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Autore: fuxiotta95    11/04/2013    0 recensioni
[Song solo pezzo iniziale per via della presenza dell'inizio della canzone Sole di settembre dei Finley]
lasciai che tutto crollasse con un suono stridulo che mi fece male alle orecchie, mille frammenti di cristallo mi si conficcarono nel cuore, ma al posto del sangue ció che sgorgó furono i ricordi di tutti i momenti di gioia che avevo passato con Sakuma, momenti persi per colpa di una stupida frasse, momenti che mi bruciarono dentro come sale buttato sulle ferite aperte, un senso di vuoto m’invase, un peso enorme mi si posó sulla bocca dello stomaco, un peso formato dalla consapevolezza di aver rovinato tutto, dalla consapevolezza di aver distrutto ogni cosa, dalla consapevolezza che niente avrebbe mai aggiustato le cose, consapevolezza che se qualcosa del nostro sentimento era rimasto sarebbe stato celato fino a soffocare… Le ginocchia mi cedettero e cadetti a terra senza respiro, conati di vomito m’invasero…
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: David/Jiro, Joe/Koujirou
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Tornare a casa, quella sera, fú la cosa piú difficile di tutta la mia vita…ogni passo aumentava la distanza che si era creata trá me e Genda, ogni respiro mi bruciava in gola come fuoco, avevo urlato con tutta la forza che avevo prima di decidermi ad alzarmi ed incamminarmi verso casa.
Un nuovo anno scolastico era iniziato, l’aria carica della tensione tipica del ritorno trá i banchi, la curiositá di quali novitá si sarebbero presentate. Mi appoggiai al cancello d’ingresso ad aspettare che Narukami arrivasse, iniziai a passarmi le dita nel ciuffo di capelli che mi ricadeva sulla fronte, osservai le dita creare diverse ciocche al loro passaggio, ad un tratto notai che un ragazzo si era fermato a fissarmi, l’osservai attraverso il ciuffo. Aveva un aria furba e scaltra, gli occhi dal taglio elegante mi scrutavano con attenzione rispecchiandomi con le loro iridi blu scuro, la cresta dalle punte bianche che gli ricadeva leggermente da un lato. Stufo mi voltai da un’altra parte e infilai le mani in tasca con fare scocciato dalla situazione, ma con la coda dell’occhio continuai a controllare i movimenti del ragazzo, non mi perdeva di vista, il suo viso ora presentava uno strano ghigno divertito, sbuffai irritato
-“Narukami dove sei?”-
Non potevo aspettare oltre, anche perché quel ragazzo non la smetteva di guardarmi, mi staccai dal portone d’ingresso e con passo spedito entrai nell’edificio, salii le scale incrociando di tanto in tanto altri studenti, mi mossi veloce all’interno dell’edificio fino a giungere alla bacheca dove erano riportati gli elenchi delle varie aule, trovai il mio nome felice di con statere che non ci avevano cambiato d’aula
-Secondo piano, aula 11!-
Una voce alle mie spalle mi fece sussultare, mi voltai incrociando quello sguardo che fino a pochi minuti fá mi tormentava davanti a scuola, feci finta di niente e mi incamminai verso la classe, ma qualcuno mi afferró il polso strattonandomi
-Hei “miele” non vuoi fare la strada insieme?-
Mi voltai fulminandolo con lo sguardo, compresi immediatamente che il nomignolo che mi aveva affibiato derivava dal colore della mia iride
-Che cavolo vuoi?!-
Ringhiai strattonandomi il braccio per intimargli di mollare la presa, ma lui di risposta sghignazzó prima di leccarsi le labbra
-Tu sei Sakuma Jirou giusto? Siamo in classe insieme! Quindi è giusto che tu mi accompagni in aula in quanto sono un nuovo studente-
