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Autore: Ria-chan    13/04/2013    5 recensioni
Traduzione personalizzata di una storia presente su AFF.
"Donghae e EunHyuk si trovano a dover andare in Giappone per promuovere il loro singolo e la nascita della Sub-Unità EunHae.
Sono soli.
Sono insieme.
E, ovviamente, per l'uno non sarà così facile come per l'altro... non ovviamente all'inizio..."
---EUNHAE--- E accenni KyuMin ---
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Donghae, Eunhyuk, Kyuhyun, Sungmin
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ehm... mi stavo dimenticando di questa storia cavoli!! XD
Presa dalle mie storie l'avevo completamente accantonata fino ad oggi.
Mi sono accorta poi che è seguita d aun discreto numero di persone e così, anche se ammetto di volerla cancellare, mi sono sentita "cattiva" riguardo coloro che avevano già iniziato a leggerla e quindi mi sono data da fare.
Sarà lenta però, sappiatelo. Ho ancora molte storie personali da finire e non so quando ritagliarmi il tempo anche per questa traduzione XD Ma in fin dei conti non manca più molto *w* solo altri 3 o 4 capitoletti :D Quindi, con un po' di buona volontà, cercherò di terminare il progetto il prima possibile.

NOTE: 
1) In Blu i pensieri di Hae
2) In Rosso quelli di Hyuk


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, e se così fosse Hyukkie sarebbe il mio tenero peluche da letto invece di appartanere a mister Fishy che farebbe anche lui bella mostra di sè sul mio mobile delle carinerie.
La storia invece appartiene a Arthiekka86: idee e trama sono sue!


When Donghae Couldn't Stand It Anymore

Capitolo 4
 
Finalmente, per quel giorno, ogni impegno era terminato ed EunHyuk e DongHae poterono ritornare al loro albergo che li avrebbe visti dividere una camera abbastanza grande composta da mini-soggiorno, angolo cottura e due camere da letto separate ognuna con accesso ad un bagno privato: non che fosse necessario qualcosa di tanto privato, abituati poi a vivere in 7-8 in un solo appartamento, ma il lussuoso albergo lo permetteva e quindi non vi era motivo alcuno di lamentarsi o rifiutare la scelta.
Anche il resto dello staff ed il loro manager erano già rientrati nelle loro camere e,  finalmente, anche loro potevano godere di un po’ di riposo e sano sonno.
 
Donghae fu il primo ad entrare nella camera e, i suoi passi affaticati, gli confermarono quello che aveva già intuito lungo il tragitto in macchina dallo studio tv all’albergo: il suo corpo era accaldato, non si sentiva bene e la stanchezza iniziava ad aver il completo sopravvento su di lui, ecco perché fece un po’ di stretching nella speranza di scacciare via un po’ di malessere e poi sospirò rassegnato:  
 
Che stanchezza.
 
Sì, era davvero esausto.
E ovviamente non era il solo.
 
Ad ogni modo, una volta aperta la porta dalla stanza, entrambi i ragazzi si diressero verso le proprie camere ed i bagni privati, in modo da potersi rinfrescare un poco sotto le docce e magari lavar via parte della spossatezza grazie alla rilassante sensazione del getto d’acqua tiepida.
Il primo a finire, nonostante fosse convinto di essersi preso più tempo del solito, fu Donghae che, indossato anche il suo pigiama, osservò l’orologio cercando di stabilire almeno che orario fosse e se avevano ancora tempo per cenare o era il caso che si fiondassero immediatamente a letto: le 8:00. Sì, avevano decisamente tempo a sufficienza per cenare.
Così, il minore uscì dalla sua camera da letto e si diresse verso la porta ancora chiusa della stanza di EunHyuk:
 
-Eunhyuk-ah, esci. Non hai fame? Prepariamo qualcosa per cena, dai.-
 
Donghae attese qualche attimo davanti alla porta chiusa prima di allontanarsi in direzione dell’angolo cottura alla ricerca di cibo già pronto da sgranocchiare o qualcosa di facile preparazione da poter sfamare entrambi, ma nonostante l’attesa nessuna risposta giunse dal compagno chiuso in camera.
 
