The
Seventh:Winter
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PART 5: Keepin’
·
Chapt. 9: The
road that leads to nowhere.
Because there's a conflict
in every human heart, between the rational and the irrational, between good and evil. And good does not always
triumph. Sometimes the dark
side overcomes what Lincoln
called the better angels of our
nature. Every man has got a breaking point.
Se non ci
fosse stato Thor a sorreggermi sarei caduta dal bordo del precipizio in cui
sono comparsa. Mi trattiene per un braccio e mi attira verso di sé
raccomandandosi di stargli vicina.
Mai avuto l'intenzione di lasciare un'ancora di salvezza
muscolosa come lui.
Soprattutto
se l'ancora di salvezza muscolosa mi ha appena salvato da una voragine di cui
non vedo la fine, persa tra la polvere ghiacciata sollevata dal vento che ulula
attraverso pinnacoli di rocce nere
"Piuttosto
inospitale come luogo." Commento con la voce che trema appena. Roccia e
ghiaccio, vento e neve, penombra costante e silenzio inquietante: Jotunheim.
"Essere
nuovamente qui risveglia in me dolorosi ricordi." ammette Thor con lo
sguardo a terra. "Dobbiamo muoverci. Se gli Jotun
si accorgono della nostra presenza, sconfiggerli non sarà semplice." Infreddolita,
Morrigan si infila nel cappuccio della giacca a vento
riparandosi dietro al mio collo e litigando con la mia treccia, tirandomi i
capelli meritandosi dei piccoli colpi di rimprovero. "La scorsa volta che
sono stato qui, l'intervento di mio padre fu provvidenziale. Ma con il Bifrost spezzato ed il Re sprofondato nella più tristezza
più profonda non potremo contare su nessun aiuto da Asgard.
L'antica forza di Odino sembra svanita dalle sue membra, sprofondata nella
tomba con la sua Regina."
"La
ferita è ancora troppo fresca." lo conforto, passandogli un braccio
attorno alla vita. "Il dolore è ancora troppo vivo per tutti."
"Ma
io ho con chi condividerlo: Il sostegno dei miei amici, di Jane. Lui ha il peso
degli anni e del trono. E Loki... Loki
ha solo la rabbia sorda del suo dolore."
"Lui
non..."
"Lady
GreyRaven, so che hai cercato di aiutarlo e che lui
non te lo ha permesso: Non dovresti sentirti in colpa. Speravo tuttavia che
almeno tu, che avevi fatto breccia nel suo cuore, avresti potuto laddove tutti
noi avevamo fallito."
Caro Thor,
la situazione è un pelino più complicata di come la immagini. Far breccia nel
cuore di Loki è sin troppo semplice, nel bene o nel
male. È conquistare la sua fiducia, trasmettere un sentimento positivo il
problema: Prenderlo per mano per accompagnarlo e dargli sostegno, senza
pretendere di imporgli un pensiero, un insegnamento o un punto di vista.
Un bel casino, no?
E sì, lui
non mi ha permesso di farlo. Ed è per paura.
Se non gli
importasse di me o se fossi solo una pedina del suo gioco Loki
non sarebbe stato con me fuori dalla Stark Tower, prima.
Non mi
avrebbe baciato nella sua forma di nebbia - sia
per celare la sua presenza che per non ostacolare me - non se ne sarebbe
andato all'alba dell'omicidio di sua madre senza far rumore e senza svegliarmi,
e non mi avrebbe lasciato il libro.
Loki non mi impedisce di essere coinvolta nella ricerca delle
gemme, sa che sarebbe uno sforzo vano e futile, ma sta facendo un viaggio
parallelo per avere la sua vendetta.
Ecco, un altro bel casino.
Perché ho
quasi la matematica certezza che Loki sappia
perfettamente chi ci sia dietro ad Amora - noi
abbiamo solo un pugno di sospetti senza nessuna prova effettiva - e che stia
operando nell'ombra con un piano ben preciso. E come faccia ad avere queste
certezze spalanca la porta ad un mondo di domande e dubbi che al momento non posso affrontare.
Non mentre
affondo in un metro di neve sferzata dal vento più gelido in cui mia sia mai
imbattuta. Roba da far sbiancare persino la Vedova Nera, addestrata e cresciuta
in Siberia.
Anche
questa volta devo ringraziare la mia parte demoniaca che mi regala questa
resistenza eccezionale a queste temperature e all'aria rarefatta: il principale
motivo per cui a questa spedizione possiamo partecipare solo io e Thor.
