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Autore: dragon_queen    12/04/2013    1 recensioni
[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Se anche un solo bambino crede in loro, i guardiani continueranno a combattere e a vincere. Ma se la stessa cosa valesse anche per Pitch? Se esistesse qualcuno che prova una paura talmente profonda da risvegliare l'Uomo Nero?
Se vi ho incuriosito, vi invito a leggere :)
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jack Frost, Nuovo personaggio, Pitch, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Chiedo immenso perdono per la lunga pausa, ma giuro che mi impegnerò da ora in avanti per aggiornare il più frequentemente possibile. Spero che chiunque abbia seguito fino ad ora la storia continuerà a farlo, magari anche facendomi sapere il suo parere. Un saluto. Grazie.
Marty





Dopo la loro accesa discussione, Jack aveva deciso di lasciare il palazzo di Nord per un po'. Se avesse incontrato Kim non avrebbe saputo cosa dirle, nonostante dentro di lui sentisse di aver terribilmente sbagliato.

Trasportato dal freddo vento dell'inverno, suo inseparabile compagno da quella notte in cui era divenuto guardiano, si accorse di essere giunto a Burgess solo quando si trovò a sorvolare l'alto campanile della chiesa.

Inconsciamente era tornato dove tutto aveva avuto inizio. Evitò di proposito le strade affollate di bambini, in quanto, per la prima volta in vita sua, non aveva voglia di intrattenersi con loro. Sentiva il bisogno di stare solo e trovò un luogo adatto per farlo.

Là c'era silenzio, nessuno lo avrebbe disturbato. Inoltre era il posto in cui avrebbe rincontrato il suo vecchio compagno, il bambino ormai adulto che aveva continuato a tenere accesa la scintilla di fede nei guardiani e quindi vivi i loro poteri.

Nonostante non sapesse dove cercare, trovò quasi subito ciò che gli interessava. Planò leggero come una piuma sulla terra smossa ricoperta da uno strato di neve, sedendosi a gambe incrociate, il suo inseparabile bastone ricurvo in grembo.

-Ciao Jamie...- sospirò, fissando la fredda e triste lastra di pietra sul quale era riportato il nome del suo vecchio amico.

Sorrise appena il guardiano dell'inverno, sentendosi improvvisamente stupido e infantile, in quanto sapeva benissimo che quello non gli avrebbe mai risposto. Ma qualcosa dentro di lui l'aveva spinto fino a quel luogo, un bisogno di certezze, di ritorno alle origini, di sentirsi nuovamente come quella notte in cui il bambino l'aveva visto per la prima volta, credendo in lui.

-Se solo sapessi in che guaio mi hai cacciato strappandomi quella promessa. Tua nipote è una tipa tosta, forse più testarda di me- disse ancora, continuando a sorridere, poggiando il peso al bastone.

-Ma nonostante mi abbia fatto arrabbiare con il suo rifiuto di aiutarci, non posso darle completamente torto. Io per primo, quando mi dissero che sarei divenuto un guardiano, non volli partecipare a quella buffonata. Ma poi qualcuno mi fece cambiare idea, aiutandomi a trovare il mio centro e far di me un protettore-

Una lacrima di ghiaccio scivolò sulla pallida guancia dell'albino, per poi cristallizzarsi ancora prima di toccare terra.

-Mi spiace non essermi più fatto vivo da quella notte, non aver potuto fare qualcosa perchè non te ne andassi. Sai, negli occhi di quella ragazza rivedo la tua stessa scintilla, nonostante quella di lei sia come sopita. C'è qualcosa in Kim che mi spiazza, qualcosa che non riesco a capire fino in fondo-

Con passo lento si avvicinò alla lapide e gli parve quasi di sentire una risata familiare, come se quel bambino fosse improvvisamente tornato. Si voltò, intravedendo una piccola figura eterea che si avvicinava. Socchiuse gli occhi, credendo che quella visione fosse solo frutto della sua mente.

-Non è possibile...- sospirò il guardiano, arretrando sino a quando la schiena con premette contro la pietra fredda.

-Non aver paura Jack, sono solo il frutto di un tuo ricordo. Ho sentito che aveva bisogno del mio aiuto e quindi...eccomi qua-

Quello davanti a lui era un Jamie bambino, sorridente, con quel buffo spazio in bocca a causa della caduta del dente che lui gli aveva fatto perdere, indosso lo stesso pigiama della notte in cui avevano sconfitto Pitch la prima volta.

L'albino cadde in ginocchio, incredulo, mentre la figura del bambino gli si avvicinasse.

-Devi avere pazienza con Kim. È stata dura per lei in questi anni ed è dovuta crescere in fretta, fin troppo. Ha dimenticato come è essere bambini ancora prima di oltrepassare la soglia dell'infanzia. Sii cauto, aiutala a ritrovare il piacere di un'esistenza senza preoccupazioni. In questo modo anche la paura che sente, quella stessa che alimenta Pitch, sparirà-

-Ma come posso farlo?-

-Nel modo che ti riesce meglio, mio caro Jack- e detto questo la figura del bambino scomparve in uno spiro di vento, lasciando dietro di sé solo piccole scintille che salirono verso la Luna.

 

Kim si aggirava per il palazzo di Nord. Aveva cercato Jack dopo aver lasciato Sandy sul terrazzo, ma non era riuscita a trovarlo. Aveva incontrato per caso Calmoniglio, il quale le aveva detto che il ghiacciolo se ne era andato poco dopo la loro discussione.

Dove poteva essere scappato? In fondo quella arrabbiata avrebbe dovuto essere lei. Ma poi perchè le interessava?

