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Autore: Sybil Blues    13/04/2013    4 recensioni
Ginny Weasley ha sedici anni, trascorsi nell'ombra proiettata dall'amicizia fra suo fratello e Harry Potter. Quello stesso Harry che non è mai riuscita a dimenticare, e al suo sesto anno ad Hogwarts proverà a farlo sul serio. Ma il labirinto di feste, vendette e solitudine la porterà a conoscere un segreto terribile. E a perdere sé stessa.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Thomas, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Neville Paciock | Coppie: Dean/Ginny, Draco/Ginny, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Non riesco a dormire. Penso a Dean, e poi a Draco. Poi a Dean e Draco insieme.
A Dean ferito nel bagno dei Prefetti.
A Dean ferito da Malfoy per colpa mia.
Chiudo gli occhi, ma il battito veloce del mio cuore mi impedisce di perdere coscienza. E' come se volesse uscire dal mio petto, restare davanti a me e guidarmi da qualche parte.
Cerco di concentrarmi sul russare leggero di Hermione, a pochi letti di distanza. Mi manca, ma è meglio starle lontana ancora. Scoprirebbe tutto ciò che le sto nascondendo nel giro di dieci minuti, e allora andrebbe da Malfoy a rimetterlo a posto. O peggio, da Silente.
Ho troppi pensieri per la testa. Credo che stia per scoppiare da un momento all'altro.
Sono le quattro del mattino e ieri mi è arrivata una lettera dalla mamma.
Mi alzo silenziosamente, infilo giubbotto e pantofole e prendo carta e calamaio. La Guferia sarà deserta e piena di aria pura e fresca: è ciò che mi serve.
I corridoi di Hogwarts sono deserti e silenziosi, fatta eccezione per l'eco di una canzone che sembra provenire da sotto i miei piedi: i Serpeverde stanno facendo festa, a quanto pare.
Chissà, forse una sbronza potrebbe mettere a tacere tutte le mie preoccupazioni. Cammino decisa, prima che l'impulsività abbia il sopravvento sul mio buonsenso.