M’informó indicando sul tabellone un nome nuovo nell’elenco della mia classe, tornai a guardarlo
-Credo che tu sappia leggere le indicazioni Akio Fudo!-
Lo scherni scandendo il suo nome in un ringhió, continuando a tenere lo sguardo puntato nel suo, si leccó le labbra continuando a sorridere come divertito dal mio modo di fare. Non potevo immaginare che quel ghigno in pochi mesi sarebbe diventato il mio incubo privato, il mio inferno…
Successe tutto cosi velocemente, un giorno, dopo la lezione di ginnastica, mentre riponevo gli attrezzi sentii dei passi giungermi alle spalle e poi la porta del magazzino chiudersi, mi voltai di scatto incrociando quello sguardo beffardo che ormai non mi lasciava dall’inizio dell’anno scolastico, sbuffando tornai a riporre i coni dandogli nuovamente le spalle, il mio errore piú grande, in un attimo le sue braccia mi cinsero il ventre togliendomi quasi il respiro, i suoi denti si posarono sull’incavo del mio collo, lasciato scoperto dalla maglietta che usavo per gli allenamenti
-Che cazzo stai facendo Akio?!-
Urlai andando con le mani a fermare le sue che avevano preso ad insinuarsi sotto la mia maglietta, non mi rispose ma prese a sghignazzare, la sua lingua sostituí i denti e prese a disegnare linee immaginarie per tutto il mio collo, cercai di liberarmi dalla sua presa, ma ottenni solamente il risultato di cadere sui materassini di fronte. Iniziai a scalciare sentendo il suo peso sopra il mio corpo, ma ogni tentativo di liberarmi era inutile, ad un tratto sentii la stoffa dai pantaloncini e dei boxer scivolare fino alle caviglie, sbiancai comprendendo cosa voleva fare, iniziai ad urlare a chiedere aiuto, ma mi zittii non appena mi sentii afferrare per i capelli dietro la nuca e tirare
-Zitto “miele” non vorrei essere costretto a farti del male-
Mi sussurró all’orecchio prima di leccarmelo, chiusi gli occhi sentendo la paura crescere in me, con forza strinsi la plastica blu che ricopriva i materassini e morsi il colletto della maglietta cercando di fermare le urla di dolore che mi si accumularono in bocca. Gemetti varie volte, l’aria inizió ad puzzare di sudore e sesso, le mani mi facevano male a forza di chiuderle a pugno intorno alla plastica, il gusto del sangue mi riempii la bocca e lacrime scivolavano lungo le mie gote, le sue mani mi stringevano con prepotenza le cosce, le sue unghie affondarono nella pelle. Duró alcuni minuti, minuti che a me sembrarono un’eternitá, appena ebbe finito mi rivoltó costringendomi a guardarlo, mi sentivo completamente svuotato, violato…mi aveva marchiato come suo, senza chiedermi il permesso…lo guardai senza una vera e propria espressione, mi sentivo morto dentro
-Miele~-
Con forza mi colpí il viso facendomi girare il capo di lato per poi afferrarmi il mento per costringermi a guardarlo nuovamente, con prepotenza mi bació insinuando la sua lingue trá le mie labbra, la sentii scendere quasi fino alla giugulare, l’aria inizió a mancarmi, cercai di allontanarlo da me con tutte le mie forze quando finalmente mi lasció respirare, lo vidi leccarsi le labbra con un’espressione soddisfatta a disegnargli il volto, sghignazzó vedendomi pulirmi il viso
-Sei tropo sexy, Miele-
Mi sussurró avvicinando di nuovo il suo viso al mio e un altro schiaffo mi colpi in pieno volto
-Questo è perché eri giá stato preso…-
Un altro schiaffo
-Questo perché mi hai fatto aspettare…-
Un altro schiaffo
-E questo perché hai cercato di respingermi…-
