Crossover
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Autore: AxXx    10/04/2013    1 recensioni
[Infamous]"Abbiamo un problema... io e te..." Disse Cole pronto a colpire con l'amplificatore.
La donna tuttavia, non sembrava preoccupata e, con un gesto fulmineo afferrò la balestra e cercò di colpirlo.
Il conduit fu rapido ad evitare il proiettile, ma la distrazione fu sufficiente perfargli perdere la donna di vista.
'Merda...' Pensò quando si rese conto che lei non c'era più.
Ada Wong era sparita.
Alle porte di una crisi su scala mondiale i più grandi eroi della terra sono chiamati a combattere per il bene di tutti. Alcuni combattono per il bene superiore, altri per proteggere chi amano, altri per motivi personali ed altri ancora per motivi egoistici.
Ma sono tutti uniti sotto la necessità di affrontare un nemico comune: riusciranno a sconfiggere gli dei, prossimi al ritorno?
[Personaggi tratti da: Infamous, Assassin's Creed, Prototype, Uncharted, Tomb Raider, Tekken e Resident Evil con la partecipazione speciale di Iron Man.]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Film, Videogiochi
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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                                                        Investigate

 

RIEPILOGO: Nei capitolo precedenti, Cole McGranth (Infamous) per proteggere la sua comunità di conduit abborda un sottomarino militare a largo della costa di New Marais, incontrandosi e scontrandosi con Ada Wong (Resident Evil). Nello scontro Ada provoca accidentalmente un esplosione e il sottomarino affonda, rischiando di portarsi affondo entrambi, che però, riescono a salvarsi 'silurandosi' fuori con delle capsule di salvataggio.

Intanto Tony Stark/Iron Man (Iron Man), Dopo aver saputo dal suo amico, il colonello James Rhodes della scomparsa proprio di quel sottomarino, decide di andare ad indagare per scoprire cosa si nasconde dietro la misteriosa sparizione.

 

 

 

 

 

 

"Roddy... sono sul posto, ma non ho trovato niente di interessante... oh, sì... il tuo sottomarino nucleare è affondato pochi minuti fa, appena sono arrivato praticamente..." Disse Tony che sorvolava la baia a sud di New Marais.

Il segnale del sottomarino era sempre più debole, il che voleva dire che si stava inabissando ed anche i sonar avevano problemi a rilevarlo.

"Cosa!? Oh... merda! Non ci voleva! Puoi almeno cercare di raggiungerlo per scoprire chi l'ha rubato?" Chiese il colonnello preoccupato.

"Ne dubito, anche se potessi raggiungerlo, la mia armatura non è adatta per pressioni elevate... rischierei di danneggiarla." Rispose Stark pensieroso.

In acqua non c'erano segni di superstiti, segno che tutti erano morti nell'affondamento, ma qualcosa non tornava: se erano venuti fin lì, ci doveva essere un motivo importante e non certo quello di farsi affondare.

"Jarvis... controlla negli archivi militari se nelle ultime ore ci sono state operazioni speciali nelle ultime ore." Ordinò al computer che lo assisteva anche nelle operazioni dell'armatura.

"Già fatto, signore e negli ultimi tempi non sono state riscontrate operazioni di forze speciali in zona, chiunque l'abbia affondato ha agito privatamente." Rispose l'assistente facendo apparire sullo schermo interno del casco una serie di date e nomi corrispondenti alle squadre attive.

"Nessun operazione, passaggio di denaro sospetto o comunicazioni non autorizzate?" Chiese di nuovo: magari qualcuno aveva fatto qualche chiamata per richiedere un aiuto esterno.

"In effetti c'è una chiamata sospetta: il consigliere della difesa, Derek Simmons, ha fatto una chiamata su numero riservato, ma era criptata, non è possibile accedere alla conversazione." Concluse il computer.

"Cosa... merda... Simmons è il mio capo... dopo il presidente è l'uomo più potente del mondo." Sussurrò James che stava ascoltando la conversazione a distanza.

