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Autore: Knitting    10/04/2013    1 recensioni
Lidia, un'invasata di 24 anni, ha due ragioni di vita: i dolci e l'amore eterno.
Quando quest'ultimo la delude per l'ennesima volta decide di voltare pagina definitivamente, ormai le principesse sono in grado di salvarsi da sole e lei non sarà da meno.
Potranno un imprevisto, uno psicologo apocalittico e quello che sembrerebbe un principe farla ricadere nel capitolo della sua vita che aveva chiuso per sempre?
Una storia romantica immersa nell'umorismo,, meno superficiale di quello che sembra se si ha voglia di scavare.
Dal cpitolo 9:"Gli alberi divenivano viola, il cielo verde, gli occhi di un personaggio un arcobaleno empio di sfumature, di ricordi e immagini in cui poter sognare, in cui poter andare lontano."
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Eventi inaspettati

ovvero

vegetali con le ruote

Lidia si era scervellata tutta la settimana su cosa indossare e, come era ovvio, quella sera aveva avuto un attacco di panico davanti all'armadio improvvisamente vuoto.
I suoi vestiti la fissavano smorti sulle grucce quasi a ricordargli che lei era la morte della sensualità.
Alla fine aveva messo quello che spiccava di più fra tutti, quello rosso.
Probabilmente non doveva averci azzeccato perché lo sguardo che Batman gli rivolse era tutto fuorché normale.
<< Sembro un sacco da box, vero?Uno di quelli che si vedono nei film...oppure un semaforo rosso, a tua scelta. >> Lidia mosse nervosa la gonna ampia.
Lorence, che non aveva mai brillato nell'arte della consolazione, rimase un po' spiazzato dal paragone. << No, no...sei... >>

Eh, che cosa sei?” Pensò scettico.
<< Non sembri nemmeno tu! >>
Nel dirlo l'uomo stesso inarcò le sopracciglia ma la ragazza non sembrò fare caso alle sue pessima doti, anzi sembrò sollevata.
La ragazza intrecciò le mani sulla gonna e si chiuse nel suo silenzio, un film romantico sulla sua vita era in corso nella sua testa.
Poi si ricordò di non essere sola e cominciò a dondolarsi sui piedi. << Allora, Anna quando arriva? >>
<< La puntualità non è il suo forte... >>
<< Già... >>

Wow, l'eloquenza aleggia proprio nell'aria.”
<< Batman ? >> Lidia alzò appena gli occhi nel chiamarlo.
<< Dimmi? >>
Improvvisamente avevano iniziato a darsi del tu, così, di punto in bianco.
<< Dobbiamo parlare di una cosa... >> La ragazza assunse un'espressione contrita e si fece avanti di qualche passo.
<< Di noi? >>
<< Cosa? Noi? In che senso? >>
Lorence spalancò gli occhi e tentò ti tornare sui propri passi. << Intendo io e Anna. >>
<< Si, esatto! Hai visto Batman! A furia di stare insieme pensiamo allo stesso modo. >>
<< Tu lo sai che è il peggior complimento che avessi mai potuto farmi? >>
La ragazza alzò le spalle non curante << Certo che lo so. >>
<< Okai...Comunque, cosa volevi dirmi? >>
Lidia abbassò la voce come se il mondo dipendesse da quello che stava per dire. << Come va con quella cosa? >>
<< Quella cosa, cosa? >>
<< Quella! Insomma...il sesso. >> Lo disse come fosse stata la cosa più naturale del mondo ma lui non sembrava dello stesso avviso.
<< Come va?!? >> Era mai possibile che quella ragazza non serbasse mai nemmeno il minimo tatto?
Probabilmente non si rese conto di star urlando.
<< Ti serve la storiella dell'ape e del fiore? >>
<< Lidia! >>
La ragazza allungò una mano e lo tirò per una manica. << Andiamo! Sei così pudico... >>
<< Io non parlerò di questioni del genere con te! >>
La ragazza sghignazzò. << Di la verità, non ti ricordi come si fa... >>
E fu allora che Lorence esplose. <>
<< Okai... >> Non fu la voce di Lidia a rispondergli.
Anna era sulla soglia, calma e contenuta, e dietro una folla di curiosi che si erano trattenuti per scambiarsi due chiacchiere.
Era il sogno di ogni paziente scoprire i segreti più reconditi del proprio psicanalista, era un po' come vedere un professore in un negozio o in vacanza. Ti dimostrava che anche quest'ultimo era un essere umano fatto di carne, ossa e forse persino dei sentimenti.
<< No, io intendevo... >>
<< Va bene, andiamo? >> Anna sorrise comprensiva e Lorence non sembrò esitare ad avvicinarsi.
Ma prima di andare una sua paziente gli si avvicinò. << Sa, se ha bisogno di aiuto mio figlio è un bravo dottore. Più l'età avanza e certe cose non vanno come desideriamo. >>
Dopo essere diventato paonazzo l'uomo si dileguò con le due donne.
Lidia era troppo concentrata a non ridere per rendersi conto dello suo sguardo per tutto il tragitto.