Mi morse con forza la giugulare facendomi urlare, spalancai gli occhi per il dolore e gli portai le mani sul petto per allontanarlo
-Questo per ricordarti che tu ora sei mio!-
Detto ció si alzó e lanciandomi un ultima occhiata uscí dal magazzino, rimasi diversi minuti steso sul materassino a fissare il soffitto della stanza mentre calde lacrime mi scivolavano lungo le guance bollenti per via degli schiaffi, mi portai una mano al collo e quando la guardai notai una macchia di sangue, mi rannicchiai in posizione fetale, avrei voluto che fosse solo un incubo, ma era tutto vero, il dolore, l’umiliazione…tutto vero…tutto dannatamente vero…
 
Ricordo bene come il mondo mi crolló letteralmente addosso…la scuola era iniziata da alcuni mesi e il fatto di vedere ogni giorno Sakuma non mi aiutava a risorgere dallo stato di depressione in cui ero caduto, ma il peggio doveva solo arrivare… un giorno dimenticai in palestra le scarpe da ginnastica, appena entrai vidi Akio entrare nel ripostiglio dove tenevamo gli attrezzi da ginnastica, non ci diedi peso cosi entrai nello spogliatoio e recuperai le mie calzature, quando uscii notai che la porta del magazzino era semi aperta, mi avvicinai per poterla chiudere, ma udii chiaramente la voce di Sakuma, mi apiatii contro il muro e facendo attenzione guardai dentro il magazzino e ció che vidi mi fermó il cuore, Sakuma, il mi… Sakuma stava venendo preso da quello stronzo di Akio, lo stavano facendo li, nel magazzino della palestra, all’interno della scuola…mi tappai la bocca e mi costrinsi ad andarmene, a distogliere lo sguardo, a dimenticare tutto, in fondo Sakuma non era piú il mio ragazzo, non dovevo intromettermi nella sua vita. Scappai per rifugiarmi in classe dove ad attendermi c’erano Narukami intento ad ascoltare la musica,non si accorse del mio arrivo, e Hinme che svogliatamente cancellava la lavagna, respirai a fondo cercando di rallentare il respiro e mi sedetti al mio banco appoggiandovi la testa, sapevo che il mio amico mi stava fissando, preoccupato dall’espressione che aveva visto sul mio volto non appena avevo varcato la soglia, ma non avevo il coraggio di alzare la testa, non avevo il coraggio di incrociare il suo sguardo, avevo paura che riuscisse a scorgere nelle mie iridi il disgusto, l’odio, la nostalgia…troppe emozioni che erano completamente visibili sul mio viso
-Fermati e chiediti se quello che hai fatto basterá!-
Alzai appena lo sguardo per osservare Narukami che aveva preso a cantare sottovoce, era seduto sul proprio banco, la schiena appoggiata al muro, le ginocchia portate al petto, gli occhi chiusi
-Per dire che hai dato un senso ai giorni tuoi…-
Vidi Henmi guardarmi preoccupato e subito si avvicinó al proprio ragazzo, gli accarezzó la testa attirando la sua attenzione, subito il violetto si tolse le cuffie e prese a guardarlo con fare interrogativo, con il capo Wataru gli indico la mia direzione, il violetto si voltó a guardarmi accortosi solo in quel momento della mia presenza
-Scusa…-
Sussurró pensando che il fatto che cantasse mi desse fastidio, scossi la testa, in realtá era molto intonato
-No, continua pure…-
Mi sorrise rosso in volto, si voltó verso Henmi come a volergli chiedere il permesso
-Peró cambia canzone-