-Eunhyuk-ah! Eunhyuuuukie!-
 
Donghae provò a chiamarlo ancora un paio di volte, essendo il ragazzo impaziente che è sempre stato e, finalmente, questa volta una risposta gli giunse, forte e chiara:
 
-Sì, Donghae! Smettila di urlare! Non sono sordo.-
 
Eunhyuk uscì dalla sua stanza con indosso il pigiama e Donghae poté immediatamente constatare come ora appariva leggermente più riposato e rilassato dopo la doccia rigenerante che entrambi si erano concessi: i capelli del ragazzo erano ancora bagnati, sgocciolavano dalle punte lungo il collo dalla pelle chiara per poi essere assorbite dal colletto della camicia del pigiama, le labbra schiuse apparivano ancora più rosse e lucide del solito e il suo profumo di fresco poteva essere avvertito all’interno della stanza fin nel punto –abbastanza lontano- in cui si trovava Donghae.
Profumo di fragola.
Profumo di buono.
 
Senza neanche rispondere però, Eunhyuk si diresse verso il piccolo divano posto nella sala da pranzo e vi si accomodò sopra: con le gambe accavallate ed un braccio disteso lungo la spalliera, afferrò il telecomando e fece un po’ di zapping prima di riuscire a scegliere qualche canale che attirasse la sua attenzione:
 
-Non hai fame? Prepariamo qualcosa?-
 
Donghae gli si avvicinò, ripetendo nuovamente le stesse domande.
 
-Uhm. C’è del cibo?-
 
Ed Eunhyuk rispose distrattamente, senza neanche deviare lo sguardo dalla televisione ed il programma che aveva scelto.
 
-Ramen.-
 
-Ramen?-
 
Questa volta, però, Eunhyuk voltò la testa dando piena attenzione al compagno: Ramen? Solo? Non stava scherzando, vero? Era così affamato che solo quello, di certo, non sarebbe bastato a molto.
 
-Penso… che ci sia solo questo.-
 
Donghae annuì con la testa abbassandola un po’ più del dovuto, quasi si volesse scusare per avergli fornito quella notizia che non rendeva il compagno contento.
Ed infatti Eunhyuk sospirò sconfortato.
 
-Beh, ok.-
 
Era pronto ad una notte in bianco per i crampi provocati dalla fame ma era anche conscio che poteva benissimo chiamare il loro manager e chiedergli di comprare loro qualcosa da mangiare o tuttalpiù farla loro portare in camera ma… ma sicuramente anche il manager era stanco quanto loro e, infastidirlo a quell’ora, non sarebbe stato umano né tanto meno gentile, per questo rinunciò EunHyuk presto all’idea, anche se con estremo dispiacere.
Tentò così di distrarsi concentrando la sua attenzione sulla televisione mentre Donghae provvedeva invece alla preparazione –per fortuna semplice- delle due confezioni di ramen istantaneo che avrebbero utilizzato come cena e, solo di tanto in tanto, voltava la testa in direzione dell’angolo cottura proprio per tenere sotto controllo il compagno e ciò che stesse facendo e, ovviamente, essere certo che non gli servisse aiuto.
Fu proprio durante quelle brevi occhiate che notò che qualcosa, in Donghae, sembrava non andare: il ragazzo aveva starnutito più volte e, anche, aveva continuato a strofinarsi il naso arrossandolo leggermente.
 
-Ti sei ammalato?-
 
-No, non credo.-
 
La risposta di Donghae fu rapida ma, accompagnata da continui “tirar su col naso” e strofinate con il dorso della mano al di sotto di questo, sembrò anche non essere molto veritiera.
Eunhyuk, però, cercò di non preoccuparsi più del dovuto e riportò presto la sua attenzione sullo schermo della tv in attesa che Donghae finisse di preparare.
E poco dopo, infatti, Donghae lo raggiunse sul divano con le due scatole di cibo fumante e, ritagliandosi un po’ di posto, dopo avergli ceduto una delle due confezioni, si sedette accanto a lui.
 
-Grazie.-
 
Eunhyuk lo ringraziò e dopo, come ulteriore ringraziamento, gli porse il telecomando lasciando che fosse lui a scegliere cosa gradiva di più vedere in quel momento.
Finirono così a guardare vari cartoni animati, ridere insieme, ovviamente mangiando insieme e, di tanto in tanto, commentando le varie scene che si svolgevano davanti ai loro occhi.
Insomma, in poche parole semplicemente trascorsero del piacevole tempo insieme come, solitamente, avveniva tra loro.
 
