Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Medy    12/04/2013    3 recensioni
Sono passati sedici anni da quando Saphiria è stata sconfitta, e il terrore portato con la sua venuta è stato gettato nel baratro del dimenticatoio. Sedici anni in cui ricordi di ciò che fu sono stati cancellati dalla mente di Hermione, e dolorose bugie hanno gestito la vita di molti. Sedici anni di ricerca per Luthien per scrollarsi di dosso quella maledizione , non chiesta, maledizione che pian piano l'ha consumata , rendendola un involucro di dolore e carne. sedici anni in cui il mondo magico vive con fin troppa tranquillità. Troppo tempo per il male che vuole insediarsi nuovamente nelle anime di coloro che hanno ritrovato la loro felicità, anche se a caro prezzo. Sedici anni dopo qualcos'altro minaccia quella tranquillità ottenuta con troppo dolore e sacrificio. Il buio è nuovamente sceso, nuovamente deciso a tormentare animi inquieti, feriti, ingenui....
Il sequel di "e vissero felici e contenti" con la nuova generazione messa in primo piano, e la vecchia che ritorna!...Spero di non deludervi con quest'ennesima Fic...Buona lettura....
Sfiammella
Genere: Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin, Un po' tutti | Coppie: Rose/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione, Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A






Naturalmente va a te  whitesnow, che come sempre mi 
Tartassi, mi martelli.. e mi aiuti a non abbandonare questa passione
Grazie davvero…senza di te credo che avrei smesso. Sei la miglior accompagnatrice , miglior ispiratrice
collega e anche CARISSIMA amica , che chiunque dovrebbe avere il piacere di incontrare….GRAZIE! <3
 
E grazie anche ad Orso…e ai suoi MALEDETTI baci, che mi confondono e mi portano a chiudermi in un mondo mio
Il caos che mi crei è fonte di ispirazione! 
 
 
 
 
Siamo qui io e te come ogni giorno 
Non consapevoli di quello che accadrà 
È sempre un ricominciare quando ritorno 
Vorrei lasciare qualcosa che almeno lui vedrà 
Che strana realtà che strano modo di vivere 
La mia età la mia metà è la mia meta 
E ogni ricordo mi accompagna durante la vita 
Per un momento la mia vista è andata perduta 
La luce tutto a un tratto svanita è una salita 
Più ripida di quello che sembra è la strada più lunga che c'é 
Se vuoi percorrerla occorrerà vita eterna 
Dovrai contare solo e sempre su di te 
Siamo qui io e te come in un sogno 
Senza pensare a quando ci si sveglierà 
Vorrei fosse così tutto il resto del mondo 
Vorrei lasciare qualcosa che almeno lui vedrà 
Vorrei lasciare qualcosa che non si perda 
Sapere che la mia terra rimarrà eterna 
Tutto cambierà ma sarà abitudinarietà 
Entro poco tornerà tutto alla normalità 
E si sa che con il tempo tutto prima o poi si dimentica 
Tranne quello che è autentico 
Oh sì, così, si sta troppo bene forse è l'estasi... 
Siamo qui io e te in questo mondo 
Non consapevoli di quello che accadrà 
E se provassimo ad andare fino in fondo 
Senza pensare a quello che succederà 
Senza pensare a quanto poi si potrà perdere 
Vuoi prendere tutto o appendere tutto puoi scegliere 
Guarda lontano amico 
E aspettati che arrivi il meglio da un giorno 
Anche quando è già finito 
C'è un vuoto e va riempito con qualcosa di ignoto 
Nuoto nel mio mare e noto il male che ho portato e dico 
Che puoi dirmi tutto quello che vuoi io me ne frego 
Sono giovane e forte e sono poche le cose in cui credo 
Descrivo quando scrivo quello che sento e che vedo 
Ogni parola è il prodotto di un alterato alterego 
Annego gli sbagli in bagni di alcool o altro 
Poi vomito rime con solo un fine l'infarto 
Incastro e riparto non porto altro che il mio voto 
Come la penso riguardo a questa merda di gioco 
Guardo lontano amico 
E aspetto che mi arrivi il meglio da ogni giorno 
Anche quando è già finito 
E se è finito e il meglio non arriva 
Con una fiamma brucio il mio mondo e una nuova rima 
Niente di diverso dal giorno prima 
Niente di diverso.
 