Gli suggerí accarezzandogli nuovamente la chioma scompigliata prima di tornare a cancellare la lavagna, osservai Kenya armeggiare con il nuovo mp3 che si era comprato, ad un tratto sembró trovare ció che cercava e tornó alla propria posizione appoggiando al banco mp3, con le dita inizió a mimare i gesti che compierebbe sulla tastiera di un pianoforte, veloci e delicate, movimenti sicuri, quasi si riesce a vedere la tastiera lucida, la sequenza regolare di tasti bianchi e neri, si riesce quasi a sentire il suono melodioso che ogni tasto produce, non sono movimenti finti che tante volte si possono vedere fare da un ragazzo seduto sul sedile del pullman affianco al proprio, movimenti improvvisati per illudere gli sconosciuti di saper suonare uno degli strumenti piú difficili, ma piú eleganti del mondo… sono movimenti reali, i suoi, movimenti testimoni del suo grande amore per quello strumento. Spostai il mio sguardo su Henmi intento a pulire quella lavagna da troppo tempo, che scusa banale che aveva trovato per poter trascorrere del tempo da solo con il suo Narukami, amava passare il tempo con lui, anche senza toccarsi, senza guardarsi, ma il sapere che lui fosse nella stessa stanza lo faceva sentire bene, una volta, all’inizio dell’anno, mi aveva rivelato che voleva prendere il tempo che aveva perso. Sorrisi tornando a guardare Narukami che aveva portato il suo sguardo sulla figura del proprio amato, si voltó a guardare il muro parallelo a quello a cui era appoggiato
-Vivo per lei anch’io lo sai e tu non esserne geloso, lei e di tutti quelli che hanno un bisogno sempre acceso, come uno stereo in camera di chi è da solo e adesso sa che anche per lui, per questo io vivo per lei-
La voce melodiosa di Kenya riempii la stanza, mi sorpresi di come riusciva a eseguire, senza cercare di imitare la parte maschile e quella femminile, la canzone, non riusciva a tenere le note lunghe solo perché era seduto in una posizione che gli schiacciava i polmoni e il diaframma, ma per il resto riusciva a dare una perfetta intonazione al brano, nascosi nuovamente il viso nelle braccia e mi lasciai cullare da quel canto, cercai di non pensare, mi concentrai sulle parole della canzone
-“ingegnoso creare una canzone dedicata alla musica stessa…”-
Mi costrinsi ad analizzare ogni cosa, ogni frase per poi collegarla ad un’altra piú avanti di strofe, a quanto sia stato strano per Bocelli cantare con qualcuno che canta generi diversi dai suoi, il motivo che li aveva  spinti a scrivere tale canzone, le varie prove che dovevano aver fatto. Inziai a sorridere, un sorriso pieno di rammarico
-Povero idiota…-
Sussurrai trattenendomi dall’urlare, strinsi i pugni mentre alcune lacrime riuscirono a sfuggire dalle mie ciglia per scivolare fino alla punta del naso e cadere sul legno compensato del banco per rimanere li, ferme immobili esattamente come me…
 
…da quel giorno la mia vita divenne un’inferno…certo avrei potuto ribellarmi, pigliare a pugni Akio fino a farlo stramazzare al suolo privo di sensi…che bugiardo…no, non potevo farlo, lo “stare” con lui mi faceva sentire ancora parte del mondo, mi faceva capire che l’amore non mi aveva abbandonato, che io non ero costretto a non amare piú, anche se só perfettamente che quello non era amore, no quello era essere legato a un crudele essere perverso, un essere violento che si eccitava facendo del male.
