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Autore: _NaruSasu    13/04/2013    2 recensioni
"Che poi mi chiedo come ho fatto ad innamorarmi di lui. È così diverso dall’immagine di ragazzo che ho in mente. Doveva essere un ragazzo per bene, gentile, un po’.. sulla protettiva.
No, lui era l’opposto di tutto questo.
E dire che all’inizio lo odiavo. Non so il perché, ma lo odiavo.
Sono Margaret Jonson, ho 19 anni e questa, è la mia storia."

Una long het sui One Direction, spero di avervi incuriosito con questa parte della storia.
-Kila
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I Can't Believe In Our Love

 

4. I can’t fall.

-Ti prego Louis, rilassati! Rallenta, mi sto facendo male!- Una curva improvvisa mi mandò contro la portiera. –Rallenta idiota!-
Evidentemente, sia dalla sua espressione che dalla sua fretta in macchina, era molto preoccupato per i suoi genitori. Ma tutto questo non gli dava il permesso di guidare come un matto!
-Non sei tu che hai i genitori in ospedale, quindi stai zitta e non criticare!- un’altra curva, sempre più veloce. Finalmente vidi il parcheggio dell’ospedale dal finestrino, e ringraziai il cielo di essere arrivata. Arrivammo al parcheggio e ci precipitammo all’entrata dell’ospedale. Louis prese a caso un’infermiera e le chiese dove poteva trovare il pronto soccorso e i suoi genitori.
-Là in fondo a destra, ma solo i parenti posso entrare nelle sale-
-Perfetto, sono loro figlio.- Detto questo, accelerò il suo passo verso le sale del pronto soccorso lasciandomi indietro con sua sorella, che aveva voluto seguirci.

-Louis aspetta! Devo venire anch’io!-
-Signorina, se non è parente non può entrare, sono le regole.- intervenne l’infermiera.
-Voi e le vostre regole! Lei è la sorella di quel ragazzo e, essendo piccola, non la posso lasciare andare in giro da sola per un ospedale.- Dissi prendendo in braccio Lottie. –Sono la sua babysitter e come suo tutore credo di poterla accompagnare dai suoi genitori!-
Avevo alzato senza accorgermi la voce e l’infermiera, seguendo il mio ragionamento, mi lasciò andare. Camminai velocemente nella direzione in cui era andato Louis, arrivando alla stanza numero 17, per poi notare Louis e sua madre fuori. Lottie iniziò a muoversi, mi costrinse a lasciarla giù e subito dopo si buttò tra le braccia di Johanna urlando ‘mamma!’
Mi si strinse il cuore. Incapace di fare qualunque cosa mi sedetti di fianco alla madre di Louis e le chiesi come stava.
-Sai.. non lo so nemmeno io. Mio marito è là dentro in non so quali condizioni e non posso fare nulla.-
-Io.. non so che dire. Mi dispiace..-
-Non preoccuparti, è stato un incidente. Spero solo che vada tutto bene.- Disse abbassando lo sguardo.

-Col cavolo.- esclamò di colpo Louis –se andasse tutto bene non sarebbe lì dentro.- Aveva ragione e, mentre passavo la mano tra i capelli della piccola Lottie che chiedeva dov’era il suo papà, cercai di confortare la madre di Louis.
Successivamente, passarono minuti di silenzio, con Johanna che abbracciava Lottie e Louis che fissava continuamente la porta.
I suoi occhi non erano mai stati così.. così lontani dalla realtà. Lo guardavo, mentre mi chiedevo come potesse sentirsi. E pensavo che non mi ero mai affezionata a nessuna famiglia e che non ne avevo mai visto una come la loro. Era un pregio di famiglia scherzare appena se ne aveva l’opportunità, anche se era Louis a farlo più spesso. Con me, poi, erano anche molto gentili. Pensare che mi avevano addirittura invitato a pranzo solo dopo poche settimane, ma dovetti rifiutare per altri impegni.
Con loro quasi mi sentito in una seconda famiglia, quella che sentivo sempre meno dalla mia, dopo il divorzio dei miei (di cui preferisco non parlare).
Ma poco dopo il mio pensiero tornò agli occhi di quel ragazzo a meno di un metro da me, semplicemente perché la porta si aprì e con loro anche quegli occhi, desiderosi di sapere le condizioni del padre. Si alzò, avvicinandosi all'uomo appena uscito.
-Ragazzo, non preoccuparti. Abbiamo sistemato le ferite, ma gli abbiamo ingessato il braccio per una frattura vicino al gomito. Rimarrà in ospedale per poco.- un grande sospiro di sollievo risuonò nella stanza, intorno a quel medico. Louis si girò verso la madre mostrando un piccolo sorriso, lei ricambiò, alzandosi e prendendo per mano Lottie.
-Ora vediamo papà, ok?- 
Entrarono nella stanza, mentre io preferii rimanere fuori, contenta che fosse andato tutto bene. Sentivo da fuori la piccola che faceva domande, all’insaputa di ogni cosa successa, e vidi dalla tendina Johanna su una sedia e Louis, ai piedi del letto, con un bellissimo sorriso stampato in faccia.
Bellissimo? Da quando commenti così qualcosa che riguarda Louis?    Una voce nella mia testa mi fece notare l’aggettivo che avevo utilizzato.
Ma non poteva essercene uno migliore.

