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Autore: NightOfTheHunter    12/04/2013    3 recensioni
Kate è una ragazza giovane e apparentemente normale che ha sulle sue spalle un peso enorme che tiene nascosto da mesi. Questo segreto la schiaccia sempre più e la porta dove una ragazza della sua età non dovrebbe mai arrivare. Con l'aiuto di un batterista, forse, riuscirà a guardare la vita con gli occhi di una sognatrice. In lui trova tutto l'amore e la forza che ha sempre desiderato.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Mi passo una mano fra i capelli e scendo velocemente le tre rampe di scale. La casa è davvero grande e Shannon ha voluto metterci proprio di tutto. È una villetta tutta bianca con un piccolo porticato sul davanti. È sviluppata in altezza più che in larghezza. Tutta la villa è recintata da un muro di pietra grigio abbastanza alto. Ci sono due cancelli sul davanti, uno per entrare normalmente a piedi ed uno per uscire la macchina. La casa è circondata dal verde su tre lati. Quel verde che Shannon ha rovinato con i suoi "giocattolini" come li chiamo io. Sulla destra della casa, nell'angolo, ha fatto impiantare un piccolo laghetto dove ci ha messo dei pesci colorati e tutt'intorno ci sono delle rocce, levigate apposta, che fungono da panchina. Fra una roccia e l'altra ha fatto impiantare delle querce che coprono il laghetto. Devo dire che forse é il posto che preferisco fra tutti, perché d'estate, si illumina e diventa magico grazie alle lucciole che volano sull'acqua. Certo, è un po' faticoso sedersi su quelle rocce e arrivare li perché ormai i rami delle querce e le foglie hanno creato una specie di tenda. Sulla destra del laghetto c'è il muro della recinzione ma, a sinistra, spostandosi di qualche metro, Shan, ha fatto costruire un quadrato in pietra con delle panchine, anch'esse in pietra, dove di solito accende il fuoco. Gli piaceva tanto l'idea di fare i falò, il fuoco e la tranquillità, cosi ha deciso di creare questo posto. Spostandoci ancora sulla sinistra, si arriva dietro la casa dove ci sono una piscina abbastanza grande a forma di L, un piccolo gazebo in legno con un tavolino e delle sedie, e un piccolo parco giochi. Tutto il prato del lato sinistro della casa è dedicato ai ragazzi. Ha fatto mettere degli scivoli, dei giochi per arrampicarsi, altalene e altri giochi. Ci hanno giocato tanto li vicino i miei figli, ma se devo essere sincera, più loro padre. Con la scusa del "lo faccio per i miei figli cosi si divertono e giocano" era sempre in giardino. «Dai, vieni a giocare Joseph» diceva mentre si dondolava sull'altalena o si arrampicava da qualche parte. «No, papà sto leggendo!» Diceva Joseph mentre reggeva un libro in mano seduto sull'erba. Non ho mai pensato che fosse un comportamento infantile o altro, semplicemente gli piacciono i parco giochi. Acquistammo questa casa quando aveva solo la struttura, tutto il resto, compresa la piscina, sono stati aggiunti da noi. «Voglio fare un parco giochi per i nostri figli!» Mi disse un giorno raccontandomi del proggetto. All'epoca vivevamo ancora nella vecchia casa. «Cosa? Ma poi cresceranno. Dai, é una follia» gli spiegai e lui mi guardò con una faccia da "lo so" «Non sono mai andato in parco giochi. Mamma era troppo indaffarata per portarci. Sarebbe bello averlo e vedere i nostri figli giocare e sorridere» a quelle parole non aggiunsi altro, gli lascia carta bianca su qualsiasi cosa. Voleva una casa da sogno, una casa da mtv, una casa che gli permettesse di fare di tutto. Ha speso davvero tantissimi soldi per questa casa e le varie aggiunte e lui é soddisfatto cosi. Si sente soddisfatto e vede che tutto il sacrificio é servito a qualcosa. Ultimamente ha fatto installare nell'angolo a sinistra, accanto al parco giochi, due vasche moderne con idromassaggio. Ha fatto mettere tutto intorno una siepe ed un cancello in modo che nessuno possa vedere quando qualcuno è nell'idromassaggio: facile capire il perché. È porcellino. Per quanto riguarda la casa, bisogna salire delle piccole scalette che portano all'ingresso e al piccolo porticato. Sotto al porticato abbiamo sistemato un salottino e un'amaca. Non appena si entra in casa c'è un piccolo corridoio, alla fine del quale, c'è una porta che da accesso al giardino e si trova difronte al parco giochi. Superato l'arco, a sinistra dell'entrata, ci si ritrova in salotto. Sulla destra c'è un televisore a schermo piatto, due portrone, un divano difronte ad esso, e uno stereo. Dalla parte opposta al salotto c'è una scala, sotto la quale