Attivo il rilevatore
– uno di quelli che erano contenuti nella valigetta che Selvig
aveva indicato come Di Vitale Importanza
- sul mio avambraccio, l'ologramma mi saluta con il logo della Stark Ind. e l'intro di Welcome to the
Jungle, che Tony non lascia mai nulla al caso. Poi mi propone una mappa 3D
del luogo, in miniatura, ed un puntino giallo in corrispondenza della traccia
della Gemma. "Direzione Nord-Est, sei miglia da qui."
"Sarebbe
meglio camminare, volando potremmo attirare la loro attenzione."
"Con
quel mantello rosso? Ce li ritroveremmo addosso a meno di un miglio, queste
montagne sono spoglie, non offrono molti ripari da sguardi indiscreti e non
posso fare troppo affidamento sulla magia, devo salvare le energie per il
viaggio di ritorno. Meglio essere il più veloci possibili."
"D'accordo.
Aggrappati a me e reggiti forte."
"Volentieri."
"Qui Barton, fornire direzione."
"Agente Carter, fornisco coordinate 76°31′52″
Nord, 068°42′11″ Ovest,
passo."
Scambia
uno sguardo sorpreso con Natasha: "Cavolo, è decisamente
a Nord."
"Paura
di buscarti un raffreddore, agente Barton?" Le
sue labbra si incurvano leggermente in un sorrisetto malizioso. "Se
preferisci ti autorizzo a tornartene al calduccio del tuo letto alla Tower." "Potrei accettare solo se al calduccio
del letto fossi in buona compagnia. Possibilmente quella in cui mi sono
svegliato stamattina."
Lei
increspa le labbra e appoggia l'indice a fargli segno di tacere, poi gli
strizza l'occhio con fare complice.
I motori
del Quinjet sono avviati al minimo per lo
scongelamento della neve e del ghiaccio su ali e rotori. Natasha
controlla i livelli della strumentazione. "La nostra destinazione è la
base area Thule,
in Groenlandia." Legge ad alta voce per informare gli altri.
Dietro di
loro Banner è già allacciato ad un sedile e sta connettendo il portatile per
avere sempre sott'occhio la situazione all'UnderLab e il debole segnale di ritorno di Thor ed Addison. "Sarà saggio lasciare il Tumbler
qui?" Steve getta un'occhiata preoccupata al di là del portellone che si
sta richiudendo. "Perché, è in divieto di sosta? Tranquillo, Cittadino
Modello, i vigili oggi non passeranno."
Stavo
pensando ad un innalzamento della marea, piuttosto. Quest'area non è ancora
stata stabilizzata da dopo New York War II, anche se non comprendo appieno
perché."
"Perché
i turisti di tutto il mondo sono attratti dai luoghi delle battaglie, e questa
città ha bisogno di fondi per la ricostruzione. Anzi, sai che se fossi in te mi
proporrei come residuo bellico parlante? Una sorta di guida turistica: passeresti
le domeniche seduto sulle panchine e a richiesta inizieresti a parlare della
guerra. Perché no? Tutti i tuoi coetanei lo fanno!"
"Aumento
potenza motori." avvisa Clint: anziché prendere posto Tony continua a
blaterare, percorrendo in lungo ed in largo il corpo del Quinjet.
"Impostazione di decollo" insiste.
Seguitando
la sua pantomima della perfetta domenica di Steve, Stark
addirittura saltella, davanti allo sguardo di compatimento di Captain America e Banner. Mano sulla leva, propulsori
attivati di colpo ed IronMan
si ritrova gambe all'aria. "Hey Robin Hood, fallo di nuovo e rado al
suolo Sherwood. E voi allegri compari, smettetela di ridere."
La leggera
vibrazione che da qualche minuto fa tremare il Quinjet
è diventata un tremolio inquietante.
"C'è
una instabilità nei rotori che fa imbardare il Quinjet"
spiega Natasha tenendo sotto controllo la
strumentazione. "Al momento non abbiamo problemi a mantenerci in quota, ma
se iniziano a destabilizzarsi con più frequenza potremmo essere costretti ad un
atterraggio tecnico."
"Lo
troverei fuori luogo, agente Romanoff." La testa
di Stark è spuntata tra quella di Nat
e Clint, a fissare la plancia di comando con occhio clinico. "La
temperatura esterna è di -65°. Guarda i valori del vento: avremmo una
percezione esterna maggiore, minimizzare la potenza dei motori potrebbe essere
letale."