“IO E TE”-NESLI <3
 

               
                  -The darkness of the soul-

                          -Quarto  capitolo-

“Non capisco perché insistete tanto nel volermi accompagnare” Rose frenò il passo , e puntò con caparbietà i piedi sul pavimento, incrociando le braccia al petto con fare rabbioso, e chiedendo spiegazioni per quell’atteggiamento fin troppo materno e protettivo che Lily e Dominique non si stancavano di riservarle. Quel pomeriggio era giunto rapidamente, gettando su Rose un  velo di inquietudine. Il primo incontro tra i duellanti era giunto con fin troppa fretta ma lei era riuscita con fatica a  non dar prova di quel suo desiderio di non volerne far parte. I tentativi di convincere il Vicepreside Muller ad eliminarla dalla squadra erano stati nulli, nonostante le mille scuse che con inutile furbizia  aveva tentato di rifilargli , il bel professore aveva desistito  e l’aveva congedata con un sorriso incoraggiatore e colmo di fiducia. Rose sapeva che avrebbe fallito e lo avrebbe fatto sotto gli occhi di chi l’aveva sempre considerata migliore, sotto gli occhi di chi l’aveva sempre elevata tra le studentesse eccelse di tutta Hogwarts. La fiducia in lei scarseggiava e ciò le donava la convinzione del suo futuro fallimento. Avrebbe fatto crollare la fama che Hogwarts si era guadagnata con fatica  negli anni, mettendo in campo i MIGLIORI. 
“Vogliamo condividere con te la gioia di essere un LEADER, non capita tutti i giorni Rose…e non fare la bambina impaurita..” Lily sembrò convincente quando pronunciò quelle parole, imitando un sorriso morbido e dolce, che si scontrava con lo sguardo duro ereditato da  sua madre, da quella donna caparbia che le aveva trasmesso quella forza che esplodeva da tutti i pori. 
“Non sono una bambina impaurita e non voglio che mi trattiate come tale” Rose ritirò la mano,sottraendola al tocco dolce di Lily che l’aveva invitata a seguirla , senza fretta e senza costrizione . Si scostò appena, soffermandosi su entrambe che continuavano a guardarla con insistenza, volendole impartire ogni movimento da eseguire, cercando di farlo senza manifestare il vero motivo per cui erano li a fiancheggiarla . Willow sarebbe stata presente e con lei la sua lingua maligna e velenosa e lei aveva bisogno di loro o almeno loro cosi credevano. 
“Non ti trattiamo come tale, ti stiamo solo accompagnando… invece di mostrare gratitudine! Avremmo potuto scegliere di andare altrove e invece siamo qui con te” Dominique boriosamente rimproverò Rose, puntando su di essa uno sguardo infastidito e offeso. Come se il suo essere li fosse una vera fortuna che pochi eletti avrebbero potuto goderne e lei era una dei pochi, o forse l’unica. 
“Vi ringrazio ma potete anche andare altrove! Posso camminare da sola e anche difendermi da sola! “ Le superò con passo frettoloso, cercando di seminarle e scrollarsi di dosso le loro premure che le stavano fin troppo strette, che la infastidivano tanto da renderla irascibile e intrattabile. I loro passi si mischiarono ai suoi e sbuffando al cielo dovette accettare la loro presenza che non la smetteva di premere fastidiosamente e con insistenza su di lei. 
Le porte della sala Grande si spalancarono ancora prima che potessero sfiorarla con un soffio, mostrando come anche per quell’occasione fosse stato mutato ogni suo angolo, rendendola una vera e propria arena per i dieci Leader che avrebbero messo in scena le loro potenzialità. 
Alice fu la prima ad accogliere le amiche, attirandole a sè con il suo dolce sorriso che alzò le gote appena rosate. Teddy e Lysander erano posti qualche metro da loro ma il giovane Lupin non si lasciò sfuggire la comparsa improvvisa e inaspettata di Lily che non lo ricercò con lo sguardo, nonostante esso fosse richiamato dalla sola consapevolezza che anche lui era li. 
“Non avete chiarito?” Lysander non si lasciò sfuggire quella finta indifferenza che apparentemente li distaccava ma che in realtà li teneva uniti e incollati a quel timore di poter rischiare un qualcosa che nessuno avrebbe mai capito. Nessuno conosceva  ciò che c’era stato tra i due, nessuno tranne Lysander,che era stato testimone di quell’atto affettuoso, di quell’atto d’amore tenuto segreto per troppo tempo.  
“Si, l’ho allontanata da me… “ Teddy fissava un punto impreciso davanti a sè , come se i suoi occhi potessero tradirlo e svelare la sua volontà:quella di volerla tenere a sè e non lasciarla mai più.
“James capirebbe…” Lysander scrutò con lo sguardo l’amico, scorgendo nel suo sguardo bonario un velo di inquietudine. Era  diviso tra due fuochi, era in lotta con varie scelte che una volta prese avrebbero potuto mutare molto e una volta affrontate,non avrebbero riportato la normalità vissuta da sempre. Non poteva mettere Lily davanti alla scelta di dover affrontare una tale responsabilità,non  poteva permettere che si scontrasse con il volere dei suoi cari. 
“Non voglio che Lily, come James e gli altri scelgano…. Io e Lily possiamo evitarlo” il tono con il quale pronunciò quelle parole fu la chiara volontà di voler concludere quella conversazione. Lysander annuì con il capo e serrò le labbra , mettendo fine al suo tentativo di dare a Lily e Teddy la possibilità di rischiare, di farsi male e forse scoprire che l’uno senza l’altro non erano in grado di esistere. 
Le porte della Sala Grande si spalancarono nuovamente, dando libero accesso ai sei serpeverde  che entrarono con spavalderia e grinta. Hugo era molto distante dal gruppo di Albus, Willow e Rigel. Si teneva lontano , non volendo mischiarsi a quegli individui che non avevano mai ottenuto alcun elogio da parte sua. Hugo era solitario, era isolato e quel suo stato gli calzava perfettamente. 
Salutò Rose con un piccolo accenno del capo, per poi rintanarsi in un angolo solitario. Al fermò la sua andatura , prendendo le tre ragazze tra le braccia, sperando di poter essere considerato solo Albus, il loro Albus e non un nemico da cui tenersi alla larga. Willow rallentò appena il passo, sfiorando la sua rivale con sguardo glaciale, agghiacciante. Le labbra erano sottili e ferme ma non si mossero per sputar fuori il solito veleno che riservava solo a lei. Rigel strinse il polso della serpeverde, tirandola via , annusando nell’aria il suo tentativo di non voler risparmiarsi dal volerla affrontare nuovamente. 
“ Come mai anche la mia sorellina è presente oggi? Vuoi assistere al talentuoso spettacolo che tuo fratello è pronto a mostrare?” Gli occhi lucenti di Albus scoppiavano di eccitazione pura. Ogni angolo di sè desiderava gettarsi nel duello, dar libero adito al suo talento di mostrarsi nella sua grandezza, dar al vicepreside Muller maggior consapevolezza che nominarlo Capitano era stato una scelta ben ponderata e giusta.
“No Al , sono qui per Rose” Lily scivolò via dalla presa del fratello, non riuscendo a dedicargli un miglior trattamento. Era ancora adirata per la sua alleanza con Willow che gli impediva di vedere le cose con razionalità. Quell’alleanza che gli offuscava la mente e non gli permetteva di vedere la malvagità di cui era imprignato il suo animo. 
“Grazie sorellina… Sei un vero amore” Albus si distaccò , ferito da quell’atteggiamento schivo e sfrontato che Lily non mancava di riservargli. 
“Lo so…” Gli occhi di Lily si chiusero sarcasticamente in un sorriso velenoso e finto. Fingendosi grata a quel complimento giunto con medesimo sarcasmo. Rose puntò la sua attenzione altrove, stanca di assistere a quel continuo battibecco che non solo divideva le case che componevano la scuola, ma che gettavano attrito e rabbia tra cari. 
“Ci vediamo dopo…”Albus puntellò Lily con sguardo deluso , prima di raggiungere il suo gruppo che lo accolse con molta più dolcezza.
“Credo che Albus non dovrebbe essere accusato per cose che non dipendono da lui. Willow è il problema maggiore…” Alice intromise il suo pensiero, attirando a sè il consenso di Rose e Dominique che guardarono Lily , comunicandole di smetterla di mostrare il peggio di se con Albus , giocando lo stesso gioco di cui Willow si gustava. 
“Albus non ha zittito quella strega quando doveva e non posso perdonarlo. Sono sua sorella! Pretendo di averlo dalla mia parte “ Lily non si preoccupò di attirare a sè l’attenzione di Willow, che si sentì chiamare , nonostante il suo nome non era stato pronunciato chiaramente. Rose osservò il suo sorrisetto macabro e viscido dipingersi sul suo volto, mostrando la soddisfazione di possedere tale potere da poter gettare odio tra loro. Si voltò nuovamente verso i compagni, ignorando del tutto quelle stupide lamentele che si propagavano in quella sala semivuota.
