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Autore: Sylvia Ruth    13/04/2013    1 recensioni
Il cuore di Dave Gahan si è fermato per tre minuti... Questa è cronaca...
Ma se non fosse tutto qui?
Se la sua morte fosse stato solo un nuovo inizio?
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Sbrigate le poche formalità Dave viene accompagnato da un inserviente in quella che sarà la sua camera nei prossimi giorni, mentre Jafar sparisce dietro una porta.
Si lascia cadere sul letto con un sospiro. La stanchezza che prova è reale, come è reale il malessere generale e alcuni doloretti vari. Ma quello che lo fa sentire peggio sono i pensieri che gli affollano la mente. Pensieri cupi che tiene, sforzandosi al massimo, per sè. Questa volta non ci saranno interferenze o ingerenze all'ultimo minuto. Ha preso una decisione e intende portarla a termine.

"Dave, Dave!" Lui apre le braccia e Jimmy gli si tuffa addosso.
"Amore, non stancarlo." Jennifer gli sorride e Dave la ricambia, sollevando tra le braccia il bambino. "Visto che sta bene? Adesso usciamo. Tu giocherai in giardino con il signor Simon, dopo aver ringraziato quel gentile dottore che ti ha permesso di salire a salutarlo."
"Sì mamma. Ciao Dave." Lo saluta agitanto la mano.
"Torno subito."
"Ti aspetto." In pochi minuti si prepara. Osserva come ha sistemato la stanza. Perfetta per quello che ha progettato.

Quando Jennifer rientra le veneziane sono abbassate e la stanza sembra vuota. "David?"
"Sono qui, tesoro." Dave appare sulla porta del bagno, con indosso i pantaloni di un pigiama e niente altro. "Finalmente..." Sussurra con voce calda e sensuale, avvicinandosi a passi lenti perprenderle il viso tra le mani e baciarla con trasporto.
"David..." Jennifer gli appoggia i palmi aperti sul pette e lo sente rabbrividire. L'intensità del bacio aumenta. La pressione delle labbra di lui scendono lungo il collo, mentre con una mano le toglie il fermaglio.
"Te lo avevo promesso. Peccato per la vestaglia di seta rossa. E' rimasta con il resto del bagaglio. Ma non serve, vero tesoro?"
Il calore di quelle mani sulla propria pelle nuda. Jenny aveva dimenticato quento fosse eccitante sentirle. La bocca di Dave ora scende lungo la gola e il suo corpo la spinge verso il letto.

"David, siamo in un ospedale!" Gli ricorda con voce roca.
"E allora? Quello è sempre un letto." Dice, mentre con le dita sta già trafficando per slacciarle il reggiseno. "Ti voglio adesso e ti avrò adesso."
Lei lo scosta, allibita per il tono che ha usato. "Tu cosa?"
"Ti voglio. Non è evidente?
"Ricorda dove ci troviamo. Quella porta potrebbe aprirsi da un momento all'altro."
"Tutto qui? Basta chiuderla." Ribatte lui alzandosi, nudo. "Quante inutili storie!!"
Jennifer, a quel commento sprezzante, scende alla svelta, sistemandosi gli abiti in disordine.
"Lasciami uscire. Subito."
"Non ci penso proprio!" Replica Dave, incrociando le braccia. "Sono settimane che non tocco una donna. Non metterti a fare la santarellina pudica. Ne avrai voglia anche tu."
"Uno scherzo è bello quando dura poco..." Obietta indietreggiando.
Dave pare non dar peso al suo nervosismo. "Non ti è mancato questo?" Sfirla con la mano la sua erezione. "Lascia perdere il moccioso e spassiamocela." La spinge sul letto salendo a cavalcioni sopra di lei.
"David, ho detto NO! Non ti voglio. Non così. Non qui." Si ribella.
"Ma io sì... Quindi apri le gambe e... chiudi il becco." Sibila lui, compiendo il gesto di spostarle le ginocchia.
Jennifer lo respinge con violenza.
"PIANTALA!" Le ordina, alzando una mano in gesto di minaccia. "Togliti questi stracci!"
"Prova solo a toccarmi con un dito e giuro che ti becchi una ginocchiata sui coglioni." Si divincola con tutte le sue forze e scende dal letto. "Dovevo immaginarlo. Scema a credere alle tue promesse. Erano solo parole a vuoto. Qualche settimana insieme a quei debosciati dei tuoi amici e ti sono rispontate le velleità da grande star a cui tutto è permesso e lecito. LASCIACI IN PACE!"Gli grida. "Non farti più vedere nè da me nè, soprattutto, da mio figlio." Sbatte la porta e Dave cade di schianto sul letto, con il viso nascosto tra le mani.
"Fase uno: completata con successo." Mormora, lasciandosi sfuggire un singhiozzo.