"Dunque
suggerisci?"
"Le
raffiche di vento tirano da est, giusto? Bilancia il rotore di sinistra
inclinandolo di 32°, spezzerà la forza del vento e subirà meno danni dal
freddo. Lancia al massimo i motori, questi problemi sono causati dal ghiaccio,
se diminuiamo la potenza diminuirà le temperatura dei motori. E non so voi, ma
non trovo allettante l'idea di finire schiantati a terra e sepolti sotto decine
di metri cubi di ghiaccio. Tu che dici Cap?"
"C'è
di peggio, Stark. Tipo passare il tempo libero in tua
presenza."
"Oh,
ma oggi siamo proprio brillanti!"
Un'imprecazione
sfugge dalle labbra di Clint, che si mette a picchiettare inutilmente gli
indicatori davanti alla cloche di comando: "Le strumentazioni fanno le
bizze, Tony. Idee?"
Stark sospira, si gratta la testa e poi si avvicina ad un
pannello di controllo della cabina, lo apre e ci guarda dentro. "Made in H.A.M.M.E.R. come sospettavo. Ricordatemi di
scambiare due chiacchiere con il vostro ufficio ricambi. Banner, mi serve la
scheda di memoria dello Starkphone. Permetti?"
"Beh, in fondo è tuo..." risponde lanciandoglielo. "Piccioncini, dovreste attivare la
modalità di controllo manuale. Possibilmente con esiti positivi quali il
mantenimento ad una quota degna di questo nome e della rotta. E' possibile?"
"Niente
di più facile." Dalla voce di Clint trapela una leggera nota ironica,
tuttavia reimposta i comandi e, ad un cenno affermativo di Natasha,
converte i controlli; l'intensificarsi del rollio sottolinea il passaggio. La
fronte di Clint si imperla di sudore e le labbra di Natasha
si increspano in un broncio concentrato: "Fai alla svelta, volare a vista
in queste condizioni è praticamente da kamikaze. Rischiamo lo stallo."
Steve si
affaccia all'entrata della cabina sorreggendosi con entrambe le mani allo
stipite della porta: "Dobbiamo aspettarci una intensificazione dei venti; Stark sei sicuro che il Quinjet
regga?"
"No."
"Bene,
volevo solo esserne certo."
"Quello
che sto cercando di fare è di portarlo più in là possibile. Troverei
sconveniente far atterrare Captain America in Canada."
"Possiamo
fare qualcosa?"
Stark non lo guarda nemmeno, impegnato com'è a resettare il
sistema, distruggere lo Starkphone ed utilizzarne
alcuni componenti e collegare qua e là fili che a Steve sembrano tutti uguali:
"A parte scaldarti la borsa dell'acqua calda per non peggiorare i
reumatismi? Reggersi forte e tenere il paracadute a portata di mano. Ah, e
mettere la giacca a vento a Banner, che è soggetto a riniti."
"Spiritoso..."
"Non
tanto, hai mai avuto a che fare con il moccio dell'Hulk?"
Cap rivolge uno sguardo in direzione di Banner in cerca di una
conferma: Per tutta risposta il dottore si infila con aria placida la giacca a
vento prima di alzare le spalle e allargare le braccia ad indicare che, anche
questo, è fuori da ogni sua capacità di controllo.
Nuova
applicazione della legge di Murphy: se una parete di roccia gelida liscia,
ripida ed infinita presenta una fessura, stai pur certo che ciò che cerchi si è
infilato in quella sottile spaccatura.
Se la
sottile spaccatura in cui ti sei infilata ed incastrata circa una trentina di
volte cimentandoti in una compilation di fantasiose bestemmie che hanno
costretto il tuo accompagnatore a ricordarti che anche lui è un dio e - per cortesia - di smetterla che sta
iniziando a sentirsi offeso, si apre in una piccola grotta all'apparenza
liscia, ma che un esame più approfondito rivela una piccola, minuscola, insignificante
crepa in un angolo; è risaputo che l'oggetto che tu necessiti ormai
disperatamente è proprio dentro alla minuscola fenditura. E che puoi sfiorarlo
solo con le dita.
Ok, mi
rifiuto di accettare di essere così sfigata. Preferisco credere che la Gemma si
trovi in quella dannatissima crepa perché un bastardissimo scoiattolo
preistorico ce l'ha istintivamente infilata scambiandola per una fottutissima
ghianda.