Shan ha messo la famosa libreria piena di cd. Sulla sinistra del salotto, ad angolo, c'é un piccolo bagno, a forma di rettangolo, con doccia. Difronte al bagno c'è un piccolo corridoio. Sulla sinistra c'è l'accesso alla scala e sulla destra una porta che da su un'altra veranda grande dove, di solito, facciamo delle grigliate perché Shan ha fatto mettere un barbeque e un forno in pietra. Alla fine del piccolo corridoio c'é un arco che porta in cucina, o meglio, nella sala da pranzo. È una stanza rettangolare con un tavolo al centro e sulla destra dei banconi con sopra degli stipetti. Sul muro a sinistra vi è un altro arco che porta alla cucina. Nella sala da pranzo, Shan, ha fatto mettere anche un bancone piccolo da bar che non usa praticamente mai. La cucina é grandissima e senza isola. Ci sono banconi su tutt'e 4 le pareti, qualche stipetto, un fringo, 4 fuochi ad induzione, due forni e vari elettrodomestistici. Anche la lavastoviglie che Shan ha rotto più volte mettendoci di tutto. Non ho 2 figli, ma 3! Salendo le scale si arriva al piano dei ragazzi: due bagni, due camere da letto e un salotto con la tv, tutto per loro. Shan voleva fortemente un piano per i ragazzi, sopratutto un salotto dove potessero leggere, studiare o rilassarsi: ci sono 2 scrivanie e una grande libreria, un divano e una tv. Salendo ancora le scale si arriva al nostro piano. È identico a quello dei ragazzi: solo che abbiamo il bagno in camera e la stanza in più, che al piano di sotto corrisponde a quella di Joseph, é una piccola palestra. Abbiamo anche un'altro bagno che non usiamo praticamente mai. Difronte alle camere c'é un salottino dove Shan ha messo il famoso flipper dei Simpsons e le sue varie console collegate alla tv a schermo piatto. Salendo ancora le scale, l'ultimo piano, si arriva nella mansarda che é stata trasformata in un vero e proprio studio di registrazione e prove.
Entro in cucina e accendo i fornelli mettendo una padella su di essi. Sono ancora in pigiama e pantofole, indosso solo una vestaglia per coprirmi. Sento il campanello della porta cosi decido di abbassare il fuoco del fornello e corro ad aprire.
«Zia!» Un bambino mi salta addosso ed io lo prendo in braccio stringendolo a me.
«Ciao Leon!» Intreccia le braccina al mio collo ed io gli bacio la guancia. «Vieni Jay...entrate!» Jared mi sorride ed io mi avvio verso la cucina tenendo Leon in braccio mentre Jared chiude la porta d'ingresso.
«Buongiorno, sono pronti per la scuola?» Jared si siede attorno al tavolo ed io sistemo Leon accanto a lui sulla sedia.
«Shan sta lottando con Christine...oggi di non si vuole proprio alzare!» Noto che il bambino ci guarda per poi guardare verso la cucina. «Hai fame Leon?» Gli sorrido e gli accarezzo il visino. Leon è il figlio adottivo di Jared. Ha 8 anni ed è stato adottato quanto aveva poco più di un anno. Dopo il nostro matrimonio, sotto il nostro consiglio, Jared ha provato ad avere una storia con Emma. Sono stati insieme per 5 anni ma litigavano sempre. Dopo l'ennesima litigata si separarono per un mese, poi lei tornò chiedendo scusa. Fecero la pace e rimasero insieme per qualche altro mese, dopo arrivò il colpo di grazia. Una cosa che non mi sarei mai aspettata da Emma e che ha fatto chiudere a riccio Jared per dei mesi: la trovò a letto con un altro il giorno prima di San Valentino. Jared da allora non è stato più lo stesso. Per quasi 6 mesi non ha toccato la chitarra, si curava poco e non usciva di casa. Eravamo noi che andavamo a casa sua, Shan a volte lo aiutava a lavarsi ed io gli sistemavo la casa. Christine all'epoca aveva 8 anni e le dicemmo che lo zio non stava bene: non volevamo che lo vedesse in quelle condizioni. Per più di 6 mesi lei ci ha creduto ma poi ci ha detto «Mamma, lo zio è morto e non volete dirmelo?» A quelle parole Shan decise di portarla da Jared. Non appena la vide scoppio a piangere e la strinse a se per più di 10 minuti. Lei le disse «Credevo fossi morto zio, non mi vuoi più bene e mi eviti?» Jared continuò a piangere e le raccontò tutto dicendole che la zia non amava più lo zio. Dopo quel giorno, Jared, si é ripreso. Due anni dopo decise di adottare Leon per colmare un po' quel vuoto e non sentirsi solo. È cambiato, non è più come una volta, o meglio, solo con le donne. Per lui, ormai, é solo sesso e non prova neanche a cercare un'altra ragazza: non si fida. Già non si fidava prima ed aveva paura, dopo Emma, ancora di più. Vorrei tanto dirgli di provare, di aprirsi un po', ma mi sento in colpa perchè fui io a costringerlo a provare con Emma.