Jenny corre per i corridoi, la vista offuscata dalle lacrime. *Jennifer sei una cretina! Alla tua età non conosci ancora gli uomini? Sei solo una povera illusa.* Vede in lontananza il figlio che ride e si nasconde in un angolo. Prende dei lunghi respiri per calmare il tremito e si tampona le lacrime. "Amore, vieni. Si è fatto tardi e Mr. Simon ha del lavoro che lo aspetta." La sua voce ha un'incrinatura e basta questo per far corrugare la fronte dell'anziano.
"Vuoi sederti davanti, al mio fianco?"
"Posso? Davvero, mamma?" Chiede salterellando.
"Solo per questa volta." Rivolge uno sguardo pieno di riconoscenza a Simon, gli occhi di nuovo lucidi. "David... Ti ha spiegato che i posti più sicuri per i bambini sono i sedili posteriori."
"Uffa." Brontola piano il piccolo, distraendosi subito con i congegni del cruscotto. Jenny sospira e non si accorge di essere sorvegliata discretamente attraverso lo specchietto.

"Se la signora permette posso accompagnare James in una parte della casa che non ha ancora esplorato? La nursery." Si rivolge direttamente al piccolo. "Per te sarà piena di vecchi giocattoli, ma sono sicuro che ti divertirai a sfogliare i libri illustrati e ci devono essere anche degli album da colorare."
Jimmy la guarda, speranzoso e Jenny acconsente con un cenno. "Gioca pure... Senza rompere niente." L'ammonisce. "Di' grazie a Mr Simon." Li segue con lo sguardo e quando non li vede più scoppia in un pianto a dirotto.

Quando l'uomo ridiscende si ferma. Nonostante la porta chiusa si sentono i suoi singhiozzi. Con un gesto deciso raddrizza le spalle ed entra nella stanza dove Kit dorme e lo sveglia. "Scusi, signor Chris. Mi sono preso la libertà di una piccola indiscrezione... Un'intromissione in faccende che non mi riguardano..."
Kit solleva appena la testa dal cuscino. "Insolito... Parla."

Pochi minuti dopo esce, inseguito da Simon, finendo di vestirsi lungo le scale e borbottando insulti e una sfilza di parolacce. **Dave... David... Cosa devo fare con te??**

Si precipita alla clinica e dopo lunghe trattative con la strega in portineria riesce a salire. La camera è deserta. L'infermiera a cui chiede sue informazioni gli proibisce di scendere nei laboratori delle analisi dove "dovrebbe" essersi recato.
Kit divora a grandi falcate lo spazio tra la porta e la finestra e viceversa, sempe più impaziente.

Dave entra seduto su una sedia a rotelle, spinta da un inserviente. "Ok. Qui ci siamo. Posso adoperare le mie gambe?" Chiede immusonito.
"Sì, ma con cautela." Gli suggerisce andandosene.
"Dove cazzo eri finito?" Lo investe Kit.
"A divertirmi, guarda un po!" Ribatte con asprezza Dave. "Bell'idea la vostra!! Siamo in un ospedale? E allora esami... esami... esami. Ho appena scoperto un fatto interessante su di me. Mi sono bucato mille volte, con ogni genere di schifezze e stavo per svenire quando ho visto la siringa piena del MIO sangue. Non ti fa ridere?"
"NO!" Agita le mani in aria. "Resti SOLO per poche ore e che mi... DAVID!" Lo sostiene vedendolo traballare e incespicare.