Eravamo ormai a metá anno scolastico, la primavera era iniziata, gli alberi erano in fioritura e tutto si era magicamente dipinto con i colori pastello. Ero giunto per primo in classe e dopo aver buttato la borsa sul banco mi ero affacciato alla finestra, iniziai ad osservare i vari studenti che attendevano davanti all’istituto l’arrivo dei propri compagni e li tra quella folla riconobbi la capigliatura spettinata di Narukami, sorrisi nel vederlo cercare con impazienza Hinme e appena lo trovó gli corse incontro saltandogli addosso per cingerli il collo con le braccia, ma il mio sorriso sparí non appena vidi vicino a loro Genda, il suo sguardo si puntó alla finestra da cui stavo osservando. Mi voltai appoggiando i gomiti al davanzale, incrociai le caviglie e rimasi fermo con lo sguardo basso ad ascoltare il parlottare che giungeva dai corridoi
-Miele, potevi aspettarmi all’ingresso-
Alzai lo sguardo verso la porta dell’aula incrociando quello dalle iridi blu scuro del mio “carnefice”, sbuffando portai la mia attenzione al cielo primaverile
-Come sei cattivo Miele-
Mi si avvicinó afferrandomi il mento per costringermi a guardarlo e subito dopo mi bació con la solita prepotenza, lo allontanai poggiandogli le mani sul petto e lo guardai con rabbia
-Non ti basta quello che abbiamo fatto ieri sera?-
Gli ringhiai spingendolo con forza, ma come risposta ottenni uno schiaffo in pieno volto, mi portai una mano alla guancia sentendola pulsare, mi afferró i cappelli tirandomi verso di sé, lo guardai negli occhi trovandoci solo desiderio
-Miele, mi sembrava di averti detto che odio essere respinto, non vorrai costringermi a farti piú male?-
Spalancai gli occhi, sapevo che lo avrebbe fatto, anche se eravamo a scuola, anche se tutti avrebbero potuto vedere il mio viso pieno di lividi, lo avrebbe fatto
-N-no…-
Sussurrai scuotendo leggermente la testa, mi avvicinai maggiormente al suo viso per baciarlo, ma prima che le mie labbra si posassero sulle sue mi spinse facendomi cadere e sbattere contro il banco vicino alla finestra, cadetti in ginocchio sentendo un dolore lancinante alla spalla che avevo sbattuto. Alzai lo sguardo aspettando delle spiegazioni per quel gesto
-Ora mi è passata la voglia-
Si giustificó prima di accomodarsi al proprio banco, mi alzai da terra e con passo spedito uscii dalla stanza per rintanarmi nei bagni del piano. Appoggiai le mani al lavello stringendo con forza la ceramica bianca, avrei voluto che quella ceramica fosse il collo di Akio, alzai lo sguardo puntandolo al mio riflesso e subito l’espressione di rabbia che mi disegnava il volto sparí
-“Smettila di mentire Sakuma, non riesci a ribellarti perché hai paura…paura di ricadere di nuovo in quell’oblio…almeno stando con lui sei troppo impegnato a pensare come difenderti invece che pensare a Genda…”-
Confessai toccandomi la guancia che era diventata lievemente rossa, aprii il rubinetto dell’acqua fredda e con un asciugamano usa e getta inumidito mi tamponai il punto dolente. Ad un tratto la porta del bagno si aprii, osservai il suo riflesso nello specchio e vidi entrare Narukami, si chiuse la porta alle spalle prima di avvicinarsi
-Hey…-
Lo guardai attraverso lo specchio
-Hey…-
Da quando avevo iniziato a frequentare Akio avevo smesso di uscire con lui, forse avevo paura che gli succedesse qualcosa, forse temevo che mi avrebbe giudicato, o che avrebbe scoperto tutto e sarebbe andato a raccontarlo a Henmi e Genda, tornai a tamponarmi la guancia puntando di tanto in tanto lo sguardo al suo riflesso
-Cosa ti sei fatto?-
Mi chiese sedendosi sul ripiano in marmo vicino al lavello e appoggiando la schiena all’enorme specchiera costringendomi a guardarlo in faccia, immediatamente cercai una scusa plausibile
-Un ragazzo sulle scale ha mosso la mano e senza farlo apposta mi ha colpito-