La Guferia è gelida, oltre che infestata dal tanfo pesante. Mi siedo sulle scale gelate, la pergamena appoggiata al ginocchio.
"Cara mamma,"
Per un attimo penso a come sarebbe liberatorio poterle scrivere tutto quanto, poter rivelare la verità. Sarebbe come alzarsi da questi maledetti scalini e liberarmi di tutti i vestiti, sentire il freddo penetrarmi fin nelle ossa e urlare. Urlare, urlare, urlare tutte le mie incertezze al vento e vederlo portarsele via per sempre.
"Cara mamma,
aiutami tu. Sono diventata un disastro. Malfoy sta cercando di ricattarmi per impedirmi di dire a tutti che ha il Marchio Nero, Hermione non mi parla, ho quasi rovinato la mia amicizia con Neville e forse mi piace Dean. Ma nemmeno Dean e il suo calore riescono a cancellare il pensiero di Harry. Harry è sempre lì; a volte, penso che l'unica soluzione per togliermelo definitivamente dalla testa sia Obliviarmi. Peccato che non so come si fa, e che non lo voglio davvero.
Tanti saluti a tutti, mandami un bottiglione di Whisky Incendiario così mi ubriaco e non capisco niente per qualche giorno. Un bacio"
Vedere quelle parole nero su bianco mi spaventa. Potrei davvero mandarle la lettera.
Se volessi farmi ammazzare. La strappo in mille pezzi e la getto via. La carta vola come tanti piccoli coriandoli. Sono così concentrata su questa visione fiabesca - il cielo incendiato dall'alba, le montagne verdi e il silenzio perfetto - che non mi accorgo della figura che avanza verso di me. Alzo lo sguardo, e mi accorgo che mi sorride con aria sognante.
E' bella, a modo suo. Sembra un elfo, una di quelle creature eteree da cui non puoi aspettarti altro che bene. Luna Lovegood si scosta i lunghi capelli biondi dal viso - le arrivano a metà schiena - e si siede accanto a me.
«Buongiorno!»
«Ciao, Luna.»
«Come stai?»
«Bene.» sussurro, lo sguardo basso. Lei rimane in silenzio per qualche minuto, giocherellando con i suoi orecchini-ravanello, poi si sporge verso di me e mi abbraccia senza una parola. Luna sembra strana, ma non lo è. E' solo diversa, perchè è onesta con sè stessa e con tutti, e riesce a capire le persone meglio di quanto riesca a catturare Gorgosprizzi. E Luna è molto brava a catturarli, davvero.
«Cosa ci fai qui a quest'ora, Luna?» le chiedo, sciogliendo delicatamente l'abbraccio.
«Oh, mi piace molto passeggiare quando non c'è nessuno in giro. Mi piace l'idea di essere la prima a svegliarmi nel castello e l'ultima ad addormentarmi. E poi non potrei non passare davanti alla Stanza della Necessità, sai...»
«Ti manca l'Esercito di Silente?»
Un gufo stride, mentre Luna annuisce.
«Mi sembrava quasi di avere degli amici.» dice, guardandomi dritta negli occhi. Non c'è ombra di accusa nel suo sguardo, solo una profonda sincerità priva di ogni imbarazzo.
«Ti voglio bene, Luna.»
«Sei molto carina, grazie.»
Mi viene da ridere, perchè nessuno ha mai risposto così a un mio 'ti voglio bene', ma non lo faccio.
«Oggi avremo lezione insieme. Cura delle Creature Magiche...»
 «Non credo che ci sarò. Devo sistemare... delle cose.»
In realtà non credo che mi servirebbe la bacchetta, ma non posso rischiare di mandare a fuoco qualcosa e di non poterlo spegnere perchè Malfoy è un immenso stronzo convinto di poter ottenere qualsiasi cosa perchè ha uno scarabocchio maledetto sul braccio. E io, che l'ho anche baciato convinta di sentirlo. Che stupida, che stupida!
«Luna» sussurro, lo sguardo fisso sulle montagne. «Ti è mai capitato di non sapere cosa fare? Voglio dire, di essere consapevole di essere in un grande pasticcio - che è un eufemismo - e di cercare di risolverlo in qualche modo, ma più cerchi di farlo e più le cose si complicano.»
«E' come nelle sabbie mobili, no? Sono tremende, me l'ha detto papà. Tu ci cadi dentro, perchè ti sembrano dorate e asciutte come le altre, ma appena ci metti piede, non puoi più andartene. E più ti muovi, più sprofondi. L'unica soluzione è che qualcuno venga a salvarti.»
Rifletto sulle sue parole. Il silenzio è rotto solo dai nostri respiri.
'Qualcuno che venga a salvarti' ha detto Luna. Mi sembra di essere una di quelle incapaci principesse delle favole Babbane che Hermione una volta mi ha raccontato. Tutte trucco e parrucco, non muovono un dito nemmeno davanti ad un drago sputafuoco perchè non devono assolutamente spezzarsi un'unghia, o perchè sono state così cretine da aver mangiato una mela offerta dalla prima vecchina pulciosa che passa, per poi 'cadere in un sonno profondo'. Nessuno potrebbe essere così idiota.
Poi mi rendo conto che è esattamente quello che ho fatto io. Mi sono buttata sulle prime labbra che mi si offrivano.


Fingo di andare a lezione, ma non appena Hermione ed il suo cespuglio di capelli spariscono, torno al dormitorio e mi siedo sul letto. Arnold, la mia Puffola Pigmea, ronfa felice sul libro di Trasfigurazione. Chissà dov'è Dean.

«Ecco la tua bacchetta.» Dean la tira fuori dalla tasca e me la porge, serio.
«Come hai fatto?» gli chiedo, ansiosa.
«Non è importante, Ginny. Ora va' a studiare, ho sentito che hai fatto parecchie assenze.» Il suo tono duro mi stupisce.
«Perchè mi parli così?» Mi rendo conto di quanto suonino infantili le mie parole, accompagnate dalla voce tremante.
«Lo so che ti sbatti Malfoy di nascosto. Me l'ha detto lui.»
Bum, un pugno allo stomaco.
«E tu gli credi? Credi a lui? L'hai visto il Marchio Nero?!»
«Non sono affari miei, comunque. E non spetta a me giudicarti, solo che non me l'aspettavo. All'inizio non gli credevo, ovviamente, ma Draco - come ti piace chiamarlo - ha diciamo 'fatto testimoniare' Gazza a suo favore. Ora scusa, ma ho parecchio da fare.»
Resto a fissare la sua schiena che si allontana, inebetita. Qualcosa dentro di me si infrange, perchè Dean mi sta abbandonando. Anche lui.
Questa volta, quando le lacrime mi rigano il volto, non cerco di trattenermi e piango come non ho mai fatto nella mia vita.

  
  
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