, ma ti prego: non lasciarmi!”
Lui non rispose e la strattonò fino ad una specie di grotta a pochi metri dalla casa. Dall’interno si sentiva provenire un suono cupo e regolare, come il respiro di una qualche bestia enorme.
“Che diavolo...?” cominciò Alice, ma un enorme drago uscì alla luce della luna facendole morire in gola ogni parola.
“Buonasera! -il drago fece una mezza riverenza e rimase a guardare i due- Mi dispiace, ma è tanto tempo che non vengo cavalcato e non posseggo più una sella... Dovrai salire a pelle, signorina!” concluse poi con voce profonda.
“Forza, sali!” le ordinò il ragazzo mentre il drago si chinava per permetterle di montare a cavalcioni sulla sua schiena.
Lei obbedì issandosi con un po’ d’impaccio e cercando di mettersi tutto sommato comoda, ma rimase perplessa vedendo che il Bianconiglio non la seguiva. “E tu non vieni?” chiese.
“No, Guglielmo non ce la farebbe ad arrivare fino alla Porta sul Cielo con tutte e due, e poi dopo il tuo passaggio anche lì si attiverà il sigillo della Regina che chiuderà la Porta definitivamente...”
“Ma non puoi mollarmi così! E a te che succederà? È ovvio che sei stato tu a liberarmi, lo capiranno subito! E poi la tizia con le orecchie strane mi ha visto qui!” protestò lei.
“Non preoccuparti: non mi succederà nulla. Tu vai e scordati di tutto!”
“No, non voglio!! Io ti...” non fece in tempo a finire la frase che Guglielmo spiccò il volo ad un velocità pari a centocinquanta chilometri orari in verticale. Pochi secondi ed Alice si ritrovò nel vicolo vicino alla sua cartella, ma della buca nella quale era caduta il giorno prima non c’era traccia...

To be continued!


FINE CAPITOLO SESTO

  
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