Il bambino mi guarda e fa spallucce. Io ridacchio e gli scompiglio i capelli. Leon è un bambino meraviglioso e tanto dolce. È mulatto con gli occhi verdi tendendi al blu: un colore davvero strano. Ha i capelli castano chiaro, corti, con tanti piccoli ricciolini.
«Papà ha cucinato i pancakes, vero mostriciattolo?» Jared sorride orgoglioso mentre Leon fa una faccia schifata. Mi piego un po' sul tavolo con il busto e poso le mani su.
«E dimmi, amore di zia, com'erano?» Jared lo guarda e aspetta l'opinione di suo figlio il quale ci pensa un po' su.
«Zia, lascia stare...» Scoppio a ridere e Jared sgrana gli occhi. «Erano vegani e bruciati!» Jared ridacchia ed annuisce come se fosse una cosa positiva. «Io non sono vegano, papy!» Jared lo prende in braccio e lo posiziona sulle sue gambe stringendolo a se mentre lo riempie di baci. «Uffi, papy!» Scoppio a ridere e vado in cucina.
«Uova e bacon, Leon? Vanno bene?» Urlo un po' ed apro il frigo.
«Zia, non voglio disturbarti...va bene tutto» sorrido commossa e prendo il bacon e le uova. Quel bimbo è di una dolcezza e umanità che lo rendono speciale. Quale bambino di 8 anni ti dice che non vuole disturbarti per la colazione? è davvero speciale. È tanto umile e ha quel qualcosa in più che solo con gli anni e la vecchiaia si acquisisce.
«Zio!» Sento urlare Christine e mi affaccio in sala da pranzo mentre il bacon e le uova stanno cuocendo nella padella.
«Piccola!» Jared l'abbraccia e la stringe a se accarezzandole i capelli.
«Bhe tanto piccola non sono, zio» ridacchia e si stacca dall'abbraccio. In effetti, è poco più bassa di Jared. «Leon!» Fa il giro del tavolo e prende in braccio il suo cuginetto. Christine é cosi: molto affettuosa. È cosi praticamente tutte le mattine, sembra che non gli vedesse da anni.
«Bhe lo so, hai 15 anni...io all'età tua già lavoravo!» Jared alza le sopracciglia e si passa una mano sui capelli che porta ancora un po' lunghi. Christine e Leon lo ingrorano e giocano facendosi facce buffe.
«Sei il mio gnomo preferito, Leon!» Christine lo stringe a se e gli riempie la guancia di bacetti. Jared gli osserva quasi commosso e sorride come un ebete.
«Chris, e zio dove lo metti?» Scoppio a ridere e torno in cucina quando sento le parole di Leon. So perfettamente che si riferiva a Shannon perché Christine, di tanto in tanto, gli dice "sei cosi piccolo, morbido e dolce, papà!". È una ragazza particolare e davvero tanto simpatica: ha preso tutto da Shannon.
Ci sendiamo tutti a tavola e sistemo le uova e il bacon nei piatti: anche Shannon e Joseph ci hanno ragiunti.
«Chris, il cellulare...siamo a tavola» la riprende dolcemente Shannon mentre nostra figlia digita velocemente un messaggio sulla tastiera del suo cellulare.
«Lo so papà, scusami...» Sorride allo schermo tutta felice e attende la risposta.
«Qualche ragazzetto?» Shannon prende un pezzettino di uovo e lo porta alla bocca. Tutti la guardiamo e aspettiamo la risposta.