“Lily basta adesso! Stai prendendo questa questione troppo sul personale! “Rose era stanca di vedere e sentire continue sfuriate, di sentire la pressione dell’odio e della rivalità gravare su di loro. Era stanca di quel sorriso mellifluo che non mancava mai di perseguitarla. Le avrebbe riservato indifferenza pura, tale da farle credere che conoscerla era stato un sogno. 
“E tu non la prendi affatto! Willow ti ha in pugno, e non le dai una giusta lezione”  Lily sembrava del tutto fuori controllo ancora una volta. Aveva il viso paonazzo e il fiato corto. Stava esagerando nel mostrare la sua rabbia, stava sprigionando il peggio di sè, schiaffeggiando Rose e mettendo in mostra, ancora , la sua debolezza e la sua presunta codardìa. Alice guardava Rose, sperando in una reazione coscienziosa e matura e Dominique, trattenendo Lily per le spalle, sperava in una fine di quello scalmanare inutile. 
“Lily adesso basta” Il sussurro di Dominique mise fine a quel fievole dibattito. Tra le due ci fu un ultimo scambio di sguardi rimproveratori, velati da una leggera rabbia. Alice tratteneva il fiato, sentendosi fuori luogo e Dominque sperava in una fine che giunse con l’arrivo di tre figure che avrebbero accompagnato i dieci LEADER quel pomeriggio. 
Le porte della Sala Grande si spalancarono nuovamente, dando libero spazio a tre figure. Camminavano uno accanto all’altro e gli studenti ritrovarono solo due volti familiari, il terzo, nessuno mai prima di allora, aveva avuto il piacere di incontrare il suo sguardo. 
Ci fu un silenzio che invase ognuno di loro e l’attenzione fu completamente rapita dai tre individui che avrebbero condiviso quel luogo con loro. La professoressa Lestrange si fermò alle spalle del Vicepreside Muller, accompagnata come sempre dal fedelissimo cane che si accomodò  accanto a lei, silenzioso ma vigile e attento. Gli occhi ceruli si spostarono su ognuno di loro ma si soffermarono su Rose. Gli splendidi e luminosi occhi velati da un alone di pura tristezza , forse di cui mai nessuno avrebbe conosciuto la provenienza e che mai nessuno avrebbe potuto far risplendere nuovamente, si incatenarono a lei. Non si accontentò di tracciarne i lineamenti del volto ma vollero entrare altrove, incontrando i suoi, congiundendosi con quello sguardo che gli appariva tanto familiare da farle sentire malinconia di un tempo ormai trascorso, di eventi di pura felicità, dove il suo volto non era tanto smorto, dove i suoi occhi proiettavano spensieratezza. 
Rose sentì il disagio irrigidirle il corpo e non potè evitare di distaccarsi da quella donna, abbassando lo sguardo al pavimento, mostrando ancora una volta la sua pura e insensata insicurezza.
Il Vicepreside Muller si fece avanti, sfregandosi le mani con forte eccitazione, accogliendo i suoi campioni con entusiasmo. La terza figura, rimasta sullo sfondo dell’attenzione dei presenti, non fece il minimo accenno di voler presentarsi e affiancando la professoressa Lestrange , gettò il suo sguardo cupo e tetro sui presenti, catturando completamente a sè lo sguardo della bella Dominique che piu di tutti sembrò completamente rapita dalla figura di quell’avvenente ragazzo, entrato in punta di piedi, silenziosamente e con la speranza di richiamare a sè meno attenzione.La figura snella era stretta in un lungo mantello nero che ne copriva ogni centimetro. I capelli corvino erano ribelli e folti sul capo e lo sguardo smeraldino risaltava sulla pelle scura. Nonostante una folta barba ricoprisse i lineamenti sottili del viso, la gioventù traspariva dai suoi occhi, resi cupi dalle folte sopracciglia nere. 
Dominique era del tutto rapita da quella bellezza cosi esotica , che richiamava bellezze di luoghi lontani. Vedeva in quegli occhi le bellezze di cui si erano saziati nel viaggiare lontano.Vedeva in quel viso il cinismo di chi aveva conosciuto troppo presto la vita e ne aveva assaggiato più dolori che gioie. Sentiva piccoli ronzii al ventre, sentiva debolezza nelle mani e nelle gambe e prima di allora, non ricordava di essersi mai sentita in quello stato cosi assurdo. Forse un tempo addietro, quando la sua incoscienza l’aveva gettata tra le braccia del ragazzo sbagliato, che l’aveva stracciato il cuore senza alcun ritegno. Ma nonostante le continue ripromesse di non voler gustare più quell’amaro sapore , adesso, in quel momento si sentiva legata a quel ragazzo, nonostante le loro vite fossero completamente sconosciute le une alle altre, nonostante di lui non sapesse nulla. 
“Ragazzi, buon pomeriggio” Il bel volto del Vicepreside Muller si allargò in un sorriso, accogliendo i suoi giovani campioni, scelti con cura e con dedizione.Erano tutti lì ad attenderlo, fremendo di passione, di desiderio di svelare le loro potenzialità e dare il meglio di sé.
“Tra qualche mese avremmo l’onore di affrontare i nostri cari amici di Durmestrang. E l’anno scorso,  come negli anni precedenti, abbiamo dato del nostro meglio portando Hogwarts a risplendere tra i campioni. L’avete rappresentata al meglio e anche quest’anno sarete in grado di fare altrettanto. Sono convinto che ognuno di voi contribuirà nel giusto modo . Come già detto alla Signorina Weasley per  la cerimonia di accoglienza  si occuperanno altri, in modo che la nostra compagna di squadra possa partecipare agli allenamenti senza intoppi e distrazioni…” Rose si sentì schiacciare dagli sguardi dei presenti che quasi increduli , osservarono il soggetto appena chiamato in causa. Non si sarebbe occupata lei quell’anno dei preparativi  e si sentì in parte tagliata fuori da qualcosa che aveva sempre chiesto il suo intervento. 
“ Quindi voglio che diate il meglio di voi  e che ci sia alleanza e non rivalità, siamo un’unica squadra, un unico corpo, un unico cuore! “ Le parole del Vicepreside furono pronunciate inutilmente, perché nessuno in quella sala avrebbe creduto ad esse. Non c’era alleanza, non ci sarebbe stata collaborazione. Ognuno avrebbe agito solo secondo il proprio interesse, schiacciando i rivali con i quali avrebbero dovuto scambiare quella voglia di primeggiare e vincere. Ma nessuno fece trasparire dai volti quella volontà segreta che albergava in ognuno di loro e diedero al vicepreside la convinzione di aver fatto propria ogni sillaba pronunciata. 
Il vicepreside Muller si voltò verso i suoi accompagnatori, invitando entrambi ad unirsi a lui,accogliendo i nuovi Leader e facendo presente a loro del loro ruolo che rimaneva ancora nascosto nell’ombra. 
La professoressa Lestrange si posizionò accanto al Vicepreside con l’enorme cane che la seguiva come sempre fedelmente, il quale si interpose tra loro ,separandoli, come se il suo unico ruolo fosse proprio quello di difenderla da chiunque, tenerla lontana dal mondo esterno, da coloro che avrebbero potuto minimamente e non intenzionalmente ferirla. Il ragazzo misterioso la raggiunse e si posizionò alla sua destra, soffermando i suoi occhi sui presenti. Erano taglienti e rabbiosi, come se non tollerasse la loro presenza, come se avesse di fronte a sé un esercito di idioti che non avrebbero mai compreso ciò che lui si apprestava a dir loro. 
“Oggi, non ci sarà alcun scontro tra voi, ma solo dei semplici chiarimenti. Quest’anno non mi occuperò da solo del vostro addestramento. Ma con me ci saranno anche la professoressa Lestrange che si è proposta volontaria e il signor Icaro Wiliams, cacciatore specializzato…” . Dominique sobbalzò nel sentire quel nome, sentì un leggero formicolio salirle lungo la schiena. Anche quel nome racchiudeva un mistero,ogni cosa di lui richiamava curiosità, voglia di scoperta, richiamava la sua attenzione. Faceva nascere in lei il semplice desiderio di ascoltare  ciò che avrebbe potuto dirle, ciò che aveva da raccontare della sua vita. 
I dieci Leader erano fermi e immobili, in attesa di altre parole che avrebbero chiarito la loro presenza lì. Gli sguardi erano delusi. Nessuno primo scontro ci sarebbe stato quella sera ma solo qualche parola di chiarimento e la stesura di regole che sarebbero state dimenticate una volta lasciata la sala. Rose sentiva un leggera pressione su di lei e questa volta gli occhi che la fissavano con insistenza non appartenevano a Willow. Gli occhi ceruli della professoressa Lestrange erano puntati su di lei, la fissavano senza timore di suscitare sospetti, la fissava come se nel suo viso stesse cercando familiarità, un solo spiraglio che le comunicasse qualcosa. Rose distolse più volte gli occhi dai suoi, cercando di concentrarsi sulle parole del vicepreside Muller, ascoltate, ma non assimilate . Sentiva la sua voce ma non coglieva una sola parola. Era nervosa e intimidita e lo sguardo della professoressa Lestrange era il motivo di tale distrazione. 
