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Autore: Cherrie_2709    11/04/2013    3 recensioni
-Madre...Padre...ho una richiesta da fare-
"Oddio no" pensò Flora
Federico si inchinò ai suoi piedi -Flora, amore mio...-
La tensione nella stanza era palpabile.
-...vuoi sposarmi?-
Silenzio. Silenzio totale. La ragazza stava ascoltando il suo cuore. Sapeva cosa le stava dicendo, ma aveva paura di dar voce ai suoi sentimenti. Prese un bel respiro e si preparò a rispondere. Ma qualcun'altro lo fece per lei.
-NO!- gridò Ezio, senza pensarci due volte.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Eccomi, eccomi! Dopo aver risolto qualche problema tecnico, sono finalmente tornata :) Spero che questo capitolo possa risultare interessante, sinceramente non rientra tra i miei migliori, ma nemmeno fra i peggiori u.u Non dimenticatevi assolutamente di fare un salto nella pagina facebook di Flora's Secret, anche per tenervi sempre aggiornati ^^

Il locandiere era un omone barbuto, che al tempo stesso mostrava un’aria amichevole. Si chiamava Bertoldo, né lui né Caterina pronunciarono il cognome, così Flora non lo chiese.
-Ci aiuterai quindi?-
-Ma certo, mia giovane signora! Se questa fanciulla non vuole stipendio alcuno, io non ho problemi a fingere che lavori qui-
-Al contrario, sarai tu a essere pagato-
L’uomo scoppio in una fragorosa risata, molto più di quelle di Mario. A Flora sembrò sentire la terra tremare.
La Sforza si congedò, salutando bene Flora consapevole che sarebbe partita subito dopo aver appreso ciò per cui era lì. Bertoldo portò poi la giovane in una camera.
-Qui potete cambiarvi, tra poco vi porterò l’abito adatto. Vi lascio pure la chiave, così se vi servirà porterete qui Girolamo stanotte-
-Molte grazie-
Era di nuovo sola. Sola con i suoi pensieri. Nascose la borsa sotto il letto e cominciò a slacciare la veste da assassina. Era necessario chiuderla nell’armadio e più tardi, una volta cambiata, vi avrebbe messo anche camicia, pantaloni e stivali.
Il vestito che gli porse il locandiere era sulle tonalità del verde, abbastanza scollato e con le maniche a tre quarti. Insieme ad esso c’era un grembiulino sudicio, originariamente bianco.
-Dirò che vi ho assunta oggi giorno per vedere come lavorate e, perdonatemi, vi darò del tu per tutta la serata, così non desteremo sospetti-
-Non c’è problema, capisco-
 
Flora aveva sempre avuto un seno delicato e poco abbondante, eppure quel vestito lo metteva dannatamente in risalto. Tutti gli uomini che entravano non badavano affatto al suo viso, ma solo al suo petto, e lo facevano senza pudore alcuno. “Ma che bella donzella!” dicevano alcuni. “Che acquisto, eh Bertoldo?” gridavano altri. Fortunatamente nessuno di loro provò ad allungare le mani, nemmeno quando la ragazza, per servire ai tavoli, era costretta ad assumere una posa poco decorosa. Serviva e puliva i boccali usati, poi serviva ancora e puliva altri boccali.
La speranza si affievoliva più la serata andava avanti senza tracce di Girolamo. Ma a notte fonda l’uomo, in abiti per niente nobili, si presentò, suscitando per un momento il silenzio di tutti. Lo temevano. Non appena si sedette, ognuno tornò a farsi gli affari propri. Quello era il momento di agire. Senza che il Riario ordinasse nulla, Flora gli portò un enorme boccale di birra, mettendosi leggermente in mostra.
-Posso offrire da bere al grande signore di Imola e Forlì?-
Lui la squadrò per qualche minuto. Era certo di non averla mai vista prima.
-Ti piace, Girolamo? L’ho assunta questa mattina- gridò Bertoldo in aiuto a Flora.
Infatti, ricevuta quell’informazione, l’uomo divenne meno sospettoso e molto più contento di avere davanti a sé la ragazza.
-Buonasera fanciulla, con chi ho il piacere di parlare?-
Si rese conto che dirgli il suo vero nome poteva essere rischioso e, siccome Bertoldo non l’aveva ancora mai chiamata per nome davanti a nessuno, se ne inventò uno di sana pianta.
-Sono Laura- rispose allungando la mano affinché l’uomo potesse baciarla.
-Laura. Ma che splendido nome. Splendido, proprio come voi-
-Sapete come adulare una donna-
Riario non era particolarmente affascinante, soprattutto per una donna abituata a Ezio. Portava i capelli di un castano chiaro lunghi fino alle spalle, lisci sopra e pieni di boccoli in fondo. Inoltre aveva un’aria piuttosto viscida. Purtroppo per Flora, però, era l’unico che poteva darle informazioni.
 
