Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Segui la storia  |       
Autore: JhonSavor    13/04/2013    4 recensioni
Bielorussia è conosciuta da tutti come la sorella minore di Russia; Natalia è una donna cortese, elegante, difficile da avvicinare, ma ha dimostrato di essere anche una donna forte, abile, ingegnosa e autoritaria.
E molto abile con le lame.
Vi siete mai domandati come mai? La Storia ha sempre risvolti segreti e inaspettati, ma per vostra foruna avete incontrato chi conosce alcuni di questi misteri.
Vi ho incuriosito? Bene, leggete e fatemi sapere cosa ne pensate di questa strana vicenda.
Ovviamente questa storia è collegata ad altre della mia serie di Hetalia e forse potrebbero esserci collegamenti. Grazie per l'attenzione e buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Bielorussia/Natalia Arlovskaya, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Hetalia: Storie di Nazioni'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cari lettori siamo giunto ad un capitolo molto importante di questo mio personale scritto che è mio compito lasciare ai posteri.
In questa mia relazione mi sono forse lasciato andare in qualche escamotage romanzesca, penserete, ma non è così.
Perchè così mi è stato raccontato, perchè le informazioni che ho reperito nel corso degli anni mi hanno dato conferma.
Volendo riassumere per una migliore comprensione di ciò che state per leggere, vi rammenterò i punti essenziali di questa prima parte di eventi accaduti alla donna che noi tutti conosciamo come Natalia Braginski.
Natalia era l’ultimogenita della famiglia Braginski e ha sempre vissuto con la sorella maggiore poichè man mano che i suoi consanguinei manifestavano il proprio retaggio, e abbandonavano la dimora familiare, lei era l’unica a non avere ancora sviluppato appieno i suoi cosiddetti poteri.
Non era una normale essere umana, su questo non vi era alcun dubbio. Era un proto-regnum a tutti gli effetti ma agli occhi di molti, questa condizione non è ben vista, come fosse “poco decorosa”; come il  figlio o la figlia che raggiunta l’età da matrimonio, non volesse darsi una mossa a sposarsi.
Ma in fondo è una percezione relativa, perchè il diventare Nazione, Rappresentante, Regnum è un fatto naturale, è come la crescita. Ogni cosa ha il suo tempo.
E lei quindi viveva a Kiev rimanendo la piccola, preziosa e adorabile principessa del casato dei Braginski. Molti la ritenevano graziosa come una bambola.
Fin da piccola ricevette una istruzione eccellente e già allora dimostrava una ammirevole arguzia.
Poi vennero i Mongoli. Che distrussero i campi, che distrussero Kiev, che terrorizzarono l’Europa intera.
Che vendettero Natalia.
Come vi dissi passò di mano in mano e proprio in quegli anni avvenne la sua maturazione fisica. Se a Kiev assomigliava ad una ragazzina, nel suo periodo di cattività assunse l’aspetto di una quasi donna fatta e finita. Il fiore ormai sbocciato in tutta la sua bellezza.
E fu a quel punto incontrò Abdel Nasser. Il Silenzioso.
Sapete perchè lo chiamavano così?
Perchè sapeva uccidere senza fare alcun rumore. Che fosse giorno, che fosse notte.
Il persiano di Alamut ha un ruolo chiave all’interno della nostra storia e vedrete presto perchè.
So che questo libro capiterà anche tra le mani di donne. Ve ne prego, soavi dame, di non lasciarvi suggestionare.
So che va di moda oramai una visione romantica del cavaliere o del predone, che combatte baciato dal sole, abbattendo nemici in gran quantità fino a giungere morente tra le braccia della sua amata, ferito mortalmente, per poter godere un ultima volta del piacevole sapore delle sue labbra, per poi spirare soddisfatto sotto le sue lacrime, in un drammatico ma glorioso folgorante momento, simbolo della caducità della vita e dell’amore.
Mie giovani dame scordatevi queste stucchevoli farloccherie.
Abdel Nasser non è un eroe. Non è un misterioso cavaliere ammantato d’ombra o altre trovate teatrali, molto spettacolari, certo piacevoli ed esaltanti perfino, non lo nego.
Lui è un Assassino, un sicario di Alamut.
Un crudele e feroce bastardo.
 