"Tappati
le orecchie!" urlo a Thor attraverso lo stretto condotto dentro cui mi
sono infilata. L'eco smembra la mia voce e solo dopo qualche secondo mi ritorna
indietro il 'Perché?' del Dio del
Tuono.
Perché non sto per dire cose carine su tutta la tua stirpe,
perché invocherò una qualche divinità oscura e accuserò di meretricio ogni
figura femminile e non di ogni pantheon religioso di mia conoscenza. Non
infierirò su tuo fratello solo perché sono una signora.
Cerco di
allargare la fessura infilandoci la lama più sottile di una delle asce,
muovendola. L'esito è positivo, ora posso infilarci dentro la mano
completamente.
Peccato
che la Gemma sia scivolata più giù.
Oh Anubi, figlio di un'Ecate nuda e di un Bacco onanista danzante nel pallido
plenilunio!
Ok. Calma
e sangue freddo. Qui rischiamo di peggiorare la situazione. Non posso cercare
di infilare la mano e andar per tentativi, che il tempo stringe e la posta in
gioco è piuttosto alta. Affidarmi ai miei poteri potrebbe dare un esito
positivo al recupero (e anche al non inimicarmi un eccessivo numero di
divinità.) ma mi toglierebbe troppa energia, e non riusciremmo a tornare indietro.
Oh beh, ho
due barrette energetiche come dotazione, potrebbero aiutare; potrei restare
nascosta in questa grotta a riposarmi e poi una volta ripresa riportare Morrigan e Thor sulla Terra.
Alternative?
No. Ok, d'accordo: Che dissolvenza parziale sia. Abbasso il
cappuccio e Morrigan saltella al mio fianco, gli
occhietti neri lucidi di impazienza quando gli spiego il mio piano. Mi sfilo la
giacca e alzo la manica della tuta, poi mi corico bocconi davanti alla crepa e
mi concentro, Morrigan posizionata vicino alla
frattura a guardar dentro e a gracchiare piano pronta a darmi indicazioni.
Chiudo gli
occhi e muovo appena le dita della mano: Il potere fluisce dal centro del mio
petto, passa dai muscoli alle vene e si espande nel braccio. Dalla pelle alla
carne viva sino alle ossa, il mio braccio lentamente di disgrega, si
alleggerisce, diventando vapore. Entra nella crepa, e quando Morrigan gracchia avvolge la Gemma. È il momento più
difficile: devo ricompattare il mio braccio, farlo tornare di carne mentre lo
faccio uscire, per non rischiare di incastrarlo nella roccia. Piano piano, sento finalmente la sensibilità tornare nelle dita:
sento ora la gemma tra il pollice e l'indice. Sfilo lentamente e nello stesso
tempo continuo a riconvertire il vapore in carne. Ora sento la consistenza
della roccia sulla carne viva e stringo i denti per il dolore quando un
minuscolo angolo di pietra mi incide. Calma, Addison,
Calma.
Un bel
respiro, e continuiamo.
La pelle
del braccio ritorna al suo posto quando anche le unghie hanno superato il bordo
frastagliato della crepa. Tra le mie dita, grande come una grossa noce, il
bagliore ambrato della Gemma del Tempo.
La stringo
nel palmo e mi rannicchio su me stessa. La testa gira e sento le gocce di
sudore attraversarmi la schiena.
Dovrei
cercare le barrette energetiche sotto la giacca, o forse solo chiudere gli
occhi per un secondo.
Non faccio
in tempo a decidere, le mie palpebre sono troppo pesanti.
Se le ali
di Morrigan fossero due mani, a quest'ora mi avrebbe
già gonfiato la faccia a sberle.
Gracchia e
sbatte le piume sul mio viso, si aggrappa alla giacca con le zampette e mi
pizzica le orecchie con il becco. Apro appena gli occhi e cerco di rizzarmi a
sedere. Il braccio nudo è livido dal freddo e solcato da quattro graffi
sanguinanti. Tra le dita stringo ancora la Gemma. La guardo brillare di luce
propria nella semioscurità della grotta: il suo potere è tangibile, come se al
suo interno ci fosse un minuscolo cuore palpitante, un respiro che vorrebbe
fondersi con il mio.
Ho già
sentito un potere del genere a contatto con la mia mano, scivolare tra le mie
dita ed annidarsi nel mio cuore inebriando la mia mente.
