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Autore: daemonlord89    10/04/2013    0 recensioni
L'Angelo Nero è rinato. Ha riorganizzato l'esercito di Kemoria, costringendo i ribelli a fuggire per non essere uccisi. La sua crudeltà non ha confini, la sua rabbia affonda le radici in un tempo prima del tempo. Ha giurato vendetta contro il mondo di Reevan e non si fermerà fino a che non l'avrà consumata.
L'oscurità attanaglia il mondo, l'odio lo pervade.
Eppure, una piccola speranza ancora c'è. Ma Nyphar dev'essere fermato prima che riesca a trovare ciò che cerca.
[Il primo capitolo della trilogia è Eredità di sangue, il secondo La maschera della notte]
Genere: Dark, Guerra, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La trilogia dell'Angelo Nero '
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CAPITOLO PRIMO
-I ribelli-

 

---Nel profondo della foresta---

La ragazza che era apparsa dal nulla stava conducendo Vendren attraverso gli alberi, evitando accuratamente tutti i sentieri. Ogni tanto gli faceva segno di stare giù, per evitare di essere notati dagli uomini dell'esercito invasore, che pattugliavano il bosco.
Continuarono a correre fino a che non uscirono dai confini dell'area di caccia dell'uomo. Si stavano addentrando in territori a lui sconosciuti, ma alla sua guida dovevano essere ben familiari. Non si fermarono un momento, nemmeno per respirare; quando Vendren cercava di parlare lei lo zittiva con un rapido gesto della mano.
Saltarono un ruscello e continuarono la loro folle corsa. Ad un certo punto la ragazza lanciò quello che sembrava un richiamo di qualche uccello, tre fischi acuti a breve distanza l'uno dall'altro, poi rallentò. Vendren faticò a fermarsi, le sue gambe lo portarono avanti ancora di qualche metro.
Mise le mani sulle gambe e si chinò per sputare per terra. La corsa l'aveva provato, non vi era abituato.
“Ok.” disse, tra un respiro e l'altro “Adesso dimmi... Cosa cazzo sta succedendo.”
“Saprai tutto.” rispose l'altra, anche lei non senza fatica “Ora siamo al sicuro.”
“Al sicuro? Per quale motivo? A me sembra che non sia cambiato niente. Siamo forse troppo lontani da quegli uomini?”
“Non è quello.”
La ragazza indicò verso l'alto e Vendren guardò. Tra le chiome degli alberi, appoggiati ai rami più alti, c'erano delle persone: uomini e donne, che sembravano di guardia. Tutti loro avevano degli archi lunghi e l'aria di chi sapeva come usarli.
“Se non avessi fischiato” spiegò la strana donna “probabilmente saresti morto.”
“Capisco. Una specie di parola d'ordine?”
“Esatto. Ora, se ti sei ripreso, possiamo andare.”
“Andare dove?”
“Al campo.”

