Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: svegliaminiall    11/04/2013    9 recensioni
Sunday:
Farò qualsiasi cosa pur di andarmene. A partire dall'autostop: la prima opzione che mi passa per la testa. Non so in quanti vadano da Doncaster a Londra di venerdì sera, ma tentar non nuoce.
-
Harry:
Ma porca di quella troia. Ditemi dove cazzo sono adesso.
"Svoltare a destra" continua a ripetere la voce metallica e femminile di questo fottuto navigatore. "Svoltare a destra". Guardo a destra: non c'è una strada neanche a pagarla oro, dove vuole che svolti?! "Svoltare a destra" blatera ancora la donna-tom-tom.
"Ma porca troia, stronza puttana, non vedi che a 'sta cazzo di destra non c'è neanche una fottuta strada di merda?!" sbraito contro l'aggeggio meccanico come se potesse sentirmi.
-
"Hai fatto la pipì addosso? Sulla...sulla mia auto?" chiede Harry sbarrando gli occhi e trattenendo le risate.
Io lo guardo incenerendolo con lo sguardo. Sono terrorizzata. "Ho..." comincio con il cuore a mille "credo di aver...rotto le acque".
- - -
Sunday e Harry.
Lei che sa di aver perso tutto, Lui che Crede di avere tutto.
Un incontro casuale ma travolgente per entrambi.
Perché è proprio dalle macerie che si può ricostruire.
-
[ATTENZIONE: contenuti forti]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Campagna di Promozione Sociale - Messaggio No Profit:
Dona l'8% del tuo tempo alla causa pro-recensioni.
Farai felici milioni di scrittori.

Copia-incollate questo messaggio ovunque vogliate!


Capitolo 4: Gossip

Sunday POV


Un suono fastidioso mi martella le orecchie. Sembra un campanello che suona, ma forse sto ancora sognando. O forse no? Apro gli occhi di scatto e mi rendo conto di essermi addormentata nel mio lettone con Nathan affianco. È già sveglio e stranamente non sta piangendo. Lo saluto prendendolo in braccio e mi dirigo verso la camera di Harry, dopo aver notato che sono già le dieci di mattina.
«Harry!» urlo a squarciagola stropicciandomi gli occhi «suonano alla porta!».
Lo sento mugugnare qualcosa di incomprensibile e quando busso alla porta della sua camera per poi aprirla, il riccio si volta verso la finestra ancora chiusa, dandole le spalle. «Voglio dormire» borbotta con la voce ancora impastata dal sonno «apri tu» mi implora.
«Ma Harry, è casa tua!» protesto. Ma, ottenendo in risposta soltanto il suo silenzio, mi dirigo sbuffando verso le scale che conducono al piano inferiore.
Lo scampanellio si fa sempre più insistente e comincio quindi a correre – con Nathan in braccio e ancora in pigiama – verso l'ingresso. Mi fiondo verso la porta e la apro senza nemmeno prima guardare chi è dallo spioncino.
Una donna mora sulla quarantina mi guarda sorpresa e poi si sofferma per secondi che mi sembrano ore a guardare mio figlio. La sua espressione mi sorprende, mostra contemporaneamente decine di emozioni contrastanti: emozione, stupore e poi consapevolezza verso Nathan; ma quando rivolge lo sguardo verso di me l'espressione cambia radicalmente: rabbia, diffidenza, confusione e qualcos'altro che non riesco a capire. È strano, sono sicura di non conoscerla, ma ha comunque un'aria familiare. Forse sono le fossette che si sono formate sulle guance mentre sorride a...qualcosa alle mie spalle.
Mi volto curiosa. Harry?
«Mamma?» esclama sorpreso il riccio «cosa ci fai qui?» chiede con voce piena di emozione per poi fiondarsi tra le braccia della donna, felice come una pasqua.
Oh porca misera. Questa è sua madre? E ora chi le spiegherà la situazione?
Distolgo lo sguardo da quell'abbraccio che urla la parola “famiglia” al mondo intero. Parola della quale io – purtroppo – non ho mai conosciuto il significato.
In quel momento squilla anche il telefono e Harry si fionda in sala per rispondere, dicendo a me e a sua madre di andare in cucina.

