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Autore: QueenVLondon    12/04/2013    5 recensioni
Una piovosa serata autunnale. Un ragazzo e una ragazza si incontrano. Degli sguardi rubati in un pub. Scatta qualcosa. Ma, qualche mese dopo, lui viene scritturato per il ruolo del celebre vampiro Edward Cullen in “Twilight”.
Riusciranno i due a resistere alla pressione dei media, della Summit e al fascino che Kristen Stewart sembra esercitare su di lui?
Uno sguardo su Robert Pattinson dal 2007 ad oggi, ovviamente anche se mi riferisco almeno in parte a fatti reali, il resto è frutto della mia immaginazione... o forse no?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il viaggio in aereo fino allo Stanted fu più piacevole del previsto grazie al regalo che Rob mi aveva fatto per Natale. Un iPod con dentro ogni tipo di musica, compresa la sua.

Ascoltare la sua voce era sempre incredibilmente emozionante per me.

Ormai era da un po' di tempo che non andava più a suonare nel locale di John. L'ultima volta che era stato lì insieme a Sam e Bobby qualcuno lo aveva riconosciuto ed aveva messo prontamente il filmato su Youtube.
Da quella volta era andato là soltanto per ascoltare i suoi amici esibirsi.

Sapevo che gli costava molto rimanere in disparte in platea, ma era preferibile all'eventualità di finire nuovamente sul web.

Fra l'altro, la sera dopo la sua performance lì, il posto si era riempito a tal punto di ragazze che John, il proprietario, aveva finito con l'assumere un buttafuori onde gestire il flusso di gente. La situazione era incredibilmente surreale. Ma in fondo cosa c'era rimasto di normale?

Quando l'aereo atterrò mi diressi senza perdere tempo alla dogana.
Avevo un sonno terribile e non vedevo l'ora di andare a dormire. Per fortuna Megan si era offerta di passarmi a prendere in macchina, così avrei evitato di spendere un patrimonio in taxi, o di avventurarmi in treno a quell'ora di notte.
Il mio ragazzo mi aveva detto che sarebbe rimasto a casa di Tom, visto che il suo migliore amico aveva organizzato un piccolo party, per cui ci saremo visti direttamente la mattina seguente. All'inizio non ero entusiasta della notizia, ma considerando quanto ero stanca, forse non era una brutta idea.

Salutai educatamente l'impiegato alla dogana ed attesi che facesse i consueti controlli. Quando ebbe verificato tutti i miei dati mi restituì la carta d'identità e mi salutò con un sorriso stanco. Infilai il documento nella tasca del giubbotto, afferrai la valigia e percorsi pochi passi prima che il mio cuore rischiasse di fermarsi, scorgendo la sagoma del mio bel ragazzo inglese.

Dimenticai la stanchezza e sorrisi come non avevo fatto da una settimana. Non riuscivo a credere che fosse venuto a prendermi.

Indossava un giubbotto nero- abbastanza aperto da lasciar intravedere una felpa blu- sopra un paio di jeans neri e le sue solite All Star dello stesso colore. Come facesse a portarle anche in pieno inverno per me restava un mistero.
La sua mascella era ben nascosta da un fitto strato di barba, che ben si abbinava agli occhiali scuri che portava nonostante fosse notte fonda.

Al di là di tutto, quel look total black gli donava moltissimo.

Sorrise a sua volta quando mi scorse in mezzo alla folla e fece qualche passo nella mia direzione. Tuttavia, fui più veloce e in un istante gli gettai le braccia al collo e lo baciai. La barba mi raschiò leggermente.

“Bentornata!”

“Grazie. Pensavo sarebbe venuta Megan a prendermi”, gli dissi. “Tu non dovevi andare a commettere un omicidio?”, gli domandai, ironizzando sul suo aspetto da sicario. Carino il nuovo look. Quindi lasciami capire: se fossi tornata fra un mese ti sarebbe arrivata alle ginocchia?”

Lui ridacchiò.

“Sarei potuto entrare nel Guisses dei primati! Questa è un'ottima idea!”

Lo fulminai con lo sguardo.

“Sparirà domattina, te lo prometto”, disse, togliendosi gli occhiali e riponendoli in tasca senza troppa attenzione.

Ero certa che fossero nuovi.

“Ho detto a Megan che volevo venire a prenderti io ed è stata più che felice di risparmiarsi un'alzataccia!”, mi spiegò.

“Carina”, commentai, lasciandomi sfuggire uno sbadiglio.

“Beh, ci conviene andare a cercare un taxi, perché dubito di riuscire a portarti fino a casa in braccio!”

“Sei adorabile”, gli dissi sarcastica.

Lui si sporse verso di me e mi baciò.

“Sono perdonato?”

“Non credere di cavartela con un bacio a fior di labbra”.

“Non ne ho mai avuto l'intenzione”, dichiarò con un sorriso malizioso.

 
Mentre eravamo sul taxi parlammo poco, anzi Rob mi parse parecchio a disagio.
Una volta che l'auto si fermò di fronte al mio appartamento, il mio ragazzo pagò il tassista, dopodiché prese la mia valigia ed entrammo in casa.

Provai una gioia incredibile varcando quella famigliare soglia insieme a lui.

Rob si tolse il giubbotto e lo poggiò sul divano.
La precisione non era fra le sue innumerevoli doti. Poi venne verso di me e mi baciò di nuovo.

