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Autore: JaneA    10/04/2013    2 recensioni
Hermione Granger e Draco Malfoy son colleghi ormai da anni, entrambi 'fidanzati e innamorati' dei rispettivi compagni, o almeno questo è quello che credono. Sarà il loro vero amore? O c'è altro in serbo per loro?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Can’t spin in at your mouth.
—Tear down these houses, Skin

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

6. Choises

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’aveva osservata per tutta la notte, senza scostare gli occhi da quel fragile corpo avvolto in lenzuola morbide. Aveva visto i coniugi Potter scrutarlo sulla soglia, di certo si domandavano il motivo della sua presenza. Chi avrebbe mai immaginato che Draco Malfoy mollasse tutto per starsene ore a prendersi cura di una mezzosangue.

La tua mezzosangue, pronunciò la sua mente.

Vedeva i ricci ribelli della donna incorniciarle il volto, pallido. Sul mento campeggiava un enorme ematoma che riportava le impronte delle sudice mani dell’uomo che l’aveva aggredita.

Sotto le palpebre socchiuse e tremolanti, due occhiaie violacee.

Detestava vederla in quello stato.

Afferrò la mano della donna e la portò sino alle sue labbra.

Era gelida.

Inspirò a fondo e socchiuse gli occhi.

“Malfoy.”

La sua voce, il biondo sentì il cuore perdere un colpo.

Lentamente riaprì gli occhi e li fissò sul volto della donna che lo osservava scrupolosa.

“Bentornata Granger.” Ghignò

“Co-cosa ci fai qui?”

L’uomo sbuffò distaccando momentaneamente lo sguardo da quello della Grifondoro.

“E’ ovvio, no? Mi prendo cura di te.”

“Perché?”

La riccia si morse il labbro inferiore. Non era riuscita a bloccare quella domanda.

Perché lui era lì?

Perché continua a stringerti la mano?

Perché quegli occhi ti scrutano così, così intimamente?

“Perché è qui che devo stare.” Sussurrò l’uomo tornando a guardarla.

La riccia tentò di sollevarsi, pentendosene subito. Una fitta sotto il petto le aveva bloccato il respiro.

“Stà ferma Granger. Devi riposare.”

“Sto bene, Malfoy. Non ho bisogno di una balia.”

La solita Granger.

Quanto l’adorava, quanto la bramava.

Avvicinò le dita al volto della donna.

“Ne hai bisogno invece. E poi chi rifiuterebbe una balia come me?”

“Malfoy?”

L’uomo la fissava ancora, speranzoso, in attesa di una confessione, di un ringraziamento, del suo amore.

“Dov’è Ron?” enunciò la donna.

Lui.

Lei lo ama.

Lei non ti ama.

Lei non sa che farsene di un ex Mangiamorte come te.

Lei è Hermione Granger, la fidanzata storica di Ronald Weasley.

Lei non ti ama.

Tu la ami.

 

Staccò la mano da quella della donna, scottato.

“Devo andare, Granger.”               

 

L’aveva visto afferrare la giacca in fretta e correre verso la porta. Non un saluto, non un sorriso. Nulla. Aveva solo chiesto di Ron. Perché aveva reagito così?

La mano bruciava per l’assenza di quel calore a cui si era momentaneamente abituata.

Dov’era Ron? Perché non era accanto a lei?

Che Ron sapesse?

 

I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo della sua migliore amica.

“Tesoro!” aveva quasi urlato la rossa vedendola sveglia.

Hermione non fece altro che sorrise in rimando.

“Allora, come ti senti?”

“Potrei stare meglio, Ginny.” Sussurrò la riccia, mentre la signora Potter le stringeva le mani tra le sue.

Le avvicinò una mano alla fronte.

“Per fortuna la febbre è scesa.”

“Ginny?”

“Sì?”

“Perché Malfoy era qui?”

La rossa diventò paonazza.

“Beh, perché siete colleghi e amici e lui si è preoccupato per te.”

“Sì, ricordo che siamo colleghi, amici..ma..non avrebbe dovuto esserci Ron qui con me?”

 

Non ricorda, sussurrò la mente della rossa.

Tesoro, ricordi cosa ti è successo?”

“Ricordo solo..”

La rossa vide la riccia sforzarsi e poi portarsi rapida le mani alle labbra.

“Oh.. non può essere.”

“Cosa Hermione?”

“Malfoy.”

“Malfoy cosa?”

“Mi ha baciata.”

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                     ***

 

 

Aveva sbattuto con forza la porta dell’ufficio, lanciando con poca grazia la giacca sul divanetto posto al centro della stanza.

Lei non lo ama, e mai lo avrebbe fatto.

Si passò una mano tra i biondissimi capelli. Avrebbe voluto odiarla, cacciarla dal loro studio, anche adesso. Anche adesso che era distesa in un letto, avrebbe voluto dirle che la loro collaborazione terminava lì, che di certo sarebbe stato meglio senza le sue lamentele, senza i suoi battibecchi.

Ma non era vero. Avrebbe perso tutti i clienti senza di lei. Avrebbe perso se stesso.