«Joseph, amore, vai a prendere lo zainetto e mostra a Leon il nuovo giocattolo che ti ha comprato papà» do un bacio sulla testa e mio figlio e con una scusa gli mando al piano di sopra. Joseph e Christine sono fratello e sorella, e come tutti, bisticciano ogni tanto. So che Chris, in questo momento, vuole parlarci e Joseph la prende in giro per qualsiasi cosa. A volte Christine si vendica e cosi non la smettono più. I due bambini si alzano e corrono di sopra.
«Non correte!» Urlo un po' e Christine mi sorride.
«Grazie, mamma!» Faccio un cenno con la testa e mi alzo per sparecchiare. «Ecco...si, è un ragazzo!» Christine diventa rossa in viso e abbassa la testa chiudendosi nelle spalle.
«Amore, mi serve della frutta!» Mi urla un po' Shannon mentre io sono in cucina e sistemo i piatti nella lavastoviglie.
«Papà! Non sono mica Joseph! Non serve...» Christine scoppia a ridere e torno anch'io in cucina ridendo.
«Sei giovane per un ragazzo...o no?» Jared è sempre attento a tutto e le da anche lui dei consigli, come fosse un secondo padre: a volte è più severo di Shan.
«Non lo so, zio...» Christine arrossisce di nuovo e un leggero sorriso si fa largo sulla sua faccia.
«Lo conosciamo almeno? Sappiamo dove abita?» Shannon allunga la mano con il palmo rivolto verso l'alto, posando il dorso sul tavolo, e Christine posa la sua mano su quella di suo padre.
«Papà...è un bravo ragazzo...» Chris alza la testa e guarda Shannon negli occhi. Io rimango in disparte dietro Shan e ascolto con attenzione. Mi sono già fatta un'idea su chi possa essere, in questo, Christine mi parlò già di lui.
«Amore di papà, fai decidere a me se lo è...per te un motociclista alcolizzato pieno di tatuaggi può essere un bravo ragazzo, magari non lo è...ma lo vedi, com'è che dite voi giovani? Ah si figo...ti sembra figo e quindi bravo» Jared annuisce alle parole di Shan e alza il pollice in segno di approvazione.
«Papà...è Anthony Milicevic!» Noto che Shannon raddrizza la schiena e si pietrifica. Cerco di contenermi quando in realtà vorrei ridere. Anthony e Chris sono cresciuti insieme, frequentano la stessa scuola e studiano sempre insieme: sono due ottimi migliori amici.
«Un Milicevic? Oh, un Milicevic!» Urla Jared e sospira mettendosi la mano sul cuore. Shannon lo fulmina con lo sguardo.
«Credevo foste amici, amore...» Shannon si gira un attiamo a guardarmi ed io gli sorrido. Dopo la nascita di Anthony, esattamente 3 anni dopo, i Milicevic hanno avuto due splendide gemelle: Katy e Ivana.
«E lo siamo, papà...lui mi piace e non sa niente...è una cosa che mi porto dento. Ma io non gli piaccio...» Vedo la fronte di Shannon arricciarsi. La sua mano si allunga e accarezza il viso di sua figlia.
«Perché dici cosi, amore? Sei bellissima! Guardati!» Jared sorride e annuisce alzando i pollici. Io ridacchio e mi copro la bocca con la mano.
«Ma papà...sei mio padre...e credo che sia...emmh...» Chris si guarda intorno e diventa rossa mentre si gratta la nuca.
«Gay!» Urla Jared sbattendo la mano sul tavolo. «Bhe era presto per un ragazzo!» Intreccia le mani al petto e tutti lo fulminiamo con lo sguardo.
«Amore...sai, non esiste solo l'amore fra una donna e un uomo...e...» Christine alza le braccia come per fermarlo e si alza spingendo la sedia indietro.
«Papà! Zio Matt e zio Simon sono omesessuali! Lo so che ci sono tanti tipi di amore!» Si alza ma suo padre la blocca afferrandole il polso. «Papà...faccio tardi a scuola!» Shannon le lascia il polso e si alza per mettersi davanti a lei e guardarla.
«Diglielo...se lo ami, diglielo. Non avere paura dei tuoi sentimenti, amore. Mai! Lui ti spiegherà tutto se è gay o no...magari non lo è ed è solo timido» Christine getta le braccia intorno al collo di suo padre e lo stringe forte. Shannon fa una faccia sorpresa quando riceve quell'abbraccio e le accarezza la schiena.