Cosa? Mi abbandona qui da sola con lei?! Ma questo è pazzo.
«Harry...» faccio per protestare ma lui è già sparito oltre la porta e io mi limito a tornare a guardare sua madre, imbarazzata.
«Ciao, sono Anne» si presenta la donna, ora già più cordiale «stavate dormendo? Avete già fatto colazione?» chiede poi sorridendomi.
«Oh, ehm, no, non abbiamo ancora mangiato» balbetto come un'idiota.
«Bene, siediti pure cara, ci penso io» propone «tu intanto pensa al tuo bambino».
In effetti è da qualche minuto che ha cominciato a piangere, probabilmente per la fame, così decido di allattarlo. Nel frattempo Anne comincia a preparare la colazione, sorprendendosi di trovare il frigo di Harry pieno.
«Ero convinta di dovergli comprare tutto io, come tutte le volte che vengo a trovarlo» dice.
«Abbiamo fatto la spesa ieri» spiego, intimidita dal suo sguardo indagatore. Lei mi guarda sorpresa ma non ribatte.

Restiamo in silenzio per diversi minuti, finché – finalmente - non arriva Harry.
«Wow mamma, uova e pancetta?» esclama contento per poi rivolgersi a me sottovoce «ti prego, reggimi il gioco».
Reggergli il gioco? Che gioco? «Harry, ma di che stai parl...» mi interrompe con uno sguardo di ammonimento per poi indicare sua madre che ci sta dando le spalle, e io mi zittisco immediatamente.
«Si, Haz, la tua colazione preferita, scommetto che non la mangi da secoli» risponde Anne alla precedente domanda del figlio.

Una volta pronto ci sediamo tutti a tavola e facciamo colazione.
«Beh mamma, come mai sei qui?» biascica Harry con la bocca piena, sputacchiando qualche pezzo di pancetta.
«Harold! Non parlare con la bocca piena! Non è educato» lo rimprovera sua madre, strappandomi un sorriso «comunque hai anche il coraggio di chiedermelo? Perché io devo sempre essere l'ultima a sapere le cose? Sono tua madre!» continua seria, volgendo lo sguardo verso di me.
Io ed Harry ci guardiamo, io senza capire, lui stranamente non sorpreso. «Ma di che sta parlando?» chiedo io, notando che il riccio non è intenzionato ad aprire bocca.
Così vedo Anne rovistare nella sua borsa e sbattermi davanti agli occhi un mucchio di giornali di gossip pieni di...
foto mie e di Harry.
Io ed Harry che usciamo dall'ospedale con Nathan.
Io ed Harry che facciamo la spesa.
Io ed Harry che ridiamo cercando di mettere mio figlio nel porta-bimbo con addosso la tutina leopardata.
Io ed Harry che saliamo sulla sua auto.
Oh merda.
«Mamma, cosa avrei dovuto dirti?» chiede il riccio per poi sfiorarmi la mano e ricordarmi sottovoce di reggergli il gioco. Ma di che sta parlando?
«Harold, sono tua madre! Avresti dovuto dirmi di avere un figlio! Ti sembra una cosa da niente?» lo rimprovera Anne. Io sono ammutolita. Perché Harry non smentisce? Perché non dice che in realtà Nathan non è suo figlio? Perché non le spiega? «Ti credevo un ragazzo responsabile, e invece che fai? Metti incinta una ragazzina!» continua lei.
«Non sapevo come dirtelo!» si giustifica lui.

