Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: laverde    01/11/2007    2 recensioni
Non disse più niente: si limitò ad appoggiarsi accanto a lui sul parapetto, spalla contro spalla, scrutando con attenzione l'orizzonte e sperando di non veder nessun nemico farsi strada tra i poveri alberi di quella che un tempo era una magnifica foresta.
Genere: Romantico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CHAPTER FIVE: FOR WHATEVER YOU DO...


Hinata Hyuuga non sapeva da quanto tempo stesse tenendo la mano di Kiba... o lui la stesse tenendo a lei. Le sembrò un'eternità.

Non dicevano nulla.

Solo, si stringevano forte la mano a vicenda, come ad aver paura che fosse un'illusione, come a verificare che fossa effettivamente una mano in carne ed ossa, quella che stavano tenendo stretta.

Kiba era per lei come un angelo. Si era così... infervorato, per la storia di Naruto.

Alzò gli occhi verso il suo viso, e il cuore le mancò di un battito, quando si rese conto che lui la stava già osservando, sereno, da chissà quanti minuti.

Lui sorrise, un ghigno storto e un po' goffo, dolcissimo: -Sovrappensiero?-

-Kiba-kun, pensavo a te. Sei un caro ragazzo...-

-Lo so!- ridacchiò lui.

Era strano... Da quando si erano allontanati da casa di Naruto, Kiba sembrava decisamente più tranquillo e sorridente. Hinata non riusciva a non sorridere, guardandolo.

-Dimentica quell'imbecille, Hinata-chan, ora è chiaro che non era destino...-

-Si...- sospirò la Hyuuga, -si, lo so anch'io ormai... Eppure io credevo che fosse davvero ciò di cui avevo bisogno.-

-Probabilmente ne avevi bisogno, ma non tanto quanto credevi.-

Hinata gli rivolse uno sguardo candido interrogativo.

-Ehm... mi spiego. Lui ti è certamente servito per spingerti a migliorare te stessa in materia di autostima, determinazione, e... quelle altre sagge stronzate tipiche di Uzumaki-

La ragazza rise, -Non lo sopporti proprio, eh?-

-Sarà che siamo tanto simili...-

-No... sarà una mia impressione, ma non c'è nessuno come te...-


La loro passeggiata li condusse davanti ad un piccolo chiosco caffetteria.

-Hai fame?- propose lui -Colazioncina?-

-Oh...si, magari!-

-Dai- sorrise lui, e scostò uno sgabello da fianco al banco per farla sedere.

-C'è forse qualche evento particolarmente entusiasmante di cui non sono al corrente?- mormorò una voce come dal nulla.

I due ragazzi si voltarono di scatto verso destra, e notarono, con grande stupore, che non erano gli unici clienti del chiosco. Stringendo tra le mani una gigantesca tazza di caffè, e fissandoli attraverso piccole lenti scure e appannate dai vapori, stava un ragazzo.

-Shino!- squittì Hinata. Li aveva visti arrivare? Probabilissimo.

Si rese conto solo in quel momento che Kiba le teneva ancora le mani sulle spalle, che in quel momento sentì calde e pesanti come incudini da fabbro.

l'Inuzuka se ne rese conto a sua volta e le ritrasse velocemente, ostentando naturalezza. In effetti non stavano facendo nulla di male, e non stava accadendo nulla di strano.

-Buondì Shino!- esclamò, a voce forse un po' troppo alta, sventolando la mano.

Questo non è ostentare naturalezza.

Le lenti degli occhiali di Shino scintillarono in modo inquietante quando lui disse: -Allora?-

-A...allora cosa?-

Impietosito dall'imbarazzo dei due, l'Aburame sospirò e distolse lo sguardo.

-Non c'è nulla di male. Questa è la cosa migliore.-

Kiba e Hinata si lanciarono uno sguardo perplesso, e la ragazza mormorò: -A cosa ti riferisci?-

Shino non rispose, appoggiò la tazza al bancone e si alzò dritto in piedi, decretando: -Ora devo andare. Ci vediamo nel pomeriggio per gli allenamenti.-, e si allontanò lungo la strada ormai completamente illuminata dal sole.

