Can’t spin in at your mouth. ”
—Tear down these houses, Skin
6.
Choises
L’aveva
osservata per tutta la notte, senza scostare gli occhi da quel fragile
corpo
avvolto in lenzuola morbide. Aveva visto i coniugi Potter scrutarlo
sulla
soglia, di certo si domandavano il motivo della sua presenza. Chi
avrebbe mai
immaginato che Draco Malfoy mollasse tutto per starsene ore a prendersi
cura di
una mezzosangue.
La
tua mezzosangue,
pronunciò
la sua mente.
Vedeva
i
ricci ribelli della donna incorniciarle il volto, pallido. Sul mento
campeggiava un enorme ematoma che riportava le impronte delle sudice
mani
dell’uomo che l’aveva aggredita.
Sotto
le
palpebre socchiuse e tremolanti, due occhiaie violacee.
Detestava
vederla in quello stato.
Afferrò
la
mano della donna e la portò sino alle sue labbra.
Era
gelida.
Inspirò
a
fondo e socchiuse gli occhi.
“Malfoy.”
La
sua voce,
il biondo sentì il cuore perdere un colpo.
Lentamente
riaprì gli occhi e li fissò sul volto della donna
che lo osservava scrupolosa.
“Bentornata
Granger.” Ghignò
“Co-cosa
ci
fai qui?”
L’uomo
sbuffò
distaccando momentaneamente lo sguardo da quello della Grifondoro.
“E’
ovvio,
no? Mi prendo cura di te.”
“Perché?”
La
riccia si
morse il labbro inferiore. Non era riuscita a bloccare quella domanda.
Perché
lui era lì?
Perché
continua a stringerti la mano?
Perché
quegli occhi ti scrutano così,
così intimamente?
“Perché
è qui
che devo stare.” Sussurrò l’uomo
tornando a guardarla.
La
riccia
tentò di sollevarsi, pentendosene subito. Una fitta sotto il
petto le aveva
bloccato il respiro.
“Stà
ferma
Granger. Devi riposare.”
“Sto
bene, Malfoy.
Non ho bisogno di una balia.”
La
solita Granger.
Quanto
l’adorava, quanto la bramava.
Avvicinò
le
dita al volto della donna.
“Ne
hai
bisogno invece. E poi chi rifiuterebbe una balia come me?”
“Malfoy?”
L’uomo
la
fissava ancora, speranzoso, in attesa di una confessione, di un
ringraziamento,
del suo amore.
“Dov’è
Ron?”
enunciò la donna.
Lui.
Lei
lo ama.
Lei
non ti ama.
Lei
non sa che farsene di un ex
Mangiamorte come te.
Lei
è Hermione Granger, la fidanzata
storica di Ronald Weasley.
Lei
non ti ama.
Tu
la ami.
Staccò
la
mano da quella della donna, scottato.
“Devo
andare, Granger.”
L’aveva
visto afferrare la giacca in fretta e correre verso la porta. Non un
saluto,
non un sorriso. Nulla. Aveva solo chiesto di Ron. Perché
aveva reagito così?
La
mano bruciava per l’assenza di quel calore a cui si era
momentaneamente
abituata.
Dov’era
Ron? Perché non era accanto a lei?
Che
Ron sapesse?
I
suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo della sua
migliore amica.
“Tesoro!”
aveva quasi urlato la rossa vedendola sveglia.
Hermione
non fece altro che sorrise in rimando.
“Allora,
come ti senti?”
“Potrei
stare meglio, Ginny.” Sussurrò la riccia, mentre
la signora Potter le stringeva
le mani tra le sue.
Le
avvicinò una mano alla fronte.
“Per
fortuna la febbre è scesa.”
“Ginny?”
“Sì?”
“Perché
Malfoy era qui?”
La
rossa diventò paonazza.
“Beh,
perché siete colleghi e amici e lui si è
preoccupato per te.”
“Sì,
ricordo che siamo colleghi, amici..ma..non avrebbe dovuto esserci Ron
qui con
me?”
Non
ricorda, sussurrò
la
mente della rossa.
“Tesoro,
ricordi cosa ti è successo?”
“Ricordo
solo..”
La
rossa vide la riccia sforzarsi e poi portarsi rapida le mani alle
labbra.
“Oh..
non può essere.”
“Cosa
Hermione?”
“Malfoy.”
“Malfoy
cosa?”
“Mi
ha baciata.”
***
Aveva
sbattuto con forza la porta dell’ufficio, lanciando con poca
grazia la giacca
sul divanetto posto al centro della stanza.
Lei
non lo ama, e mai lo avrebbe fatto.
Si
passò una mano tra i biondissimi capelli. Avrebbe voluto
odiarla, cacciarla dal
loro studio, anche adesso. Anche adesso che era distesa in un letto,
avrebbe
voluto dirle che la loro collaborazione terminava lì, che di
certo sarebbe
stato meglio senza le sue lamentele, senza i suoi battibecchi.
Ma
non era vero. Avrebbe perso tutti i clienti senza di lei. Avrebbe perso
se
stesso.
Si
avvicinò al mobile bar e afferrato un bicchiere di vetro
finemente decorato vi
versò un’abbondante quantità di whiskey
all’interno. La buttò giù tutta
d’un
sorso, tornando subito a riempire il bicchiere momentaneamente vuoto.
