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Autore: Forbidden Colors    12/04/2013    7 recensioni
Reira,una giovane ragazza in cerca di vendetta.
Reira,pronta a tutto pur di ottenerla,anche di uccidere Ziva David.
Ma è veramente l'unica a cercare giustizia? E soprattutto cosa vuole dai David?
Una storia scritta di getto su Ncis e su Tony/Ziva. Spero vi piaccia :)
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anthony DiNozzo, Un po' tutti, Ziva David
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6:Sentimenti Contrastanti
Parte Seconda


Tony non poté parlare con Ziva per tutto il resto della giornata.
Nonostante la stanchezza,non si fermarono neanche un secondo,tanto era il lavoro da fare.
Di Reira gli agenti avevano perso le tracce subito dopo essere entrati nell'appartamento.
Tuttavia l'avviso era stato diramato ormai ovunque e tutti collaboravano con l'Ncis per trovarla.
A metà pomeriggio Ziva decise di tornare giù da Abby per chiederle come stava procedendo la sua analisi.
La trovò intenta a parlare con il suo ippopotamo di peluche.
"Hei Abby"
"Ziva,Ziva,Zivaaaa!! Che bello oggi sei passata a trovarmi ben due volte"
"Sono solo venuta a chiederti come procede"
"No,non è vero. Tu vuoi semplicemente vedere le foto,vero?"

Ziva stava seriamente cercando di capire come mai non era più in grado di mentire come una volta..ma sì in effetti era vero,voleva toccare con mano le foto trovate nell'abitazione della ragazza e Abby lo sapeva sin dall'inizio.

Ah le amiche.
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Entro' nel bagno delle donne. Fortunatamente era vuoto.
Abby le aveva dato il permesso di guardarle per pochi minuti usando i guanti per non danneggiarle ulteriormente e anche perché dovevano ancora essere analizzate.
In quell'istante il suo cuore aveva accelerato i battiti impercettibilmente ma abbastanza da renderla nervosa. Erano foto della sua vita e rigirare il coltello nella piaga,facendole tornare alla mente una marea di ricordi,certo non la aiutava.
Aprì la busta.
La prima foto raffigurava due ragazze davanti alla Basilica di Santa Sofia a Istanbul.Probabilmente,visti gli zainetti,in gita scolastica.
Ziva sorrise.
Stimo che l'età fosse circa sui tredici anni ma la cosa che la colpì di più fu che una era vestita tutta di verde e l'altra di viola.
Anche se era sfocata,riconobbe Reira dai capelli marroni.
Proprio poco tempo prima McGee le aveva mostrato una sua immagine.Gli occhi di Reira trasmettevano a Ziva un senso di tristezza indescrivibile.
La seconda foto invece fu decisamente quella che si aspettava di vedere:lei stessa abbracciata a Eli durante la cena tra alcuni capi di Stato e gli uomini più di spicco del Mossad.
Le fece ribrezzo pensare a quante cose ancora suo padre le nascondeva.
La terza e ultima foto di quelle tenute da Abby le lacerò il cuore.
Lei,Ari e Tali durante la festa di compleanno del loro migliore amico..
Eravamo così sorridenti all'epoca..prima che l'inferno incominciasse..prima che venissimo addestrati a combatterlo,l'inferno.
"Ziva? Tutto bene?"
Era Tony.
"Lo so che sei lì,ti ho cercata dappertutto....Ci sono novità"
Il tono con cui aveva pronunciato le ultime tre parole le fece venire voglia di rimanere chiusa nel bagno per sempre.
"Si,Tony,arrivo"
Rimise le foto nella busta e aprì la porta.
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Tony la stava aspettando vicino alla porta
"Hei" le si avvicinò
"Sicura che sia tutto a posto?"-le domandò arruffandole i capelli come al suo solito
"Certo"-Ziva sfornò il sorriso più decente che potesse trovare e,mentre salivano le scale per raggiungere Gibbs,lo richiamo'
"Eh Tony..io volevo ringraziarti per tutto.."
Lui si mise a ridere
"Non devi neanche dirlo Mossad e poi dobbiamo ancora subìre la furia devastatrice del capo! Ieri sera quando è tornato a casa stavamo dormendo. Credimi dopo averci visti così ci sgriderà talmente tanto che non vorrai più vedermi per mesi"
Ziva arrossì di colpo. Si ricordava solo di essersi addormentata mentre Tony le raccontava la trama del Padrino,nient'altro..
"Hei aspetta Tony! Aspetta! Ma cosa è successo dopo che mi sono addormentata?"
Ma Tony adorava farla arrabbiare. Fin troppo.
Accelerò per non risponderle fino a raggiungere lo squad room.
"Tony fermati o ti uccido con il mio coltello nuovo!"-Più Ziva urlava più arrossiva. Anche se dentro di lei immaginava che non fosse successo nulla,non riusciva proprio a capire come facesse a prenderla sempre alla sprovvista.
Lo raggiunse e lo afferrò per la manica.
Ma proprio quando stava riuscendo ad ottenere la sua attenzione arrivò Gibbs.
E non aveva una bella faccia.
"Problemi capo?"-chiese Tony,muovendo nel frattempo la manica del cappotto e cercando di far staccare Ziva.
"L'attentatore è un uomo. Non è Reira. Quindi o abbiamo a che fare con due grossi problemi senza alcun collegamento tra loro o potrebbe essere un complice della ragazza."
Tony sbianco'.
Ziva,come sempre,riuscì a mantenere la calma. Parlò per prima
"Reira agisce da sola. Ne sono sicura."
Gibbs la fissò con uno dei suoi soliti sguardi penetranti ma non disse nulla,si fidava e sapeva in fondo che Ziva aveva ragione.
"E ora che facciamo?"
"DiNozzo! Voglio che tu aiuti McGee a rintracciare quest'uomo,anche Abby sta lavorando con lui. Per questa notte penso sia più prudente che Ziva dorma qua e che chi debba uscire lo faccia chiedendo il permesso al direttore e non con meno di due agenti di scorta! Riferiscilo anche a Ducky e Palmer! Che non osino fare un passo senza l'assenso di Vance. Non voglio problemi."
Ziva più che mai si sentiva frustrata. Erano tutti in pericolo per colpa sua e stava diventando tutto più complicato. Era da giorni che non dormiva e ora sarebbe dovuta rimanere in ufficio pure la notte.
Sospiro'. "Gibbs te dove vai?"
"A casa mia. Voglio essere sicuro che sia tutto apposto."

