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Autore: SenBreeze93    10/04/2013    1 recensioni
Un materiale curioso rinvenuto su Urano e Nettuno. Un uomo potente che ne viene in possesso. La possibilità di poter creare un "essere migliore". Uomini e donne sottoposti a test di laboratorio, con mortalità pari all'80%. Esseri potenti, senza coscienza.... fino a lei.
Kay è una ragazza, strappata via dalla propria famiglia e privata della propria memoria. L'unica femmina nel suo genere. Starà a lei decidere del proprio destino: utilizzare le proprie abilità per uccidere o per proteggere?
Genere: Azione, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Salve a tutti, prima di pubblicare il capitolo vorrei spendere un paio di parole per avvisare di alcune cosucce: ultimamente non ho avuto molto tempo e nella fretta di terminare qualcosa non sono riuscita a ricontrollare ciò che già avevo scritto. Perciò, se notate errori, incongruenze o quant'altro non esitate a farmelo notare! Vedrò di sistemare tutto al più presto! Bene, non tolgo altro tempo e spazio e mi ritiro. Buona lettura! E mi raccomando, recensite! 

 



Nascosti.


 

Ancora non ricordava benissimo di come si facesse a scandire il tempo, ma era quasi sicura che fossero passate parecchie ore dalla loro partenza. Uscire da quel luogo infernale non era stato tanto difficoltoso, una volta preso il furgone. Sienna l'aveva fatta salire sul retro e le aveva tenuto la testa bassa per tutto il tempo, o almeno fino a quando Sayb non aveva fatto saltare in aria il cancello principale con una cannonata al plasma lanciata dal... braccio.. (ancora doveva abituarsi a quelle stranezze).

Jay era seduto davanti a lei. Teneva lo sguardo basso e le braccia incrociate, con l'aria di chi si sta annoiando a morte. Kay si ricordò che non aveva sbattuto ciglio neppure durante l'esplosione delle fortificazione, mentre lei aveva lanciato uno strillo di sorpresa, visto che non potendo vedere niente il gran baccano l'aveva spaventata.

Sienna non la lasciò andare per un solo istante. La stringeva sempre in quell'abbraccio disperato di chi ha rischiato di perdere tutto nel giro di poco. Kay, dal canto suo, la lasciava fare, anche perché pure per lei era un gran sollievo sentirsela vicina. Dopo l'ordine di Daniel e tutto il putiferio che ne era derivato, aveva seriamente temuto di perdere Sienna che, bene o male, per lei era davvero l'unica persona che aveva e su cui poteva fare affidamento.

Sienna continuava a ritenere che anche Sayb poteva esserle amico, darle una mano e starle vicino così come faceva lei... ma... non riusciva a vederla così. Dopotutto lui era grande e spaventoso e nonostante le avesse salvate ancora non riusciva a rimuovere quella tremenda soggezione che aveva nei suoi confronti.

Il viaggio durò ancora per parecchio tempo, finché Kay non percepì il terreno sotto al furgone farsi brullo, sballottandola da ogni parte. Quando finalmente si fermarono, il silenzio che ne derivò quasi ferì le orecchie della ragazza, ormai abituata al rombo sommesso del motore e degli pneumatici sulla strada.

Sayb aprì loro il portellone del retro e non appena lo fece una folata di aria fresca investì i tre passeggeri di colpo. Quel profumo... portò bruscamente alla mente di Kay moltissime cose... quasi ricordi, che però non riusciva ben a definire.

Sienna si alzò appena dopo Jay, che era già sceso da un pezzo, accompagnandola all'esterno. Quando scesero dal mezzo, i loro piedi affondarono nell'erba alta di una larga aia campagnola. Il cielo era limpidissimo e l'aria pulita sapeva di erba e fogliame, il tipico odore che ha il sottobosco. Non seppe perché, ma al ricordare quelle cose un sorriso le si delineò sulle labbra, senza che potesse farci niente. Riconobbe tutto: foglie, alberi, erba, paglia, cespugli... tutto verde, marrone e azzurro. Una meraviglia, che non aveva niente a che vedere con il luogo in cui era stata rinchiusa per tutto quel tempo.

    • Dove siamo? – chiese Sienna, osservando la casa antica che si innalzava affianco del furgone parcheggiato.