Inconsapevolemente portò entrambe le mani sulla grossa sciarpa color avorio che lui le aveva regalato dopo la sua trasformazione e, quasi fosse guidata dall'istinto, la annusò. Il suo odore ebbe quasi la capacità di calmarla, facendole dimenticare la precedente discussione.

Poi però si riprese. Ma cosa le prendeva? Aveva cose più importanti a cui pensare, come per esempio scoprire come fare a tornare quella di prima e riprendere la sua vita di sempre.

Di colpo si ricordò della nonna. L'aveva vista sparire tra le ombre di quel Pitch, mentre le gridava di non arrendersi alla paura. Ma come poteva chiederglielo?

Lei provava paura, era inevitabile. Le partiva dallo stomaco e le risaliva sino al petto, mozzandole quasi il respiro.

Poi dovette ammetterlo: l'unica cosa che la faceva calmare e tornare quasi totalmente serena era la presenza dei guardiani al suo fianco, ma soprattutto di Jack. Si sentì improvvisamente avvampare, come se il calore fosse tornato nel suo corpo all'improvviso, arrivandole dritto al cervello.

Cosa le prendeva? Non poteva certo cedere ad una cotta da ragazzina, dato che non lo era più.

-Tu stare male, piccola Kim?-

La voce di Nord la riscosse dai suoi pensieri, facendola voltare e temendo che l'uomo potesse vedere l'imbarazzo sul suo viso.

-No. Perchè me lo chiedi?-

-Io vedere te strana. Da quando Jack ha parlato a te in quel modo, tu tesa e silenziosa. Quindi io ho pensato che tu stare male-

-Jack non c'entra niente. Sono ancora arrabbiata con lui, se è questo che vuoi sapere, ma le mie preoccupazioni vanno ben oltre al modo in cui quello sciocco ragazzino mi ha trattato-

-Davvero? Allora perchè tu arrossire appena si parla di lui?-

Colta in fallo, accidenti!!

-Sento caldo, tutto qui. Vado a prendere un po' d'aria- fu veloce a dire la ragazza, lasciando Nord solo nel corridoio.

Alle spalle dell'uomo giunse uno degli yeti.

-Credo che quella ragazza nasconda qualcosa. Lo sento in mia pancia-

 

Kim camminava a passo svelto per il corridoio che aveva attraversato una volta uscita dalla sua stanza, o almeno pensava fosse quello, dato che quel palazzo era un vero e proprio labirinto. Infatti, invece di arrivare alla sua camera, si trovò di nuovo sullo stesso terrazzo in cui aveva avuto la “chiacchierata” con Sandy.

La luce stava calando, segno che la notte stava avanzando. Lei respirò l'aria fredda del Polo a pieni polmoni, sentendoli quasi bruciare. Si poggiò alla balaustra, chiudendo gli occhi e lasciandosi andare. Aveva la necessità di svuotare il cervello, smettere di pensare per un attimo.

D'un tratto però una strana sensazione prese possesso di lei. Nella tasca della felpa qualcosa stava bruciando.

Infilò una mano, recuperando la pietra di Luna che Jack le aveva consegnato. Era incandescente.

Poi all'improvviso fu come se fosse investita da una strana energia, come se una forza sconosciuta la stesse risucchiando verso il cielo. Chiuse di nuovo gli occhi.

-Che succede?- pensò, impaurita.

-Non aver timore di me, piccola Kim. Io ti sono amico-

-Chi è? Chi ha parlato?-

-Tu non mi conosci, ma io conosco te. Sono io che ti ho reso quella che sei-

-Quindi è colpa tua se sono in questa situazione? Dimmi chi sei-

-Io sono l'Uomo della Luna-

Kim rimase spiazzata dalla risposta.

-Perchè mi hai fatto questo?-

-I miei guardiani non sono in grado stavolta di battere Pitch Black. L'uomo nero deve essere eliminato, una volta per tutte. Speravo che rispedendolo nella sua tana non si sarebbe più fatto vedere, ma mi sono sbagliato. Il tuo aiuto quindi è fondamentale-

-Il mio aiuto? Cosa posso fare io in più dei guardiani?-

-Tu puoi dare loro il potere di battere le tenebre in modo definitivo. Puoi aiutarli a salvare il mondo-

-Come?-

-A te ho donato parte dei miei poteri, ma non sei ancora pronta ad utilizzarli. Dovrai conquistarli, a poco a poco. Per questo dovrai intraprendere un viaggio, recuperare tre elisir nei quali dovrai immergere la pietra di Luna: speranza, coraggio e amore. A custodirli tre spiriti, guardiani antichi, anche più di me. Loro ti chiederanno una prova e tu dovrai affrontarla-

-E come trovo questi guardiani?-

-La strada ti sarà indicata. Prima però dovrai mettere pace nel tuo animo, in quanto, finchè il caos regnerà in te, i miei doni non potranno avere libero accesso. Una volta conclusa la tua missione, ti sarà proposta una scelta-

Kim rimase in silenzio, riflettendo su quello che la Luna le stava dicendo.

-Non credo di essere all'altezza- disse poi.

-Non ti avrei scelta se non sapessi che invece lo sei. Inoltre avrai i guardiani al tuo fianco. Stai attenta però: Pitch conosce la leggenda della pietra di Luna e farà di tutto per impossessarsene. Sa anche però che la pietra non funziona senza di te, quindi tenterà ogni inganno e sotterfugio per farti cedere e portarti dalla sua parte. Tu però resta nella luce e diffida delle tenebre. In questo modo saprai sempre quale è la verità. Buona fortuna-

 

Kim si ritrovò seduta sul pavimento del terrazzo, la schiena poggiata alla balaustra, in mano la pietra di Luna tornata fredda. Fissò il cielo, incontrando la figura eterea del disco lunare.

-Accidenti, mi hai messo proprio in un bel pasticcio- disse tra i denti.

  
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