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Autore: zero2757    10/04/2013    0 recensioni
[Tratto dal Settimo Capitolo]
«Che. Cosa. Ci. Facevi. In. Quella. Parte. Della. Casa.» sibilò Hanabusa, mentre con sguardo di fuoco guardava il fratello. «Te l'avrò detto mille volte, c'era un ragazza e stavo per farci sesso. Fine della storia» era la millesima volta che lo ripeteva.
Attenzione: Questa è una rivisitazione più completa e dettagliata della mia vecchissima fiction su Vampire Knight, Small Pain, pubblicata agli inizi del 2008.
Genere: Commedia, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hanabusa Aido, Sayori Wakaba, Yuki Cross, Zero Kiryu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: Questo è l'ultimo capitolo di Small Pain, mi spiace di averci messo tanto per pubblicarlo ma il blocco dello scrittore mi aveva colta! Rispetto ai capitoli precedenti, l'illuminazione mi è venuta dopo una notte in bianco dato che sono mezza malaticcia. Spero solo che vi piaccia, la canzone in questione non sarà dei Three Days Grace ma di un'artista che STIMO ALLA FOLLIA. Ossia Emilie Autumn. 
Tengo a precisare che i personaggi secondari della storia come Ruka, Akatsuki, Ichijo en Co. han trovato tutti lavoro e hanno sciolto il Gruppo Tunder Blust da quando Hanabusa... Bhe leggete e ditemi!
XOXO Micheila 


Small Pain

Emilie Autumn - Marry Me



Capitolo Dodicesimo: Sei Anni Dopo (Epilogo)


Il sorriso le incorniciava il volto, il corsetto stretto a dovere le faciava il corpo. Canticchiando avanzava sempre più verso casa Kiryu, era da almeno sei anni che non vedeva Hanabusa e Yuyu. Il sorriso le si allargò ulteriormente, svoltando quelle due volte si ritrovò nella medesima radura che anni addietro li aveva visti protagonisti e prigionieri di una storia che, quasi per legge morale, doveva essere finita. Con passo tremante si avviò al cancello per poi suonare il campanello, che allegro, squillò. Chi vi si presentò alla porta però; la rese quantomeno un pezzo di ghiaccio. Zero, fermo, impalato. I capelli erano un pò più corti di quando si erano separati quel giorno al cimitero, più alto fasciato da un paio di pantaloni elegaanti e una camicia mezza sbottonata sul petto. Un tatuaggio al lato del collo. Yuuki, non sapeva che fare, sentiva solo il cuore batterle nel petto; era quasi sicura che le avrebbe spezzato lo sterno, facendola morire di un'atroce e bellissima agonia. Ma il tempo che, per loro, sembrava immobile fu risvegliato da Yuyu. «Yuuki...» disse, gli occhi già lucidi alla vista di quella versione così fragile di Yuuki. Nonostante il suo abbigliameto da Goth fosse eccessivo, Yuyu, aveva notato che quelle braccia, portatrici del segno indelebile della sua follia momentanea, erano più esili e magre del solito. Ma non ci fece caso più di tanto, si fiondò su quella che, negli ultimi anni, era divenuta quasi una piccola Dèa spaurita nel mondo. Ovviamente aveva letto le sue lettere che provenivano da ogni parte del mondo. Amsterdam, New York, Boston, Parigi, Barcellona, Dublino, Londra, Berlino e così via. Ma la voglia di rivedere la cugina non le era mai venuta meno. «Sei tornata... Sei Tornata... » Yori ripeteva quelle uniche parole come fossero un mantra, una preghiera che si stava realizzando. «Yuyu -incominciò lei con un forte ccento straniero- Sono qui, non temere, adesso posso proteggerti per sempre!» le confermò dopo averle preso il volto tra le mani e asciugatole le lacrime con i pollici. Yuyu sorrise, ma le lacrime non le si fermavano più, si era ricordata della promessa scambiata tra di loro in quegl'anni di buio e terrore.


 