Il campo era poco più avanti. La ragazza condusse il cacciatore in salita su una piccola collina. Nascosto da cespugli molto fitti c'era l'ingresso di una caverna; la loro destinazione. La guida gli fece segno di seguirla e gli disse di non perderla di vista. Non appena entrò, Vendren ne comprese il motivo. Non si trattava di una semplice grotta, ma di un dedalo di pietra che sembrava snodarsi all'infinito, con tentacoli che si attorcigliavano in ogni direzione. Molti di quei cunicoli erano naturali, ma non erano pochi quelli scavati dall'uomo.
“Precauzione.” spiegò lei, notando il suo sguardo.
Continuarono a seguire un'infinita serie di tunnel, compiendo innumerevoli svolte. Il cacciatore, pur abituato a seguire le piste, perse l'orientamento.
Infine, sbucarono in una caverna molto più ampia, dalla quale provenivano voci e luce.
La caverna sembrava essere stata adattata per ospitare un gran numero di persone, sembrava una piccola città fatta di passerelle di legno e case scavate nella pietra. Si estendeva verso l'alto, così che l'ingresso imboccato dai due portava al livello più basso, un largo spiazzo sulla cui area erano accesi dei fuochi.
“Thalia!” gridò un giovane, avvicinandosi a loro. Aveva più o meno l'età della ragazza, capelli scuri e occhiali, e la baciò con passione “Amore mio, sei tornata!”
“Sì, Franc.” rispose lei con un sorriso “Lo sai, torno sempre.”
“E lui?” domandò Franc, voltandosi verso Vendren.
“E' un sopravvissuto.”
“Un uomo di Monkard?”
“Sì”
“Fantastico! Siamo a cavallo!”
Vendren capiva sempre meno e batté il piede destro a terra.
“Fermi tutti!” gridò. I due si zittirono e anche altre persone si voltarono nella sua direzione.
“Mi potete dire, per favore, cosa sta succedendo? Ero a caccia e, tornando, scopro che il mio villaggio è stato attaccato da uomini con una divisa che non conosco, vengo attaccato anche io ma lei, Thalia, mi salva. Mi porta qui, senza dirmi una parola, senza una spiegazione. Che diamine sta succedendo?”
“Hai ragione. Scusa.” disse Thalia, abbassando gli occhi “Vieni, sediamoci attorno a quel fuoco.” concluse, indicando un cerchio di pietra all'interno scoppiettavano delle fiamme.
Quando giunsero lì, Vendren notò che c'erano un uomo e una donna già seduti. Salutarono Thalia abbracciandola.
“Silla, Alseth.” salutò lei, prima di sedersi.
“Dov'è Geral?” chiese poi.
“Eccomi.”
Vendren si girò verso la sua destra, direzione dalla quale proveniva la voce. Un uomo alto quasi due metri, muscoloso ma con il fisico provato da chissà quali angherie, si stava avvicinando. Sul collo aveva delle ferite, simili a delle bruciature. Gli occhi erano penetranti, neri. Non aveva capelli, ma sulla testa portava un grande tatuaggio. Quando Vendren lo vide si spaventò e si tirò indietro, come per ripararsi. Verde, bianco ed arancione. Gli stessi colori dell'insegna nemica.

 

Se è il tatuaggio a farti impressione” disse il nuovo arrivato “mettiti pure il cuore in pace. Qui siamo tutti kemoriani.”
“Ma...”
“Non temere.” continuò lui, sedendosi “Siamo quelli che stanno dall'altra parte. Il tuo nome?” domandò, allungando un cosciotto di agnello nella direzione del cacciatore. Lui non accettò, non si fidava ancora.
“Vendren.” rispose.
“Molto bene, Vendren. Avrai molte domande, suppongo.”
“Molte? Molte è troppo poco.”
“Ok. Cominciamo dalle presentazioni. Io sono Geral. I due sposini, lì, sono Franc e Thalia e lei” indicò l'altra donna, più anziana ma con un fisico statuario “è Silla. Da anni combattiamo per la libertà di Kemoria. Lui, invece, è Alseth. Si è aggiunto alla nostra causa soltanto in un momento successivo.”
Alseth chinò la testa, in segno di saluto. Era anziano e portava una lunga tunica che lo identificava come un mago.
“Ok. Piacere, io sono Vendren, come ho già detto; sono un cacciatore e... e basta. Ora, perché siete qui? Chi sono quegli uomini e, soprattutto, chi è quel coso che li comanda?”