Il locale era fantastico e anche Mark lo era, nonostante fosse pirlata a terra senza nessun tipo di ritegno si era scoperta meno imbranata del previsto nel ballare, incredibilmente anche Batman non se la cavava male.
Ma Lidia aveva sentito il bisogno di allontanarsi da tutta quella confusione. Uscì in terrazza per prendere un po' d'aria anche se della brezza serale non c'era nemmeno l'ombra.
Si appoggiò alla balaustra cercando di inalare più aria possibile.
Faticò ad accorgersi di lui, se lo ritrovò accanto senza rendersene conto.
Sussultò. << Ma la vuoi smettere! >>
In tutta risposta Lorence alzò le mani in segno di resa. << Troppa confusione? >>
Lidia, troppo traumatizzata dal vederlo in jeans, ripose solo quando lui le rivolse di nuovo quello strano sguardo.
<< Bé, che hai? È tutto il tempo che hai quella faccia. >>
<< Sei molto bella sta sera... >>
<< Dici così perché sei sbronzo! Alla mezza notte la magia svanirà e dovrò tornare a casa con la zucca. Ma non è un problema, ho sempre sognato di salire su un vegetale con le ruote. >>
<< Non sono sbronzo, lo penso spesso. >>
Lidia sorrise maligna. << Di essere sbronzo? >>
<< Che tu sia bella... >>
Batman non la stava guardando, fissava dritto di fronte a se. Non si volse verso di lei nemmeno quando riprese. << Peccato che poi tu apra bocca... >>
<< Mi fai il verso?! >> Lidia sorrise fintamente scioccata.
<< Licenza poetica. >> Lui sorrise composto, come suo solito.
La stava prendendo in giro, quello era sicuro ma Lidia non era mai capace di prendersela sul serio, non con lui.
<< Nessun uomo mi ha mai detto che sono bella... >>
Lorence alzò un sopracciglio, lo sguardo di sbieco. << Nessuno? Nemmeno Mark? >>
<< No, nemmeno lui. Non so nemmeno se mi trovi carina. >>
L'uomo finalmente si volse verso di lei. << Lo penserà sicuramente. >>
La ragazza sentì quelle dita sfiorargli un avambraccio, calde e avvolgenti, senza però avere il coraggio di afferrarla.
Il respiro leggero dell'uomo le accarezzava il volto.
In quanto bassa non gli importava quanto gli altri fossero alti, tanto avrebbe sempre dovuto reclinare il collo per guardarli. Forse per questo non si era mai resa conto di quanto Lorence la sovrastasse.
Si ritrovò a stringergli i lembi inferiori della giacca.
<< Forse hai ragione tu, forse sono un po' brillo... >> Gli parlò sulle labbra, la ragazza ne stava già immaginando la consistenza e...poi la lucidità ripiombò su entrambi.
<< Lidia! Eccoti qui! >> Mark, che aveva un dono per la tempistica, apparve dal nulla.
Lidia si lasciò prendere per mano.
Voleva che il suo ragazzo rimarcasse ciò che era suo, quasi desiderò che li avesse visti così le avrebbe ricordato con chi stava assieme.
Perché lei aveva bisogno di un principe azzurro e Lorence non era nulla di tutto ciò.



  
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