Due bambine correvano spensierate nel parco, era una rarità che Suzuka e Kaien le accompagnassero a fare certe attività. Così, le due piccole ne approfittarono il più possibile, correvano, ridevano, si nascondevano. Qusi sembrava che i coniugi Cross avessero sorriso alla visione idilliaca che gli si presentava davanti. «Hey Yori, che ne dici di fare un patto di sangue?» chiese Yuuki, mentre con circospezione si nascondeva dietro ad un albero. Yori la guardò confusa «Un patto di sangue? E cosa vorresti promettere?» chiese lei tra il divertito e lo spaventato, Yuuki sorrise poi iniziò a recitare la parte, quasi fosse una promessa di matrimonio «Yuyu, io prometto di proteggerti per sempre. Nel bene e nel male, io non ti lascerò mai. Sarò più forte solo per te.» e detto questo, tirò fuori il coltellino svizzero che solitamente, per difesa da quella pazza di Hikari, portava con sé. Estrasse la lama e la premette con forza sul palmo della mano, poi con forza la recise facendone sgorgare del sangue. Yuyu fu per un momento sconcertata ma poi sorrise, prese il coltellino dalle mani di Yuuki e lo posizionò nell'esatto punto in cui la cugina aveva effettuato il taglio. Iniziò così a recitare la sua promessa «Yuuki, ti prometto che ti farò rinascere. Sarò più forte solo per te, perché il nostro sentimento trascende il tempo.» e detto ciò recise la pelle. Il sangue venne fuori dopo poco, così le due piccole bambine ne unirono i palmi, rimanendo ferme a scrutare l'una gli occhi dell'altra. «Sorelle di sangue» conlusero assieme, per poi scoppiare a piangere.


 

«Sorellina!» sentì chiaramente la voce di Hanabusa che, in quel momento, aveva assunto una sfumatura puerile. Lo scatto fu talmente fulmineo che le due ragazze non si accorsero di essere state separate. Hanabusa la stava spupazzando come fosse l'orsetto Teddy, non ci volle molto che Yuuki lo mise a tappeto, facendo scoppiare a ridere Yuyu. «Hana-Hana, ma che t'è preso?! Mi hai spaventata e spupazzato come se fossi l'orsetto Teddy! Ma sei impazzito?!» lo sgridò la mora con fare bonario. Ma l'ilarietà di quel momento venne dissolta dai passi di Zero che, lentamente, si erano avvicinato a lei. Yuuki fremette, quasi ne poteva sentire l'odore maschio mescolato a... odore di donna. I due si fissarono per un tempo indeterminato, sino a quando un bambino dai capelli biondi e gli occhi azzurri non li interruppe. Avrà avuto circa tre anni. «Papà, papà! Guarda cosa mi ha regalato per il compleanno Zia Rima» disse il bambino mentre con prepotenza, propendeva le mani paffutelle verso Hana-Hana, mostrandogli un maglioncino a strisce bianche e rosse con sopra la faccia ridente di Leone Il Cane Fifone. Se prima Yuuki era di ghiaccio, ora era una sottispecie di Iceberg! Sapeva della presenza del nipotino, che tra parentesi mai l'aveva vista se non in foto. Ma ciò che più la turbava era quella parola: Zia Rima. «Yamato, guarda chi c'è... lei è la persona più importante della mamma. -disse Yuyu, prendendo in collo quella piccola peste. Già Yuuki rivedeva i genitori e una parte di sé stessa in quella crezione umana- Yamato, lei è Yuuki Kurenai, mia sorella» e detto ciò protese il figlio verso Yuuki che, con riluttanza di causa, lo afferrò. Il bimbo continuava a scrutare quel volto così simile a quello della madre ed effettivamente vi ritrovò lo stesso naso, lo stesso sorriso e il medesimo sguardo... triste e dolce allo stesso tempo. Yamato sorrise per poi gridare «Mamma Due!» tutti rimasero di sasso per una frazione di secondo per poi scoppiare a ridere, perfino Zero che altro non faceva se non osservare la splendida donna di fronte a lui. Ciò che notò fu che adesso lei stava meglio non solo a livello fisico, ma anche emotivamente lo poteva ben intravedere dai timidi sorrisi che rivolgeva al nipote o ai due conviventi squinternati, così li chiamava lui. Ma quel momento quel bel quadretto di famiglia fu sgretolato da Rima, che quatta quatta si era avvicinata a Zero, prendendogli la mano il quale ricambiò la stretta con la stessa intensità. Yuuki, che aveva assistito alla scena si sentì come un'intrusa, sia nella famiglia di Hana-Hana e Yuyu sia in quella, a quanto pare, appena formata da Zero e Rima. Con un sospiro mentale si fece forza, per poi concentrarsi sul bambino che ancora la guardava con occhi luccicanti. «Hey little boy... What do you think go inside and take your gift?» non si accorse di aver parlato inglese ma quando notò la faccia di Yamato iniziò a ridere «Sorry... Cioè scusate è un'abitudine per me. Comunque, Little Yamato ti ho chiesto questo:"Che ne dici di entrare in casa così ti do il tuo regalo di compleanno?"» alle parole "Regalo di Compleanno" Yamato iniziò a sgambettare, incitando la sua Mamma Due ad entrare, cosa che Yuuki fu lieta di fare. Lasciando le due coppie in giardino.


 

Si rigirava nel letto, ancora le balenavano in testa le immagini di Zero e Rima.

Zero e Rima che si sorridono dolcemente.