“Cominciamo dall'inizio.” Geral si alzò e prese a camminare avanti e indietro “Kemoria è una nazione non lontana da Mistar, si trova a qualche settimana di marcia ad ovest. Per secoli i cittadini kemoriani hanno vissuto sotto il pugno di ferro di un governo che li costringeva alla fame, con leggi e tasse impietose. Molte volte si sono formati gruppi rivoluzionari, ma puntualmente sono stati distrutti dagli uomini dell'esercito regolare. Tre anni fa, però, qualcosa è cambiato. E' corsa la notizia che una setta segreta di Kemoria, i Petali Neri, aveva rischiato di gettare il continente di Arasta in pasto ad una stirpe demoniaca che si annidava nella regione di Theros, solo perché volevano conquistare più terre. La notizia è stata verificata ed è cominciata la guerra civile. Praticamente l'intera cittadinanza è insorta contro i Lord reggenti e alle fila dei ribelli si sono uniti molti soldati dell'armata governativa, come Silla, che avevano capito, finalmente, chi fosse dalla parte del bene.”
“Ok, ci sono.” annuì Vendren. In realtà aveva molte domande, ma le avrebbe tenute per la fine del discorso.
“Bene. Ora, al nostro esercito si è unito anche un grande eroe, uno di coloro che avevano sventato il piano dei Petali, Hayst M'auget. La sua presenza aveva portato speranza e gioia. Eravamo sicuri di essere ad un passo dalla vittoria, sicurezza che si è rafforzata quando siamo riusciti a recuperare una mappa che mostrava un ingresso segreto alla Roccaforte dei Draghi, il quartier generale del governo. Abbiamo organizzato una spedizione per porre fine a tutto, distruggendo il cuore stesso di Kemoria.”
“Ma...?”
Ma” intervenne Silla, fermando il compagno “era tutta una trappola. Una seconda spedizione, alla quale abbiamo preso parte io, Franc e Thalia, si era diretta verso la Torre di Keress, una scuola di magia di cui Alseth, qui, era maestro. Lì abbiamo avuto modo di scoprire che i Lord reggenti sfruttavano un'antica magia, che proveniva dall'energia dell'Angelo Nero, una creatura divina che aveva, in passato, minacciato di corrompere l'intero mondo di Reevan. Questo Angelo era stato ucciso prima che la corruzione fosse completa, ma aveva fatto in modo di preservare la sua anima sigillandola all'interno di un oggetto, una maschera.”
Vendren ricordò la maschera indossata dal comandante nemico.
“Per mantenersi in vita sfruttava anche le energie dei Lord reggenti, cui garantiva una quasi-immortalità. Erano i custodi dell'Angelo Nero, gli ultimi di una lunga serie. Utilizzando la magia di Nyphar, così si chiama il divino, avevano creato quella mappa e ce l'avevano fatta trovare, perché volevano attirare Hayst, il generale, in trappola.”
“Ricordo ancora quei momenti.” riprese Geral “Rimanemmo chiusi nel passaggio e delle creature oscure, manifestazioni dell'odio più puro, ci hanno attaccati. Solo Hayst, io e pochi altri fummo risparmiati. Il generale ci ordinò di fuggire, per continuare la battaglia, mentre lui affrontava il suo destino. Aveva capito tutto, aveva compreso di essere lui l'obiettivo di Nyphar.”

 

Fu Thalia a concludere il racconto “Non sappiamo cosa successe nella Roccaforte, ma Hayst scomparve e al suo posto rinacque l'Angelo Nero. Era riuscito a tornare nel mondo, corpo ed anima. Fu il delirio. Sfruttando il suo potere riorganizzò l'esercito e costrinse noi ribelli a fuggire. Ha ripreso la sua missione di un tempo, animato anche, però, da una rabbia nuova. Vuole distruggere tutto ciò che incontra sul suo cammino. Ha attaccato la torre di Keress e solo per miracolo non siamo morti tutti. Alseth ci ha salvati e ha deciso di unirsi a noi, con tutti i suoi studenti e gli altri maestri. Ci siamo in qualche modo messi in salvo, ma da ormai un anno siamo costretti a fuggire e nasconderci. Stiamo seguendo Nyphar, cercando costantemente un modo per fermarlo.”

“Bene.” disse finalmente Vendren. Aveva capito tutto, più o meno, tranne una cosa “E io cosa c'entro?”
“Beh, tu sei di Monkard.” spiegò Silla “Nyphar è giunto al tuo villaggio per un motivo, sta cercando qualcosa. Speriamo che tu possa dirci di cosa si tratta.”

   
 
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