"Vuoi vedere che gli ordini dall'alto venivano da lui. Magari potremmo andare a parlargli..." Propose Tony divertito, mentre scaricava le coordinate della posizione del consigliere.

"Ehmmm... sai, Tony... stai parlando del consigliere alla difesa nazionale! Non puoi andare da lui e chiedere: 'Buongiorno, signore. Ha per caso cospirato un attacco terroristico contro gli Stati Uniti'. Finiresti arrestato prima ancora di finire la frase." Disse il colonello ironico e serio allo stesso tempo.

In effetti una persona come Derek Simmons era praticamente intoccabile e nemmeno Tony Stark avrebbe potuta muovere accuse troppo pesanti contro di lui.

"Be'... ci sarà qualcosa che possiamo fare per incastrarlo... insomma... avrà un piano... cos'è? Ha pianificato tutto questo per divertirsi?" Chiese sprezzante Iron Man, mentre si dirigeva verso la costa.

"Se si trattasse di te non lo escluderei..." Lo prese in giro Roddy.

L'industriale fece una finta risata in risposta alla battuta.

"Molto spiritoso... ora ascolta, i miei sensori rilevano che i computer di bordo sono accesi, provo a scaricare quanti più file possibile in remoto prima che l'acqua faccia spegnere i computer." Rispose, mentre i programmi della sua armatura si attivavano collegandosi a quelli del computer di bordo.

In realtà non c'era molto: il sottomarino aveva registrato la rotta ordinaria fino alla sua scomparsa e, come da aspettarsi, non c'era traccia di attività terroristica.

Tutti i file erano puliti, eccetto quelli delle ultime settimane che, come da aspettarsi erano praticamente inesistenti: di certo i terroristi non avevano usato la rete militare per scrivere messaggi.

C'erano solo alcune annotazioni su diversi carichi 'preziosi', ma non c'erano descrizioni più specifiche e nulla che potesse far capire cosa fossero.

Stava per abbandonare la ricerca quando Jarvis mise davanti allo schermo il testo di un messaggio.

"Roddy... ho trovato un messaggio, dice: 'Il carico è stato portato a Tall Oaks, aspettiamo istruzioni.' Sembra il nome di una città, puoi controllare?" Fece Tony, mentre attivava un programma di decrittazione per individuare possibilimessaggi nascosti.

Per alcuni secondi il colonnello rimase in silenzio, mentre faceva le sue ricerche.

"Tony..." Disse all'improvviso. "L'ho trovata: Tall Oaks... cittadina del nord, abbastanza piccola e tranquilla, un campus abbastanza prestigioso, ma niente di... Cazzo!"

"Cosa? Che c'è Roddy!?" Chiese Tony stupito dall'imprecazione dell'amico: di solito era moderato nei termini.

"Merda... tra due giorni il Presidente Benford terrà un discorso proprio in quel campus!" Urlò il colonnello preoccupato.

"Quante probabilità ci sono che questa sia una coincidenza?" Chiese Stark ironico, mentre accendeva dava potenza ai motori per tornare a casa.

"Pochissime... e non è tutto: vicino a Tall Oaks ci sono vari appezzamenti di terre appartenenti proprio a Derek Simmons." Aggiunse il colonello agitato.

"Altra coincidenza interessante... non possiamo accusarlo, ma il presidente è in pericolo. Torno a revisionare l'armatura, poi andiamo insieme a Tall Oaks, dovrà pur esserci qualcosa." Propose Tony aumentando al massimo la velocità.

 

 

 

 

 

Cole si risvegliò nella capsula di salvataggio con un terribile mal di testa ed i muscoli doloranti.

"Merda..." sussurrò, mentre iniziava a muoversi faticosamente.

Ogni mossa era una nuova fitta di dolore e a malapena riusciva a muovere la testa per guardarsi attorno.

L'ambiente gli sembrava familiare: era vicino a dei binari distrutti, su una riva aquitrinosa che mescolava sabbia e tera in una fanghiglia melmosa ed oltre le rotaie intravedeva alcuni edifici danneggiati.

'Fload Town...' Pensò, mentre riacquisiva sensibilità alle gambe.