Zero e Rima che giocano con Yamato.

Zero e Rima che si scambiano promesse celate dietro a sguardi maliziosi.

Zero e Rima che si accingono a dormire nella loro stanza. Sì, perché i due Coglioni li avevano invitati a restare! In quel momento l'idea di rendere orfano Yamato per poi portarselo a Dublino non le era sembrata così malvagia. Con fare svogliato si alzò dal letto, la maglietta nera e i pantaloncini a quadri rivelavano alcuni nuovi tatuaggi. Ma si soffermò solo su quello presente nel costato, lo stesso simbolo, quasi per scherzo del destino, che aveva tatuato Zero al lato del collo. Con gli occhi lucidi, si sistemò la maglietta e prese l'MP3 mettendo i Depeche Mode a tutto volume. Così avrebbe evitato sgradevoli rumori, soprattutto se provenienti dalla camera di Zero e Rima. Le note di I Feel You le rimbombavano in testa quando arrivò in cucina e trafficò per trovare qualcosa da smangiucchiare. Il fuso faceva brutti scherzi alle volte, dopo tanto trafficare finalmente trovò un pacchetto di biscotti al cioccolato ripieni di crema alla nocciola. Si leccò i baffi, ma proprio quando li aprì rimase di sasso. Su ogni singolo biscotto c'era una lettera scritta con pasta da zucchero. Ma non era quello che tanto la sconvolse quanto la frase che formava:

S-P-O-S-A-M-I Y-U-U-K-I K-U-R-E-N-A-I

I-L 10/04/13 A-L T-E-M-P-L-I-O D-I O-K-I-N-A-W-A

A-L-L-E O-R-E 9:00

Il 10 Aprile era... Domani?! Ma chi cavolo le faceva scherzi del genere?! La testa iniziò a vorticarle pericolosamente e quando si alzò di scatto quasi non riuscì a frenare la caduta, se non fosse stato per il petto di qualcuno. Non appena si voltò vide gli occhi di Zero penetrarla, che con lentezza le tolse le cuffie. «Hai rovinato la sorpresa. Volevo chiedertelo tra poche ore, invece...» constatò lui in maniera scherzosa mentre un lieve sorriso gli sfiorò le labbra. «Che scherzi sono...Zero?!» chiese lei, gli occhi lucidi, non si era accorta che adesso erano faccia a faccia e che le braccia del giovane le cingevano i fianchi. «Non sono scherzi Yuuki -era la prima volta che si chiamavano per nome, senza nessuno ostacolo o quasi- Mi sono reso conto troppo tardi che ti amavo sin da quando ti ho vista la prima volta. Ti Amavo e Ti Amo tutt'ora... » ma non gli fu dato tempo per finire la proposta che lei si era violentemente allontanata da lui. Non poteva arrivare, dire che l'amava quando non l'aveva neache fermata quel 17 Luglio 2008. Non poteva dire che la voleva sposare se mai l'aveva voluta sia a livello fisico che emotivo. Non poteva dire queste Belle Parole, mentre la sua Fidanzata dormiva beata tra le lenzuola che li avevano visti protagonisti di sogni perversi. Non poteva, fine. «No, Zero...» fece per correre via, per togliersi d'impiccio da una situazione assurda. Ma ciò che ottenne fu il ritrovarsi incastrata tra le braccia di Zero e il suo petto, che ora che ci faceva caso era completamente nudo. Apparte i boxer. «Non sto scherzando Yuuki -le soffiò a pochi palmi dalle sue labbra- Non sto scherzando... Rima è una mia amica, sta con Shiki, che momentaneamente è a Berlino per lavoro. Gli ho chiesto un favore e lei ha acconsentito per ingelosirti... Bhe, noto che c'è riuscita!» e detto questo s'avventò sulle labbra di Yuuki. La quale, dopo un nullo tentativo di resistenza contaccambiò quel bacio che via via si fece più passionale. «Allora mi sposerai?» chiese lui ansante mentre la teneva stretta, l'aveva lasciata libera per troppo tempo adesso era giunto il momento che lei divenisse ufficialmente Sua. Sua e di nessun altro. «No» sorrise lei, contagiando anche lui. «Bugiarda» disse prima di riprendere dove si era interrotto pochi istanti fa. Le mani scorrevano le une sul corpo dell'altro, facendosi testimoni di una danza inusuale per entrambi. E fu su quel pavimento di granito che entrambi espiarono quella che fu la loro distanza forzata. Fu su quel pavimento di granito che Yuuki disse di Sì a Zero. Fu su quel pavimento di granito che la consapevolezza di vivere ogni giorno una Piccola Pena non gli sembrò così tremenda come in passato. Anzi, li avrebbe accompagnati per tutta la vita.


 

FINE


 

   
 
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