«Vado a prepararmi ora, papà» gli stampa un sonoro bacio sulla guancia e scappa al piano di sopra correndo.
 
Salutiamo Jared mentre va via con l'auto e porta i ragazzi a scuola. Chiudo la porta e guardo Shan che è accanto a me.
«Pensi che glielo dirà?» mi rivolgo a Shan e sorrido leggermente pensando che la mia bambina che ormai è diventata grande e ha già i primi problemi con il sesso opposto. Mi confidò questa cosa un paio di settimane fa ma voleva mettere anche al corrente Shannon dato che è un uomo: pensava che potesse capire di più la mente di Anthony. Io penso che siano amici da tanto e lui abbia paura di rovinare tutto: non penso sia gay.
«No. Non glielo dirà mai. Farà lui il primo passo...andiamo, non è gay!» Faccio spallucce e mi avvio verso la sala da pranzo. «Dove vai?» Mi segue mentre io entro nella stanza e inizio a ripulire il tavolo dove prima avevamo fatto colazione.
«Faccio le pulizie, no? Tu non devi lavorare?» Di solito Shannon lavora all'ultimo piano della casa, nello studio, fino all'ora di pranzo. Jared di solito viene qui dopo aver accompagnato i ragazzi, ma oggi rimane a scuola con Leon per la giornata del papà. Si notava che era teso e stranamente silenzioso: ripeteva mentalmente la sua presentazione, forse. Shannon ci è passato, ha affrontato ben due giornate dei papà. Ricordo ancora la prima volta, quando accompagnò Christine, era tutto agitato e sudava freddo.  
«È presto...» Posa le mani sui miei fianchi mentre continuo a sparecchiare. «Avevo un'idea...» Poso i piatti, davanti a me, sul tavolo e rimango voltata.
«Che tipo di idea?» La sua mano mi sposta i capelli a sinistra e la sua bocca inizia a baciarmi il collo dal lato destro.
«Ah, questa idea!» Mi volto per guardarlo, sposto lentamente i piatti al centro del tavolo e mi siedo su.
«Sono vecchio per il tavolo, amore» si morde il labbro e afferra la cinta della mia vestaglia. Alza la testa e mi guarda negli occhi mentre io arrossisco. Dopo anni e anni non mi sono abituata ancora al suo sguardo penetrante.
«Va bene...allora niente!» Alzo le sopracciglia e scendo dal tavolo fingendomi offesa. «Allora...io vado al piano di sopra...per...rifare il letto, si...5 minuti e vieni a vedere com'è bello e sono brava?» Lo guardo e mi mordo il labbro mentre ondeggio sulle gambe. Lui scoppia a ridere e si lecca le labbra mentre annuisce. Faccio una piccola corsetta e salgo i due piani dirigendomi in camera. 'E ora? Che faccio?!' Mi passo le mani fra i capelli e apro il cassetto dell'intimo. Prendo le prime due cose che mi capitano sotto mano e corro in bagno. Mi spoglio davanti allo specchio mentre rido come un'ebete. Quella Kate di 16 anni fa non c'è più, è morta. Shannon mi ha insegnato che il mio riflesso non è un nemico, anzi. Dopo la nascita di Christine, per paura che mi vedessi grassa, mi faceva mettere davanti allo specchio e insieme facevamo delle boccacce. Sorrido e scuoto la testa. Afferro le mutandine e le indosso. 'Da quando ho degli slip di pizzo nero a perizoma?' Alzo il sopracciglio e sbatto le palpebre velocemente. 'Ah si!' Shannon mi ha regalato questo completino qualche San Valentino fa ed io non l'ho mai messo perché mi vergogno.
«Che bel letto...sfatto, amore!» Urla Shannon entrando in camera mentre io sono chiusa in camera. 'Cazzo! Non posso più cambiarmi!' Infilo anche il reggiseno coordinato agli slip e la camiciola che va da sopra. 'Ma porco cazzo! Un babydoll...io?' Mi guardo allo specchio e scoppio a ridere. Sento che anche Shannon ride, come al suo solito, rumorosamente. Mi pettino velocemente i cepelli, stando a testa in giu, e poi rialzo la testa. Ammicco allo specchio alzando e abbassando velocemente le sopracciglia. Poso la mano sulla maniglia della porta e faccio un bel respirone.
«Shan, non ridere!» Abbasso la maniglia e aspetto ancora prima di aprire la porta.