“Quest’anno inoltre, non vi sarà chiesto solo di duellare semplicemente ma ad ognuno di voi sarà data la possibilità di imparare le ARTI PRATICHE e ciò spiega la presenza del nostro giovane amico….” Rose fu nuovamente catturata dalle parole del vicepreside e decise di non dar peso a quella donna che senza motivo sembrava averla centrata e puntata. Icaro abbassò appena il capo, mostrandosi ai ragazzi presenti quel pomeriggio. Il vicepreside Muller guardò i suoi studenti, comprendendo il perché di quegli sguardi spaesati.Sorrise allegramente, gustandosi il piacere di dover spiegare i dettagli che costituivano quella nuova disciplina introdotta da poco nell’ambito ministeriale e Auror. 
“Questa disciplina riguarda esclusivamente i CACCIATORI SPECIALIZZATI come il giovane Icaro ma quest’anno è stato espressamente richiesto  dal Ministero della Magia di introdurre tale disciplina nella competizione, per dare   a voi giovani, la possibilità di conoscere questo nuovo mondo e modo di affrontare la magia oscura. Darò ad Icaro il piacere di spiegare ogni cosa…Prego” Il vicepreside Muller si fece da parte, dando ad Icaro la possibilità di fronteggiare interamente i futuri campioni. Ringraziò appena il vicepreside e ritornò a puntare i grandi occhi sul gruppo che lo fissava completamente rapito. Ogni cosa di quel giovane richiamava mistero e Dominique, nonostante non fosse una delle fortunate Leader che avrebbe avuto il piacere di ricevere i suoi insegnamenti, era la più attenta di tutti.
Icaro si schiarì la voce e finalmente parlò , donando a Dominique il piacevole onore di ascoltare la sua voce, roca,forte e rimproveratrice.Eppure lei non sentiva la necessità di temerlo. 
“Non mi aspetto che tutti voi comprendiate questa disciplina o che siate in grado di padroneggiarla , ma mi hanno chiesto di dare a voi giovani maghi una possibilità. Forse perderò molto del mio tempo e non vedremo alcun risultato, ma il mio dovere è questo. Impartirvi e insegnarvi questa antica arte…” Nulla di rassicurante uscì dalle labbra del giovane che rimaneva immobile nella sua postazione. Muoveva gli occhi lungo i presenti senza soffermarsi su alcuno in particolare. 
“Iniziamo bene … è molto rassicurante questo tipo” Rose sentì le mani di Lysander cingerle i fianchi e la pressione del viso spingere sulla spalla. La strinse a sè riattaccandola a lui. Rose si lasciò coccolare da quell’abbraccio e la pressione sentita fino e poco prima da parte della serpe e della bella professoressa scivolarono via, lasciando posto solo al calore che Lysander le trasmetteva. 
Icaro camminava a passi lenti , misurando ogni centimetro del pavimento lucido e marmoreo. Li guardava con sguardo duro e severo. Gli occhi smeraldini non trasmettevano nulla di buono, erano taglienti e offensivi e sembravano non vedere nessuno in particolare, oltre dei semplici adolescenti, incapaci di ascoltare le sue direttive. 
Dominique sembrava del tutto rapita e ammaliata e attendeva che altre parole dessero a quelle labbra la possibilità di muoversi e a quella voce di sprigionarsi nuovamente . Sentiva un fastidioso tremolio del cuore e non potè evitare di portarsi la mano al petto per assicurarsi che quel battito veloce fosse il suo. 
“ Le ARTI PRATICHE non richiedono alcun sventolìo di bacchetta. Non richiedono stupide paroline magiche o altro. Tutto ciò che serve è possedere un’anima” Icaro si fermò, puntò i piedi a terra e ascoltò gli sbuffi certi dei presenti. Willow scosse il capo, considerando inutile ogni parola che il bell'insegnante stava pronunciando, credendo davvero a ciò che stava dicendo. 
“Voi credete di possedere tutti un’anima giusto? “ Icaro sorrise amaramente quando un “si” generale si levò per la stanza. 
“Voi tutti siete sicuri di possedere un’anima tanto potente da poter permettervi di padroneggiare un’arma…Un’arma che dipende da voi, che si plasma con voi, che sia un tutt’uno con la vostra esistenza?”Calò nuovamente il silenzio. Il tono di Icaro trasmetteva sicurezza e convinzione. Rose si soffermò a fissare il volto del Vicepreside Muller che aveva assunto un’aria seria e tesa. Le parole di Icaro erano assorbite con serietà, non considerandole bagianate da tralasciare. 
La domanda di Icaro rimase ad attendere risposta che non arrivò. Nessuno conosceva quelle arti e tantomeno se fossero davvero capaci di padroneggiare una qualsiasi armache non fosse la loro bacchetta. I volti dei giovani Leader erano tesi e alcuni preoccupati, ma attenti e in attesa di conoscere altro.
“Io vi insegnerò a scoprire questa presunta forza, ma non oggi… “ Quella notizia deluse tutti che sbuffarono stancamente, eccitati e curiosi di conoscere in dettaglio ciò che l’uomo misterioso e burbero era giunto lì a portare. Icaro passeggiava tra loro, fissandoli ad uno ad uno, cercando di tracciare il carattere di ognuno di quei ragazzi con il solo sguardo, non intenzionato ad andare oltre . Camminava sfiorandoli con il suo sguardo duro, trasmettendo la severità che non avrebbe cercato di nascondere in nessun modo. 
“Qualche domanda?” Icaro si fermò al centro della sala, in attesa di qualche mente curiosa e coraggiosa che si facesse avanti, prontamente e azzardasse ad aprire un presunto scontro o dibattito, ma nessuno si mosse. Tutti fermi lì, impalati a guardarlo, ad osservarlo, a lasciare che gli occhi del giovane insegnante li martellasse e li rimproverasse ancora prima di poter dare un vero motivo. 
Poi accadde: Icaro aveva cercato di rimanere distaccato da quei giovani, non volendo creare alcun rapporto o connessione umana con loro ma quegli occhi, maledetti occhi che scorse tra tutti riuscirono a incastrarlo e a paralizzarlo e con esso le parole che stavano per essere prodotte. Occhi color vita , occhi che scrutavano curiosi, occhi grandi ed immensi, che ornavano un viso perfetto. In automatico si portò una mano al petto, sentendo una piccola fitta, sconosciuta. Sentì la gola secca e le parole mancare. Accadde la creazione di quel legame, fatto solo di sguardi, che tracciarono quella linea immaginaria che venne scorta solo da lui e dalla ragazza che dal fondo della sala, anonima e lontana, sembrò avanzare tra la folla , facendosi riconoscere, tracciando un enorme segnale che chiedeva di non essere ignorato. 
Icaro rimase impalato lì e il silenzio ricadde intorno a lui,e ogni cosa si spense, si fermò. Ora erano solo loro due, era solo lei a chiedere di lui. 
“Bene ragazzi, come già detto da Icaro, oggi non vi verrà mostrato nulla. Questo primo incontro era solo a titolo informativo, quindi potete andare.Il prossimo incontro sarà per la settimana prossima e vi prometto che sarà molto più interessante” La voce del Vicepreside Muller interruppe quel silenzio  che aveva gettato tutti in un imbarazzo che nessuno aveva avuto il coraggio di sfasciare. Icaro si destò dal tuo stato di trance e i saluti dei dieci Leader si mischiarono con quelli ricambiati dei tre professori, che mormorarono appena qualcosa. I passi verso l’uscita si unirono e furono lasciati per quel pomeriggio alle loro faccende giornaliere.
Lily camminava accanto a Dominique, che a testa bassa e sguardo perso nel vuoto, teneva la mano a Rose, che trascinava entrambe fuori da quella stanza, finalmente libera di non dover sentirsi costretta a fingere che Willow non fosse lì.
Lily camminava ma la sua mente era altrove. Era tra i visi disinteressati di quelle nove persone che non erano LUI. Lo aveva osservato per tutto il tempo da lontano,notando a malincuore la totale indifferenza che le aveva riservato. Erano stati a pochi metri di distanza ma mai prima di allora Lily aveva sentito Teddy così lontano da lei. Per lui era solo Lily ma per lei continuava ad essere il suo Teddy, il suo sorriso facile, quel tremolio al cuore, quella canzone che non avrebbe mai smesso di suonare dentro la sua testa. Ed anche nel lasciare quella stanza ed anche dopo tanta indifferenza ricevuta, Lily continuava a cercarlo come unica fonte vitale. 
Raggiunsero finalmente l’uscita di quel luogo e tutte e tre sembrarono poter tornare a respirare in pace. 
“Ragazze , io mi incammino verso la biblioteca, ho ancora da fare la traduzione  per la professoressa Pudmore. Sto pensando seriamente di lasciare antiche rune” La vocina sottile di Alice sopraggiunse improvvisamente. Anche lei aveva seguito le tre, ma a passi silenziosi e lenti, tanto da non dar peso della sua presenza. 
“Ancora con la traduzione? L’ho fatta settimane fa” Rose non avrebbe mai deluso le aspettative dei professori e tantomeno delle persone che ogni giorno circodavano la sua vita, che conoscevano di lei ogni cosa. Quella puntualizzazione non ebbe un effetto diverso sulle ragazze che le rivolsero il medesimo sguardo, che comunicò quanto troppo la conoscessero.