-Secondo te, chi è il cattivo? Tom o Gerry?-
 
Chiese Donghae risucchiando il ramen all’interno della bocca.
 
-Ovviamente Tom. E’ sempre lui che “bullizza” l’altro.-
 
Rispose sicuro e divertito Eunhyuk vedendo che, infatti, Tom aveva catturato Gerry strizzando il suo corpo all’interno della zampa prima di inserirlo in una bottiglia di vetro: assurdamente stupido il fatto che la bottiglia sembrasse adattarsi perfettamente al corpo di Gerry ma… hey, Eunhyuk realizzò poco dopo che era solo un cartone e, come tale, andava preso.
 
-Ma, vedi…- Donghae puntò infantilmente alla televisione  -Gerry trova sempre uno stratagemma per ripagare Tom. E alla fine Tom perde sempre. Povero.-
 
Donghae mise su un broncio delizioso quando, infine, Gerry riuscì a liberarsi come il ragazzo aveva previsto e, dopo aver colpito Tom con un martello da decine di tonnellate, era scappato verso la sua tana ridendo per la vittoria.
Eunhyuk, allora, alla voce del compagno, girò la testa verso di lui:
 
-Povero?-
 
E sorrise nel vedere l’espressione di Donghae ed il broncio ancora sul suo viso e, si incupì appena, quando gli parve di scorgere negli occhi del compagno un velo di tristezza.
 
-Ok, perché sei così serio? Sono solo Tom e Gerry!-
 
Rise poi.
In risposta, Donghae si girò a sua volta verso di lui di modo che fossero l’uno faccia a faccia con l’altro e, senza accorgersene, si imbronciò di nuovo.
 
-Che carino῀.-
 
Disse Eunhyuk guardandolo in volto sorridendo ancora, prima di voltarsi nuovamente verso la televisione e concentrarvi ancora la sua attenzione.
 
Donghae si congelò all’istante.
I suoi occhi si posarono sul profilo dell’amico immerso nuovamente nel programma tv e lo abbandonarono solo quando, ricordando la confezione di cartone, vi portò su la sua attenzione poggiandola ormai vuota sulle sue gambe:
Okay.
Cosa aveva appena detto su di lui Eunhyuk?
Carino?
Aveva appena detto che Donghae era… carino?
Donghae ne fu così felice che avrebbe potuto urlare.
Donghae lo guardò nuovamente per un paio di secondi, piacevolmente incantato sulla bellezza del suo viso e avvertendo chiaramente le farfalle che, come si dice, volavano nel suo stomaco.
Perché doveva essere così perfetto?
Anche semplicemente guardarlo lo faceva innamorare di più. Anche senza che lo volesse.
Avrebbe potuto rimanere a fissarlo per sempre, se gli fosse stato possibile ma, proprio Eunhyuk, ridendo alla tv per qualcosa di cui Donghae non era a conoscenza, lo svegliò da quell’incanto portandolo però, come di riflesso, a sorridere in sua direzione:
 
-Sei carino anche tu.-
 
Provò a dire, con la voce quasi di un bambino.
Ed Eunhyuk immediatamente si voltò verso di lui visibilmente confuso, tanto che non ebbe il tempo di reagire neanche quando, approfittando della situazione, Donghae portò una mano al viso dell’amico per pulir via dalle sue labbra un rimasuglio di cibo.
 
Ciò che seguì fu il totale silenzio.
Eunhyuk rimase pietrificato al suo posto a causa dell’azione improvvisa di Donghae e, ancor di più, per la confusione che stava nascendo in lui nel momento in cui aveva avvertito il suo cuore battere in modo insanamente veloce.
Donghae, invece, si limitò solo a sorridergli e dirgli, poco dopo,
 