"Posso venire?"
Appena Ziva lo chiese,Tony di scatto ripose con un "No!" secco
Gibbs prima lo fulminò con un'occhiata poi tornò a ignorarlo
"Perché vorresti venire con me David?"
"Perché Gibbs è da un giorno intero che non mi cambio,voglio prendere alcuni vestiti e darmi una veloce rinfrescata."
"Posso andare io Ziva,non c'è bisogno che ti muovi"-Tony non accennava a mollare.
"Basta che mi fai una lista e.."
Tony sbuffò. Non lo stavano nemmeno ascoltando!
Ziva era tutta intenta a chiudersi il cappotto mentre Gibbs si stava già dirigendo verso l'ascensore.
"Muoviti David,fra un ora dobbiamo essere di ritorno".
Ziva corse per raggiungere il capo lanciando solo un'ultima occhiata a Tony per cercare di tranquilizzarlo.
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Il cielo era limpido e l'aria ancora più fredda di quando lei,McGee e gli altri erano usciti per passare una serata tra amici. Già. Una normale serata tra amici.
Il viaggio fu veloce e piacevole.
Ziva amava il carattere di Gibbs,nonostante le tante domande lasciate in sospeso,non aprì bocca;continuò a guidare senza neanche mai voltarsi verso di lei.
Sapeva che in realtà era preoccupato..solo che il grande Leroy Jethro Gibbs non lascia mai trasparire le sue emozioni.
C'era un fitto legame instauratosi tra loro,come un filo rosso,che li teneva uniti dal rispetto reciproco e da una fiducia estrema e Ziva lo sapeva,lo sentiva..lentamente Gibbs stava prendendo il posto di Eli,stava diventando il padre che desiderava da tempo e che non aveva mai avuto.
Erano arrivati.
La macchina emise un ultimo rumorio prima di spegnersi totalmente lasciando i due agenti nel silenzio più completo.
Appena Ziva chiuse la portella però si rese conto che le cose non andavano. Era tutto troppo tranquillo.
D'accordo,Gibbs non era quello che si potesse definire il vicino migliore di sempre ma il pericolo era tangibile. Non era l'unica ad averlo notato.
Gibbs estrasse la pistola. Lei fece lo stesso.
Corsero sempre più velocemente verso la porta di casa e,con enorme sorpresa,trovarono Michael e Sam stesi a terra.
Gibbs tastò il battito e le disse che erano solo svenuti.
Ziva si sentì sollevata.
Ma la rabbia si stava sempre più impossessando del suo corpo,una rabbia che,unità al senso di colpa provato per non aver obbligato i due a tornare a casa quando lei era andata via con McGee,diventava sempre più pericolosa.
Si divisero:Gibbs salì ai piani superiori mentre lei perlustrò la cucina.
Era vuota. Niente era fuori posto.
Ziva uscì in giardino,stava per urlare al capo che era tutto a posto,quando sentì dei passi dietro di lei.
Fu questione di secondi:si girò di scatto,appena in tempo per evitare la pallottola e,con un calcio,colpì il braccio dell'aggressore facendogli perdere di mano la pistola.
Si avventò su di lui ma non riuscì a bloccarlo. Era veloce. Ziva non fece in tempo a difendersi:un pugno le arrivò dritto sulla faccia,talmente forte da farla indietreggiare.
Rimase stupita dalla bravura dell'uomo ma cinque anni nel Mossad erano decisamente serviti a qualcosa.
Si alzò come un fulmine,tirò fuori la sua pistola e proprio quando stava per ucciderlo con un colpo unico,secco,dritto al cuore,l'uomo si fece vedere in faccia.
Ziva si paralizzo'.
L'unico suono che,in quella gelida notte,fu emesso dalla sua bocca fu il nome di Gibbs.
Un richiamo,una richiesta di aiuto.
O forse semplicemente il nome di una delle poche persone capaci di non farla sprofondare nel buio più profondo.


Angolo dell'autrice
La bella notizia è che finalmente sono riuscita ad aggiornare.
La cattiva è che sto di nuovo male (maledetta ricadutaaaa) e quindi non parto.
Non ho molto da fare ergo aggiornerò presto.
Nel frattempo spero vi sia piaciuto questo capitolo,lasciatemi come sempre un pò di recensioni :)
@Meggie: Dolce,dolce,dolce vendetta muahahah <3
@tutte quelle che recensiscono sempre:Grazie ragazze,vi adoro!!!!
Bacioni
Ale

P.s. Chasing Ghosts è stato perfetto come episodio di apertura dell'arco finale..ora ci aspetta Berlin e...tanto altro :)

 

  
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