Il fatto di essere in una zona conosciuta lo rassicurò parecchio e, dopo mezz'ora, fu di nuovo in grado di camminare, anche se a fatica.

"Ok, vediamo di chiarirci le idee." Si disse sedendosi sui binari semidevastati.

'Ho incontrato una spia su un sottomarino militare che, a quel che ho capito, non era qui per noi. Il sottomarino è affondato ed io mi sono salvato per il rotto della cuffia. Insomma una serata normale.' Pensò massaggiandosi le tempie, cercando di dae un senso logico all'accaduto.

In quel momento il cellulare, che aveva ignorato, credendo fosse rotto si accese.

"Cole... Ehi Cole! Ci sei!? Dai amico rispondi!"

Era Zeke.

"Ehi, Amico, sto bene... be' non benissimo, ma sono vivo... devo solo riprendermi." Rispose il conduit scuotendo la testa.

"Bene... io e Kuo eravamo parecchio preoccupati... Diavolo credevamo fossi morto. Comunque, devi venire subito: abbiamo scoperto qualcosa che... be' devi sentirlo per crederci." Disse Zeke chiudendo la telefonata.

Cole si alzò ancora dolorante, ma finalmente del tutto cosciente e si mise a camminare verso il deposito dei treni lungo i binari della città, sapendo che avrebbe raggiunto il luogo che cercava.

Il sole stava sorgendo, dando un colore giallo-rosato agli edifici circostanze, rallegrando l'atmosfera circostanze.

La gente iniziava a riversarsi nelle strade, indifferenti alla presenza del conduit al loro fianco ed ignari degli avvenimenti della volta scorsa.

Anche nel campo dei conduit la vita si stava animando: c'era chi usciva dal deposito per andare a lavorare, i genitori che si occupavano dei figli, chi si occupava della scorta dei viveri da distribuire e tutto ciò che serviva a far andare avanti la loro piccola comunità di persone speciali.

Si fermò davanti all'entrata della torre di controllo e prese un respiro profondo e si aggiustò un po' i vestiti.

Appena entrò si ritrovò con Lucy che gli saltava letteralmente addosso, tanto che quasi perse l'equilibrio.

"Cole! Finalmente! La prossima volta... Dio ero così preoccupata." Disse la donna stringendolo con una incredibilmente forte premendosi il viso sul petto di lui, mentre Zeke li osservava con un sorrisetto sulle labbra.

Tutti avevano capito che Kuo aveva un debole per Cole, ma lei era l'unica a non volerlo ammettere e questo stava scatenando l'ilirità degli occupanti della stanza.

Lei so dovette essere accorta dell'imbarazzante situazione in cui si era ficata con le sue stesse mani e si affrettò a mettere una distanza di sicurezza con Cole.

"Sì... ehmmm... Zeke ti aveva chiamato poco fa, ma non eravamo certi delle tue condizioni. Sono fel... sollevata di vederti tutto intero." Disse velocemente arrossendo, nonostante la tendenza della sua pelle a rimanere fredda e, quindi, pallida.

"Cerca di non scioglierti..." La prese in giro Dumbar, coprendosi la bocca con le mani, mentre cercava di evitare di ridere.

"Come dici!?" Chiese Kuo ancora più imbarazzata, mentre il colore rosso si faceva più accentuato.

"Nulla... nulla..." Rispose l'altro, uscendo, lasciando lei e Cole in compagni di altri due conduit.

La stanza rimase in silenzio, mentre i quattro si scrutavano e Lucy accendeva il suo portatile.

"Allora... cosa c'è? Io non ho scoperto niente, anche se non sembravano interessati a noi." Iniziò Cole allargando le braccia con un gesto di impotenza.

"Lo so, ma io ho intercettato una chiamata, poco dopo aver perso te." Rispose Kuo accendendo un piccolo altoparlante collegato al computer e alzando il volume.

Da esso uscì una voce metallica, probabilmente alterata da un apparecchio vocale apposito.

"Il carico è stato portato a Tall Oaks. Aspettiamo istruzioni. Sai cosa significa?" Fece una prima voce metallica e profonda.