«Perché dovrei ridere, amore?» Apro la porta e aspetto sulla soglia della camera. «Porca...tr...quello!» Ridacchio e abbasso la testa diventando rossa. Lui si avvicina a me, afferra la mia mano e mi porta al centro della stanza.
«È quello che mi hai regalato a San Valentino...qualche anno fa...» Sorrido e lui si avvicina ancora di più a me. Mi bacia sulle labbra mentre mi accarezza la schiena.
«Ti sta da Dio!» Afferro il suo viso fra le mie mani e premo le mie labbra sulle sue. Lui mi accarezza il sedere e gioca con il lembo delle mutandine. Gli faccio piegare la testa a destra e inizio a leccare il suo collo mentre con le mani gli accarezzo il petto da sotto la maglia. Le sue mani vagano sulla mia pancia alla ricerca del laccetto, che slaccia lentamente, per poi togliermi la parte superiore del babydoll: rimango in intimo. Afferro il lembi della sua maglia e la sfilo via lentamente gettandola sul pavimento. Abbasso la testa e gli fisso il petto. Glielo accarezzo più volte mentre struscio leggermente il naso fra la peluria inspirando il suo odore. Risalgo e gli bacio le spalle e le clavicole mentre lui rimane immobile davanti a me: mi lascia fare. Infilo le mani fra i suoi capelli e lo bacio di nuovo infilandogli la lingua in bocca. Le nostre lingue giocano e le sue mani mi accerezzano le cosce. Mi stacco, contro voglia, dalle sue labbra e scendo lentamente sul petto, glielo bacio e lecco. Mi concentro sui capezzoli che succhio e lecco. Lui geme ed inizia ad ansimare lentamente mentre la mia lingua tormenta i capezzoli. La sua testa si rovescia all'indietro mentre le mie labbra scendono sulla sua pancia. Mi piego sulla ginocchia inginocchiandomi mentre gli bacio e lecco l'ombelico. Abbassa la testa e mi guarda mentre infila le mani fra i miei capelli. Negli anni sono sempre rimasti cosi di lunghezza, a volte però, gli spuntavo. Slaccio il fiocco, che permette ai pantalone della tuta di rimanere su, mentre lo guardo dritto negli occhi. I pantaloni cadono velocemente ai suoi piedi ed io gli sorrido maliziosamente mentre gli accarezzo le cosce. I suoi occhi ardono di passione e sono impazienti: sa già quello che ho intenzione di fare. Si abbassa velocemente con il busto e si fila la tuta e i calzini. Lo aspetto mentre lo guardo e mi mordo il labbro. Non appena finisce, riaddrizzo la schiena e mi avvicino al suo sesso. Mi accarezza la testa ed io, in risposta, gli accarezzo il membro da sopra i boxer. Lui rovescia di nuovo la testa all'indietro e deglutisce rumorosamente. Poso le mie labbra poco sopra l'elestico degli slip e lo bacio più volte. Infilo i pollici nell'orlo dei boxer e gli abbasso lentemente sfilandoglieli. Il suo respiro accellera quando la mia bocca dalla pancia inizia a scendere. Le sue cosce si contraggono mostrandomi il muscolo ben definito. Gli bacio gli addominali bassi per poi tirare un piccolo morso sulla pancetta. Amo ritardare questi piccoli momenti per farlo impazzire. Afferro nella mano destra il suo membro, lui alza un attimo la testa, si morde il labbro e la rovescia indietro. Inizio lentamente a muovere la mano lungo l'asta del suo membro. Ansima lentamente, cosi decido di avvicinare la bocca e inizio a leccare la punta del suo membro con la lingua. La sua pancia si contrae mostrandomi gli addominali. Decido di infilarmi tutto il suo sesso in bocca per poi posare le mani sui suoi fianchi. Lentamente la mia testa acquista un po' di ritmo muovendosi avanti e dietro. Il suo ansimare diventa più udibile e i suoi gemiti gli si strozzano in gola per poi uscire bassi e graffianti. Amo sentirlo mentre gode. Le mie labbra si stringono intorno alla sua asta e le mie unghie gli graffiano leggermente i fianchi e i glutei.  Un gemito, forte e rumoroso, mi fa fermare e alzare la testa: é al limite e non ce la fa più. Abbassa la testa per guardarmi e me l'accarezza facendomi alzare. Afferra il mio viso fra le sue mani e mi bacia con passione infilandomi la lingua in bocca. La esplora per poi staccarsi e guardami negli occhi. Mi spinge dolcemente a sinistra ed io ricado sul letto sdraiandomi. Si posiziona su di me ed io inizio ad indietreggiare sul letto, aiutandomi con i gomiti, mentre lui gattona su di me. Mi sdraio e lui si mette a cavalcioni su di me. Inclina la schiena verso di me e mi bacia il collo mentre lentamente riesce a sfilarmi il reggiseno. Lo lancia alla fine del letto, facendolo cadere per terra, mi sorride e mi bacia sulle labbra. Inizia a scendere lentamente tracciando un percorso di baci: bocca, mascella, collo e seno. Si ferma su quest'ultimo e ricambia la mia tortura che gli ho fatto alcuni minuti prima. Accarezza il seno lentamente, graffiandomi leggermente con i calli delle mani, e si piega per baciarlo e succhiarlo. Continua a scendere e arriva sulla pancia: l'accarezza e la lecca. Alzo la testa e noto che mi bacia, da una parte all'altra, la cicatrice del parto cesareo di Joseph. Anche con lui non è stato un parto facile poiché aveva tre giri di cordone ombelicale intorno al collo. Sbuffo brevemente e riposo la testa sul cuscino.