Kiba non gli levò gli occhi di dosso fino a che non svoltò l'angolo, dopodichè alzò le spalle e sbuffò: -Ah quello Shino. Sarà un bravo ragazzo, ma chi lo capisce è bravo.-

Ma Hinata forse aveva capito.

Shino li aveva visti camminare mano nella mano... e aveva chiesto se era successo qualcosa di bello. E poi aveva detto che non c'era nulla di male, che era la cosa migliore.

Chiaramente si riferiva a loro due.

A loro due insieme.

Era già la seconda persona che le faceva questi discorsi, nel giro di pochissimo tempo.

E quel giorno l'idea la turbava molto meno rispetto a quella sera in cui glielo disse Ino.

Naruto era solo un bellissimo sogno, che aveva accarezzato per anni...

Ma ora si era svegliata.

E, se si soffermava a pensarci, si poteva rendere conto del battito particolarmente udibile del suo cuore, e della strana timida eccitazione che la pervadeva quella mattina, in cui la sua vita, o perlomeno, la fetta amorosa della sua vita, aveva decisamente perso la rotta.

Ora Hinata era preda di flutti inspiegabili e forti venti che le riempivano le vele e il cuore.

Qualcosa di bello le stava accadendo.


Nel pomeriggio, Hinata, Kiba e Shino si riunirono per allenarsi nel luogo che sfruttavano a tal proposito sin dai tempi in cui erano appena divenuti genin. Era il LORO posto, il luogo dove era nata la loro amicizia, ed allenarsi lì dava loro forza.

Quello fu, per Hinata, un intenso, terribile pomeriggio.

Perchè si stava allenando nel taijutsu insieme a Kiba.

E allenarsi nel taijutsu voleva dire contatto fisico.

-aaaAAAH!-

-Hinata!- esclamò Kiba, accucciandosi a terra accanto a lei -Tutto ok?-

-S...si...-

-Sicura?-

-Si, perchè?-

-Non so, ti sei gettata lontana due metri senza alcun motivo! Ti stavo facendo male, per caso?-

Stupida, stupida. Perchè si stava comportando come una pazza?

-No, tutto ok, sono solo inciampata su me stessa- si giustificò lei, alzandosi in piedi

Kiba la scrutò alzando un sopracciglio: inciampata su sé stessa?

Hinata scoppiò a ridere istericamente, alzando le braccia al cielo: -Come una stupida, eh??- e si voltò di scatto -Shino?? Mi dai una mano con quest'altra tecnica?- e trotterellò via, lasciando Kiba da solo.

Il ragazzo abbassò lo sguardo su Akamaru, mogio, -Ma che ha Hinata-chan ultimamente? Prima è affettuosissima e dopo mi evita come un appestato. Non ci capisco niente...-

Il cucciolone stronfinò il suo naso fresco sulla mano, emettendo un rumore gutturale sommesso che il suo padroncino interpretò come un tentativo di consolazione.

-Akamaru. Grazie delle belle parole :-) dai, alleniamoci un po' anche noi due!-

Qualche metro più in là, Hinata approfittò della pausa presasi da Shino per bere, e si fermò ad osservare Kiba allenarsi insieme ad Akamaru.

Non riusciva a staccargli gli occhi di dosso.

I suoi occhi, in grado di perforare ogni corpo solido e vedere qualunque cosa, non erano in grado di guardare altro che Kiba.

Le sembrava di non averlo mai realmente guardato, in tutti gli anni che si conoscevano.

In quel momento notava tantissime cose che, prima di allora, le erano sfuggite.

Non aveva mai notato, ad esempio, la strana forma delle sue pupille, quasi verticali.

O che, quando sosteneva uno sforzo, arricciava il naso in modo tanto grazioso.

Oppure i suoi capelli, di un castano molto più caldo di quanto ricordasse.

O magari... quanto fosse diventato alto, da quando erano ragazzini. Ora la superava di tutta la testa, e forse un po' di più.

A quanto forti saranno sicuramente le sue braccia.

Prima, quando lui l'aveva stretta da dietro per effettuare una presa di arti marziali, aveva sentito il suo cuore battere talmente forte che temeva le sarebbe schizzato fuori dal petto.

Le mani e le braccia di Kiba erano concrete e calde, e accoglienti nonostante la mossa offensiva.

