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Autore: cherrycherry    02/11/2007    3 recensioni
Non fatevi ingannare dal titolo: questa fic è sì ispirata al libro di Charles Lutwidge Dodgson, ma in realtà la somiglianza dura solo fino ad un certo punto, in cui la trama si stacca completamente dalla favola conosciuta. (CAPITOLO QUINTO)
Qui Alice (si legge all'inglese) è una ragazzina di 15 anni del XXI secolo, dark e con una grande passione per il disegno, che segue un ragazzo vestito interamente di bianco per recuperare il suo blocco di schizzi finendo catapultata nel mitico Paese delle Merviglie...
BUONA LETTURA E UN BACIO A TUTTI, VECCH!!! (vi prego ditemi cosa ne pensate, anche se vi fa schifo!!!)
Genere: Dark, Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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SALVEEEEEE!!!!!!!!!!
Ringrazio tutti i lettori che hanno lasciato una recensione! (e anche di più di una, perché c’è chi mi ha inviato ben DUE commenti!) [thank you so much!]
Questo capitolo in realtà doveva essere l’ultimo, ma visto che la mia piccola mente perversa ha trovato una continuazione, questo sarà solo l’inizio della seconda parte della storia! [non è vero!! In realtà il Bianconiglio le ha fatto una scenata terrificante perché non mi ha lasciato finire la frase nello scorso capitolo, e ora l’autrice si sente in dovere di rimediare! Nd: Alice ^///^’]
Buona lettura!!


Ma che diavolo sta succedendo? pensò Alice guardandosi intorno. Accanto a lei giacevano la cartella e il suo blocco da disegno, abbandonati sulla strada. Perché sono qui? Dove sono finiti il Bianconiglio e Guglielmo?
Cercò con lo sguardo il passaggio da cui era arrivata per la prima volta nel Paese delle Meraviglie, ma non trovò nulla: era scomparso.
Si alzò in piedi, ma le gambe le tremavano terribilmente, così ricadde in ginocchio, lo sguardo perso nel vuoto. Recuperò le sue cose lentamente, quasi non le importasse di lasciarle là o portarle via.
In quel momento la pioggia cominciò a scrosciare e la ragazza fu costretta a scappare sotto un porticato poco distante, ma quando arrivò al coperto era già fradicia. Per fortuna lo zaino era a prova d’acqua e nulla del suo contenuto venne danneggiato.
“Ehi! Che ci fai qui? -una ragazza dai capelli fucsia le si era avvicinata senza che Alice nemmeno se ne fosse accorta- Non dovresti essere a scuola? Non dirmi che anche tu adesso marini le lezioni!”
Era una sua compagna di scuola e una sua amica, Hann le pareva si chiamasse, ma aveva le idee troppo confuse per cercare di ricordare meglio.
Si avviarono sotto l’ombrello (fucsia anche quello) fino al parco pubblico dove solitamente giravano le coppiette di innamorati e i vecchietti, ma questa volta, a causa del brutto tempo, era deserto.
“Allora, che succede? Quella faccia sconvolta non si addice ad una Yankee* come te!” sbottò Hann vedendo la sua espressione cupa.
“Non lo so... mi è successa una cosa strana e ora è come se mi fosse crollato il mondo addosso! Tutto questo mi sembra così irreale, come se fossi stata via per tanto tempo e poi mi avessero ricatapultata qui in un istante...!”
L’altra rise di gusto e si sedette su una panchina asciutta sotto ad un grande albero. Non capiva cosa provasse Alice in quel momento e mai avrebbe potuto farlo.

Passarono i giorni, ma la pioggia non ne voleva proprio sapere di fermarsi, ed Alice passava il suo tempo a scuola (almeno lì riusciva a distrarsi) o a casa da sola, perché la madre era partita per lavoro e non sarebbe tornata prima di un mese e mezzo.
Pian piano i suoi ricordi di ciò che le era successo cominciavano a sbiadire e delle persone che aveva incontrato, di tutti coloro che aveva conosciuto, non rimanevano che alcuni schizzi, disegnati in velocità prima di andare a dormire.
Ma il quinto giorno, mentre tornava da scuola, Alice vide una bambina dall’aria familiare. Era minuta e indossava un vestitino verde con un grembiulino bianco legato in vita; sembrava fin troppo pallida e non portava nulla di più pesante dei suoi indumenti di cotone per coprirsi dal freddo autunnale.
La ragazza proseguì diritta facendo finta di niente, ma ben presto si rese conto di essere seguita proprio da quella bizzarra bambina.
Arrivata sulla soglia di casa si fermò per cercare le chiavi nella tasca e fu proprio in quel momento che la bambina la chiamò: “Alice! Lo so che puoi vedermi: prima mi hai guardato negli occhi!”
Alice si voltò stupefatta a quelle parole. “E tu chi saresti?” chiese.
Sul volto della bambina apparve un’espressione improvvisamente triste. “Sono Marianna e per colpa tua il Signore sta per morire!”
In un secondo Alice ricordò tutto e subito fu assalita dai sensi di colpa per aver abbandonato il Bianconiglio e le due Alici al loro destino. “E cosa posso farci io? Il passaggio per tornare da loro è sparito e non c’è alcun modo per tornare indietro!”
“A dire il vero un modo c’è... ma non sei costretta a seguirmi se non ti va, anzi: potrebbe essere molto rischioso per te!”
“Non me ne frega niente!! Hai detto che il Bianconiglio sta per morire, no? E allora io lo salverò! [^.^ ihihihi! È proprio una vera Yankee! Nd: cherrycherry] Dimmi solo come posso fare...!”
“Seguimi...” sussurrò l’altra e si incamminarono sotto il cielo nuvoloso, in silenzio, verso una meta sconosciuta da Alice.

FINE SETTIMO CAPITOLO

*Yankee è il termine con cui vengono definiti dai giapponesi i teppisti.

NOTE: nel prossimo capitolo ci sarà un nuovo personaggio maschile di una certa rilevanza, ma io e la mia disegnatrice (quella con cui cercherò di fare anche il fumetto di Alice in Wonderland) non siamo riuscite a trovargli un nome decente! VI PREGO AIUTATECI VOI CHE SIAMO DISPERATEEEEEEEEEEEE!!!!!!!!!!!!!! ToT

  
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