“Ovviamente .. “Lily alzò un sopracciglio schettico, ormai abituata a quel tempismo che caratterizzava Rose, sempre pronta , impeccabile. Sempre in prima fila ad ostentare , involontariamente le sue doti nel comprendere tutto troppo in fretta.
“Magari potresti farci copiare” Il tentativo di adulazione di Alice fallì miseramente quando Rose scosse energiacamente l’indice, incitandola a concludere da sola il difficile compito. 
“Non posso permettere che voi non comprendiate realmente le Antiche Rune. Anche se sbagliate dovete provarci..quindi Alice, fila in biblioteca…” Lily sorrise di fronte al solito atteggiamento paternale che Rose non evitava di riservare a tutte loro e con essa Alice, che fingendosi offesa, si incamminò a testa bassa verso le scale, dando appuntamento alle tre amiche per la cena, unico momento di spensieratezza prima di concludere quell’ennesima giornata di libri e incontri spiacevoli. 
Rose e Lily seguirono il cammino dell’amica e ritornarono a loro una volta che questa uscì dal loro raggio d’azione. Voltarono entrambi lo sguardo verso Dominique, che in quella conversazione non aveva preso parte e notarono una sua completa assenza, spostata sul toccarsi i biondi capelli e rigirandoseli tra le dita, come nel cercare una qualche risposta alle domande che le frullavano nella testa.
“Terra chiama Dominique” Lily sventolò una mano davanti al suo viso, richiamandola a se,e quando gli occhi splendidi della giovane Serpeverde furono rivoti a loro due, entrambe notarono un velo che copriva il suo sguardo, rendendolo malinconico , come se dentro di lei ci fosse un caos di emozioni che non avrebbe mai frenato. 
“Domi, qualcosa non va?” Rose si prestò preoccupata a quel comportamento stralunato e del tutto inusuale che aveva travolto senza un motivo il volto di Dominique ed estraneandola completamente.
“Non ti senti bene?” Dominique guardava Rose, come se quelle parole non fossero comprese e scosse il capo appena,facendole notare che lei stava perfettamente e che non c’era da preoccuparsi. 
“Stava pensando al bel professore la nostra biondina puritana” Il sorriso malandrino che si dipinse sul volto di Lily coinvolse anche quello di Dominique, che abbassando nuovamente lo sguardo,arrossì violentemente e la sua pelle chiara non potè camuffare quella lieve vergogna visibile sul suo volto.
“No, ma che dite…”Il sussurro di Dominique diede la conclusione al dubbio e la reazione di Rose fu tipica.
“E' un professore Dominique” La sua voce fu quasi uno stridulo, come se ciò che stava attraversando la mente della cugina fosse qualcosa di tanto impossibile, da frenarle anche la voce. Aveva una lieve paura negli occhi che fece sbuffare Lily, l’unica a prendere la cosa alla leggera e trovare divertente quella situazione.
“Teoricamente è un professore, ma praticamente no… è giovane, bello e rimarrà con noi fino alla fine dell’anno e poi Dominique non è una Leader e lei non deve imparare nulla..quindi non è il suo professore  ma il tuo Rosie” 
Lily punzecchiò la spalla di Rose, mettendo in chiaro che quell’atteggiamento era troppo anche per lei. Dominique sorrise appena, ritornando a concentrarsi sui capelli che le circondavano le dita. 
“E' UN PROFESSORE, TROPPO GRRANDE PER LEI..Non c’è nulla da commentare” Rose si voltò infastidita e inacidita verso Lily, dando al viso un colorito acceso e non accettando quel commento. Si alzò nell’aria il solito odore di sfida che entrambe si gettavano addosso ogni volta che c’era un opinione divergente che si scontrava con violenza, tanto da rischiare un ciclone di commenti e battute che avrebbero ferito entrambe. Dominique alzò di scatto la testa, per poter mettere fine a quella guerra in procinto di iniziare, ma l’arrivo di Lysander salvò la situazione.
“Bellissime e adorate donne…sento odore di bazzuffa” Lysander prese Rose per i fianchi, stringendola a sè e immergendosi completamente nei suoi folti capelli scarlatti.
“Non voltarti….” Quel sussurro arrivo come un soffio appena accennato e Rose , instintivamente, non ascoltò quel consiglio. In quel momento anche Willow e la sua schiera stava abbandonando la sala Grande e in concomitanza le porte principali si spalancarono per far posto alla squadra di Serpverde,di ritorno dal campo di Quidditch. Scorpius avanzava ed apriva la fila . Il viso era dipinto di un lieve rossore e i capelli biondi aderivano alla fronte. Quello stato stanco e spossato gli donava magnificamente e Rose non potè evitare di sopprimere quel pizzicore al ventre , tanto fastidioso che le fece mutare il volto, facendole arricciare appena il naso e sentire le mani tremare incondizionatamente. In quel momento ringraziò la presenza di Lysander, che ancora  era ancorato a lei, che la stringeva a sè, come pronto a difenderla da ciò che stava provando in quel momento. 
“Scorpius!” La voce trillante di Willow le spaccò i timpani, fastidiosa e possente, pronta a marcare il suo territorio .Uscì dal gruppo per raggiungere Malfoy, che gettando la scopa sul pavimento, la prese tra le braccia, ricambiando quel bacio che trasportò entrambi, che trasportò anche Rose nel dolore della consapevolezza che lei sarebbe stata semplicemente una cotta di Scorpius.Willow invece era il suo vero amore, la sua vera compagna che lo aveva affiancato per tanti anni, forse troppi , tanto da renderli un tutt’uno invincibile e quasi indivisibile. Rose sentì sgretolare appena qualcosa dentro di sè e si pentì di essersi voltata e non aver ascoltato le parole di Lysander. Lily non si preoccupò di gettar fuori un suono di disgusto e Dominique fulminò SCORPIUS una volta che le sue labbra si taccarono da quelle di Willow e notò la loro presenza. Notò il viso di Rose abbassato, notò il suo corpo stretto troppo tra le braccia di Lysander e la delusione che aleggiava su di lei. Si sentì un verme, si sentì sporco e colpevole. Ma non lasciò la presa, teneva ancora Willow tra le sue braccia ma sapeva che quel posto apparteneva a lei, che in quel momento si trovava aggrappata a qualcuno di sbagliato, non a lui, l’unico posto giusto. 
“Come sono andati gli allenamenti, Scorp” La voce allegra di Albus ruppe quell’attimo di imbarazzo levatosi in quell’enorme ingresso divenuto improvvisamente lo scenario di una tragedia, dove ognuno cercava di mascherare la propria delusione.
“Bene, Al… Vorrei solo farmi una doccia adesso..” Allontanò con molta tranquillità Willow e non distogliendo lo sguardo da Rose, che fingeva di intrattenere una conversazione piacevole con Lysander, si incamminò senza dire altro ai sotterranei, lasciando a Willow il piacere di notare gli occhi di Rose inumidirsi appena e seguirlo di soppiatto .
“Rose andiamo?” Dominqiue lasciò definitivamente quel suo stato stralunato, ritornando quella di sempre, trattenendo appena la rabbia di prendere Willow e schiantarla lontano. Lily , invece, la fulminava da lontano, non volendo cedere ai suoi sguardi di sfida e rabbiosi.
“Io e Rose andiamo un po’ al lago..ragazze voi andate…” Lysander intervenne come sempre e stringendola ancora piu a sè, la condusse fuori da quel luogo che puzzava di falsità gratuita. 
“Andiamo?” Dominique incitò Lily a seguirla, ma lei si ostinava a rimanere immobile, nel guardare Willow, che a sua volta non la smetteva di sfidarla.
“Andiamo Lily…è inutile” Le sottili e delicate mani di Dominique si strinsero intorno al braccio di Lily e utilizzando tutta la forza che poteva possedere il suo delicato corpo, cercò di smuovere Lily da lì, che rimase inerme, immobile , non spostando di un solo passo il suo corpo.
“Sei una serpe…” Quel commento volò rapido verso Willow, che rispose con un sorriso, e Al parlò per lei.
“Lily , non iniziamo” Il rimpovero non la scalfì , ormai abituata a quella presa di posizione da parte del fratello che continuava a patteggiare per lei, la serpe senza Cuore e anima.
“Io inizierò sempre! E tu quando la smetterai di starle dietro?” Lily non poteva resistere nel vedere suo fratello mischiato in quella calce di malignità. Non poteva vederlo sorridere al loro tavolo, scherzare e non notare come il sorriso della serpe, nascosta dietro alla bella maschera , fosse fonte di maleficità e falsità.
“Basta , va via..o mi costringi a scrivere a mamma e lo sai che ne sono capace” Lily si freddò all’istante, immaginando la risposta che sarebbe giunta alle parole di Albus, che non avrebbe risparmiato di mettere giu qualche episodio vecchio, in cui lei si era ritrovata a passare nell’ufficio del preside Paciock.
“Bene…” il sussurro fu il fine di quella conversazione e Lily senza attendere di essere raggiunta si precipitò via, dirigendosi altrove. Lontano da quel tradimento appena avuto da parte di suo fratello, da parte del suo Albus, troppo invischiato e confuso per comprendere chi davvero aveva accanto, per comprendere chi davvero fosse Willow. 
 