Non sapevo come dirtelo”? “Non sapevo come dirtelo”?! Perché diavolo non smentisce?!
Reggimi il gioco”. È questo il gioco? Perché se questo lui lo chiama “giocare”, siamo messi proprio male. Cosa cazzo ha in mente?
Lo guardo sempre più sorpresa e, si, arrabbiata. Lui se ne accorge e cerca di tranquillizzarmi con lo sguardo.
«Sunny, potresti lasciarmi un momento da solo con mia madre?» chiede gentilmente. E io in tutta risposta annuisco, anche se in realtà quello che vorrei fare è ucciderlo.
Non appena esco dalla cucina con Nathan in braccio, sento distintamente Anne cominciare a tempestare suo figlio di domande.
«Perché non mi hai detto di avere una ragazza? Convivete addirittura! E poi sei padre Harold, sai cosa significa?! La ami almeno, questa poveretta? O magari l'hai anche messa incinta da sbronzo?» sento da dietro la porta.
«Mamma, mi conosci! Certo che la amo, e poi non dico che sia stato voluto, ma sono felice lo stesso!». Ma cosa diavolo si sta inventando? Non ci sto capendo niente.
«E con la band? I ragazzi sanno tutto? Cosa ne pensano i management?» continua la madre di Harry.
«Si mamma, sanno tutto, e comunque non cambierà niente» risponde la voce attutita di Harry.
Per un po' dall'altra stanza sento provenire solo silenzio.
«Spero solo che tu sappia quello che stai facendo» sussurra Anne con una voce che sembra commossa «posso conoscere il mio nipotino? Dio, chi l'avrebbe mai detto che sarei diventata nonna così presto?».
«Certo» sento rispondere al riccio per poi sentirlo venire a chiamarmi. Apre la porta della stanza dove mi trovo e mi sorride. Si, lo ammetto, è un sorriso bellissimo, ma che ugualmente non ricambio.
«Harry.
Dimmi che cazzo hai in mente» dico gelida ed allarmata.
«Poi ti spiego» dice facendosi anche lui serio «Eccoci mamma!» cambia tono, sfoggiando un sorriso un po' finto.
Ed ecco che Anne parte subito facendo mille domande alle quali a stento ho il tempo di rispondere. Continua a parlare di quando era incinta di Harry, di qual è il miglio modo per allattare i bebè e dei migliori omogenizzati. In tutto ciò io ho soltanto il tempo di sorridere ed annuire, notando un Harry che tenta di contenere inutilmente una madre – a parer suo – troppo invadente.

«Ragazzi, mi dispiace ma ora devo proprio andare, comunque verrò a trovarvi ancora» sorride Anne al settimo cielo.
Io e Harry la guardiamo sfoggiando due sorrisi un po' tirati, lei bacia per l'ultima volta Nathan e mi abbraccia.
Sono un po' sorpresa per tutto questo affetto, ma sono felice di essere stata accettata.
«Siete davvero bellissimi e fortunati, ragazzi» dice infine Anne, prima di chiudersi la porta dell'ingresso alle spalle. Io ed Harry ci guardiamo un po' sorpresi e imbarazzati, ma nessuno dei due dice niente. Almeno non riguardo la frase appena pronunciata.
«Spiegami tutto» ordino al riccio.
Harry sospira, ma poi comincia a parlare. «Beh, i management mi hanno detto di fare così, cioè, non me l'hanno proprio imposto, ma
vivamente consigliato, per usare le loro parole. Erano loro al telefono, hanno chiamato non appena hanno saputo che la cosa era uscita sui giornali».
«Ma perché? Insomma...che senso ha?» chiedo confusa.
«Onestamente non ne ho idea. Ma non cambierà niente per te, casomai sarò io quello sotto i riflettori».
«Mi dispiace Harry, è colpa mia» dico.
«Figurati, non è colpa di nessuno, è andata così e basta» torna a sorridere lui «Più che altro ora per la stampa noi due stiamo insieme, e mi dispiace averti coinvolta in una cosa del genere».
Cosa? Un momento. Io e lui stiamo insieme? Oh cazzo ma perché la mia vita sta diventando sempre più complicata?
«E quando tra due mesi me ne andrò, cosa dirai? La gente penserà che tu sia un padre che non vuole più vedere suo figlio, che se ne frega di lui».
«Sunday, non preoccuparti, ci penseremo» mi tranquillizza «io vado di sopra, devo...stare un po' da solo» dice sbrigativamente.
Lo vedo salire le scale con passo strascicato e io mi butto sul divano. Devo calmarmi e metabolizzare i fatti accaduti in queste sole 48 ore. È tutto assurdo, pazzesco, incredibile. La situazione è troppo nuova per essere accettata così in fretta, mi sento opprimere da tutti questi avvenimenti e da queste nuove responsabilità. In due giorni mi sono ritrovata a Londra, madre, (finta) ragazza di Harry Styles, sui giornali di gossip e odiata dalle fan.
Sento un lieve suono nell'aria: Harry che canticchia una canzone. È molto fioca, ma mi infastidisce comunque, cerco di darmi una regolata e con apparente calma decido di mettere Nathan nella carrozzina e di portarlo a fare un giro. Metto le scarpe e un giubbino di jeans senza maniche e lascio un biglietto sul frigo al riccio, per poi dirigermi verso l'ingresso ed uscire.