Seguirono delle strane interferenze che impedirono di ascoltare il resto.

"Queste comunicazioni erano protette, quindi non sono riuscita a violarle tutte, tuttavia ho trovato un'altra parte interessante... e preoccupante." Si giustificò lei, mentre la conversazione registrata tornata nitida.

"Il presidente Benford terrà un discorso proprio in quel campo." Disse una seconda voce, diversa dall'altra, ma altrettanto irriconoscibile.

Lucy chiuse le comunicazioni che si erano fatte terribilmente disturbate.

"Il presidente degli Stati Uniti d'America!? Vogliono ucciderlo!?" Chiese stupito Cole, mentre gli altri due rimanevano a bocca aperta.

"Esatto." Disse Kuo preoccupata. "La dentro, quei mostri devono aver in mente qualcosa."

"Qualunque cosa sia, dobbiamo fermarli...." Disse subito Cole infervorito.

Non che avesse in simpatia il presidente, ma quei mostri che aveva visto erano orribili e superavano ogni limite: non gli avrebbe permesso di nuocere.

"Bene, lo speravo priprio. Per questo ho già prenotato un volo diretto per Detroit, da lì, arrivare a Tall Oaks ci vogliono poche ore." Disse Lucy soddisfatta.

Lui sorrise constatando l'implacabile efficenza della compagna, sempre pronta ad intervenire in ogni evenienza.

"Hai pensato a tutto, vero?" Fece con un largo sorriso.

Lei si mise le mani nei capelli, un po' imbarazzata. "Lo sai come sono fatta. Se faccio una cosa la voglio fare bene." Disse arrossendo di nuovo.

L'uomo che si trovava nella loro stessa stanza si schiarì la voce e prese la parola: "Mi occuperò io della comunità, quindi?"

"Sì, certo, Max, mi raccomando, fai attenzione: questa gente dipende da te." Lo avvertì Kuo squadrandolo con aria critica.

Il giovane aveva una leggera baba, corta e curata, il viso era leggermente spigoloso incorniciato da una leggera chioma di capelli bruni e bruni, gli occhi erano verdi chiari.

"Max Phoenix... è un conduit di ventottanni con la capacità di manovrare il fuoco. È un bravo organizzatore e mi fido." Si giustificò lei sotto la sguardo interrogativo di Cole.

"Ok... e lei?" Chiese lui indicando la ragazza di diciott'anni, dai capelli buondi e gli occhi azzurri che si era fatta quasi invisibile sotto gli occhi del giovane: letteralmente.

"Emille... scusala, oltre a saper rendersi invisibile sa curare le ferite... è un po' timida e con te... be' diciamo che si sente in soggezione, ma abbiamo bisogno di lei grazie alle sue capacità curative." Spiegò Kuo avvicinandosi alla ragazza cercando di convincerla a ritornare visibile.

"Quindi... oltre lei... chi verrà con noi?" Chiese Cole incrociando le braccia.

"Be'... io, te, lei e Zeke... credo basterà." Rispose la donna.

 

 

 

 

 

Heller riemtrò a casa dopo il lavoro.

Dopo New York Zero si era trasferito a Tall Oaks lavorando come vigile del fuoco.

Insieme a Dana, che era diventata insegnante al college vicino.

La loro nuova vita era scandita dalla familiarità di una nuova casa e nuove identità.

Tall Oaks era una cittadina tranquilla con pochi avvenimenti di rilievo.

"Tesoro! Sono tornato!" Disse entrando nella loro nuova casa.

La piccola Maya gli corse incontro con le sue due trecce ed un sorriso che arrivava da un orecchio all'altro.

"Papà!" Urlò saltandogli al collo. "Oggi a scuola ci hanno detto che una persona importante verrà qui per fare un discorso!"

L'uomo le accarezzò delicatamente i capelli e la portò in salotto dove la televisione era accesa su un canale dei cartoni animati: doveva essere Bugs Bunny.

"Vai, divertiti..." Disse alla figlia deponendola sul divano.

Dana era in cucina e stava cucinando qualcosa per il pranzo.