 
Lily correva , fuggiva via da quell’odio che suo fratello Albus non le risparmiava mai. Era sempre lì pronto a giudicarla, a dirle cosa fosse giusto o sbagliato. Non era come James, che assecondava ogni suo capriccio, o come Hugo, che nel suo silenzio , le dava corda su piccole cose, le dava ragione su eventi chiari come quello appena avvenuto . Albus era sempre e perennemente contro di lei, come se un piccolo odio infantile, ancora non del tutto smarrito e dimenticato, albergasse in lui e piano, lentamente, ne scaricava le parti. Lily sentiva gli occhi pizzicare e le lacrime che le chiedevano di essere liberate. Si sentiva tradita per l’ennesima volta da quel fratello che forse non avrebbe mai compreso il suo bisogno di ricevere per una sola volta, amore e comprensione. 
Si ritrovò nei giardini del Vicepreside Muller e senza preoccuparsi di imbattersi in qualche pianta pericolosa o velenosa, si accomodò sull’elegante panchina stile vittoriano, ricoperta da edera e fiori che padroneggiava in quel gairdino. Strinse le braccia al petto,e con i piedi ,si mise a giocherellare con i piccoli sassolini che ricoprivano il pavimento in pietra. Era tutto silenzio ciò che girava intorno a lei, nessuna voce che potesse disturbarle i tormenti , i pensieri, quella voglia di dire ad Albus di smetterla di trattarla cosi, quella voglia di dire a Teddy di smetterla di ignorarla e quella voglia di dire a Rose di non indossare piu gli abiti della vittima, ma di reagire gloriosamente. Sentiva il rumore dei sassolini, grattare il pavimento e lo associò al suo cuore in quel momento, che stava assumendo la connotazione di una pietra, stanco di veder soffrire gli altri e soffrire sè stesso. Era stanca, nella sua tenera età di sentire l’amore soffocare in quel modo, di sentire un fratello distante .
“Sola?” Quella voce che rievocava ogni volta che lei cercava di estranearla da sè. Riconoscerla ormai era diventato facile, rievocarla non era un problema. Non riusciva ad alzare lo sguardo. Non riusciva a ritrovarsi a fissarlo e magari ritrovasi ad affrontare l’indifferenza o semplicemente la consapevolezza che lei era solo la sua piccola Lily.
“Si…” Rispose con tono piatto, atono. Il sassolino rotolò lontano da lei per una spinta troppo forte e lei perse il suo gioco, il suo distrattore. Ora doveva affrontarlo,ora doveva accettare di averlo accanto.Sentì i suoi passi e sembro che il suo cuore percepisse la vicinanza di Teddy. Quando le si accomodò accanto il suo profumo, quello di sempre, quello inconfondibile, la invase e lei desiderò immergersi nel suo collo,sentire i suoi abbracci riscaldarle la pelle, sentirlo suo ancora.
“Ho assistito alla solita scenetta” Teddy voleva riallacciare con lei ma Lily sapeva che voleva ricreare quell’atmosfera decaduta dopo il bacio. Doveva farsi forza,doveva trovare il coraggio di affrontare quella realtà cosi dolorosa che la stava rendendo di pietra.
“Solita scenetta in cui Albus è un grande stronzo e Willow ne approfitta …” Lily alzò il capo ed ecco che ebbe la scossa violenta. Gli occhi di Teddy quella mattina erano blu mare e i capelli neri come la notte. Era nervoso quanto lei, lo si leggeva sul volto e lo tradivano i capelli, che per quanto lui avesse imparato a gestire quella sua pecca, divennero prima di un biondo cenere, per poi ritornare neri. Lily sorrise, abituata a quel gioco, ritrovando per un po’ il gusto dell’essere amici e di sorridere di fronte a quella piccola pecca con la quale conviveva da anni.
“Al ha sempre avuto un piccolo debole per Willow… Potresti anche capirlo” Teddy tentò la carta sbagliata, rabbuiando il volto di Lily che ritornò a distanziarsi da lui.
“Io sono sua sorella, dovrebbe difendere me, non l’amica” Gettò fuori quel piccolo desiderio che ormai albergava in lei da anni, senza vergogna, senza timore di apparire come una bambina egoista, anche perché la paura di ciò spariva quando Teddy era con lei. 
“Si, ma molte volte Albus si ritrova in situazini difficili, dove deve decidere tra te e la sua amica..e non è sempre facile” Teddy cercava sempre le vie migliori, piu pacifiche, piu ponderate. Ma Lily non condivideva quel pensiero.
“Si, cosi sono sempre io che devo assistere al tradimento . Non posso dire che hai ragione Teddy perdonami” Anche lui era cambiato, voltandole le spalle, gettandola via. Dando ragione a comportamenti inusuali di altri e non sostenendo i suoi che possedevano fondamenta giuste. Sentì la panca scottare e si alzò di scatto, decisa ad andanre via sentendosi per l’ennesima volta tradita,ma Teddy fu scaltro e veloce e prendendola per mano la fermò.
Lily sentì la pelle bruciare sotto quel tocco, trovare dolore e calma . Sentirsi ancora una volta cosi vicino  a lui le provocò un dolce dolore e non si ritrasse , ormai estasiata d quel nuovo contatto.
“Lily….” Quella voce,pronunciata cosi dolcemente,le fece rievocare piacevoli momenti in cui loro erano stati solo Teddy e Lily , inseparabili, uniti, un'unica cosa impossibile da spiegare. Sentì che il cuore era ancora legato a lui, sentì che ancora ogni fibra del suo corpo lo chiamava a sè. Voleva che quel tocco non smettesse di far cosi male e quando le sua braccia le circondarono il corpo ritrovò il suo silenzio calmo. Ritrovò il suo giusto posto.
“Mi manchi…” Quella confessione detta appena, sussurrata a quel silenzio, diede vita alla pietra fredda che albergava nel suo petto. Sentì brividi lungo il corpo, le gambe divenire deboli e un sorriso naturale dipinse il suo volto. TEDDY la teneva stretta a se come timoroso di vederla scappare via.
“Anche tu…” le parole le uscirono senza sforzo o timore. Era tutto naturale, stava avvendendo perché doveva accadere, perchè loro erano destinati, perché ciò che li univa andava oltre l’affetto e l’essere cresciuti insieme. Era amore puro, quello forte, infrangibile, quello che rende schiavi e liberi, quello che lega e non lascia. Il loro era quell’amore che veniva scorto solo guardandoli negli occhi, solo guardando il modo con cui si scorgevano tra la folla, trovandosi sempre. 
Entrambi non ebbero bisogno di parlare, perché entrambi volevano la stessa cosa. Entrambi volevano ritrovarsi ancora e volevano riunirsi, essendosi mancati per troppo tempo. Teddy abbassò il capo verso di lei, stringendola ancora e il sapore di quel bacio, quella volta, era di felicità, di consapevolezza che qualunque cosa fosse accaduta dopo lo avrebbero affrontato insieme, uniti come lo erano sempre stati. 
 