Ma il Tesseract inibiva i miei freni e pulsava energia nelle mie
vene. La Gemma invece possiede lo splendore affascinante di una serpe velenosa.
È il canto di una sirena, e se mi lascio vincere dalle sue promesse perirò con
essa.
Un tuono.
All'esterno
della grotta. L'urlo di Thor e rumore di colpi.
Merda.
Infilo
velocemente la pietra in una tasca interna della mia tuta e mi infilo la
giacca. Morrigan mi precede volando nel cunicolo ed
io, asce in pugno, mi ci infilo velocemente.
Amon si sbagliava riguardo le asce.
Non sono
come le mie precedenti lame.
Queste sono molto più letali.
O forse
sono io ad essere un po' più feroce, nel combattimento.
Ah, allora è così che sono gli Jotun
purosangue: Puffi alti tre metri con gli occhi di sangue che latrano
come mannari in calore.
La testa
del primo che mi ritrovo davanti dopo essere uscita dalla fenditura si apre a
metà come un melone, attraversata da una delle mie asce. Non male, decisamente!
Richiamo
l'arma e mi do da fare ad aiutare Thor a sbarazzarsi dei suoi quattro
assalitori.
Ne abbatto
uno con quattro colpi di lama nelle gambe e lo finisco recidendogli la
carotide. Un altro che si è lanciato in soccorso del compagno viene avvolto da
una vampata di Fuoco Fatuo.
Urlo a
Thor che è meglio scappare, che non sono in condizionai di affrontare una
carneficina e che altri Jotun stanno scalando
velocemente la parete ghiacciata sotto di noi. Mi cinge la vita con il braccio
e fa mulinare il Mjolnir; quando ci stacchiamo dal
suolo Morrigan si aggrappa piantandomi le unghie
nella carne del collo.
"Apertura
dei carrelli mancata, sono in avaria!" Natasha
impreca in russo e mantiene salda la presa ai comandi dei freni "Voi tre, là dietro, mani ai pannelli e
procedete con l'apertura manuale!"
"Troppo
tardi, Nat. Deflettori aperti al massimo, abbassa i
flap: reggersi forte e che Odino che la mandi buona almeno per questa
volta."
La pancia
del veivolo impatta al suolo e scivola sulla
superficie di ghiaccio senza controllo. Il vento fa ruotare il Quinjet, e solo i riflessi di Natasha
le fanno notare la parete di ghiaccio a cui stanno andando incontro. Afferra
velocemente il comando dei missili aria-aria direzionando il joystick verso la
parete: Preciso ed efficace, il Sidewinder lascia l'ala e schizza verso l'ostacolo facendolo
saltare per aria: il Quinjet passa attraverso la
fiammata dell'esplosione fermandosi indenne metri dopo la parete sgretolata.
"Bel
colpo, Nat." Clint getta la testa all'indietro,
gli occhi chiusi e tira un sospiro di sollievo. "Se non fosse stato per te
a quest'ora saremmo nella merda più totale."
"Perché,
ora no?"
"Poteva
andarci peggio."
"E se
non lasci i motori al minimo di sicuro succederà." interviene Stark alzandosi dal sedile su cui era sprofondato. Da una
pacca sulla spalla di Banner, bianco come un cencio, e fa cenno a Cap di seguirlo fuori. "Andiamo a fare la conta dei
danni."
Natasha li ferma, alzandosi in piedi e
avvicinandosi al parabrezza sopra la plancia. "C'è qualcosa, là in
fondo." Strizza gli occhi per guardare meglio, attraverso la cortina di
neve che si sta depositando sul vetro. Clint fa partire i tergicristalli e la
imita. "Sembrano persone. Che abbiano già mandato una squadra di
soccorso?"
"A
120 miglia dalla base e con queste condizioni meteo? Non credo."
"Sbaglio
o sono piuttosto alte, per essere persone normali?"
"Hai
ragione, Cap... quelli sembrano..."
"Giganti?"
"Yeti?"
"Na'vi?"
Ma Banner
ha incollato la faccia ad uno degli oblò sui lati e guarda in alto con aria
preoccupata. "Ragazzi... non per dire... ma... il cielo, non vi sembra di
averlo già visto da qualche parte?" È Stark a
parlare per primo, come sempre, esprimendo il pensiero corale: "Oh, Merda."