«Non è brutta...ed é una cicatrice di cui devi essere fiera. Joseph è meraviglioso» gli accarezzo la testa e sorrido ma lui non riesce a vedermi. Continua a baciarmi e lentamente mi sfila le mutandine. Mi bacia e accarezza contemporaneamente le mie cosce fino ad arrivare al mio sesso. Sento la sua lingua strusciare sulle e fra le mie grandi labbra. Involontariamente inarco il bacino e lo avvicino ancora di più alla sua bocca. Chiudo gli occhi e mi lascio trasportare da quella magnifica sensazione e dai brividi che mi provococa. Sento le sue dita entrare lentamente dentro di me. I miei piedi si flettono facendo le punte mentre la sua lingua si sincronizza, alle dita, sul mio clitoride. La punta della sua lingua stuzzica velocemente il mio clitoride provocandomi delle piccole contrazioni nel ventre. Inizio ad ansimare velocemente e infilo le mani nei sui capelli. Il suo ritmo aumenta e involontariamente inizio a chiudere le gambe. Lui lo avverte e inizia a salire verso la mia bocca. Mi bacia ancora una volta con passione mentre si sdraia lentamente su di me. Mi accarezza la coscia e la porta sul suo fianco destro. Lentamente entra dentro di me per poi fermarsi. Rovescio la testa indietro e mi lascio mordicchiare il mento e il collo mentre acquista il ritmo dentro di me. Allungo le mani sulla sua schiena e gliela accarezzo mentre posa le sue mani ai lati della mia testa e si tira su con il busto. Rimane con le mani impuntate nel materasso mentre aumenta ancora una volta il ritmo delle spinte. Mi guarda e si piega per baciarmi sulla bocca. La sua schiena si contrae per la posizione e lo sforzo, facendomi sentire tutti i muscoli sotto i polpastrelli. Alzo la schiena dal letto e lo spingo sulla mia destra facendolo sdraiare sotto di me. Mi sistemo a cavalcioni, con il busto dritto, e inizio lentamente a fare su e giù con il corpo sulla sua erezione. Poso le mani sul suo petto e rovescio la testa indietro aumentando il ritmo. Le sue mani vagano sul mio corpo accarezzandomi la schiena, il seno e le cosce. Ansimiamo insieme ed io mi piego per zittirlo con un bacio. Gli accarezzo la testa infilando le mani fra i suoi capelli mentre il mio bacino continua con il suo movimento. Scendo dal suo corpo e mi posiziono sul letto mettendomi su un fianco, lui mi raggiunge e si sistema dietro di me. Mi cinge la vita con il braccio da dietro e mi stringe a se. Sposto il mio corpo in obliquo per facilitargli l'entrata. Mi bacia la nuca e la spalla mente entra lentamente, di nuovo, dentro di me. Poso la nuca sulla sua spalla e la sua mano si sposta sul mio fianco, lo afferra saldamente senza farmi male, e riprende a muoversi. Le sue spinte, questa volta, si fanno più profonde e potenti. Mi morde la spalle e, a volte l'orecchio, mentre la sua mano mi accarezza la coscia per poi salire sul mio sesso. Accarezza brevemente il mio pube, avvicina il dito medio alla sua bocca, se lo succhia, e scende dinuovo sul mio clitoride. Lo tormenta deliziosamente mentre inizio a perdermi fra le sue spinte. Ansimiamo all'unisono e lui alterna qualche gemito misto ad un ringhio. Raggiungo l'apice del piacere: la mia vagina si contrae insieme al mio ventre, involontariamente, e il mio cuore sembra volere uscire dalla cassa toracica. Porta dinuovo la mano sul mio fianco, lo afferra e con un paio di spinte decise raggiunge anche lui l'orgasmo. Un liquido caldo mi riempie ed istintivamente chiudo le gambe. Mi volto verso di lui e lo stringo a me. Alza il lenzuolo sul nostro corpo e mi guarda mentre io poso la testa sul suo petto. Il suo cuore batte velocemente e istintivamente gli accarezzo il petto come per calmarlo.