    • Appena fuori Londra. Avevo notato questo capanno qualche tempo fa... – rispose tranquillo il cyborg, mentre chiudeva ogni portellone. Sienna si voltò sorpresa.

    • Stavi già... programmando di andartene? –

    • Se proprio vuoi saperlo... sì. –

Le superò, andando verso la casa e poggiando la grossa mano sulla maniglia della porta. Com'era prevedibile la trovò chiusa. Sayb sospirò, facendo per sostituire una delle dita con un grimaldello, quando Jay lo anticipò picchiando una forte pedata vicino allo stipite, scardinando la porta. Senza dire una parola, entrò, lasciando Sayb con ancora la mano alzata a raggiungere la serratura.

      • Che razza di modi... –

      • Non è abbandonata? – scrollò le spalle il ragazzo.

      • Anche se fosse, non è educazione. –

Jay sbuffò, andando a curiosare gli ambienti antistanti.

Prima di entrare, Kay sollevò lo sguardo sulle pareti esterne dell'edificio: era visibilmente vecchio e scrostato in più punti, senza contare le profonde crepe che lo attraversavano da parte a parte e l'erba selvatica che cresceva da esse, tra cui l'edera.

Sollecitata da Sienna, si decise ad entrare. All'interno l'odore dell'aria cambiava drasticamente. C'era puzza di muffa, umido e polvere... di vecchio insomma. Un luogo evidentemente lasciato chiuso e abbandonato per diversi anni.

Sayb batté una mano su uno scaffale per saggiarne la resistenza, ma quello si spezzò in due sotto al suo tocco, rivelando il vecchio legno mangiato dalle termiti e dall'umidità.

    • Sì, bhe.... – sospirò il cyborg fissando accigliato il suo operato involontario – Direi che come nascondiglio temporaneo può andare bene. –

    • Ma Sayb, non capisco... – protestò la professoressa. – Non ci siamo allontanati tanto! Con tutte le risorse che possiede Daniel, ci metterà meno di un battito di ciglia a trovarci. –

    • Questo non è del tutto esatto. Ho disturbato il segnale di radar o satelliti. Nemmeno volendo, non sarebbero mai riusciti a seguire i nostri movimenti. –

    • Lo puoi fare? –

    • Sono un cyborg, ricordi? – le fece notare con un sorriso che faceva trasparire tutto fuorché divertimento – Per quanto riguarda la lontananza... conoscendo Daniel suppongo che rintanarsi sotto il suo naso sia al momento la soluzione migliore. –

Sienna stava visibilmente per ribattere, ma si morse le labbra, abbassando la testa.

    • Se ne sei così convinto... mi fido di te. –

L'omone annuì, respirando a pieni polmoni l'aria stantia e guardandosi attorno.

    • Dunque... direi che prima di tutto far circolare un po' d'aria non farebbe male... più che altro ai tuoi polmoni Sienna, noi tre siamo immuni ormai a certi malesseri “umani”. –

    • Non aprire troppe finestre però... se davvero questo luogo è rimasto abbandonato per anni, trovarlo palesemente abitato può destare sospetti. E sarà meglio nascondere pure il furgone. –

    • Dici cose ovvie ed elementari, mia cara. Non sono stato a capo di svariate missioni per conto diretto di Daniel per niente. –

    • Bhe, se sei tanto esperto allora datti una mossa. Vorrei evitare di finire ammazzata proprio dopo essere riuscita a scappare da morte certa... –

Sayb sospirò alzando le braccia, ma sorrise, come se fosse abituato a scene del genere. Fece per sorpassare Sienna e Kay, per andare probabilmente a spostare il veicolo, quando la donna lo afferrò per un braccio.

    • E a proposito di questo... grazie. –

Kay lo vide sorridere, con un modo di fare che per niente gli si addiceva. Per un attimo, vedendolo con un'espressione tanto umana, quasi... analoga a quelle che Sienna le riserbava sempre, la soggezione che provava per lui scemò un poco.

Dopotutto... non era poi così male come pensava.

 

Per quella sera, evitarono di accendere luci. Daniel li stava sicuramente cercando con una certa foga ed era meglio dare meno indizi possibili sulla loro presenza in qualsivoglia posto.