Spostai lo sguardo dalla tendina e poco dopo li sentii uscire.
-Non era mica vietato che entrassi.- commentò Louis appena mi vide.
-Fa niente..- Mi alzai e con loro andai all’uscita, dove poco prima Johanna chiese a che ora era il ricevimento parenti dell’indomani. Tornammo a casa che era quasi l’una e per sicurezza mandai un messaggio a mia madre scrivendo di aver avuto un ‘imprevisto’.
Salutai Johanna, Louis e Lottie, per poi prendere la mia macchina e tornare a casa. Ricevetti inizialmente una bella sgridata da mia madre, ma poi si calmò quando le spiegai la situazione.
Sentivo dentro di me che il giorno dopo sarebbe successo qualcosa.

[...]

-Ehi Louis..- Lo fermai appena fuori da scuola.
-Che vuo.. oh sei tu.- Si girò verso di me, rivolgendomi uno sguardo pieno di curiosità. Che mi aspettavo? Un bel sorriso come quello della sera prima? C’era da ridere solo a pensarci.
-Ehm.. molto probabilmente non saprai più di tanto ma.. tuo padre?-
-è andata poco fa mia madre a trovarlo, non mi ha ancora detto niente..- abbassò lo sguardo.

Dio no, Louis sorridi, non fare quella faccia.

-Ma credo stia bene.- mi mostrò uno sorriso falso, così falso che anche la persona più depressa al mondo potesse farne uno migliore.

No, non così idiota.

-pff. E quello ti sembra un sorriso?- parlai senza rendermene conto. –potevi anche non dire nulla se ti dava fastidio parlarne.-

Ora l’idiota sei tu, Meg.  Perfetto, pure la vocina nella mia testa iniziava a criticare e ad usare quel soprannome.

-come dovrei rispondere a una cosa del genere?-
-ehm..- non avevo decisamente pensato alle conseguenze. –oh guarda è tardi, devo andare a casa!-
Mi prese per un braccio e mi fermò, costringendomi poi a girarmi.
-è divertente-
-cosa?-
-il tuo imbarazzo..- sorrise, questa volta veramente. -..il tuo imbarazzo a parlare con me-
Quel sorriso era qualcosa di magnifico, anche se era leggermente diverso dalla sera prima. Questo era molto più provocatorio, degno di Louis Tomlinson.
Ma se era questa la trappola che diceva settimane prima, beh, non ci sarei caduta.
Non ci potevo cadere.


Ciaoooo c:
Ci ho messo decisamente di più del previsto, non ho scuse..
Vabbeh.
Sinceramente, mi piace come è uscito, e spero che piaccia anche a voi!
La fine.. boh, volevo provare a lasciare la storia 'aperta' fino al prossimo capitolo.
Guardate..

Questo è Louis. Vi sta dicendo che se non recensite io ci sto male :c
E se io sto male rompo a lui, quindi fatelo per lui, ok? 
(Credo che nel gelato che ho appena mangiato c'era qualcosa. O non sono lucida o sono scema di mio c:)
Secondo me è la seconda.
Comunque, anyway, nonmiricordocomesidiceinfrancese, spero vi sia piaciuto, e al prossimo capitolo c:
Kila xx
  
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