“Togliti il cappotto”, mi sussurrò.

Per la prima volta da quando stavamo insieme mi augurai che non stesse pensando quello che immaginavo stesse pensando.

I miei pensieri mi si dovettero leggere in faccia, poiché si affrettò ad aggiungere.

“Voglio portati di là in braccio e quell'affare da fastidio”.

“Sai che siamo a due metri scarsi dalla stanza, vero?”, gli domandai, ridacchiando. “Non vale”.

“Beh, non abbiamo mai stabilito regole. Non potrò portarti in braccio per cento miglia, ma credo di essere in grado di portarti per due metri scarsi”, replicò.

Sorrisi e mi lasciai trasportare sul letto; i miei occhi si chiusero non appena la mia testa toccò il cuscino.

Finalmente ero insieme a lui.

 

“Buongiorno principessa”, mi sussurrò una nota voce maschile, baciandomi la schiena.

Quello sì che era il modo giusto di svegliarsi.

“Buongiorno”, ripetei, voltandomi e baciandolo sulle labbra.

Notai con estremo piacere che la barba era sparita e la sua mascella squadrata era di nuovo in bella mostra.

“Ho preparato la colazione”, dichiarò con un sorriso.

Cosa avresti fatto?”, chiesi, sorpresa.

Anche nei suoi momenti di massima ispirazione culinaria, l'idea di “preparare” qualcosa consisteva nel posarla direttamente nel piatto. Qualche volta mi ero domandata come avessero fatto a sopravvivere lui e Tom vivendo insieme tanto a lungo. Forse era bene non indagare oltre.

Tuttavia, non volevo smontare il suo entusiasmo, per cui mi vestii- impresa che si rivelò molto lenta, con lui lì davanti- e lo seguii in cucina.

“Sono cialde quelle?”

“Proprio così!”, confermò, alzando il mento con orgoglio.

Sgranai gli occhi.

Megan mi aveva regalato la piastra per Natale, ma non avevo ancora avuto il tempo per capire come funzionasse. A quanto pareva al contrario il mio ragazzo l'aveva trovato. Ed il risultato pareva pure commestibile. Impressionante.

Mangiammo in silenzio, ma ad un certo punto Rob mi guardò, alzo la forchetta in aria in segno di resa e disse:

“D'accordo... Ho comprato le cialde fuori, ma ti giuro che ci avevo provato sul serio! Il risultato però non pareva... ehm... cibo”.

Scoppiai a ridere.

“Lo sapevo!”, esclamai, alzandomi e prendendo posto sulle sue ginocchia. “Amore, non sto con te per le tue doti culinarie”.

“Ah no?”, mi chiese, fingendosi scettico.

“Decisamente no”.

“E allora per quale ragione staresti con me?”

“Mmm... Diciamo che mi stai intrattenendo in attesa dell'uomo giusto!”

“Ah! Quindi io sarei il banco di prova temporaneo?”

“Sì”.

“Mi sento molto ferito”, sentenziò, stringendosi nelle spalle.

Lo presi per il colletto della camicia e lo baciai.

“Va meglio così?”, gli domandai, restando a un centimetro dalla sua bocca.

“Sta migliorando”, disse, passandomi un braccio intorno alle spalle e baciandomi.

Ero assolutamente pronta a portare la situazione al livello successivo, ma prima che potessi fare qualunque cosa, Rob mi fermò con delicatezza.

Strano.

“C'è qualcosa di cui vorrei parlarti prima”.

“Okay”.

La sua espressione seria mi fece decidere di prendere posto su un'altra sedia. Raramente avevo visto il mio ragazzo così nervoso, specie se doveva parlare con me.
Si alzò in piedi e fece un giro intorno al tavolo come un condannato a morte. Iniziava davvero a spaventarmi, ma ormai sapevo bene che non era il caso di forzarlo. Finalmente si fermò, dall'altra parte del tavolo, e strinse le nocche intorno allo schienale di una sedia fino a farle diventare bianche. La vena sulla sua fronte pulsava allegramente. Pessimo segno.

Rob sospirò e poi mi disse quello che lo turbava così tanto.

Ringraziai di essere seduta e di non avere niente di fragile fra le mani. Quando ebbe terminato il suo monologo ero nauseata.

“Forse non ho ben capito”, dissi con un filo di voce.

“Amore...”.

Si avvicinò a me, ma mi negai a quel contatto. La mia reazione sembrò sconvolgerlo, ma non potei evitarla.

Cosa diamine si aspettava dopo tutto quello che mi aveva appena detto?!



Ciao a tutte!^^
Per la serie "tutti i nodi prima o poi vengono al pettine" eccomi a postare questo nuovo capitolo, che sono certa vi lascerà con parecchie domande irrisolte fino al prossimo!
So che alcune di voi stanno aspettando il "colpo di scena" già da tempo ed di stanno domandando solo QUANDO Kristen tornerà in scena a rovinare il loro idillio d'amore... Tuttavia, amo divagare e lasciare un alone di mistero finchè mi è possibile!
In ogni caso nel prossimo capitolo l'enigma sarà finalmente svelato!
Le domande con cui vi lascio sono queste: Cosa avrà detto Rob alla sua ragazza? E Jenny come affronterà la cosa?
Se mi lasciate un commentino non mi offendo (e non ho mai morso nessuno!).
Un bacione e al prossimo capitolo
Vale


  
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