Non poterono mangiare, essendo stata la loro fuga tanto tempestiva da non permettere loro di prepararsi a dovere.

Kay non si sentiva affamata o altro, più che altro... era stanca. Strenuata da tutto quello che era successo quel giorno. Le ansie, la fuga, le lotte... e ciò che era derivato da queste, come il grosso livido alla spalla. Certo, la pallottola avrebbe dovuto ucciderla, tuttavia le era rimbalzata contro... si poteva dire fortunata. O meglio... non sentiva bene dentro di sé quel senso di fortuna. Dopotutto quella era l'ennesima cosa che la rendeva ancora meno umana di quanto pensava di essere.

    • Kay, ti senti bene? –

Sollevò lo sguardo di scatto e notò che tutti la stavano guardando: Sienna preoccupata, Sayb curioso e Jay... ovviamente annoiato.

    • Cos... sì, sì, perché? –

Sienna le prese una ciocca di capelli e la pose davanti a sé per riuscire a vedere meglio grazie ad un fascio di luce lunare che faceva capolino dalla finestra.

    • I tuoi capelli... sono spenti... sono opachi. Sei sicura di sentirti bene? –

    • Sienna, sai che non sta bene. Oggi ha utilizzato per la prima volta i suoi poteri di Modificata in battaglia. È una cosa che spossa, lo sai. – intervenne Sayb, intuendo il problema.

    • Sì, ma pensavo che lei, essendo diversa... –

    • No, è la stessa cosa. Anche Jay, agli inizi, aveva sempre bisogno di un buon fuoco per rinvigorirsi. Adesso fortunatamente ci vuole più tempo perché esaurisca le forze, ma per Kay non è ancora così. Avrebbe bisogno di ghiaccio... come quello con cui l'hanno inondata appena sveglia nel laboratorio. Anche l'azoto liquido andrebbe bene. –

    • Penso sarà difficile trovare dell'azoto in questa catapecchia... – fece notare Jay.... anche se evidentemente era un commento retorico e sarcastico.

    • No, sto bene! – l'ultima cosa che Kay voleva era dividersi ancora da loro. Se procurarsi l'azoto voleva dire mandare qualcuno a procurarselo, allora poteva fare anche senza.

    • Tesoro, sei sicura? – Sienna le accarezzò la testa. La faccia stanca di Kay non mentiva, tuttavia la forza d'animo della ragazza ebbe la meglio.

    • Sicurissima. Sto benone, devo solo dormire un po'. –

    • Allora andiamo. Vediamo se troviamo un letto. –

Sienna la aiutò ad alzarsi e solo in quel momento Kay si rese conto di quanto le gambe le si facessero sempre più molli ad ogni passo. All'ultimo piano della casa trovarono un vecchio letto sotto una finestrella rotonda chiusa con delle assi inchiodate. L'odore di muffa lì era ancora fortissimo, ma per Kay dormire lì non sarebbe stato nocivo.

La fece coricare e la coprì con un telo trovato lì affianco.

    • È un po' polveroso... – si scusò la professoressa, accarezzandole i capelli.

    • Va benissimo, non ti preoccupare. Grazie... –

La donna sorrise. Le scoccò un bacio sulla fronte e la lasciò sola, evitando però di chiudere la porta. Finalmente Kay poté chiudere gli occhi, riposarsi, sentendosi alla fine parzialmente al sicuro.

 

Un filo di luce filtrò dallo spiraglio lasciato tra due delle assi inchiodate alla finestra, posandosi direttamente sugli occhi di Kay. Infastidita da quel disturbo improvviso, aprì piano gli occhi, ritornando dal mondo dei sogni a quello della realtà. Se dapprima tutto fu sfocato e poco chiaro alla memoria, poi, mano a mano che la vista metteva a fuoco i vari oggetti nella vecchia stanza di legno, tutto le tornò alla mente con la forza di un uragano.

Se il giorno precedente aveva avuto il terrore di non arrivare al giorno dopo... ora che ci era arrivata l'unica cosa che sentiva era felicità: era felice per non essere più in quel luogo infernale, per non doversi più sottoporre a test assurdi, per non dover più far finta di essere un automa, per poter forse iniziare una vita nuova, andando contro ciò per cui Daniel l'aveva creata.