Andò avanti
così per ore, sedendosi e rialzandosi. Facendo volare ora
fascicoli ora penne e
carte. Sino a quando distrutto dai pensieri non si accasciò
sul divano e crollò
addormentato.
***
Aveva
dimenticato del loro bacio. Come aveva potuto? Ginny la fissava con
occhi
preoccupati.
“Hermione,
ma cosa stai dicendo?”
Quella
consapevolezza. La consapevolezza che qualcosa tra lei e il biondo
finalmente
fosse cambiata.
Finalmente?
E l’amore per Ron? I momenti insieme?
Sentiva
la testa pulsare frenetica, sotto le fragili dita che aveva portato
alle
tempie.
“Non
me lo sto inventando, Ginny.”
Lo
sguardo della rossa sempre più preoccupato.
“Ma
certo tesoro, lo so. Ma forse è stato il colpo che hai
subito. Harry sta
cercando il colpevole. Vedrai, sarà solo un brutto ricordo
tra qualche giorno. Ron
sta arrivando, vedrai.”
All’improvviso
la verità. La pura, semplice verità.
Lei
sapeva chi l’avesse aggredita.
Lei
sapeva a chi appartenevano le mani che l’avevano scaraventata
sul pavimento.
Lei
sapeva a chi appartenesse la voce di quell’uomo.
L’aveva
detto a Malfoy, prima che fosse sedata.
“Malfoy..”
enunciò
“Malfoy,
cosa?” domandò sbrigativa Ginny
“Non
vi ha detto nulla?”
“Riguardo
cosa?”
“Riguardo
quello che mi è successo.”
“No,
e faresti bene a non far affidamento su quello che dice.”
“Ginny.”
La
rossa sollevò lo sguardo sino a incontrare gli occhi della
sua migliore amica.
“Io
so chi è stato.”
“Chi?”
“Io..io..”
“Hermione,
va tutto bene se non lo ricordi.”
“No.
io lo ricordo. Non so semplicemente come la prenderai tu.”
“Hermione
cosa stai blaterando?”
“Ron.”
Ginny
sbuffò esasperata.
“Sì,
sta arrivando. Harry sta cercando di rintracciarlo.”
“No,
è stato Ron.”
***
L’aveva
trovato così, addormentato sul divanetto
del suo ufficio. L’ufficio che condivideva con la
mezzosangue. La detestava. Detestava
le occhiate che il suo ormai promesso sposo lanciata alla ex
Grifondoro. Detestava
i loro sorrisi, i commenti non enunciati che li legavano sempre,
puntualmente
estraniandola.
Poggiò
le dita curate e laccate di rosso sul volto
del biondo.
Aveva
imparato ad amarlo, a superare i contrasti,
solo per essere la nuova Lady Malfoy.
Lei
era destinata ad esserlo.
Al
costo anche di mentire, di soffrire, di non
ricambiare l’amore di Draco.
Cosa
poteva farsene poi dell’amore? Recava solo
sofferenze.
Aveva
finto, alla perfezione. Era riuscita ad
entrare nelle grazie della Lady Malfoy, fingendo un amore per il suo
amato
figlio.
Ecco
cos’era l’amore. Solo una stupida, inutile
debolezza.
Vedeva
le palpebre dell’uomo aprirsi al tocco delle
sue mani, così lasciò che le sue labbra
incontrassero quelle del biondo.
Due
occhi grigi la fissavano.
“Buongiorno,
amore.” Sussurrò
Il
biondo si sollevò continuando a fissarla.
“Cosa
ci fai qui?” domandò con voce impastata a
causa del sonno.
“Volevo
vederti.”
“Devo
lavorare.”
“La
tua segretaria mi ha detto che sei stato via
tutto il giorno. Come mai?”
“Questioni
di lavoro.”
“Ah.
Quindi non c’entra nulla la mezzosangue?”
“Non
osare.” Biascicò l’uomo sollevandosi
rapido.
“Io
posso tutto mio caro.” Pronunciò la donna,
avvicinandosi all’erede di casa Malfoy e accarezzandolo
lascivamente.
“Va
via.”
“Non
hai il diritto di cacciarmi.”
L’uomo
livido in viso si voltò e afferrò la donna
per un polso.
“Sai
cosa ti dico, mia cara? Che posso e
voglio, soprattutto. Ritiro la mia proposta. Non ti sposerò.
E che io sia addirittura
esiliato nel mondo babbano per questo. Non ti sposerò. Io
non ti amo. Non ti ho
mai amata. So che anche per te è lo stesso. Non sono un
idiota, contrariamente
a quanto tu pensi. Non sarai la nuova Lady Malfoy. Non sarai nulla.
Eccetto una
lurida, schifosa stupida, che pensa di poter comprare col sesso cose a
chi non
è assolutamente destinata.”
Il
volto della donna era livido, privo di qualsiasi
espressione, tramutato in una maschera d’odio.
“Ora.
Va via dal mio ufficio. E non pensare di
vendicarti. Non ci pensare nemmeno lontanamente. Se torcerai un capello
alle
persone a cui tengo..”
“Compresa
la Granger?” domandò abbozzando un sadico
sorriso la donna.
“Stai
giocando col fuoco. Va, via. Ora.”
La
donna afferrò la borsa e s’incamminò
verso la
porta.
“Te
ne pentirai Draco.” Sussurrò e scomparve.