«A cosa pensi?» Gli chiedo e alzo la testa per guardarlo negli occhi. Ha il ciuffo appiccicato alla fronte per il sudore e lo sforzo di qualche minuto prima.
«Che ti amo da morire da 16 anni!»

ore 2:15 pm
I ragazzi sono appena tornati a casa ed io sto rifacendo il letto. Mi sono dedicata a tutta la casa, stamattina, mentre Shan lavorava in studio. Ho riordinato la camera dei ragazzi, la cucina, i 3 salotti e curato un pò il giardino. La casa è molto grande e c'è sempre qualcosa da fare. Sistemo i due cuscini nelle federe e sento una persona che sale velocemente le scale per poi aprire la porta.
«Mamma!» mi volto di scatto e mi ritrovo Christine fra le braccia che mi stringe. Le accarezzo la testa e la guardo un attimo sconvolta.
«Amore, che succede?» lei sorride e mi abbraccia di nuovo con gli occhi lucidi.
«Non è gay...mi ha baciata!» porto le mani davanti alla bocca e la stringo forte fra le mie braccia. Sapevo quanto lei ci tenesse a lui e quanto ci ha sofferto per questo dubbio. So anche che era il suo primo bacio e che lui è un ragazzo fantastico.
«Oh Chris! Sono cosi felice per te...emmh aspetta a dirlo a tuo padre, va bene? trova il momento giusto» lei annuisce e ridacchia.
«Ah, mamma...» sfila la tracolla dal suo corpo e la posa sul letto: la apre e ci guarda dentro. «Un uomo...oggi a scuola...» continua a frugare nella tracola. «Mi ha dato questo per te...ha detto "dallo alla mamma"» estrae uno strano oggetto rettangolare dalla tracolla e me lo passa.
«Un uomo? Jared dov'era, amore?» riconosco subito l'oggetto fra le mie mani ma cerco di controllarmi per non ricevere una raffica di domande da Chris.
«Si si, alto...aveva un cappello ed era vesito sportivo. Lo zio ha fatto ritardo perché Lion si è sentito male in macchina...» Annuisco e i miei occhi non si spostano da quell'oggetto. «è tutto ok, mamma?» alzo la testa e cerco di sfoderare uno dei miei sorrisi convincenti e rassicuranti tipici di una madre.
«Certo amore! E' un amico di famiglia. Ti ha solo dato quest'oggetto e detto di darlo a me?» Afferro la tracolla dal letto e gliela passo.
«Si, mamma!» Lei sorride. Leggo innocenza nel suo sorriso e nei suoi occhi: non sa cosa sta succedendo e probabilmente non lo saprà mai.
«Va bene amore. E' solo un amico. Vai a lavarti che fra 5 minuti si pranza!» Le sorrido e le scompiglio i capelli. Lei sbuffa e va via saltellando. 
Corro a chiudere la porta a chiave e mi volto posando la schina sulla porta e inizio a scendere verso il basso, fino a sedermi a terra. Ho fra le mani una vecchia custodia di un dvd. La apro lentamente e noto che dentro c'è un bigliettino scritto a mano con una scrittura poco comprensibile. "Alle 7 di questa sera sono a casa tua. So dove abitate e chi sono i tuoi figli. Non chiamare la polizia" . Il mio cuore perde di qualche battito. I miei occhi diventano lucidi e non riesco a contenere le lacrime. Fisso il bigliettino e lo rileggo più volte mentalmente. Cerco di tranquillizzarmi ma è tutto inutile. "so dove abitate e chi sono i tuoi figli" ripeto sotto voce. Il mio stomaco si contrae e la testa mi gira al solo pensiero di quell'uomo.
«Sam...»
   
 
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