Ufficialmente erano sposati sotto il nome di 'famiglia Richson', ma in realtà era solo una copertura per non farsi rintracciare dai militari.

"Ben tornato, James, vuoi un po' di uova? Anche se non sono una grande Schef, sono abbastanza brava da cucinare." Disse mentre cercava di non dare a vedere il fatto che aveva bruciato l'ennesimo pasto.

Heller osservò quel cibo andato con un moto di divertito disgusto.

"Certo... un po' di uova sì, ma preferirei l'antidoto prima... così per sicurezza." Disse con un sorriso divertito.

"Ehi!" Esclamò lei fingendosi offesa incrociando le braccia. "Anche se fosse velenoso, cosa che non è, il tuo corpo reggerebbe le tossine."

"Dici? Nemmeno io riuscirei ad uscire vivo da un pasto preparato da te..." Continò lui a prendere in giro la ragazza.

"Antipatico!" Urlò lei girandosi dall'altra parte. "Non cucinerò più niente per te!"

L'uomo si mise a ridere fragorosamente.

"Tanto meglio!" Disse tra le risate tornando da sua figlia.

Quel giorno avevano fatto dei controlli di routin al campus locale per la visita del presidente, quindi dovevano assicurarsi che nulla mettesse in pericolo la vita delle autorità.

Le fondamenta dovevano essere solide, i muri e le colonne portanti dovevano essere controllato accuratamente per assicurarsi che non ci fossero emergenze future o problemi causati da crolli o indebolimenti interni o esterni della struttura.

Per lui era una lavoro che non costava niente date le sue inesauribili energie, tuttavia, la sua vita era costellata da un infinità di problemi: prima tra tutta l'essere costretto a nascondere la sua forza sovraumana.

Se doveva sedare una rissa o farsi dare un pugno fingendosi indifeso era difficile, mantenere il controllo, evitare di far volare le persone dall'altra parte della strada e muovere il corpo in modo da non ferire nessuno erano cose difficili che gli costavano parecchio autocontrollo.

Il suo addestramento militare gli tornava parecchio utile: come doveva controllare la mente senza cadere in preda al panico durante gli scontri, così come in quei momenti doveva controllare il corpo.

Ormai era abituato alla sua natura da infetto ed aveva imparato a nasconderla ad occhi indiscreti.

Tuttavia, ogni tanto, riusciva ancora a percepire il richiamo della mente collettiva degli infetti, come un istinto represso che ancora, però, lo chiamava con una dolce melodia di oscuro pecato.

Lui l'avrebbe ignorata anche quel giorno se non fosse che, mentre si stava sedendo, sentì in quella melodia una nota dissonante, come se qualcosa fosse cambiato nel modo in cui la percepiva.

Ebbe un giramento di testa e rischiò di inciampare, ma si riprese subito squotendo il capo.

"Tutto a posto, papà?" Chiese Maya avvicinandosi a lui con i suoi occhioni preoccupati.

Lui le regalò un sorriso rassicurante e si inginocchiò per poterle dare un bacio.

"Certo, tesorò... tutto a posto." Disse per tranquillizzarla.

Ma lei non ci credette.

Nonostante il riso in risposta alle rassicurazioni del padre, la bambina era abbastanza sveglia da capire che era successo qualcosa nella mente del padre.

E anche Heller sapeva che, là fuori, stava succedendo qualcosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

[Note Dell'autore]

Bene! Nuovo capitolo e nuovi personaggi: ora siamo a Tall Oaks (Per i giocatori di Resident Evil 6 è il luogo di inizio gioco di Leon) E, guarda caso, (In realtà è il volere del sottoscritto) c'è proprio James Heller quel Negr... ehmmm... quel tizio che ha soffiato il primato ad Alex Mercer.

Le cose si stanno movimentando,, con tutta questa gente intenta a capire: ogniuno di loro ha un tassello diverso del puzzle, ma non riescono a vedere il disegno completo.

Cosa succederà?

Leggete il prossimo capitolo.

AxXx

PS: Please, lasciate una recensioncina che fa sempre bene al morale.

  
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