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Autore: varrysmiles    12/04/2013    2 recensioni
"Sei perspicace. Mi piace" Louis mi sorrise quasi soddisfatto.
Era come se il mondo mi fosse appena crollato addosso; e intendo nel senso positivo.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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“Dear Babel.”



“Babel,

Mia cara Babel; non sono brava con queste lettere da due centesimi.. ma vorrei scriverti  una cosa molto importante.

Tu sei una ragazza molto intelligente, e di sicuro saprai come scappare.
Adesso ti starai chiedendo “perchè cavolo devo scappare?” bhe in poche parole la nostra mamma-sostituta, è una pazza da rinchiudere (ora non entrerò nei dettagli, non vorrei spaventarti a vita).

Comunque, tu devi scappare: per me, per la nostra vera mamma ma sopratutto per te stessa!
Babel, questa è, e sarà la mia ultima lettera per te.

Non ho mai dimostrato l'affetto che provo per te, ma sai che sono fatta così.
Voglio farti sapere che io ti amo, sorellina mia (e sappi che ho quasi vomitato mentre scrivevo quelle fatidiche parole).

Ora stai dormendo nel mio letto; le tue braccia sono coperte da nuovi segni e nuovi lividi... non sai quanto mi dispiaccia e quanto mi senta in colpa.
Ho conosciuto un ragazzo, Louis (ti spiegherò appena ci rivedremo, spero.), e ci stiamo conoscendo..è gentile!
E proprio lui mi aiuterà a scappare da qui.
Ti prego, SCAPPA. E' l'unica cosa che ti chiedo di fare.
Mia cara, ora devo andare.
Ti voglio un mondo di bene.
A presto Babel.

Love always,
Annetty.”



Rilessi la mia piccola lettera più di cinquanta volte.
Stavo perdendo solo tempo, quindi presi la lettera e la misi dentro una busta scarlatta.

Prima di chiuderla, andai vicino al mio letto, alzai il materasso e presi un'altra busta, ma verde.
Presi frettolosamente 700£ (800euro), ritornai alla scrivania e buttai dentro i soldi.
Sono pochi, lo so.. Ma non sono mica ricca.
Molto probabilmente vi starete chiedendo come ho fatto a ottenere tutti quei soldi: prostituzione e alcuni furti; cose che pentirò di aver fatto per il resto della mia vita.
Incominciai con la prostituzione a 16 anni. Andavo a letto con persone anziane, giovani, persone sposate che tradivano le loro mogli; insomma sconosciuti. Era una cosa terribile: mi trattavano sempre male. Ma dovevo salvarmi e salvare mia sorella con qualche soldo.
I furti non erano niente di grave, rubavo (e rubo ancora) da Margot, e invece quando ero a casa dei “miei clienti”, rubavo sempre soldi.
Ero una persona orribile, ero stupida e disperata; ero un disastro.
Non giudicatemi, mettetevi nella mia situazione.

Presi la busta, andai verso il mio letto, alzai il cuscino e misi con cautela la busta sotto il cuscino rosa.
Accarezzai la sua guancia, la baciai e sussurrai dolcemente:'good luck, Babel'.
Spensi la candela che era sulla scrivania, e andai al bagno vicino alla mia stanza; chiusi la porta, ero immersa dal buio più totale.


“Toc. Toc. Toc.”
Chi minchia sta tirando sassi sulla finestra?! Che due palle!

“Che cazzo vuoi brutto stronzo?!” urlai a bassa voce.

“Stronza sono Louis! Siamo in ritardo!” sussurrò indicando la stazione.
“Prendiamo il treno?! Ahah, no.” sbottai facendo la ragazza de coccio.
“ahahah, si!” affermò serio il bastardo.
“senti, non posso comprare un biglietto per il treno. Non ho abbastanza soldi.” dissi appoggiando le mani sui fianchi, cercando di mantenere la calma.
“e con cosa ci andiamo, allora?” “in macchina, intelligentone!” “ah, giusto..” “già, giusto!” lo imitai.
“Cosa aspetti? Muoviti!” mi ordinò Louis. “Non urlare che quella mi uccide!”.

Cercai di uscire dalla finestra varie volte, ma senza successo. Tutta colpa dei miei fottuti fianchi extra-large.
“Louis, non riesco ad uscire dalla finestra. Sono incastrata'.
Louis rise. Gli lanciai un contenitore rosso di terracotta, che si frantumò.
Improvvisamente si sentì una porta spalancarsi, e chiudersi velocemente.