-Ti amo.-
 
Tutto rallentò. Ad eccezione dei cuori di entrambi che invece, come per dispetto, accelerarono maggiormente.
Ed il momento sembrò prolungarsi all’infinito.
Donghae non sapeva perché avesse detto una cosa simile così improvvisamente, proprio in quel momento per giunta, pensò solo che prima o poi lo avrebbe fatto comunque ed in quella situazione aveva sentito che in qualche modo quello era il momento adatto: ora che finalmente erano soli.
Da parte sua, Eunhyuk non comprese ciò che Donghae aveva tentato di dirgli, se era serio o se come al solito giocava prendendolo in giro. Per questo si voltò verso di lui guardandolo profondamente, cercando di capire dai suoi occhi di quale due eventualità si trattasse.
Lo fissò in attesa che l’altro dicesse qualcosa e, a quel punto, Donghae si sentì nervoso.
Era serio?
Eunhyuk si spaventò nel constatare, per una frazione di secondo, che sì, il suo sguardo sembrava serio, così per evitare ogni tipo di situazione strana e complicata preferì voltarsi nuovamente verso la tv e riportare la sua attenzione sul programma in onda.
 
-Ti voglio bene io. Sei il mio miglio amico.-
 
Mormorò poco dopo.
 
-No. Io ti amo, HyukJae.-
 
Ripeté Donghae con più sicurezza nella voce, scandendo bene le parole.
Ed Eunhyuk smise di respirare nell’udirle nuovamente, accompagnate dal suo nome reale, quello che Donghae utilizzava solo quando era serio, arrabbiato, preoccupato, o comunque, il più delle volte, serio.
Cercò di controllare i suoi battiti del cuore.
Ma fallì.
 
-Non come Leeteuk hyung ama tutti noi. Ma come Kyuhyun ama Sungmin hyung.-
 
Aggiunse Donghae colmando il silenzio della stanza. Ed Eunhyuk voltò nuovamente la testa verso di lui e strabuzzò gli occhi.
 
-Co-cosa? Kyu-Kyuhyun e Sungmin?-
 
-Spesso li vedo stringersi la mano sotto la tavola quando siamo riuniti a cena. Guardarsi e sorridersi in un modo… diverso. E se ci pensi, perché sono ancora compagni di stanza dopo anni mentre tutti gli altri hanno cambiato stanza e compagno più volte? Non te n’eri mai accorto?-
Donghae sospirò profondamente e sollevò un sopracciglio fissando Eunhyuk.
Mentre l’altro, semplicemente, mosse la testa in segno di negazione: no, lui non se n’era mai accorto. Davvero, no. O forse… sì, ok, lo sapeva in qualche modo, ma cercava comunque di ignorare ogni possibile segno.
 
-E io ti amo in quel modo.-
 
Donghae spezzò i suoi pensieri dicendo quelle parole ed Eunhyuk si ghiacciò all’istante, fissandolo una volta ancora in una sorta di incredulità e rifiuto: cosa doveva rispondere? Non ne aveva la più pallida idea. Si limitava a guardare Donghae e ad avvertire il nervosismo ed il suo cuore esplodere: ciò voleva forse dire che ricambiava? No, impossibile. O almeno, non capì se potesse essere davvero così impossibile o se invece amasse anche lui il suo compagno.
Forse era solo troppo codardo per ammetterlo.
 
-Per favore, potresti dire… qualcosa?-
 
-Io… io non posso crederci… perché l’hai detto così all’improvviso?-
 
Alla fine Eunhyuk aprì bocca per dar voce ad uno dei tanti pensieri che lo tormentava al momento.
 
-Mi-mi dispiace. Non ho potuto fermarmi.-
 
Rispose Donghae abbassando il capo e fissando i rimasugli del brodo all’interno della sua confezione vuota di ramen poggiata sulle gambe.
Ma Eunhyuk rimase in silenzio. Non capiva più cosa gli passasse per la testa e cosa si supponeva dovesse dire.
Tutta quella situazione era così assurda che non sapeva neanche in che modo avrebbe dovuto reagire o comportarsi nei giorni a venire. Era shockato. Donghae aveva detto una cosa così seria in modo troppo brusco e improvviso e, ripensandoci ancora, era sempre più certo di non sapere affatto cosa rispondere.
 
-Tu… mi ami anche tu?-
 
Ancora una volta Eunhyuk rimase in silenzio.
Anche se nel profondo del suo cuore, a dispetto di tutto, Eunhyuk era a conoscenza della risposta.
 