Stava ancora scartabellando questi pensieri, quando Sienna entrò nella camera.

    • Oh, sei sveglia! Come ti senti, va meglio? –

    • Un po' sì. – in effetti, si sentiva un pochettino più in forze. Niente di eccezionale, ma pur sempre qualcosa.

    • Sayb mi ha detto che puoi recuperare le forze anche così, ma che ci vorrà il triplo del tempo. –

Seguì la donna ai piani inferiori. Stando aperto tutta la notte, il piano terra aveva assunto un odore più accettabile e l'aria era respirabile con più facilità, soprattutto per Sienna.

    • Dove... dove sono gli altri? – chiese notando di essere sole.

    • Sayb controlla la zona, mentre Jay è andato a caccia. –

    • A caccia? – la notizia in qualche modo la turbò.

    • Sì, dato che al momento non è consigliabile andare in città a fare provviste. Là c'è un fornello e incredibilmente funziona ancora. Con ogni probabilità oggi riusciremo a mangiare qualcosa. –

    • Oh.... –

Sienna stava rassettando la casa per renderla più vivibile e lei ben non sapeva come aiutarla. Vide poi qualcosa che la donna aveva appoggiato sul tavolo della cucina. Era una pila di fogli di carta stampata, piegati tra loro. Ricordava di averlo intravisto sul sedile anteriore del furgoncino, il giorno precedente. Quasi subito un termine le affiorò alla mente: giornale. Era un quotidiano.

Lo prese tra le mani, ma quasi subito qualcosa attirò la sua attenzione: in prima pagina torreggiava una grossa foto a colori. Rappresentava una ragazza sorridente, con lunghi e lisci capelli rossi e grandi occhi nocciola. Sopra di essa, un titolo in spesso grassetto nero citava: SCOMPARSA.

Si accigliò. Aveva già visto quella persona... quel viso, quegli occhi... tutto le appariva maledettamente famigliare. Fu quando cominciò a fare due più due, che si sentì il giornale strappato di mano. Sienna la guardava con occhi incerti mentre piegava i fogli, per nasconderli nel cassetto di una credenza lì accanto.

    • Questa roba per il momento è meglio se la lasci perdere. –

    • . Sienna.... quella ragazza.... –

    • Oh.. non è niente, sono le solite notizie che si sentono.... –

    • sono... o meglio, ero io... –

Sienna fermò tutto ciò che stava facendo, rimanendo di spalle e con lo straccio a mezz'aria.

    • Non è vero? – la incitò Kay, vedendo che non aveva intenzione di risponderle.

La donna sospirò, ma non si voltò.

    • Kay.... ora.. non è ancora il momento perché tu sappia. La tua curiosità può solo nuocerti. Per il momento ti basti sapere che la tua storia è molto simile a quella di quasi tutti i ragazzi presi da Daniel. –

    • Perché dici che la mia curiosità può nuocermi? Non capisco che senso ha, se io... –

    • La ragazza che sei ora non ha nulla a che vedere con ciò che sei adesso! – alzò la voce la donna, finalmente voltandosi verso di lei – Quella ragazza è morta il giorno dell'irradiazione, mentre tu sei nata. Il mondo a cui lei apparteneva, la vita che viveva, la famiglia, tutto quanto, non ha niente a che fare con te! Quindi cercare di rivangare non ha senso! –

Aveva tanto alzato la voce che Kay era rimasta spiazzata. Sentì pizzicare il naso e corse via dalla stanza prima che le lacrime cominciassero a rigarle le guance. Risalì in camera, chiudendo la porta. Aveva bisogno di aria, di luce... quella penombra in quel momento era davvero troppo opprimente. Afferrò con entrambe le mani le assi con cui era assicurata la finestra e le strattonò, divellendole con violenza. Una folata di aria fresca le investì il viso, smuovendole i capelli azzurrini e asciugandole le lacrime ancora in corso di caduta.

Perché Sienna le aveva detto quelle cose terribili? Ma non si rendeva conto di come si sentiva? Quella giornata, cominciata così tanto bene, si stava distruggendo in mille pezzi, nemmeno ci avessero picchiato un'incudine di ferro.



 




 

  
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