“Ma sei pazza?!” corse verso la finestra preoccupato, e carcava di spingermi nella sua direzione. “Scusa, sono grassa come un maiale..” mi scusai, imbarazzata. “Ma cosa ti fumi? Sei uno stecchino! Anne, però devi cooperare.” “più di così non posso fare! Shit, sta venendo da questa parte. Veloce Lou!” gli urlai contro; stavamo sudando entrambi.

Dopo molte spinte, e gomitate (in posti molto sgradevoli, credetemi), riuscì a tirarmi fuori dalla finestra minuscola.
Cademmo entrambi sulle scale esterne di ferro. In fretta, chiusi la finestra e chiesi preoccupata a Louis, ancora disteso a terra dolorante:“tutto bene?” “A dire il ver--” “okay, perfetto, andiamo!” dissi col fiatone.
Lo aiutai a rialzarsi, e mi prese per mano (la mia era anche sudata, ohw, che romantico).
Quando uscimmo correndo fuori dal cancello, prima di chiuderlo, notai che tutte le candele in casa erano state accese.

Mandai un bacio a mia sorella, avevo gli occhi lucidi: per la paura, per l'amore di una sorella, per la sua vita.
“Buona fortuna”.
Vidi l'ombra di Louis avvicinarsi alla mia. Mi toccò il braccio dolcemente, ma a stile Annette, scostai il braccio bruscamente, incrociai le braccia e corsi dalla parte opposta.

---

“Ce l'abbiamo fatta, Anne!” “Metti in moto la macchina” dissi accendendo una sigaretta. “Non sopporto il fumo.” disse mentre faceva la retromarcia. “E a me non me ne frega.” dissi indifferente. “A me importa della mia salute.” “dillo a qualcuno a cui interessa veramente.” Lo guardai con la coda dell'occhio e sembrava offeso.
Per metà del viaggio bevevo birra e fumavo: le due cose che mi capiscono realmente.

“L'alcol e fumo fanno molto male.. non so se te ne rendi conto.” disse Tommy, guardandomi.
“I don't care..” sussurrai mezza addormentata.
“Facciamo una pausa?” chiese il ragazzo con la maglietta a righe blu.
“Okay! Fermiamoci ad un bar. Devo comprare birra e sigarette!”. Ridevo: ero ubriaca fradicia.
“Mi sa che per oggi e forse anche per domani o per sempre, basta con 'ste cose.. stai mettendo a rischio la tua vita, Annette..” “Come se a me importa! Non so se tu ti rendi conto di quaaanto sono andata incontro. tu.. tu Louis Tomlinson, ahaha Touis, tuu sottovaluti il mio passato. Uhuh”.
Louis esitò, era immobile, e mi fissava sbalordito.
“Ho mal di testa, ahahah!” Tommy sembrava sul punto di scoppiare dalle risate, ma si contenò.
Senza avvisarmi, mise in moto la macchina; viaggiammo per altri 5 minuti finchè trovammo una vasta area di “deserto” se così si può definire.

Parcheggiò sotto alcuni giganteschi alberi, uscì dalla macchina, e venne dalla mia parte.
Aprì la porta , mi prese in braccio e mi posizionò sulla parte finale della sua macchina.
Ero distesa, a fissare il cielo illuminato da milioni e milioni di stelle.
Non sapevo con precisione dov'era andato Louis; non ero per niente sobria, infatti pensavo che mi avesse abbandonato.
Aspettai 10 minuti, fino al suo ritorno.
Le stelle diventavano sempre più sfuocate, la testa girava sempre di più.. ero un disastro.
Ma ero abituata a situazioni del genere; non è la prima volta.
Louis finalmente ritornò, e si distese accanto a me.
Gli chiesi (stupidamente):”Louis? Perchè ti vesti così? Con una maglietta a righe e pantaloni rossi? Sembri gay.Oucch.

Lui mi rispose, sorridente: “ma io sono gay.” “simpatico” “ahah, anche se sei ubriaca riesci a capire se è uno scherzo o no.” “ho mal di testaa!” frignai, ignorandolo. “dormi.” “non ne ho voglia..” “contiamo le stelle allora.” suggerì.
Alzai il braccio destro, indicando le stelle, cercando di contarle una per una.
Dopo neanche venti secondi, il mio braccio cadde sulla pancia di Louis, che a quel tocco sorrise, e si addormentò anche lui.



BUONSALVEEEEEE.
Ehi, adghds. 
Scusate se non ho aggiornato per tanto tempo, ma ero e sono
molto impegnata.
Sono un po' delusa dal numero di recensioni: ho lavorato
cosi tanto per renderla decente:c
Spero vi sia piaciuto questo capitolo.
#fansdellapaginadiflò.
<3

  
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