Reggeva molto bene l’alcool, perciò  ci vollero diversi boccali per farlo ubriacare. La locanda a quell’ora era quasi vuota: molti se n’erano andati, molti altri se ne stavano di sopra con qualche cortigiana o donna d’occasione.
-Portatemi con voi in paradiso- disse a un certo punto Girolamo, cingendo Flora in vita.
Lei cercò di non mostrare il ribrezzo che provava e riuscì perfino a ridacchiare, come se le piacesse l’idea. Dovette portarlo quasi di peso su per le scale, rischiando anche che le sfuggisse ruzzolando di sotto. Poi, una volta nella stanza, lasciò che si accasciasse sul letto, trascinandola con sé.
-Laura, dove siete stata tutto questo tempo? Vi prego, datemi tutto ciò che mia moglie non è mai riuscita a darmi-
-Non siate così duro con lei, scommetto che è graziosa-
-Mia moglie è solo una ragazzina. Scaltra, matura e intelligente, ma io ho bisogno di una vera donna-
Iniziò a palparla sulle natiche con veemenza e a cacciare il viso nella sua scollatura.
-Andate subito al sodo, eh?-
-Perché aspettare, amore mio?-
Flora si lasciò toccare, stando ben attenta a non ricambiare il “favore”.
-Fate piano, mio caro. Con calma. Se avrete tutta questa foga finirà tutto troppo presto-
-Oh, si. Divertiamoci usando tutto il tempo che abbiamo-
-Parlatemi di qualcosa…adoro le chiacchiere durante il sesso-
La ragazza si scoprì brava a mentire più di quanto pensasse. La sua voce, a differenza del suo viso, non lasciava trasparire il disgusto e l’orrore del momento. Fortunatamente, Girolamo era troppo impegnato per guardarla in faccia.
-Non saprei, la mia è una vita molto piena-
-Ho saputo che siete molto legato a persone “influenti”, persone che si liberano della feccia-
Caterina aveva detto che, se si parlava di templari, Girolamo parlava sempre dell’uccisione di Susanna, quasi come fosse un vanto.
-Già. Vi assicuro che è meglio averli come amici che come nemici. Due anni fa hanno brutalmente tratto in inganno una donna. Tullio Semproni, un vecchio amico di Napoli, è arrivato fino a Firenze su ordine dei piani più alti. Si è presentato alla sua porta, recitando la parte di un povero mendicante- faceva alcune pause per baciarle il seno –e così lei lo ha fatto entrare. Non sono passati nemmeno due secondi che la donna era già a terra pugnalata più e più volte, o almeno così lui dice. Povera stupida assassina, credeva che fare la fioraia sarebbe stata una buona copertura-
Immediatamente Flora si fermò. Avrebbe voluto ucciderlo, ma non poteva: lui serviva a Caterina. Invece, fece un respiro profondo e gli fece una proposta.
-Girolamo, vi prego, facciamo un gioco-
-Mi piace giocare…sono bravo. Di che si tratta?-
-Lasciate che io vi leghi. E’ una cosa che adoro fare-
L’uomo fu come percorso da una scarica d’euforia. Si tolse tutto ciò che aveva addosso, mantenendo solo le mutande.
-Fatemi vostro-
-Però c’è una regola. Ogni gioco ne ha almeno una. Finchè non vi dirò di smettere, dovrete tenere gli occhi chiusi. Guai a voi se li aprirete, o questa serata finirà molto male-
Girolamo avrebbe fatto di tutto pur di scopare quella notte, così la accontentò. Flora, più veloce di quanto non avesse mai fatto, riuscì a svestirsi e riappropriarsi dei suoi vecchi abiti. Dopodiché, sussurrando qualche altra frase falsa e sensuale, legò i polsi dell’uomo alle colonnine del baldacchino. Strinse forse e fece più e più nodi.
-Ecco qua- disse poi –Potete aprire gli occhi-
Il sorriso dell’uomo si trasformò in un’espressione di terrore e rabbia. Guardò le corde spaventato e provò a tirarle, ma tutto fu inutile.
-Mi dispiace tanto lasciarvi così, ma è solo grazie a voi se ora posso vendicare quella “povera stupida assassina” di mia madre- disse rimettendo il cappuccio sulla testa.
-Brutta puttana bastarda!-
-Non siate così cattivo, tra poco vostra moglie verrà a liberarvi. E grazie ancora, Girolamo-
Con leggiadria, la ragazza si lanciò fuori dalla finestra, che non distava molto dal suolo. Caterina si sarebbe occupata di tutto, anche di evitare che Girolamo denunciasse il fatto: Flora era certa che potesse farlo. La sua nuova meta era Napoli, ma sapeva che non poteva andare così lontano senza prima rivedere il suo amato. Prima sarebbe tornata nella sua bella Firenze.
  
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