Risposi semplicemente lanciando nel cestino l’asciugamano usa e getta, aggrottó le sopracciglia, lo vidi scrutarmi dall’alto in basso, sapevo che non sarei riuscito a nascondere per sempre la cosa a Narukami, era furbo come ragazzo e poi Akio non si faceva problemi a colpirmi in punti visibili
-Perché indossi ancora la divisa invernale?-
Mi chiese osservando attentamente la mia divisa, la risposta era semplice, le mie braccia erano piene di lividi, sul collo era rimasta la cicatrice del morso di quel bastardo
-Perché sí-
Risposi ormai stufo di dovergli dare spiegazioni, mi misi apposto i capelli prima di dirigermi con passo spedito alla porta, ma Narukomi saltó giú dal ripiano e mi afferró il braccio costringendomi a fermarmi, a tale tocco sussultai, ma subito mi calmai e rimasi immobile
-Sakuma che ti prende? Ultimamente non sorridi piú, non parli piú con me, non vieni piú agli allenamenti… e da tanto che non ci vediamo al pomeriggio…-
Digrignai i denti, mi mancava passare le giornate con il mio migliore amico, sentirlo cantare e ridere, ma non potevo dirgli la veritá, mi avrebbe preso per un debole, mi avrebbe dato dell’idiota. Strattonai il braccio costringendolo a lasciarmi
-Non ho piú voglia di uscire con te…-
Risposi freddamente senza voltarmi
-Che cazzo stai dicendo?!-
-Io…-
Ad un tratto la porta si aprii, rimasi immobile, pregai che non fosse lui
-Miele, mi chiedevo dove fossi finito~-
Abbassai lo sguardo e strinsi le mani a pugno, con forza mi morsi il labbro inferiore
-Miele?-
Sentivo gli enormi occhi di Narukami sulla schiena, avrei voluto che il pavimento si aprisse e mi ingoiasse per sempre
-Sakuma, ma che significa?-
Non risposi, non volevo rispondere, non volevo… volevo solo morire, volevo che tutto sparisse e diventasse nero, che di me restasse solo un mucchietto di cenere. Senti Akio ghignare, doveva gioire nel vedermi ridotto in quello stato pietoso, mi afferró il mento facendomi alzare il viso
-Ma bravo Miele, ti nascondi nel bagno con l’amichetto? Credo che tu debba essere punito~-
La sua voce mi dava il voltastomaco, chiusi gli occhi e con il canino mi afferrai nuovamente il labbro
-Narukami…vattene…-
-Ma…Sakuma cosa stá?-
-VATTENE IDIOTA!-
Quelle parole mi bruciarono, ma non poteva restare, ero certo che Akio se la sarebbe presa con lui, o che potesse avere un attacco di panico non appena Akio avrebbe iniziato a “punirmi”, chiusi gli occhi aprendoli solamente quando sentii la porta chiudersi e il mio inferno ebbe inizio…
 
…seduto sulla sedia mi incantai ad osservare la borsa di Sakuma malamente posta sul banco, Henmi seduto di fronte a me armeggiava con l’mp3 che Narukami gli aveva affidato prima di andare ai servizi
-Guarda che se glielo rompi ti uccide-
Gli rammentai senza distogliere lo sguardo da quella borsa, osservai i ciondoli appesi alla linguetta della ciarniera, sorridendo nel constatare che erano tutti pinguini di diversi colori. Ad un tratto dei passi veloci attirarono la mia attenzione e quella di Henmi, ci girammo verso la porta e trovammo Narukami rosso in volto, il respiro accelerato, Wataru subito scattó in piedi fece un passo verso l’amato, ma questo gli si buttó frá le braccia
-Narukami, che succede?-
Gli chiese stringendolo a se nel vano tentativo di farlo calmare
-D…dovete andare in bagno…Sakuma…Sakuma è nei guai…-
Sbiancai nel sentire quella frase pronunciata trá un respiro smorzato e un singhiozzo e subito scattai in piedi, Henmi mi guardó con fare complice, allontanó da se Narukami per seguirmi fino alla porta dell’aula
-Stai qui Naru-