Si avvicinò al mobile bar e afferrato un bicchiere di vetro finemente decorato vi versò un’abbondante quantità di whiskey all’interno. La buttò giù tutta d’un sorso, tornando subito a riempire il bicchiere momentaneamente vuoto. Andò avanti così per ore, sedendosi e rialzandosi. Facendo volare ora fascicoli ora penne e carte. Sino a quando distrutto dai pensieri non si accasciò sul divano e crollò addormentato.

 

 

 

 

 

 

                                 

 

 

***

 

 

 

 

Aveva dimenticato del loro bacio. Come aveva potuto? Ginny la fissava con occhi preoccupati.

“Hermione, ma cosa stai dicendo?”

Quella consapevolezza. La consapevolezza che qualcosa tra lei e il biondo finalmente fosse cambiata.

Finalmente? E l’amore per Ron? I momenti insieme?

Sentiva la testa pulsare frenetica, sotto le fragili dita che aveva portato alle tempie.

“Non me lo sto inventando, Ginny.”

Lo sguardo della rossa sempre più preoccupato.

“Ma certo tesoro, lo so. Ma forse è stato il colpo che hai subito. Harry sta cercando il colpevole. Vedrai, sarà solo un brutto ricordo tra qualche giorno. Ron sta arrivando, vedrai.”

All’improvviso la verità. La pura, semplice verità.

Lei sapeva chi l’avesse aggredita.

Lei sapeva a chi appartenevano le mani che l’avevano scaraventata sul pavimento.

Lei sapeva a chi appartenesse la voce di quell’uomo.

L’aveva detto a Malfoy, prima che fosse sedata.

 

“Malfoy..” enunciò

“Malfoy, cosa?” domandò sbrigativa Ginny

“Non vi ha detto nulla?”

“Riguardo cosa?”

“Riguardo quello che mi è successo.”

“No, e faresti bene a non far affidamento su quello che dice.”

“Ginny.”

La rossa sollevò lo sguardo sino a incontrare gli occhi della sua migliore amica.

“Io so chi è stato.”

“Chi?”

“Io..io..”

“Hermione, va tutto bene se non lo ricordi.”

“No. io lo ricordo. Non so semplicemente come la prenderai tu.”

“Hermione cosa stai blaterando?”

“Ron.”

Ginny sbuffò esasperata.

“Sì, sta arrivando. Harry sta cercando di rintracciarlo.”

“No, è stato Ron.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

***

 

 

 

L’aveva trovato così, addormentato sul divanetto del suo ufficio. L’ufficio che condivideva con la mezzosangue. La detestava. Detestava le occhiate che il suo ormai promesso sposo lanciata alla ex Grifondoro. Detestava i loro sorrisi, i commenti non enunciati che li legavano sempre, puntualmente estraniandola.

Poggiò le dita curate e laccate di rosso sul volto del biondo.

Aveva imparato ad amarlo, a superare i contrasti, solo per essere la nuova Lady Malfoy.

Lei era destinata ad esserlo.

Al costo anche di mentire, di soffrire, di non ricambiare l’amore di Draco.

Cosa poteva farsene poi dell’amore? Recava solo sofferenze.

Aveva finto, alla perfezione. Era riuscita ad entrare nelle grazie della Lady Malfoy, fingendo un amore per il suo amato figlio.

Ecco cos’era l’amore. Solo una stupida, inutile debolezza.

Vedeva le palpebre dell’uomo aprirsi al tocco delle sue mani, così lasciò che le sue labbra incontrassero quelle del biondo.

Due occhi grigi la fissavano.

“Buongiorno, amore.” Sussurrò

Il biondo si sollevò continuando a fissarla.

“Cosa ci fai qui?” domandò con voce impastata a causa del sonno.

“Volevo vederti.”

“Devo lavorare.”

“La tua segretaria mi ha detto che sei stato via tutto il giorno. Come mai?”

“Questioni di lavoro.”

“Ah. Quindi non c’entra nulla la mezzosangue?”

“Non osare.” Biascicò l’uomo sollevandosi rapido.

“Io posso tutto mio caro.” Pronunciò la donna, avvicinandosi all’erede di casa Malfoy e accarezzandolo lascivamente.

“Va via.”

“Non hai il diritto di cacciarmi.”

L’uomo livido in viso si voltò e afferrò la donna per un polso.

“Sai cosa ti dico, mia cara? Che posso e voglio, soprattutto. Ritiro la mia proposta. Non ti sposerò. E che io sia addirittura esiliato nel mondo babbano per questo. Non ti sposerò. Io non ti amo. Non ti ho mai amata. So che anche per te è lo stesso. Non sono un idiota, contrariamente a quanto tu pensi. Non sarai la nuova Lady Malfoy. Non sarai nulla. Eccetto una lurida, schifosa stupida, che pensa di poter comprare col sesso cose a chi non è assolutamente destinata.”

Il volto della donna era livido, privo di qualsiasi espressione, tramutato in una maschera d’odio.

“Ora. Va via dal mio ufficio. E non pensare di vendicarti. Non ci pensare nemmeno lontanamente. Se torcerai un capello alle persone a cui tengo..”

“Compresa la Granger?” domandò abbozzando un sadico sorriso la donna.

“Stai giocando col fuoco. Va, via. Ora.”

La donna afferrò la borsa e s’incamminò verso la porta.

“Te ne pentirai Draco.” Sussurrò e scomparve.

 

  
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