 
-As-salam ‘alayk*-
-Waas-salam ‘alayk wa rahmatu Allah wa barakatuhu*-
L’uomo a cui Abdel si era rivolto era uno studioso della al-Azhar, la moschea-università di al-Qāhira*, Egitto.
Era suo coetaneo anche se la sua barba, molto più folta e ricciuta, si stava già tingendo di bianco e qualche ruga iniziava a fare capolino intorno agli occhi.
-Come posso aiutarti straniero?-
Abdel sorrise –Come hai fatto a capire che sono straniero?-
-Ho buon occhio e so distinguere un persiano da un siriano o da un mio compatriota-
-Devi averne incontrati molti di persiani allora-
-Più di quanto tu possa immaginare-
L’egiziano si accarezzò la barba con un lento gesto della mano e i suoi occhi sembravano essersi illuminati di uno strano luccichio.
-Ma tornando alla domanda di prima…-
-Giusto. Vorrei poter consultare la vostra raccolta di testi che tenete qui ad al-Azhar-
Gli occhi dello studioso lo fissarono incuriositi, facendosi più stretti –Che tipo di testo? Dimmi pure il titolo-
-Ecco non saprei dire…- e non lo sapeva davvero, accidenti ad Hassan –non so ce n’è una serie o uno solo…-
-Uhm, ti hanno dato un punto di riferimento vago, eh? Beh dimmi almeno l’argomento-
-Ecco… creature magiche, esseri dotati di poteri… miti… leggende?-
L’uomo si accarezzò ancora la barba -È un tema un po’ generico… ed insolito… per uno della tua età per lo meno…-
Abdel gli rispose seccato -Non sto cercando favole… voglio leggere tutto quello che mi riesce a procurare su demoni, uomini magici. Esseri dotati di poteri soprannaturali-
-Ho capito vedrò di accontentarti… intanto siediti pure da qualche parte… mi ci vorrà un po’, ma se vuoi posso procurarti qualcosa da leggere nell’attesa…-
-No, grazie aspetterò qui tranquillo-
Sono abituato agli agguati di lunga durata…
-Questo però potrebbe interessarti dato che viene dalla tua terra…-
Lo studioso gli passò un grosso tomo e Abdel incuriosito lo prese.
Lesse il titolo:
 
Alf layla wa-layla*
 
Abdel alzò lo sguardo ma l’uomo era già scomparso alla ricerca di ciò che gli era stato richiesto.
-Ecco una cosa che proprio mi mancava…- mormorò il persiano sfogliando il libro rilegato –un bibliotecario con il senso dell’umorismo-
 
 
 