Dave si avvinghia alle sue spalle. "Non lasciarmi." Mormora.
"Tranquillo... Sono qui."
Un grido soffocato gli fa voltare la testa.

Martin li sta fissando con occhi sbarrati. Una mano sulla bocca a smorzare un secondo grido. "MI avevate GIURATO che la storia tra voi due era finita..." Con un balzo salta addosso ad un sorpreso Kit, colpendolo con furia. "STORIA FINITA un paio di balle!!"
Kit è talmente sbalordito per quella scena assurda che non reagisce e non si difende.
E' Dave a farlo, con rabbia. "Che cazzo vuoi ancora? Ti ho scopato due volte... Una di troppo per i miei gusti. Con le donne sarai considerato un fenomeno... Ma per me sei UNA VERA FRANA!"
Martin indietreggia, sconvolto. "Mi sono innamorato di un vero bastardo... Sei un INFAME BUGIARDO! UN MOSTRO!!" Grida prima di correre via.

Non può così vedere che Dave è caduto di schianto sul letto.
"COMPLIMENTI! Quando ti ci metti sei un autentico coglione." Kit lo guarda con pietà. Si accende un sigaro e gliene porge un altro. "Prima di mettere su questa sceneggiata potevi discuterne con me. Hai scelto la strada peggiore in assoluto."
"Me lo avresti impedito." Replica Dave con un filo di voce, esausto.
"Naturale. Deludere Jennifer. Ferire Martin... Cosa ha partorito la tua mente bacata per TUO FIGLIO E TUA MADRE?" Lo scuote con forza.

"Niente. Mi allontanerò gradualmente da Jack. Diventerò un'ombra lontana. Mia madre? Non posso. E' l'unica che mi perdonerà per ogni altra stronzata che combinerò." Alza con fatica la testa. "Tu e Maggie mi aiuterete. Dave Gahan ha cancellato i suoi buoni propositi. E' tornato alla sua vita piena di eccessi. Dave Gahan è un cantante capriccioso, viziato, egoista e... senza freni." Sbriciola il sigaro tra le dita. "La rovina dei Depeche Mode. Colui che ne ha interrotto la carriera."
"Scordatelo. Sarebbe una pazzia." Protesta Kit.
"Me lo devi, mio maestro." Gli occhi determinati di Dave si piantano in quelli di Kit che li abbassa con un sospiro addolorato.
"Stai commettendo un errore che rimpiangerai per il resto della tua esistenza." Lo ammonisce.
"Può darsi, ma preferisco perderli di mano mia. Auguro a Jennifer di trovare un uomo che la sappia rendere felice come merita e che sia un buon padre per suo figlio. A Martin..." Stringe i pugni. "... ho fatto un favore. Si prenderà la prima di innumerevoli sbronze, scoperà con ogni donna che gli andrà a genio e la smetterà di tormentarsi... con sogni impossibili." Si asciuga la goccia che gli percorre la guancia.
"E tu?"
Scrolla le spalle. "Sono un immortale ed un Angelo della Morte." Si infila sotto le coperte, fingendo indifferenza. "Dolore e pena sono miei compagni fedeli. Uno in più..." Chiude gli occhi. Il discorso per lui è chiuso.

Kit scuote la testa e si richiude piano la porta alle spalle. *Maestro... e padre... Grandissimo deficiente. Speri che ti lasci gettare via una delle poche occasioni che avrai di essere felice?* **MAGGIE! WOLLY! Mi serve il vostro aiuto. IMMEDIATATAMENTE!**
   
 
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