Si raccomandó seguendomi nel corridoio. Iniziai a correre verso il bagno, il cuore mi batteva all’impazzata. appena giungemmo alla nostra meta aprii la porta senza pensarci troppo, osservai la fila di lavandini circondati dal ripiano in marmo, tutto sembrava apposto, entrai nell’enorme bagno controllando attentamente ogni singola cosa, osservai i box, ma non c’era alcun segno della presenza di Sakuma, feci dietro front
-Continua…-
Un sussurro appena percepibile, conoscevo bene quella voce dal tono beffardo, mi voltai ad osservare nuovamente i box e solo all’ora notai che la porta dell’ultimo era chiusa, guardai Henmi che entró nel bagno
-Che cosa-
Mi voltai di scatto sentendo la voce di Narukami, Wataru gli tappó prontamente la bocca e lo fece entrare nel bagno prima di chiudere a chiave la porta, rimanemmo in silenzio, con passo felpato mi avvicinai al box e attesi. Spostai lo sguardo su Henmi che mi fece segno di aspettare, non potevo di certo sfondare la porta senza essere certo che dentro ci fosse Sakuma nei guai, poteva anche trattarsi di un ragazzo che si era nascosto in bagno per parlare al cellulare anche se ero certo che            quella voce appartenesse a quel bastardo di Akio, ad un tatto dei colpi di tosse ruppero il silenzio
-Sbagliato Miele~-
Strinsi i pugni, digrignai i denti e con forza tirai un calcio alla serratura che presentava una linguetta rossa che stava ad indicare che il box era occupato, cedette come niente sotto il mio colpo e la scena che mi mostró mi fece venire la nausea; Sakuma era inginocchiato a terra di fronte a Akio che sghignazzante gli stringeva la chioma azzurrina costringendolo a guardarlo dal basso
-Non ti hanno insegnato a bussare Koujiro?-
Fú la goccia che fece traboccare il vaso, con forza afferrai il braccio di Sakuma tirandolo fuori da quel box, Henmi mi affiancó e comprese immediatamente che desideravo che lo sostenesse, il mio sguardo rimase fisso su Akio che ghignando si era tirato sul la zip dei pantaloni della divisa e con passo sicuro era uscito dal box fermandosi di fronte a me
-Non è carino interrompere-
Constató con il solito ghigno beffardo a disegnargli il volto, con rabbia gli afferrai il bavero della camicia e con forza gli feci sbattere la schiena contro il muro che divideva un box dall’altro
-Figlio di puttana!-
Avrei voluto ammazzarlo li, senza troppe cerimonie, spaccargli la testa contro il muro fino a farla diventare una poltiglia informe, ma la mano di Henmi sulla spalla mi fece fermare
-Tocca ancora Sakuma e io ti uccido!-
Lo minacciai a denti stretti, ad un tratto sentii che la presa che Henmi esercitava sulla mia spalla si era fatta piú ferrea e mi impartiva di voltarmi, per un pó non diedi ascolto a quella richiesta silenziosa essendo troppo preso a guardare con disgusto e rancore quel bastardo che continuava a ghignare come se le mie minacce non lo toccassero minimamente
-Sei patetico Koujiro, ti comporti come se Sakuma fosse il tuo tipo, ma se hai visto bene poco fá me lo stava leccando-
Sghignazó con sguardo beffardo
-FIGLIO DI PUTTANA!-
Caricai il pugno e con forza lo colpii in pieno volto rompendogli il labbro superiore e facendogli sanguinare il naso, lo vidi cadere a terra e tenersi i punti feriti, mi voltai incrociando lo sguardo freddo e distaccato di Sakuma, ma in fondo a quel color miele vidi perfettamente un qualcosa che mi fece agire senza pensare. Gli afferrai il polso e lanciando una veloce occhiata a Akio che con odio mi fissava, feci scattare la serratura e uscii trascinandomi dietro Jirou e dietro di noi Henmi e Narukami.