Tempo prima…
 
-Allora? Hassan ti decidi a parlare?-
-Ehm, Abdel non sarebbe meglio se ne riparlassimo più tardi? Sei…-
-No-
La carovana era riuscita finalmente a raggiungere l’oasi e tutti si stavano riposando, anche se leccare le ferite e fare il conto dei morti sarebbe un espressione più corretta.
I dromedari si era salvati quasi tutti mentre tre quarti delle guardie di Hassan erano state decimate.
Se non fosse stato per Abdel quel giorno i predoni avrebbero goduto di un enorme bottino.
Selim e Uday erano miracolosamente scampati alla morte e in quel momento stavano organizzando il campo per la notte.
Sarebbero rimasti li per giorni prima di essere raggiunti da soccorsi e aiuti, quindi si sarebbero dovuti adattare.
Hassan si sentiva completamente sfinito e avrebbe voluto andarsene nella sua tenda a dormire ma Abdel non sentiva ragioni: voleva che il mercante gli spiegasse e non c’era verso di fargli cambiare idea.
Neanche mentre il medico gli curava le ferite riportate nello scontro.
-Ora-
Il medico, come tutti del resto, erano impressionati dalla sua resistenza e dal fisico a dir poco scultoreo che possedeva. Avrebbe detto che non sentisse neppure il dolore se non fosse stato per un paio di grugniti e un mugolio sommesso durante le operazioni.
-Voglio che tu mi dica tutto quello che sai ora subito e senza escludere nulla di null…-
-Abdel ascolta, l’ora della preghiera quotidiana si sta avvicinando e penso proprio che nessuno vorrà mancare. Tu sta qui a riposare e poi ne riparleremo d’accordo?-
Di fronte a quella realtà Abdel si ridistese sulla stuoia.
-Pregheremo anche per te. Tu cerca di dormire se puoi, Kósmima sarà qui con te nel caso in cui tu abbia bisogno-
Detto questo tutti uscirono dalla tenda, lasciando Abdel e la ragazza soli.
Kósmima gli si inginocchiò di fianco come a voler mostrarsi pronta a qualsiasi bisogno.
Abdel chiuse gli occhi e sentiva già il sonno farglisi vicino, ora che tutto il suo corpo si stava rilassando, la tensione lo lasciava e le fatiche della giornata lo assalivano.
E insieme ad esse anche una leggera febbre.
In quello stato Abdel si sentiva in una continuo stato di dormiveglia, non riusciva a distinguere le cose; percepiva un freddo gelido, poi un caldo bollente, le sue ossa, le carni e le suture del medico, le sentiva tutte tirare come se qualcuno stesse cercando di strapparle.
Poi sentì qualcosa di fresco sulla fronte.
Un panno bagnato
Aprì con grande sforzo gli occhi e la vide: la giovane schiava gli stava applicando un panno bagnato per dargli sollievo.
Vide la grazia cin cui compiva quei semplici gesti, anche in quelle condizioni non gli sfuggivano.
Quando gli rimise il panno sulla fronte Abdel non resistette
-Kósmima… perchè fai questo?-
La ragazza sembrò esitare ma rispose con calma -Perchè lo voglio. Perchè è giusto ricambiare i favori-
Abdel sgranò gli occhi a quelle parole, anche se farlo gli procurò una nuova fitta alla testa
Quel modo di parlare, con quel tono per di più, non era quello di una popolana.
Gli suonò strano e parve che la stessa Kósmima se ne fosse resa conto, tanto che si mise una mano sulla bocca e i suoi occhi verdi si fecero più grandi, per lo stupore.
Abdel sentiva che le forze lo stavano abbandonando, facendogli perdere quell’ultimo stato di lucidità
-Chi sei in realtà?... Che cosa sei tu?-
Fu tutto in un istante: vide gli occhi di Kósmima farsi vacui, le sue labbra muoversi e poi il nulla, di un sonno senza sogni.
 
 
 
Egitto, ora…
 
I Marid sono considerati tra i più terribili e potenti della stirpe di esseri chiamati Jann.
Essi sono legati alle acque e ai mari.
La stessa Sura Al-Saffat mette in guardia da codeste immonde creature*…
Abdel chiuse il libro appoggiandolo con cura, ma anche una certa stizza, sulla pila di volumi al suo fianco.
Si passò una mano sugli occhi stropicciandoseli: non era abituato a leggere caratteri così piccoli e così a lungo.
E onestamente era demotivato. E irritato.
Demotivato per aver sfogliato una decina di testi, aver letto di tutto e di più su Jann di ogni tipo ma niente che anche lontanamente si avvicinasse, realisticamente, al suo caso.
Irritato con quel trippone di Hassan che non gli aveva dato una informazione che fosse passabile o certa.
Una. Non gli pareva troppo.
Tra un se, un ma, un forse, gli aveva spiegato più che altro alcune delle “abilità”, se così si volevano chiamare, che Kósmima possedeva.
Guariva da ferite senza bisogno di medicamenti (e questo aveva potuto constatarlo anche da solo), era resistente a condizioni ambientali estreme, possedeva sensi finissimi e riflessi prodigiosi; sapeva sopportare la fame, la sete, la mancanza di sonno quasi senza uno sforzo particolare (sentendo questo Abdel si domandò come potesse saperlo; o meglio gli venne un dubbio ma preferì passarci sopra…).
Senza contare quella strana aurea che sembrava avvolgerla, che provocava quella sensazione… e di cui lui ricordava e al tempo stesso non ricordava di aver provato sulla sua stessa pelle.
Solo il ricordo vago di un brivido lungo la schiena gli fece ammettere che era accaduto.
A sentire Hassan era probabile che ce ne fossero altre, ma come gli aveva più volte ricordato, certe cose non gli toglievano il sonno. Non aveva avuto la curiosità di approfondire la cosa.
-Sicuro- disse tra sè e sè –perchè in fondo non sei altro che un mercante, laido e grasso come un maiale-
-Come scusa?-
Lo studioso era comparso all’improvviso con un'altra pila di libri.
-No… no, scusami, stavo mormorando improperi contro un mio conoscente…-
-Ah- gli fece lui di rimando, alzando le spalle – comunque ho trovato anche questi. Potrebbero essercene anche altri, vuoi che controlli?-
Abdel prese la pila tra le mani e gli ripose con un cenno silenzioso del capo.
-Molto bene-
Detto questo si allontanò nuovamente.
Abdel afferrò il primo tomo della nuova pila, ma dopo averlo sfogliato un po’ lo rimise al suo posto.
Quel tipo di ricerche non erano proprio per lui. Ma ora che erano ad al-Qāhira, non aveva intenzione di incontrare i suoi confratelli prima di aver scoperto qualcosa di più rispetto alla natura di Kósmima.
In fondo poteva essere davvero uno di quei demoni del deserto che assumevano forma umana per intrigare ai danni degli uomini.
Guardò la pila e gli venne da star male.
Ma era possibile che non avesse neanche un indizio per poter restringere il campo?
Alla fine decise di riprendere la lettura del Hezār-o yek šab*, per svagarsi un po’.
Era molto più bello di come lo ricordava da bambino: conservava la stessa attrazione, la stessa magia di allora…
 