-Mi odi allora?-
 
Chiese Donghae avvicinando il suo viso a quello del compagno, ma l’altro rimase silenzioso ancora.
Non disse nulla.
Assolutamente, nulla.
Così anche Donghae, riallontanatosi nuovamente dal volto dell’amico, si lasciò scivolare nel silenzio.
Tutto ciò che riuscì a pensare fu che la sua confessione non aveva avuto buon esito e che non avrebbe dovuto dire quelle parole.
No, davvero, perché lo aveva fatto?
Eunhyuk lo avrebbe odiato per sempre per ciò che aveva detto.
Aveva appena rotto la loro amicizia.
Ed il suo cuore si spezzò e gli faceva male.
E non desiderava far altro che piangere.
 
Che fragile sono.
 

-Okay. Mi dispiace. Fai finta che non abbia detto nulla.-
 
Donghae si alzò improvvisamente dal divano per allontanarsi il più velocemente possibile ma, la mano stretta sul suo polso, lo fermò:
 
-Aspetta!-
 
Disse Eunhyuk con voce leggermente più alta del voluto. E Donghae si fermò per voltarsi verso di lui:
 
-Io, io non ti odio.-
 
Ancora una volta, più di prima, gli occhi di Donghae si velarono di lacrime e nonostante li aprì e chiuse numerose volte, per reprimere la caduta delle lacrime, gli fu davvero difficile trattenersi. Ma ci riuscì. In qualche modo.
 
-Mh. Lo so.-
 
La sua voce fu quasi un sussurro rotto dalle lacrime imminenti e poi, voltatosi nuovamente, riprese a camminare in direzione delle camere.
 
-Aspetta! Do-dove stai andando?-
 
-Nella mia stanza. Vado a dormire.-
 
Rispose Donghae senza voltarsi verso il compagno e, quel gesto, fece capire ad Eunhyuk che qualcosa non andava, qualcosa, impercettibilmente, era appena cambiata tra di loro.
Semplicemente, Donghae in quel momento non era più Donghae: Donghae era colui che solitamente gli si buttava e aggrappava addosso cercando di non farlo dormire perché voleva continuare a giocare e chiacchierare per tutta la notte e quello, che ora se ne stava tornando a testa china nella sua camera, non era la stessa persona.
 
Io, l’ho… ferito?
 

∞∞∞∞∞

 
Quando Donghae si svegliò il peso sul suo cuore non si era ancora dissolto ma, lo stordimento dovuto al sonno resero se non altro il tutto più sopportabile: dapprima si stiracchiò un po’, rotolandosi nel letto, poi sbadigliò più volte stropicciandosi gli occhi ancora chiusi e sporchi di sonno.
Faceva freddo.
Faceva davvero freddo nonostante fosse avvolto nelle coperte e rintanato sotto di esse quasi fino alla testa, testa che gli doleva e gli girava tanto che quasi non riuscì ad alzarsi dal letto quando ci provò.
Guardò l’orologio: le 8:00.
Era ancora presto, in fin dei conti, ed avrebbe senza dubbio potuto riposare ancora un po’ nel suo comodo letto, senza contare che aveva il primo impegno lavorativo solo nel tardo pomeriggio e che aveva appunto tutta la mattinata libera, ma preferì invece alzarsi, quasi meccanicamente e lasciare la sua stanza.
Avanzò allora fino alla camera di Eunhyuk barcollando leggermente, tenendosi in equilibrio grazie all’appoggio sulle pareti, e quando raggiunse il letto dell’amico cercò di svegliarlo per invitarlo a fare colazione insieme.
Ma per qualche motivo che non era ancora riuscito a spiegarsi, il suo corpo non rispondeva bene ai suoi comandi, si sentiva stanco ed infreddolito e, soprattutto, ancora stanco e voglioso di dormire. Forse potevano rimandare la colazione a più tardi.
E dormire ancora un po’.
Così, dimentico perfino dell’incidente avvenuto la sera precedente, Donghae sollevò piano la coperta di Eunhyuk e scivolò nel letto al suo fianco, -la sua era un’abitudine, in ogni caso-  riportò poi nuovamente la coperta su entrambi e, come sempre faceva, avvolse un braccio attorno alla vita di Eunhyuk e sprofondò nuovamente nel sonno.
Finalmente ora poteva avvertire il calore che prima gli era mancato.
 