Dopo alcuni minuti giungemmo in uno dei corridoi che portava all’atrio dove eravamo soliti fare l’intervallo, Sakuma continuava a dimenarsi e sbraitare orinandomi di lasciarlo andare, ma io continuai a camminare sordo alle sue minacce, quando ad un tratto, puntando i piedi riuscí a farmi fermare
-Che cazzo stai facendo?-
Urló cercando di liberare il polso dalla mia presa, rimasi immobile e continuai a dargli le spalle senza rispondergli
-Lasciami andare, idiota!-
Mi morsi il labbro inferiore per poi voltarmi e puntare il mio sguardo nel suo, con forza lo spinti per farlo finire con le spalle al muro, iniziammo a lottare, lui per liberarsi ed io per continuare a tenerlo bloccato contro la parete, gli afferrai diverse volte la stoffa della divisa tirandogliela con prepotenza, il mio sguardo rimase fisso sul suo volto
-Lasciami immediatamente, non avevi diritto di intrometterti!-
Gli posai le mani sulle spalle e lo sbattei contro la parete per tenercelo attaccato, lo osservai chiudere gli occhi per il colpo improvviso, abbassai appena lo sguardo notando che la sua casacca si era aperta a forza di essere strattonata, sbiancai vedendo diversi lividi sul suo collo, senza proferire parola gli aprii i primi bottoni della camicia e rimasi sconvolto nel vedere che non solo il collo presentava tali segni
-Che caffo fai? Lasciami andare!-
Alzai lo sguardo di scatto puntandolo nel suo
-Vuoi tornare a succhiarglielo e lasciargli fare del tuo corpo ció che vuole?-
Gli sbraitai contro, quei segni non erano certo succhiotti, ma feri e propri lividi derivanti da colpi inferti con violenza. Lo vidi abbassare lo sguardo e lentamente portare una mano a nascondere i segni, gli sfiorai una guancia, ma prontamente mi schiaffeggió la mano per poi guardarmi con odio
-Non intrometterti piú nella mia vita!-
Mi ordinó continuando a tenere lo sguardo nel mio, avvicinai maggiormente il mio corpo al suo, stavo per controbattere, ma mi sentii afferrare per la spalla e venir trascinato, mi voltai certo che si trattasse del bastardo invece incrociai lo sguardo serio del professore di informatica, sguardo che dal mio viso si spostó a quello di Sakuma
-Bene signori, credo che la preside sará felice di incontrarvi oggi, cosi potrete dirgli il motivo per cui avete saltato la prima lezione nonostante foste nell’istituto-
Fece con voce pacata, abbassai lo sguardo consono del fatto che la preside non sarebbe stata altrettanto posata nel parlare
-La strada la conoscete!-
Fece infine lasciandomi andare, mi misi apposto la camicia e lanciai una veloce occhiata a Sakuma trovandolo intento a ricomporsi
-Sí, professor Gambero…-
Sussurró Jirou incamminandosi senza degnarmi neanche di uno sguardo, feci per incamminarmi a mia volta ma sentii la mano del professore posarsi nuovamente sulla mia spalla
-Signo Koujirou, le potrei chiedere un favore?-
Anuii voltandomi, il professore sorrise con fare paterno
-I voti del signor Jirou si sono abbassati da quando non vi parlate, anche la sua attenzione in classe è molto calata e il suo modo di relazionarsi agli altri, nei corridoi è sempre apatico, ma ho notato che ora mi sembrava piú tosto sveglio, quindi vi pregherei di fare al piú presto pace con lui, mi dispiacerebbe veder venir bocciato un cosí bravo ragazzo-
Spostai lo sguardo sulla figura di Sakuma che si stava via via allontanando poi tornai con lo sguardo al professore e gli sorrisi
-Certo, prof, ci proveró-
-Ne sono certo signor Koujirou-
Detto questo prese e tornóin classe, iniziai a corere verso Sakuma.
Sapevo che sarebbe stato difficile, che il mio cuore molte volte mi avrebbe bloccato, che la paura mi avrebbe reso muto, ma io volevo vedere di nuovo il suo sorriso, sentire sotto le mani la sua pelle, sulle labbra le sue…avrei fatto di tutto pur di liberarlo dalle catene che Kidou gli aveva messo senza pietá…perché la mia anima ancora bramava la sua…

 
SPAZIO AUTRICE
CHE RITARDO TERRIBILE!!! *nessuno presente* ok ce mi odiate, ma almeno fatevi vedere XD
Ok un applauso al mio professore di informatica CLAP CLAP! Fá paura, ma quando cerca di scherzare è simpatico…
-Come Inghilterra!-
Ha parlato miss simpatia
-We, ricordati che tutti mi adorano, ma come contraddirli il magnificome è fantastico-
Ceeerto come Sealend
-Chi è?-
Appunto XD
Vi mando un bacione ed attendo una vostra recensione, ne approfitto per dirvi che o scritto una sufin con sealend intitolata “Ti amo…” corta, corta quindi se avete piacere di darvi un’occhiata e magari lasciare una recensione :3
Un bacione dalla vostra pazza Fuxiotta95 un bacione alla mia _SakumaxGenda_
  
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