 
Senti gli odori dei fiori appena sbocciati…
La primavera è giunta puntuale come tutti gli anni.
È notte nel palazzo del principe, le alte mura bianche della cinta che circonda il giardino, riflettono la luce delle miriadi di stelle che penetrano l’oscurità del cielo.
Una leggera brezza ti induce ad entrare nel palazzo; il caldo, di solito afoso, è stato come scacciato per quella notte.
È tempo di ritirarsi in luoghi più riparati e ricchi di tepore.
Non appena entri, fiaccole accendono otri di olio che illuminano l’intero salone come fosse giorno.
Musici dagli snelli strumenti compaiono dal nulla e iniziano a suonare una dolce musica ritmica.
Servitori portano ceste ricolme di frutta, vassoi ripieni di dolci e altre leccornie degne di un vero principe.
Ti avvicini ad un cesto e riconosci il tuo frutto preferito: afferri con decisione il dattero e lo assaggi.
Mai ti pare di averne assaporato di migliore.
Un gong risuona e fanno la loro comparsa le danzatrici dal capo velato e riccamente vestite, dai vispi colori accesi e luminosi.
L’intera sala si trasforma in una grande coreografia tutta per loro in modo che soddisfino il tuo divertimento
Una ti colpisce in particolare e non solo perchè la sua leggiadria nei movimenti e la sua abilità si dimostrano superiori a quelle delle altre.
Ella indossa una maschera: perchè lo fa, cosa vuole nascondere agli occhi del suo signore?
Sai di non sapere chi ella sia e vorresti che restasse solo lei sulla pedana a ballare.
E detto fatto: ogni tuo desiderio è un ordine nel tuo palazzo.
Le altre danzatrici si ritirano, e lei rimane sola come tu desideri.
Dai fori nella maschera bianca tu intravedi due profondi occhi verdi, che brillanti della luce delle lanterne ti fissano.
Afferri un altro dattero, lo metti in bocca e te ne gusti il sapore. Un battito delle tue mani e lei capisce di ricominciare.
E lei danza, danza con un intensità e un vigore da mozzare il fiato.
I piedi nudi saettano, gli anelli d’ora alle caviglie e alle mani tintinnano, i fianchi, le gambe e le braccia sono preda della musica, si agitano e ruotano ipnotizzando tutta la corte del tuo palazzo e estasiando anche te.
Poi la musica si ferma. Nello stesso istante lei, la danzatrice solitaria, la danzatrice mascherata si ferma dopo un ultima giravolta, rannicchiandosi con le mani sui piedi, ginocchia flesse quasi a farle toccare il pavimento e fronte poggiata su di esse.
A larghi passi, preso dall’impazienza, ti avvicini e le ordini con pacatezza di rialzarsi.
E lei ti da ascolto. Mani giunte e occhi bassi attende senza mostrare alcuna emozione.
Ti avvicini ancora di più e con una movimento veloce ma delicato le afferri la maschera e gliela levi.
La riconosci, ma forse lo avevi intuito fin dall’inizio. È Kósmima.
I suoi capelli argenti, ora liberi dal velo, riluccicano.
Ma questa Kósmima ti pare diversa. La luce nei suoi occhi è diversa.
Di fronte alla sua espressione apatica le chiedi ciò che più desideri in quel momento sapere
“Chi sei tu? Che cosa sei tu?”
E lei a quelle domande, sorride. I denti bianchissimi che sembrano di avorio, le labbra rosate e sottili; quel sorriso ti scuote e ti confonde.
Stavolta è lei che ti si fa vicina: si appoggia a te e si spinge sulle punte dei piedi, tanta è la vostra differenza d’altezza, e dopo un lento bacio sulla guancia la sua bocca si fa strada fino al tuo orecchio.
Piano ti sussurra “Vuoi sapere ciò che io sono in realtà? Brami tu dunque la conoscenza?”
“Si” tu le rispondi con semplicità “Perchè sei un mistero che io non riesco a compredere”
“Te lo dissi già ma tu non ascoltasti”
“Qui si parla per sibilli… io non ricordo”
“L’uomo tende a dimenticare… ma non avesti colpa quel giorno ed è per questo che io ti darò la giusta risposta alla tua domanda”
“Qual è ordunque. Dimmelo te ne prego”
Kósmima si fa più vicina e con una voce sempre più bassa pronuncia scandendo ciò che ti ha promesso.
 