 
 
 
 
 
La doccia non era servita, l’acqua calda non aveva disteso i nervi, non era riuscita a cacciar via la rabbia a fior di pelle , trattenuta con difficoltà e la vista di Rose tra le braccia di Lysander era ancora visibile e chiara davanti ai suoi occhi. Non riusciva a non sentire crampi fastidiosi che gli attanagliavano lo stomaco e il capo sembrava pesare piu del dovuto. Scorpius era in preda ad una gelosia che lo stava divorando, che lo stava consumando dentro, piano, tanto da stancarlo e da farlo sentire un peso per sè stesso. Tutto ciò lo aveva voluto lui:perdere Rose, permetterle di stargli lontano, permettere ad altri di toccarla , di godersi i suoi sorrisi, la sua voce, quella dolcezza che traspariva ovunque. Tutto ciò lo aveva fatto scivolare via,consapevole di ciò che avrebbe perso e adesso non poteva fare altro che sentirsi uno sciocco,un debole che aveva perso senza aver tentato. Uscì dalla doccia con ancora quel senso di vuoto che sembrava incolmabile e non poteva credere che fosse geloso della fortuna di cui Lysander Scamander godeva ormai da sempre. Quell’amicizia nata per caso, mantenutasi salda,era divenuta infrangibile e il timore di Scorpius era quello di vederli insieme, come molti si aspettavano che accadesse. Lysander era un amico per entrambi ma Scorpius non potè evitare di pensarla diversamente. Lysander Scamander portava la dicitura di “nemico” che lampeggiava sulla sua testa e forse Scorpius non avrebbe visto diversamente la situazione. Silenziosamente indossò la divisa senza cedere allo sguardo curioso che Albus gli rivolgeva. 
“Questo silenzio parla piu di quanto pensi” Gli occhi di Scorpius saettarono rabbiosi verso di lui, che disteso sul letto, sorrideva beato , notando e trovando divertente quell’alone di rabbia che circondava il viso di Scorpius.
“Non ho nulla….” La voce trattenuta allungo era roca, segno della rabbia che albergava in lui. Indossò di fretta e furia la camicia, che sistemò appena , lasciando che uscisse dai calzoni senza un punto d’ordine. Quell’ordine che mancava anche nella sua mente e nel suo cuore. 
“Andiamo?”Albus notò con quanta fretta Scorpius si fosse ricomposto e presagì che quella serata il giovane Malfoy non avrebbe dato il meglio di se. Scorpius annuì e avvolgendosi con un nodo appena accennato la cravatta intorno al collo, seguì l’amico fuori dalla stanza, diretti in sala Grande, che li accolse con le sue solite luci e il suo solito buon odore che metteva tutti a proprio agio. Tutti tranne Scorpius, che camminava a testa alta, con occhi vigili e la mascella rigida, come se trattenesse un fiume di parole, che avrebbe sprigionato nel momento opportuno. 
Il vociferare di quella sera era silenzioso brusio, non aveva occhi che per quel tavolo, lontano dal suo, per quei riccioli scarlatti e poco in ordine. Non aveva occhi oltre che per Rose, persa in un animata conversazione con Alice, che sembrava trarla lontano dal suo sguardo e dalla consapevolezza che lui era schiavo e mendicante di un suo sorriso. 
“Albus, Scorpius…” Il saluto di Lysander  suonò come vetro rotto sul pavimento. Spense ogni suono, spense ogni volto e riaccese la piccola fiamma di rabbia che bruciava in lui. Scorpius si voltò con calma ma lo sguardo era tagliente e duro e Lysander sentì un piccolo colpo di sfida. Notò che in quel ricambio di saluti non ci fosse il solito convenevole, ma astio e rabbia.
“Qualcosa che non va Scorpius….” Albus frenò il passo, rimanendo distante di poco dai due amici che in quel momento erano frontali, pronti a sfidarsi.
“Credo che tu lo sappia, Scamander” Scorpius assottigliò maggiormente lo sguardo, facendosi avanti, pronto alla resa di quei conti che non erano stati mai portati alla luce. Albus richiamò da lontano James, Fred e Teddy, che all’unisono si alzarono , pronti ad accorrere se mai fosse accaduto qualcosa di dispiacevole o irreparabile. Intanto in quella sala calorosa era sceso il gelo e gran parte degli studenti erano tutti rivolti a quel piccolo angolo di sala, dove odore di lotta si mischiava a quello di patate al forno. 
“Non credo …Malfoy” Lysander non arretrò, rimase lì, improntato nella sua postazione, forse capendo la vera natura di tanta rabbia. Scorpius ignorò Willow che lo scorse dal fondo del tavolo e che di sicuro avrebbe domandato del perché di quel caos che stava per creare. Ignorò Rigel, che come Teddy, James e Fred  era accorto , percependo il suo intento. Ignorò anche i sospetti che i Professori stavano provando nel vedere troppa gente accalcata in un solo luogo. Era ancora rabbioso e ferito al pensiero che un amico aveva osato sottrarle Rose…La sua Rose.
“Io credo invece Scamander, che tu debba imparare a comprendere cosa sia lecito fare e cosa non fare. Devi comprendere cosucce che non ti sono chiare...evidentemente!” Nessuno poteva conoscere la realtà di quelle parole,tra i due non c’era mai stato motivo di sfida o di odio. Erano sempre stati abbastanza amici, conoscenti. Si erano sempre rispettati a vicenda e adesso vederli cosi, uno di fronte all’altro, intenti a sfidarsi e minacciarsi, suonava tanto stonato da non sembrare reale. 
“Forse ciò che non hai compreso tu, Malfoy, è che le persone non sono giocattolini che impostano i sentimenti a seconda del tuo piacere.Quindi ti consiglio di mettere in pace il tuo cervellino bacato prima di permetterti di minacciare me e pretendere di imporre la tua volontà.!!” Lysander aveva compreso ogni singola parola, andando oltre ad esse, comprendendo la natura di quella rabbia visibile negli occhi di Malfoy. Sapeva del perché , sapeva ogni cosa e non sarebbe sottostato a quelle minacce , non avrebbe ignorato quella richiesta che avrebbe messo ROSE maggiormente in conflitto con i suoi sentimenti,  i suoi pensieri, che non riuscivano a dare risposta agli atteggiamenti di cui Malfoy non faceva a meno. 
“ Rose non è tua …non ti appartiene e se voglio.. Me la prendo” Lysander si era avvicinato maggiormente a lui e sussurrando appena quelle parole, permise a tutti di restar fuori dal vero motivo di tutto quel frastuono, mettendo entrambi all’interno della stassa cerchia. Scorpius sentì le mani pizzicare e non riuscì a trattenere quella rabbia che si manifestò sul viso di Lysander. Si sentirono urla e risa, incoraggiamenti e piatti infranti sul pavimento. Lysander era stato preso per la colletta e spaparanzato sul tavolo. Scorpius gli era sopra, non risparmiandogli pugni. Lysander colpì a sua volta il bel volto di colui che in quel momento era divenuto il suo nemico, liberandosi da lui.Riuscendo a rimettersi in piedi scaraventò a sua volta Scorpius sul pavimento in pietra. 
“Non azzardarti a pensare minimamente che possa permetterlo” Scorpius lo ringhiò tra i denti, assaporando il sapore del suo sangue. 
“E non azzardarti a pensare che io ti permetta di spezzarle il cuore.” Lysander fu nuovamente scaraventato a terra e quella minaccia fu zittita da un destro che gli spaccò il naso. Quella lotta durò poco, entrambi furono tirati via, staccati. James teneva Lysander che si lasciò trascinare via, mentre Scorpius si scrollò di dosso Rigel e imprignò la manica di sangue. Tutta la sala Grande aveva gli occhi puntati su di loro, increduli di ciò che era appena successo e quando incontrò il volto di Rose, bianco, pallido, coperto da una maschera di paura,sentì sgretolare ogni sua difesa. Avrebbe dovuto parlare, avrebbe voluto farlo e spiegarle che ciò che era accaduto la sera prima era stato uno sbaglio. Aveva voglia di gridarlo al mondo quanto avesse bisogno di lei, avrebbe voluto strillarlo in quel momento che la gelosia per Lysander lo aveva portato a reagire in quel modo. Ma quando la vide accorrere da Lysander , comprese che con le sue mani si era creato l’inferno, che con le sue mani aveva distrutto la possibilità di essere davvero felice.
“Signor Malfoy” Quel richiamo fu l’ennesimo squarcio nel silenzio e lo sguardo del Preside Paciok non prometteva nulla di buono.
 