 
Poco tempo dopo, un’oretta circa, Eunhyuk si svegliò a sua volta ma, quando cercò di muoversi per alzarsi dal letto e controllare l’orario sull’orologio da polso deposto sul comodino, qualcosa lo bloccò.
Dapprima non ci diede molto peso convinto che fossero solo le coperte avvolte attorno al suo corpo, così si alzò a sedere, sbadigliò, si strofinò gli occhi e stese le braccia verso l’alto per sgranchirsi un po’ le articolazioni e, solo quando spostò la coperta dal suo corpo, per scendere dal letto, constatò con sorpresa che un braccio gli circondava la vita.
 
-Donghae?-
 
Disse in tono annoiato ma con voce bassa, quasi inaudibile.
Non era la prima volta che si ritrovava il minore nel letto, arpionato a lui in quel modo, e di certo non era una sorpresa, così, semplicemente, si voltò verso di lui per guardarlo meglio.
Senza che se ne accorgesse, come capitava sempre, Eunhyuk avvertì la familiare sensazione nel cuore che provava sempre quando era vicino a Donghae.
Quando lo vedeva la mattina accanto a lui e non aveva cuore di svegliarlo.
Quando lo guardava dormire tranquillo e con l’espressione di un bambino.
Con gli occhi chiusi, le leggere imperfezioni della pelle ai lati della mascella, le labbra schiuse: carino quasi quanto il cappello di Nemo che aveva indossato durante uno dei loro Show.
 
Ti amo, HyukJae.
 
Preso dai suoi pensieri, mentre osservava ancora il viso dell’altro, la voce di Donghae e quella frase in particolare gli tornò alla mente, echeggiando più e più volte.
Eunhyuk si allontanò di scatto, deviando lo sguardo.
Era serio?
Intendeva davvero ciò che aveva detto?
EunHyuk desiderava davvero saperlo ma, d’altro lato, aveva anche paura di conoscere la verità.
C’era una ragione dietro al suo dire quelle parole così improvvisamente?
In quel momento e non in… un altro?
EunHyuk voleva sapere anche da quando, se quelle parole erano vere, Donghae aveva iniziato a vederlo in quel modo.
Voleva che Donghae gli spiegasse ogni cosa.
Che lo aiutasse a capire e gli suggerisse come comportarsi di conseguenza.
La verità è che si era sentito tremendamente dispiaciuto per essere stato tanto codardo la notte precedente, ma davvero non sapeva cosa fosse giusto dire o cosa rispondere.
Semplicemente non capiva cosa fare. Come comportarsi.
 
Mi dispiace, Hae.
 
Eunhyuk portò una mano sulla guancia di Donghae e la fece poi scorrere sul collo: scottava.
 
-Donghae? Donghae, svegliati!-
 
Andò nel panico per quella scoperta: Donghae era bollente, non solo caldo.
 
-Donghae! Donghae!-
 
E Donghae, al suono della sua voce, aprì lentamente gli occhi e lo guardò confuso; Eunhyuk notò che i suoi occhi erano rossi e velati. Andò nuovamente in panico.
 
-Sei malato? Cos’hai? Donghae, rispondi!-
 
-Mhhh…-
 
Donghae si stropicciò gli occhi ed emise qualche sommesso mugolio: la testa gli faceva nuovamente malissimo e, al suo interno, sembrava esserci una bomba che esplodeva ad intervalli regolari facendogli perdere perfino il senso della realtà.
 
-Non lo so… la testa mi fa malissimo e non riesco a respirare.-
 
La sua voce era così strana ed affaticata che Eunhyuk si sentì perso, spaventato come gli era successo poche volte in vita sua: era sicuro che qualcosa non andava! Fin dal momento in cui lo aveva sentito starnutire e tirare su col naso!
Doveva accorgersene prima e prevenire il tutto!
Maledizione!
Così si alzò immediatamente dal letto e cercò di far sedere anche Donghae, facendogli poggiare la testa sul cuscino per farlo stare più comodo.
Portò poi una mano sulla fronte del minore e cercò di regolarizzare i suoi respiri per essere quanto più presente a se stesso per essere in grado di aiutare l’amico.
 
-Hai la febbre. Alta per giunta! Aiiish! Perché ti sei ammalato? E perché io non me ne sono accorto?!-
 
Borbottò Eunhyuk aggrottando le sopracciglia e la fronte.
 
Dannazione!
 
Era tremendamente preoccupato.
E il suo cuore che batteva all’impazzata ne era il chiaro segnale.
   
 
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