 
-Ehi, svegliati straniero-
Lo scrivano lo scosse leggermente per facilitargli la ripresa.
All’improvviso il corpo di Abdel scattò in piedi, spiccando un balzo prodigioso all’indietro e mettendosi automaticamente in guardia.
L’uomo lo fissò sconvolto, mentre il persiano si guardò intorno stralunato, voltando la testa da una parte all’altra con rapidi scatti.
-Che ti prende? Che ti succede?- gli chiese
Abdel riportò i suoi occhi sullo scrivano e questi potè constatare, con una certa dose di stupore, che erano scintillanti.
Sta calmo idiota… sei ancora ad al-Azhar, mantieni la calma…
-No- Abdel abbassò i pugni facendoli ricadere paralleli ai fianchi –niente… mi hai solo preso… alla sprovvista-
Cambiare argomento, subito.
-Vorrei farti una domanda, se mi permetti-
L’uomo congiunse le mani e cercando di sembrare più sereno possibile, lo scattò lo aveva ancora lasciato un po’ scosso, gli rispose –Certamente. Avanti, di che si tratta?-
Abdel fece un respiro profondo, per riprendere fiato.
Non sapeva perchè ma si sentiva nervoso.
-Cosa sai dirmi dei… Vasíleia?-
 
 
 
 
 
*“pace su di te”

*“e su di te la pace la misericordia di Dio e le sue benedizioni”

* il Cairo
 
* il titolo è “Le mille e una notte”. L’egiziano fa della sottile ironia sul fatto che entrambi, Abdel e il libro, siano originari della Persia; infatti l’opera, risalente al X secolo d.C., che ha come protagonista-narratrice la bella ed intelligente Sharazad, è uno scritto persiano.
 
* tradotto più o meno fedelmente dall’arabo XD
 
* titolo persiano de “Le mille e una notte”.
 
 
 
Oh là finalmente un po’ di nebbia si sta diradando nella mente del nostro Abdel. E in questo capitolo finalmente anche Natalia ha una parte più importante (anche se principalmente in sogno); infatti alcuni di voi cari lettori mi avete fatto notare come Natalia nonostante sia la protagonista non abbia poi tutto questa presenza.
Eh! Ma è qui che casca l’asino! (spostiamoci in tempo se no ci schiaccia) I capitoli che finora ho scritto non mostrano una Bielorussia nel pieno delle sue forze, anzi è piuttosto sciupata e privata di forze, addirittura soffre di amnesia!
Quindi è logico dare un po’ più di spazio ai comprimari, che in questo caso non è una Nazione, non è un personaggio storico rilevante, ma qualcuno piuttosto che nella Storia potrebbe essere esistito e nell’universo Hetaliano aver avuto la fortuna di incontrare qualcuno di veramente speciale.
Potremmo definire Abdel un personaggio metastorico.
Ma in ogni caso spero che vi sia piaciuto questo capitolo, spero di sentirvi in recensione (mi aspetto dei bei commenti ma anche critiche senza pietà) e di poter leggere tutto ciò che abbiate voglia di dirmi, anche domande se ne avete.
Vi ringrazio tutti.
Alla prossima!

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: JhonSavor