Harry POV


Entro nella stanza della musica. L'unica cosa di cui ho bisogno adesso è infatti cantare.
Cantare per dire quello che non dico a parole.

Prendo la chitarra e, anche se non so suonare molto bene, comincio a strimpellare qualcosa grazie agli spartani insegnamenti di Niall.

There was a time, I used to look into my father's eyes
In a happy home, I was a king I had a gold throne
Those days are gone, now the memories are on the wall
I hear the sounds from the places where I was born

Up on the hill, across the blue lake,
That's where I had my first heartbreak
I still remember how it all changed
My father said
Don't you worry, don't you worry child
See heaven's got a plan for you
Don't you worry, don't you worry now
Yeah!

Perché non c'è nessuno a tranquillizzarmi adesso? Perché perfino mia madre non mi ha dato il supporto di cui avevo bisogno?
Anche le persone a me più care, come la mia famiglia, mi considerano già un uomo vissuto che non ha bisogno di supporto o di qualcuno che lo tranquillizzi quando ha paura.
Perché è così: ho paura. Ho una paura fottuta. Ma visto che ora sono diventato famoso tutti pensano che io sia cresciuto. Ma le due cose – purtroppo – non vanno di pari passo. Sono ancora un adolescente che ha bisogno di certezze, certezze che nessuno mi da. Perché nessuno lo sapisce?


° ° °


Donzelle, sono tornata! Allora, che dire? Beh, innanzitutto scusate il ritardo, lo so, sono imperdonabile ç.ç
È corto questo capitolo, secondo voi quanto dovrei farli lunghi (mmm)? Non l'ho neanche riletto quindi perdonate eventuali errori, ripetizioni o cose simili, lo sistemerò.
E in più non ne sono affatto soddisfatta, voi cosa ne pensate? Boh. La canzone che canta Harry è Don't you worry child - Swedish House Mafia se cliccate li c'è anche la traduzione :)
Ma passiamo ai ringraziamenti: grazie ancora alle splendide ragazze che hanno recensito, ad Annarita98 e xenia styles che mi hanno messa tra i loro autori preferiti, alle 12 ragazze che hanno messo la storia tra le preferite, alle 2 che l'hanno messa tra le ricordate e alle 19 che l'hanno messa tra le seguite; so che per alcune di voi numeri così non solo molto alti, ma per me si e mi avete tutte resa felicissima!
Fatemi sapere cosa pensate della storia (se vi va), accetto anche recensioni critiche, anzi, sono proprio quelle che mi servirebbero per migliorare!
Come sempre, ecco qui l'abbigliamento:
Harry e Sunday.
E vi lascio il link di una mia nuova storia, un po' meno impegnativa, per chi volesse: Swimming Lessons, con protagonista Zayn.
Detto ciò, vi saluto, vi ringrazio per aver sopportato questo delirio e mi ritiro nella mia grotta (?).
Adieu, Lucia.

P.S: Per rifarsi un po' gli occhi vi lascio questa gif che adoro!


   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: svegliaminiall