Non voleva realmente attaccarla.

Non le avrebbe mai fatto del male in alcun modo.

Lei l'aveva sentito.

E tale sensazione la riempiva di una serenità impareggiabile.

Non si era mai sentita così pensando a Naruto.


I tre compagni finirono l'allenamento solo quando il sole stava già scendendo rosseggiando tra le cime nere degli alberi.

Shino, come suo solito, non si era trattenuto per molto tempo a parlare con loro, e tornò a casa abbastanza presto. Rimasero solo Hinata e Kiba.

Kiba si lanciò a pancia in su sul prato bruciato, a braccia spalancate, sospirando: -Sono stanco morto. E domani un altro pallosissimo turno alla porta est.-

Hinata si sedette composta accanto a lui, ma se ne pentì immediatamente quando il ragazzo si tolse di torno la maglietta, lamentandosi di essere sudato “come una mandria di buoi”.

La vista del torso olivastro del ragazzo al tempo stesso la attraeva e la innervosiva.

Non si accorse che Kiba si stava rendendo conto del suo stato d'animo.

-Hinata-chan, tutto a posto?-

-Mm... si, si...- asserì lei scuotendo la testa

A lui quella risposta sembrò bastare, per il momento; tornò disteso a pancia in su, e vi rimase per lunghi minuti. Ma ad un certo punto, si voltò verso Hinata, appoggiato su un gomito, squadrandola con quei suoi occhi... strani... animaleschi nella loro purezza.

Hinata temette di perdercisi.

-Sai, Hinata, quel che dicevo oggi... era vero-

-Che cosa, era vero?-

-Il fatto che non fosse destino, tra te e Uzumaki. Non sei fatta per lui, e lui non è fatto per te.-

Forse lo sguardo di Hinata si intristì, o forse no, ma Kiba ritenne doveroso affrettarsi ad aggiungere: -Non devi essere triste, se ci pensi bene è meglio così-

-Lo... lo so, Kiba...-

-E perchè quegli occhi tristi?-

-Non sono triste...-

-Meglio. Tu non devi essere triste. Anzi, devi essere felice, con qualcuno che meriti davvero il tuo amore!-

-Chissà dov'è...-

-Lo troverai, Hinata-chan... oppure... oppure...-

-Oppure cosa?-

-Sarà lui a trovare te, ecco.-

Era proprio così che doveva andare.

Lei doveva essere felice, con qualcuno da amare al massimo delle possibilità.

E forse la strada del suo destino la portava proprio da un'arrogante ragazzo senza maglietta che si rotolava sull'erba come un cucciolo.

Non seppe di preciso a che punto dei suoi pensieri Kiba si fece avanti, afferrandole la testa e baciandola con crescente decisione.

Fatto sta che se lo ritrovò sopra, dolce ed irruento, felice di legarla a sé in quell'energico abbraccio.

Il cuore di Hinata ormai copriva ogni rumore, i suoni giungevano alle sue orecchie come ovattati, e ogni secondo durava un'ora. Stettero lì avvinghiati per centinaia di dolcissime ore.

Kiba era al settimo cielo.

Si sentiva forte e vitale come non mai, avrebbe potuto sollevare la terra da quante energia gli regalava ogni singolo bacio, ogni singola carezza che muoveva sul corpo bianco di Hinata.

Si bloccò solo quando si accorse che le membra di lei erano un po' troppo tese per la magia del momento; si concentrò sul suo viso e notò che la ragazza era arrossita come un pomodoro.

Un pensiero lo attraversò come un fulmine: che stupido. Le era saltato addosso come un lupo affamato senza preoccuparsi di soppesare le sue reazioni.

-Oh...- bofonchiò lui, facendo per rimettersi seduto dritto -Scusa, sono un'idiota... che idiota... dimentica tutto...-,

ma lei gli accarezzò una guancia, passando un dito sui suoi tatuaggi scarlatti, sussurrando: -Solo... potrebbe passare qualcuno...-

Lui la guardò sgranando gli occhi, poi fece spallucce, -Hm... naah!-

-Allora ok- sorrise lei, attirandolo nuovamente a sé.

Akamaru fu costretto a voltarsi dall'altra parte e tapparsi le orecchie con le zampone.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: laverde