"Riesci
a teletrasportarci?" Il braccio di Thor mi cinge le spalle, guidandomi ad
appoggiarmi alla sua spalla con la fronte.
Siamo
atterrati su un picco che sovrasta una profonda gola, distante da quella in cui
abbiamo ritrovato la Gemma. Al riparo tra due massi ci concediamo un minuto per
riprendere fiato.
Chiedo un
attimo e lui annuisce, gettando uno sguardo preoccupato intorno. Sul braccio
sinistro l'armatura lacera e distrutta rivela una porzione di pelle annerita
dall'ustione. Lo tocco delicatamente per controllargli la ferita e lui si
ritrae di scatto: "Dunque, abbiamo
conosciuto gli Jotun. Me li immaginavo meno
fetenti." dico strappandogli un sorrisetto. "Oh, e questo non è
niente!" Commenta. "Sanno essere molto più pericolosi, con lo Scrigno
alla loro portata."
"Credi
che possano averlo?"
Thor alza
le spalle: "Mio padre li ha sconfitti una volta ed io farò lo stesso, se
attaccheranno un regno posto sotto la mia protezione." Poi torna a
studiare le mie condizioni: "Ti senti meglio?"
"Sì.
La disgregazione parziale richiede una concentrazione maggiore di quella
totale, si spendono più energie ed un'atmosfera con l'ossigeno rarefatto come
questa non aiuta."
" È
stato Loki ad insegnarti questo trucco?"
Roteo gli
occhi: "Non è un trucco, è magia."
"Giusto"
Thor sorride tristemente. "E chi l'avrebbe detto? È sempre stato geloso delle sue
conoscenze!"
"Forse
perché nessuno ha mostrato interesse verso le sue capacità." Mi pento
subito di essermi lasciata sfuggire questa considerazione: il velo di tristezza
negli occhi celesti di Thor si intensifica e china lo sguardo ad evitare il mio.
"Non volevo accusarti, scusa."
"Ma
dici il vero" sospira. "Cosa ti ha detto? Cosa ti ha raccontato di
noi?"
"Tante
cose." Rispondo vaga. "E non so mai se credere a tutte. Un giorno
forse ci metteremo a tavolino io e te davanti ad una porzione di Pop Tarts e ci
confronteremo direttamente su ciò che Loki mi ha
raccontato. Che ne dici?"
Annuisce,
la stretta sulla spalla si intensifica mentre mi stringe a sé.
Ecco, su
una cosa Loki è stato sincero: Thor stritola.
Poi,
improvvisamente, mi lascia andare e si guardai di nuovo attorno con aria
preoccupata. "Hai sentito?"
Ansimo
dall'abbraccio appena interrotto. "Cosa?" domando, un istante prima
di sentire anche io un rumore.
Passi.
Migliaia
di passi.
Un
esercito in marcia nella vallata.
Usciamo
dal nostro rifugio, gettandoci bocconi sullo sperone di roccia e guardando giù
dalla rupe, tra la tormenta di neve. La gola sottostante è percorsa da un lungo
serpentone di Giganti di Ghiaccio. "L'armata di Jotunheim."
mormora Thor. "Si preparano ad attaccare."
"'Sta
moda degli eserciti spero finisca presto." borbotto. "E dove staranno
andando?"
Thor segue
con gli occhi la direzione dei soldati. Poi alza gli occhi al cielo. "Lady
GreyRaven...!" Seguo il suo sguardo. Le nubi
scure del cielo si sono aperte in un cerchio, un vortice dalla luce bluastra
che scende sulla terra inospitale: Un portale.
"Mi
pare una risposta esaustiva alla nostra precedente domanda su chi abbia lo
Scrigno."
"Temo
anch'io."
"Guardiamo
il lato positivo" Sulle teste dei giganti grandinano i missili di Iron Man: le esplosioni creano scompiglio e smembrano la
fila degli Jotun. Uno di loro, a cavallo di quello
che sembra un gigantesco orso zannuto ed irto di spine, si lascia andare ad un
latrato feroce incitando i compagni a contrattaccare. Stark
svetta in alto e scarta un grappolo di guglie di ghiaccio.
Raggiungendo
una posizione favorevole tra l'ala del Quinjet e una
porzione della parete ghiacciata che Natasha ha
abbattuto, Occhio di Falco incocca una freccia esplosiva e prende la mira.
"Sarebbe?" L'occhio del bestione zannuto viene colpito: Il tempo di
un latrato di dolore ed esplode; il cavaliere diventa una torcia impazzita
scagliata sul ghiaccio.