 
 
Leggeri cristalli in vetro roteavano intorno alla sua mano e lo sguardo era perso nel vuoto, silenzioso e vago. Viaggiava lontano senza una meta, era disteso lontano, via da quella stanza e dal suo vero obbiettivo. Era giunto lì con una missione ben precisa, che pochi conoscevano, o forse nessuno, convinto di poter far ciò che gli era stato affidato, deciso a portarlo a termine, eppure quel viso era ancora troppo vivo nella sua mente. Quelle labbra socchiuse, rosee, semplici erano ancora nitide nella sua memoria . Sentiva ancora quel mancargli il fiato che gli aveva bloccato il petto. Sentiva ancora quel leggero tremolio all’altezza del cuore che fino a quell’attimo gli era sembrato addormentato, quasi morto. Eppure aveva trovato risveglio quel pomeriggio, inaspettato e non calcolato.
Le sfere caddero pesantemente sul pavimento ed Icaro chiuse gli occhi, in cerca di spiegazioni plausibili che potessero spiegargli quella sensazione fastidiosa, mai provata. Si toccò il petto, cercando di comprendere cosa fosse quel vuoto che pesava lì, in quel punto sconosciuto, mai esplorato.
Si alzò di scatto non riuscendo a capacitarsi di quel qualcosa che non gli apparteneva. Sentiva qualcosa che mia prima di allora gli aveva attraversato il cuore, sentiva qualcosa che non era parte di sè. Quella studentessa lo aveva sfiorato con il solo sguardo, eppure sembrava averlo trafitto da parte in parte.Sembrava averlo attraversato silenziosamente, gettando in lui un gran caos. 
Un gelo pervase il suo corpo e il buio calò nella stanza. Icaro chiuse gli occhi, cercando di cancellare dalla mente l’immagine di lei e ritornare freddo e scostante,pronto ad accogliere le tre figure apparse in un soffio nella stanza.
“Icaro…” Una voce maschile, alta e burbera si propase per l'ufficio, suonando come un ordine che Icaro prese al volo. Si voltò di scatto e salutò le tre figure incappucciate che lo fissavano attenti e vigili. I loro occhi erano fantasmi, come loro stessi, che non avrebbero attirato l’attenzione di alcuno, oltre che di Icaro, il quale sembrò tremare al loro cospetto.
“Ordinatori” Soffiò quel nome temendo che una parola in piu potesse smascherare quella incertezza che albergava dentro di lui. Li guardava fissi e sentì il legame che li rendeva un'unica persona venire meno, quasi sparire. 
“Come è andato questo primo giorno...Luthien Lestrange si è lasciata convincere?” Icaro ritornò alla sua scrivania, tenendo gli occhi distanti da quelli degli ordinatori, interrompendo così il legame . 
“Si, ma non c’è stato modo di farla desistere, è convinta della sua decisione” I loro occhi divennero pressanti,divennero indagatori ed Icaro non avrebbe resistito ulteriormente a quel richiamo.
“Contiamo su di te. Luthien Lestrange deve mantenere la promessa data” Questa volta fu una voce femminile a prevalere ed Icaro non potè fare altro che annuire. In quel momento non aveva il potere di mettere in discussione le parole dei tre anziani. Lui era stato mandato lì e per farlo aveva distaccato la sua anima da quella dei tre, divenendo un semplice messaggero. 
“Ed io non vi deluderò” Quelle parole stonarono e suonarono come una bugia inconsapevole. Ci fu un ultimo scambio di sguardi e prima che Icaro potesse rendersene conto, rimase nuovamente solo, con ancora il gelo che doleva nelle ossa e la consapevolezza che il suo intervento lì non sarebbe bastato.
Angolo Autore: 
ECCOMI, finalmente pubblico il quarto capitolo! Sto andando abbastanza a rilento, dovete perdonarmi! Sempre unico problema…Mancanza di tempo! XD
Comunque spero che questo ennesimo capitolo vi sia piaciuto e in parte incuriosito….molte cose sono accadute e molte cose devono essere spiegate! Naturalmente non vorrei farvi aspettare ulteriormente ma spero mi perdoniate se ciò accadrà! 
Voglio naturalmente ringraziare le 9 persone che lo seguono, e chi l'ha messa tra le ricordate e preferite (mia fedelissima  whitesnow) …E naturalmente chi recensisce, chi non e chi legge per caso! Grazie a tutti voi e del vostro piccolo attimo di attenzione! Alla prossimaaaaa
Un forte bacio
MEDY! <3
 
  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Medy