"Che
non sono Chitauri. Ormai avevano stufato, no?"
"A me
davano un senso di sicurezza." commenta Natasha
attivando l'Arma del Distruttore, che è diventato il suo giocattolino
preferito dopo i Morsi di Vipera. Mentre si carica di energia gli schiocca
addirittura un bacio sulla canna. "Almeno eravamo sicuri di poterli
sopraffare. Invece questi Na'vi sembrano piuttosto
coriacei."
"Beh,
se vedi uno che si avvicina con la treccia in mano, sappi che vuole offriti una
cena." ironizza Stark.
"Romantico!"
"Nat, la cena non è compresa."
"Suvvia,
Barton, non essere geloso!"
Mezza
dozzina di giganti si è ripresa dallo sgomento iniziale ed ha lanciato la
carica al Quinjet.
I primi
tre vengono atterrati dallo scudo di Captain America.
Un quarto gli si lancia addosso. Rotolano sulla neve e solo dopo una breve
lotta Cap riesce faticosamente ad avere la meglio, la
pelle esposta dalla divisa lacerata, nel fianco sinistro, brucia terribilmente
per il contatto con il gigante: "Non per fare la solita voce fuori dal
coro, ma temo li stiamo prendendo sottogamba."
"Ed
io non vorrei fare la menagramo, ma ne stanno arrivando altri, come da copione
per i portali aperti." Natasha ne abbatte uno
con due fucilate. "Dottore, che ne dici di far sgranchire un po'
l'Altro?"
La testa
di Banner fa capolino dall'apertura del Quinjet.
"Dici sia il caso?"
Quattro
cuspidi di ghiaccio si conficcano dove un istante prima si trovava Natasha. Rotolando su di un fianco e scivolando tra il
ghiaccio, la Vedova Nera si rialza a pochi centimetri dal portellone aperto del
Quinjet. Si sistema una ciocca di capelli dietro
l'orecchio, ricarica il fucile ed annuisce: "Decisamente."
Banner si
sfila giacca a vento e maglione sistemandoli ordinatamente sul sedile del Quinjet a fianco degli occhiali. Poi prende un bel respiro
ed esce con un laconico "D'accordo."
E l'urlo
dell'Hulk fende l'aria.
Alziamo
gli occhi al portale nello stesso momento. L'attimo di distrazione che permette
ad uno dei cavalieri Jotun di atterrare Thor e ad un
altro di bloccarmi. La tuta cede a contatto con il suo corpo e la pelle
sfrigola. Il mio urlo di dolore si fonde con il suo di quando rilascio il Fuoco
Fatuo.
Thor
fulmina il cavaliere ed i due più vicini e si rialza con un colpo di reni.
"Hai sentito?"
"Banner
è nervosetto anche oggi!" esclamo abbattendo il gigante più vicino con
quattro colpi di asce sugli stinchi. "Il portale è aperto sulla Terra,
possiamo sfruttarlo!"
Il Mjolnir mi salva dalla stalattite diretta alla mia schiena.
Lo Jotun che l’ha scagliata viene carbonizzato dal
mio fuoco. "Dovremmo trovare anche un modo per richiuderlo!"
Embé, certo, perché sembrava troppo facile così.
Arieccomi!
Inizio subito con il ringraziare,
come sempre, chi entra in queste pagine. Soprattutto chi entra e lascia un
commento.
Grazie, voi non avete idea di come
mi state aiutando e motivando.
Tantopiù che, anche se non ho scritto
completamente i capitoli mancanti (sono arrivata al 15° e credo me ne manchino
ancora più o meno 5) ho già in mano le linee guida da seguire per arrivare alla
fine.
Grazie, Grazie ed ancora Grazie.
Vi faccio una debole tirata d’orecchie
per non aver tentato la sorte con gli ‘Inside Jokes’
del capitolo precedente, ma fa nulla. Darò comunque le soluzioni…
… solo non ora.
Tiè.
Per ogni domanda, dubbio, o solo
per fare conversazione e sparare qualche sciocchezza in allegria, vi rimando al
mio Ask: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos.
Per tutto il resto c’è MasterStark!
Alla prossima,
EC.
PS: Titolo tratto da ‘Pilgrim’ di Enya (Artista irlandese… ma va? Sono appena appena
fissata con l’Irlanda….) e citazione cinematografica
tratta da Apocalypse Now.